<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 1295 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Secondo me, ridurre il processo di "transizione", alla sostituzione di auto ICE con BEV è fuorviante. La riduzione delle emissioni climalteranti, ma anche inquinanti e pericolose per la salute pubblica, si affronta con un cambio di paradigma della mobilità, individuale, collettiva e industriale-commerciale. Il tutto con una seria riqualificazione delle fonti di generazione di energia, partendo dal presupposto che l'energia più rinnovabile di tutte è sempre il risparmio.
Partendo quindi dalla generazione locale, senza perdite di rendimento per lunghi e costosi elettrodotti, alle modalità di interscambio e condivisione risorse peer to peer, per arrivare alla mobilità sostenibile non solo dall'ambiente, ma anche dai nostri entri urbani e nastri d'asfalto sempre più affollati di mezzi sempre più voluminosi ed energivori.
 
... ma se arriva ogni mese una bomba d'acqua di dimensioni apocalittiche c'è poco da fare
Agevolo lettura di un articolo odierno sulle vicende bolognesi

https://corrieredibologna.corriere....ri-5aae240f-2661-4927-b1e9-7747c53b2xlk.shtml

Bologna, il professore universitario che ha salvato casa dall'alluvione calcolando la piena: «Ho scavato 4 ore e messo i sacchi ma non sono riuscito ad avvisare gli altri»
Daniela Corneo 7-9 minuti
L'ingegnere Tomaso Trombetti dell'Università: «Ho fatto due conti e capito che con quella pioggia il torrente Ravone sarebbe esondato vicino casa mia. Sono andato a parcheggiare l'auto altrove. Servirebbero nuovi canali»

Il 19 ottobre, dopo aver fatto alcuni calcoli, ha spostato l’automobile dal suo garage e ha iniziato a scavare la terra del giardino per riempire dei sacchi con cui proteggere la sua abitazione dall’imminente disastro. E ce l’ha fatta. Tomaso Trombetti, docente al Dicam, il dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali di Unibo, noto già per essere stato all’interno del gruppo di lavoro che un anno fa lanciò l’allarme sulla stabilità della torre Garisenda, abita in via Guerrini, una delle vie dietro alla chiesa di San Paolo al Ravone, in zona Andrea Costa, dove l’acqua e il fango, nella notte del 19 ottobre, hanno causato un vero disastro. Un disastro che lui stesso, da esperto della materia, sostiene andrebbe d’ora in avanti arginato con uno studio ad hoc proprio sui torrenti che scorrono sotto la città in zone densamente abitate.

Professor Trombetti, ci racconti come ha fatto, a contenere il peggio che ha invece travolto le abitazioni attorno alla sua.
«Avevo fatto due conti e avevo immaginato che, se fosse arrivato un episodio grave di maltempo, il Ravone, che ha una strozzatura in fondo, in zona Saffi, che dopo l’alluvione del maggio 2023 è stata tappata all’altezza di quel negozio che aveva subìto così tanti danni, sarebbe esploso prima, cioè nella zona di via Andrea Costa e strade limitrofe. Il Ravone passa prima sotto via Sabotino e poi sotto via Saffi dove c’è una strettoia, ma se non esonda lì, dove vuoi che esondi, mi son detto. Era matematico, in base ai miei calcoli, che sarebbe successo il disastro in questa zona».

È andata proprio così. Quindi cos’ha fatto?
«Quando, in base all’andamento delle piogge che stavo monitorando, la situazione è sensibilmente peggiorata, ho messo in salvo l’auto in un’altra zona e poi ho iniziato a riempire i sacchi che uso per lo sfalcio delle piante con la terra del mio giardino. Ho iniziato a scavare alle 18 e ho finito alle 22, facendomi aiutare dai miei figli, ma siamo riusciti a contenere il fiume che si stava riversando nella nostra strada. Ho salvato la mia casa, ma non ho fatto in tempo ad avvisare altre persone che ora mi addolora vedere in questa situazione».

Una situazione che potrebbe replicarsi. Lei insegna a Ingegneria proprio nel dipartimento che si occupa anche di queste tematiche. Si è fatto un’idea di come si potrebbe agire a Bologna? Il sindaco ieri ha parlato proprio della necessità di uno studio ingegneristico sul sistema cittadino delle acque.
«Qualche anno fa con il mio gruppo di lavoro all’università abbiamo fatto un progetto di studio sul rischio congiunto, nella fattispecie il rischio idraulico sommato a quello sismico. Quello che venne fuori rispetto alla problematica idraulica è che si poteva lavorare su due livelli, uno globale e uno puntuale».

Partiamo da quello puntuale?
«Il livello puntuale è quello che consente di agire nel brevissimo periodo in situazioni di emergenza, cioè mettere in campo tutte quelle soluzioni tecniche e pratiche che consentono di mettere in sicurezza la propria casa, un edificio, una strada. Nel caso dell’alluvione, si pensi solo a quello che si fa a Venezia, stiamo parlando di paratìe, barriere, sacchi...».

E che ruolo potrebbe avere il Comune in questo tipo di interventi?
«Un ruolo di informazione, principalmente, indicando le zone a rischio e suggerendo a ciascuno come attrezzarsi con una propria difesa specifica».

Il livello globale, in una situazione così complessa, invece, cosa dovrebbe prevedere secondo lei?

«Chiaramente in questo caso si tratta di interventi più complessi. Serve, come dice il sindaco, uno studio ingegneristico che vada a mappare nel dettaglio tutto il percorso dei torrenti che scorrono sotto la città e vada sostanzialmente a vedere dove sono i colli di bottiglia, agendo su quelli. Pensiamo al Ravone: gli va dato un percorso per consentirgli di sfogare o gli vanno create delle casse di espansione, per esempio; se ci sono delle strozzature e le conosciamo, bisogna eliminarle, ma è una cosa molto complessa perché questi interventi devono essere compatibili con la forte urbanizzazione. Bisognerebbe creare nuovi canali...».

Diverse città nel nord Europa hanno optato per questa soluzione in effetti. Qui sarebbe possibile?

«Il problema grosso sarebbe farli compatibili con la rete urbanizzata. Una volta all’università c’erano corsi specifici di costruzione idraulica, una branca che poi ha perso vigore per la mancanza di necessità, ma adesso con i fenomeni che abbiamo visto questo settore di studi andrebbe riscoperto anche a livello culturale».
 
Secondo me, ridurre il processo di "transizione", alla sostituzione di auto ICE con BEV è fuorviante. La riduzione delle emissioni climalteranti, ma anche inquinanti e pericolose per la salute pubblica, si affronta con un cambio di paradigma della mobilità, individuale, collettiva e industriale-commerciale. Il tutto con una seria riqualificazione delle fonti di generazione di energia, partendo dal presupposto che l'energia più rinnovabile di tutte è sempre il risparmio.
Partendo quindi dalla generazione locale, senza perdite di rendimento per lunghi e costosi elettrodotti, alle modalità di interscambio e
condivisione risorse peer to peer, per arrivare alla mobilità sostenibile
non solo dall'ambiente, ma anche dai nostri entri urbani e nastri
d'asfalto sempre più affollati di mezzi sempre più voluminosi ed
energivori.

Sarebbe bastato che gente che usa l'auto per fare 400 mt si fosse convinta che quella distanza era meglio farla a piedi e non girare sei minuti per un posteggio (magari con le quattro frecce, sportivamente)
 
La Cina sta andando di carbone, petrolio e metano come se non ci fosse un domani (crisi a parte), e ovviamente ci dà dentro con la costruzione di nuove centrali atomiche. Le auto elettriche gli servono per cercare di non morire soffocati nelle loro città.

Sostenere che i disastri in E.R. siano dovuti alle auto termiche anziché alla pessima gestione (o meglio non-gestione) idrogeologica va bene giusto per siti stile Vaielettrico.
Può essere che siamo su Vaielettrico (che personalmente se non riportate qui ogni 2 per 3 è anche meglio, visto l'interesse che ho in quel blog), ma i dati sulla Cina dicono qualcosa di diverso.
https://www.repubblica.it/economia/...ico_di_eolico_e_solare_sul_carbone-423429702/
Usano il carbone?si, il metano anche, ma hanno anche tanto rinnovabile (circa il 30% della loro generazione arriva da li).

Se quanto è successo a Bologna ed in Emilia negli ultimi 12 mesi lo vogliamo ancora imputare ad eventi straordinari (nonostante la frequenza sia l'opposto del significato di straordinario), bene, ma i numeri dicono diversamente. 150 litri al mq in mezza giornata non sono "normali".
 
Agevolo lettura di un articolo odierno sulle vicende bolognesi
Condivido al 100% la necessità di incrementare strutture e manutenerle adeguatamente per ridurre i rischi, perioli e danni alluvionali, ma anche idrogeologici, siccitosi, etc...

Resta peraltro difficile, se non impossibile contrastare una fenomenologia in costante aggravamento, incrementale esso stesso oltretutto, se non agendo sulle cause e concause. E più di così sarà difficile sopportare.
 
Che ci sia un problema globale di emissioni non ci piove sopra, che dobbiamo proprio e solo noi europei, cioè quelli che da decenni stanno perseguendo politiche di risparmio energetico (cioè diminuzione delle emissioni), massacrarci gli zebedei, anche no; che dobbiamo farlo nel settore meno impattante dal punto di vista ambientale ma tra i più importanti a livello economico, due volte no.

E, quanto alle bombe d’acqua, non è colpa del clima se dopo le grandi opere conseguenti all’alluvione del Polesine, ad un certo punto non si è proseguito nella manutenzione e nel miglioramento (casse di laminazione etc etc). In Veneto l’hanno fatto, ed i risultati si sono visti quest’anno.

Il Veneto ha fatto un ottimo lavoro (ma hanno comunque diversi fiumi che hanno portate importanti, come l'Adige, Brenta e Piace), ma non esenti da disastri, nonostante vasche di laminazione e tutti i lavori fatti. Ed ha dalla sua delle naturali casse di espansione, come il lago di Garda.
Il Bacchiglione nel 2010 ha fatto dei bei disastri a Vicenza.
 
Nell'800 abbiamo inquinato con il carbone senza pensarci (pagandone ampie conseguenze, basti pensare allo smog londinese), ma eravamo in pochi ad inquinare e quindi con volumi in assoluto ridotti.
Mi sembra un po' autoassolutorio, la realtà che la comunità scientifica da decenni ci ha messo in guardia ma ci siamo guardati bene, noi occidentali per primi, dal modificare il nostro stile di vita
 
le alluvioni ci sono in tutto il mondo, non solo qui.
e ci son sempre state, basta cercare e vedere
firenze 66, genova 70, il lago maggiore e' stato a 7 metri oltre lo zero 150 anni fa, se vedi dove sono messe le targhe commemorative, ci si impressiona.
erano colpa nostra anche quelle?
 
le alluvioni ci sono in tutto il mondo, non solo qui.
e ci son sempre state, basta cercare e vedere
firenze 66, genova 70, il lago maggiore e' stato a 7 metri oltre lo zero 150 anni fa, se vedi dove sono messe le targhe commemorative, ci si impressiona.
erano colpa nostra anche quelle?
Si ma una volta capitavano una volta all'anno, forse anche meno, adesso una volta al mese
 
Si ma una volta capitavano una volta all'anno, forse anche meno, adesso una volta al mese
ci sono piu' case e piu' fiumi tombati di un secolo fa.
gli effetti sono evidenti.
se 100 anni fa si allagava un campo, nessuno riportava la notizia.
oggi nel campo ci sono centinaia di case e, l'esondazione normale di un torrente, diventa un'alluvione.
e' colpa dell'uomo, ovviamente, ma non si risolve "cambiando" il clima, ma non costruendo dove non si dovrebbe.
 
le alluvioni ci sono in tutto il mondo, non solo qui.
e ci son sempre state, basta cercare e vedere
firenze 66, genova 70, il lago maggiore e' stato a 7 metri oltre lo zero 150 anni fa, se vedi dove sono messe le targhe commemorative, ci si impressiona.
erano colpa nostra anche quelle?
Ci sono sempre state, è vero, ma non con la frequenza odierna.
Come le grandinate estive, ci sono sempre state, ma non con la frequenza degli ultimi anni.
 
Stato
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