Che poi, purtroppo, molti non conoscono la storia dell'automobile; fino al 2008 circa (prima della diffusione di massa degli smartphone) si trovava in rete molta informazione di alta qualità, spesso trasposizione di libri o di riviste dell'epoca. Non dimentichiamo che internet all'inizio era utilizzato con finalità strumentali.Se non imposta dai nostri "cari" legislatori, QUESTA tecnologia non potrà mai diventare dominante semplicemente perché è già stata presa e ripresa più volte già a partire da 100 anni fa e sempre abbandonata per i molti (troppi?) limiti che comportava.
Adesso perlopiù passano sciocchezze copiaincollate da qualcuno che "lavora" con un tablet seduto su un pulcioso divano vista tangenziale, che non sa nulla dell'enorme (per l'epoca) diffusione delle auto elettriche nei primi del '900. Rifornire le auto di carburante non era infatti più facile che collegare un'auto elettrica ad un caricabatterie, anzi. Nelle grandi città, soprattutto americane ma anche europee, la corrente arrivava ovunque. In Italia ad esempio, c'erano decine di costruttori di auto elettriche (vedere l'ottima serie di articoli su "Epocauto", annata 2021) e la rete nazionale era in continua espansione, grazie anche all'ingente disponibilità di energia idroelettrica nelle regioni del nord.
Contrariamente a quanto sembra, non furono gli ingenti investimenti delle compagnie petrolifere americane a decretare il successo del motore a scoppio: l'Europa infatti scontava l'assenza pressoché totale di petrolio e si sarebbe dunque consegnata mani & piedi agli americani o comunque ai principali produttori (gli arabi erano ancora beduini che rincorrevano i cammelli, anche se gli inglesi scoprirono alcuni giacimenti nel 1908...). Fu la velocità di riempimento dei serbatoi a decretare il successo del motore a scoppio, unito alla sempre maggior efficienza dei motori, necessaria per consumare sempre meno carburante (dato che era scarso) a fronte di migliori prestazioni.