Tornando IT, questa cosiddetta o presupposta transizione è ormai un segno tracciato. Il che non vuol dire che possa essere ancora corretto, rivoluzionato o azzerato o persino inasprito. Ma, stando allo stato degli atti, questa è. Un programma a scadenza non lunga, con risultati difficili da prevedere, ma pare difficile che il futuro possa assomigliare al presente, men che meno al passato. Di certo è nato come atto politico, che non discuto, ma che si sta trasformando in un piano industriale pare ben accetto e gradito dalle stesse case produttrici. Anche questo, piaccia o meno, è un dato di fatto.
È come un diluvio universale, che spazzerà via (forse) un mondo e ne lascerà un altro. Ci sono tanti modi di reagire, chi se la prende con Giove Pluvio, chi rimpiange i bei giorni di sole, chi sale su un albero, chi su una collina o montagna. C'è chi invece ci vede una necessità e si prepara una zattera, chi invece scorge una opportunità e si costruisce una barcona e ci alleva i polli e maiali e coltiva frutta e verdura, per non morire di fame con la propria famiglia e prepararsi al futuro post diluvio. La storia insegna quale sia l'atteggiamento vincente.
Fuor di metafora, in cosa consisterà questa transizione non è chiaro, se sarà modificata o meno, comunque non è che dal 2035 ci sarà una condizione stazionaria, idem dicasi per le condizioni energetiche e climatiche ne vedremo ancora di evoluzioni, di preciso non ne conosciamo la natura.
Personalmente, che mi piaccia, o meno, credo che dovrò cercare un altro modo di vivere, lavorare e muovermi, viaggiare in altri termini... chissà... al momento non so ancora e, quindi, resto fermo, ma non trovo produttivo né imprecare contro questa transizione, né illudermi che sia solo un brutto sogno. Credo che, mi piaccia o meno, mi dovrò adattare per riuscire a trovare un modo alternativo per continuare a vivere secondo le vecchie e nuove esigenze.
