Sempre di ben in... meglio.
Prima lanciano il sasso, poi visto il "danno", adesso vogliono nascondere la mano... E la telenovela continua...
Il commissario al Mercato interno e all'Industria dell'Unione Europea, Thierry Breton, ha rilasciato un'intervista a Politico tornando su uno dei temi più caldi della strategia industriale e ambientale dei prossimi anni per Bruxelles: il bando alle auto termiche previsto per il 2035. Questione sulla quale il politico francese ha espresso forti cautele, mettendo in guardia contro i rischi derivanti da quella che ha definito una "gigantic disruption" per l'intero settore automobilistico europeo.
"La transizione da diesel e benzina all'elettrico", ha spiegato Breton, "avrà così tante implicazioni per le aziende del settore che l'Europa non può permettersi errori. Se dovessero esserci intoppi" ha proseguito, "l'Ue dovrà rivedere la data del phase-out senza alcun tabù". L'ex ministro dell'economia francese nel governo de Villepin, ha anche paventato la necessità di un "freno d'emergenza", una clausola di revisione da attivarsi nel 2026 per consentire lo spostamento dello stop ai motori termici attualmente fissato per il 2035. "Sarebbe un elemento fondamentale" ha spiegato Breton "per darci il tempo di reagire se necessario, perché stiamo evidentemente parlando di un cambiamento gigantesco per un intero settore industriale.
Come da tempo fanno presente le associazioni di categoria dei Paesi membri e le rappresentanze dell'indotto, il bando ai motori termici avrà prima di tutto conseguenze occupazionali destinate a riguardare tutto il tessuto produttivo continentale. Il commissario le ha quantificate in maniera molto chiara: "Circa 600 mila posti di lavoro verranno distrutti nella transizione all'elettrico. Non sto parlando", ha specificato il politico francese "delle grandi Case automobilistiche, che sicuramente la supereranno, ma dell'intero ecosistema e della produzione di energia elettrica".
È così che Breton ha introdotto l'altro nodo della questione: "Per produrre tutte le auto elettriche necessarie a sostituire quelle tradizionali, avremo bisogno di 15 volte più litio entro il 2030, quattro volte più cobalto, quattro volte più grafite e tre volte più nichel. Quindi ci sarà un fabbisogno di materie prime enormemente superiore e questo è un fattore che dobbiamo studiare".
Un elemento cui si aggiunge quello più strettamente legato alla vera e propria produzione di energia: "Se vogliamo che tutte le auto nuove siano elettriche, avremo bisogno di produrre 150 GW di energia in più ogni anno, vale a dire il 20-25% in più di quella che viene prodotta attualmente in Unione europea. "Quindi dovremo incrementare massicciamente l'attuale produzione", ha osservato il titolare del mercato interno "ma dovrà essere elettricità carbon-free: se la faremo con il carbone o il gas non avrà senso".