<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 202 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
A questo punto sorge spontanea una domanda multipla:
Siamo i più poveri della UE?
Non abbiamo una mentalità aperta al futuro e all'ecologia?
Siamo i più restii ad accettare imposizioni?
Siamo quelli che hanno capito più di tutti che l'elettrico non può funzionare?
Siamo forse i più intelligenti?
Oppure non abbiamo capito niente e finiremo emarginati dal resto dell'Europa?

Devo dire che nonostante la mia repulsione per tutte le imposizioni che danneggiano la parte più debole del mercato, mi aspettavo comunque una crescita delle EV. Almeno una percentuale che si avvicinasse al numero di possessori di garage.Percentuale che pare essere intorno al 35/40%. Ma evidentemente mi sbagliavo

secondo me sono un poco tutte queste cose messe insieme. Indubbiamo siamo restati indietro sulle infrastrutture, abbiamo avuto una perdita di potere di acquisto , in più demograficamente siamo uno dei paesi con l'età media più alta e questo di solito non è un fattore che aiuta nei cambiamenti.
Credo che da noi , sempre che si muovano gli interventi strutturali richiesti, l'impatto delle EV lo vedremo tra 2 o 3 anni minimo, quando si saranno affacciate sul mercato vetture più adatte al nostro mercato.
 
Sempre di ben in... meglio.
Prima lanciano il sasso, poi visto il "danno", adesso vogliono nascondere la mano... E la telenovela continua...

Il commissario al Mercato interno e all'Industria dell'Unione Europea, Thierry Breton, ha rilasciato un'intervista a Politico tornando su uno dei temi più caldi della strategia industriale e ambientale dei prossimi anni per Bruxelles: il bando alle auto termiche previsto per il 2035. Questione sulla quale il politico francese ha espresso forti cautele, mettendo in guardia contro i rischi derivanti da quella che ha definito una "gigantic disruption" per l'intero settore automobilistico europeo.
"La transizione da diesel e benzina all'elettrico", ha spiegato Breton, "avrà così tante implicazioni per le aziende del settore che l'Europa non può permettersi errori. Se dovessero esserci intoppi" ha proseguito, "l'Ue dovrà rivedere la data del phase-out senza alcun tabù". L'ex ministro dell'economia francese nel governo de Villepin, ha anche paventato la necessità di un "freno d'emergenza", una clausola di revisione da attivarsi nel 2026 per consentire lo spostamento dello stop ai motori termici attualmente fissato per il 2035. "Sarebbe un elemento fondamentale" ha spiegato Breton "per darci il tempo di reagire se necessario, perché stiamo evidentemente parlando di un cambiamento gigantesco per un intero settore industriale.
Come da tempo fanno presente le associazioni di categoria dei Paesi membri e le rappresentanze dell'indotto, il bando ai motori termici avrà prima di tutto conseguenze occupazionali destinate a riguardare tutto il tessuto produttivo continentale. Il commissario le ha quantificate in maniera molto chiara: "Circa 600 mila posti di lavoro verranno distrutti nella transizione all'elettrico. Non sto parlando", ha specificato il politico francese "delle grandi Case automobilistiche, che sicuramente la supereranno, ma dell'intero ecosistema e della produzione di energia elettrica".
È così che Breton ha introdotto l'altro nodo della questione: "Per produrre tutte le auto elettriche necessarie a sostituire quelle tradizionali, avremo bisogno di 15 volte più litio entro il 2030, quattro volte più cobalto, quattro volte più grafite e tre volte più nichel. Quindi ci sarà un fabbisogno di materie prime enormemente superiore e questo è un fattore che dobbiamo studiare".
Un elemento cui si aggiunge quello più strettamente legato alla vera e propria produzione di energia: "Se vogliamo che tutte le auto nuove siano elettriche, avremo bisogno di produrre 150 GW di energia in più ogni anno, vale a dire il 20-25% in più di quella che viene prodotta attualmente in Unione europea. "Quindi dovremo incrementare massicciamente l'attuale produzione", ha osservato il titolare del mercato interno "ma dovrà essere elettricità carbon-free: se la faremo con il carbone o il gas non avrà senso".
 
Sempre di ben in... meglio.
Prima lanciano il sasso, poi visto il "danno", adesso vogliono nascondere la mano... E la telenovela continua...

Il commissario al Mercato interno e all'Industria dell'Unione Europea, Thierry Breton, ha rilasciato un'intervista a Politico tornando su uno dei temi più caldi della strategia industriale e ambientale dei prossimi anni per Bruxelles: il bando alle auto termiche previsto per il 2035. Questione sulla quale il politico francese ha espresso forti cautele, mettendo in guardia contro i rischi derivanti da quella che ha definito una "gigantic disruption" per l'intero settore automobilistico europeo.
"La transizione da diesel e benzina all'elettrico", ha spiegato Breton, "avrà così tante implicazioni per le aziende del settore che l'Europa non può permettersi errori. Se dovessero esserci intoppi" ha proseguito, "l'Ue dovrà rivedere la data del phase-out senza alcun tabù". L'ex ministro dell'economia francese nel governo de Villepin, ha anche paventato la necessità di un "freno d'emergenza", una clausola di revisione da attivarsi nel 2026 per consentire lo spostamento dello stop ai motori termici attualmente fissato per il 2035. "Sarebbe un elemento fondamentale" ha spiegato Breton "per darci il tempo di reagire se necessario, perché stiamo evidentemente parlando di un cambiamento gigantesco per un intero settore industriale.
Come da tempo fanno presente le associazioni di categoria dei Paesi membri e le rappresentanze dell'indotto, il bando ai motori termici avrà prima di tutto conseguenze occupazionali destinate a riguardare tutto il tessuto produttivo continentale. Il commissario le ha quantificate in maniera molto chiara: "Circa 600 mila posti di lavoro verranno distrutti nella transizione all'elettrico. Non sto parlando", ha specificato il politico francese "delle grandi Case automobilistiche, che sicuramente la supereranno, ma dell'intero ecosistema e della produzione di energia elettrica".
È così che Breton ha introdotto l'altro nodo della questione: "Per produrre tutte le auto elettriche necessarie a sostituire quelle tradizionali, avremo bisogno di 15 volte più litio entro il 2030, quattro volte più cobalto, quattro volte più grafite e tre volte più nichel. Quindi ci sarà un fabbisogno di materie prime enormemente superiore e questo è un fattore che dobbiamo studiare".
Un elemento cui si aggiunge quello più strettamente legato alla vera e propria produzione di energia: "Se vogliamo che tutte le auto nuove siano elettriche, avremo bisogno di produrre 150 GW di energia in più ogni anno, vale a dire il 20-25% in più di quella che viene prodotta attualmente in Unione europea. "Quindi dovremo incrementare massicciamente l'attuale produzione", ha osservato il titolare del mercato interno "ma dovrà essere elettricità carbon-free: se la faremo con il carbone o il gas non avrà senso".
Ma te pensa... Chi l'avrebbe mai detto! :D

Potrebbe essere uno dei miei post o uno dei molti, anche qui dentro, che hanno un punto di vista simile al mio sulla "transizione".

Abbiamo un muro davanti e, invece di cercare di capire come superarlo o aggirarlo, stiamo accelerando e gli stiamo andando dritti addosso.
 
Sempre di ben in... meglio.
Prima lanciano il sasso, poi visto il "danno", adesso vogliono nascondere la mano... E la telenovela continua...

Il commissario al Mercato interno e all'Industria dell'Unione Europea, Thierry Breton, ha rilasciato un'intervista a Politico tornando su uno dei temi più caldi della strategia industriale e ambientale dei prossimi anni per Bruxelles: il bando alle auto termiche previsto per il 2035. Questione sulla quale il politico francese ha espresso forti cautele, mettendo in guardia contro i rischi derivanti da quella che ha definito una "gigantic disruption" per l'intero settore automobilistico europeo.
"La transizione da diesel e benzina all'elettrico", ha spiegato Breton, "avrà così tante implicazioni per le aziende del settore che l'Europa non può permettersi errori. Se dovessero esserci intoppi" ha proseguito, "l'Ue dovrà rivedere la data del phase-out senza alcun tabù". L'ex ministro dell'economia francese nel governo de Villepin, ha anche paventato la necessità di un "freno d'emergenza", una clausola di revisione da attivarsi nel 2026 per consentire lo spostamento dello stop ai motori termici attualmente fissato per il 2035. "Sarebbe un elemento fondamentale" ha spiegato Breton "per darci il tempo di reagire se necessario, perché stiamo evidentemente parlando di un cambiamento gigantesco per un intero settore industriale.
Come da tempo fanno presente le associazioni di categoria dei Paesi membri e le rappresentanze dell'indotto, il bando ai motori termici avrà prima di tutto conseguenze occupazionali destinate a riguardare tutto il tessuto produttivo continentale. Il commissario le ha quantificate in maniera molto chiara: "Circa 600 mila posti di lavoro verranno distrutti nella transizione all'elettrico. Non sto parlando", ha specificato il politico francese "delle grandi Case automobilistiche, che sicuramente la supereranno, ma dell'intero ecosistema e della produzione di energia elettrica".
È così che Breton ha introdotto l'altro nodo della questione: "Per produrre tutte le auto elettriche necessarie a sostituire quelle tradizionali, avremo bisogno di 15 volte più litio entro il 2030, quattro volte più cobalto, quattro volte più grafite e tre volte più nichel. Quindi ci sarà un fabbisogno di materie prime enormemente superiore e questo è un fattore che dobbiamo studiare".
Un elemento cui si aggiunge quello più strettamente legato alla vera e propria produzione di energia: "Se vogliamo che tutte le auto nuove siano elettriche, avremo bisogno di produrre 150 GW di energia in più ogni anno, vale a dire il 20-25% in più di quella che viene prodotta attualmente in Unione europea. "Quindi dovremo incrementare massicciamente l'attuale produzione", ha osservato il titolare del mercato interno "ma dovrà essere elettricità carbon-free: se la faremo con il carbone o il gas non avrà senso".

Si, vero, arriva un'altra possibile "crepa". Metto il link di Quattroruote che riguarda proprio Thierry Breton.

Bando delle auto endotermiche, Breton: "Dobbiamo riesaminare il phase-out del 2035 senza tabù" - Quattroruote.it
2022-thierry-breton-05.jpg
 
Aggiungerei una domanda:

" Ma Ma perche' uno....
L' Italiano medio di una volta, quello che aveva un po' piu' bajocchi dell' odierno,
si dovrebbe OGGI, E SOTTOLINEO OGGI, comprare un' elettrica
??
1) Costa un fotio
2) E' un problema il tempo di ricarica
3) E' pure un problema il reperimento di colonnine ( fuori/cosi' a casa )
4) E resta sempre un problema l' autonomia

( " Last bat not de liist "....Mancano ancora 14 anni; che fretta c'e' ) "

:emoji_stuck_out_tongue_winking_eye::emoji_stuck_out_tongue::emoji_stuck_out_tongue_closed_eyes:

??
Almeno fai bene i conti, come andavi in matematica?
Di anni ne mancano 13, quasi dodici.:emoji_smiling_imp::emoji_smiley:

Resta il fatto che in Europa le vedite aumentano, non diminuiscono come da noi
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Back
Alto