<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 935 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Ma ci sono discorsi talmente complessi che ci vorrebbero anni di studio per comprenderli, che riguardano la Geopolitica , l'economia mondiale e tanto altro, qui si vuole capire tutto partendo dal il pensiero <<con il mio diesel faccio 1200 km ma che volete?>> che è pure comprensibile ma non è che questo spiega il mondo

Forse proprio perchè sono discorsi complessi e molto vasti le persone comuni vorrebbero invece avere delle risposte concrete alle domande su singole tematiche.
La transizione prevede ad esempio che in Europa si smettano di vendere le Nike made in Indonesia?
Io ne ho un paio ai piedi adesso.
E mi risulta che in passato ci siano stati molti scandali su come venivano trattati i lavoratori in quel paese dalle multinazionali.
Se l'obiettivo è affrancarci dalla dipendenza dagli altri continenti e avere un approccio più etico alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti imho si dovrebbe ragionare anche su questo.
Nei nostri negozi nel 2050 ci saranno solo prodotti made in europe con una certificazione che dice che nessun lavoratore è stato sfruttato,che nelle fabbriche si utilizza solo energia pulita,che i materiali necessari per realizzarli provengono da paesi che a loro volta usano energia pulita e non sfruttano la gente...?
O ci limiteremo a usare le batterie al posto del petrolio,l'energia elettrica a posto del metano e per il resto faremo quello che abbiamo sempre fatto cioè andare a produrre dove costa meno sbattendocene di come lo fanno?

Nel piano si parla delle forniture extra-UE che dovranno rispettare e garantire dei criteri di impatto ambientale.
In ogni caso si parla anche delle produzioni da riportare nel continente, come le fabbriche di chip e di altre componenti.

Con quali costi però?
Per decenni è stato detto che conveniva andare a produrre dall'altra parte del mondo perchè da noi costava troppo.
Qual è la ricetta magica per riportare in Europa le produzioni o obbligare gli altri paesi che vogliono vendere in Europa a essere altrettanto attenti all'ambiente e evitare che il prodotto che oggi costa 1 euro domani ne costi 5?
Io temo che su questo aspetto si chiuderà un occhio alla grande e che quello che non sarà possibile produrre qui continuerà a essere acquistato altrove senza preoccuparsi troppo sul come.
Poi magari dei miglioramenti ci saranno perchè anche gli altri paesi nel frattempo cercheranno di affrancarsi dalle fonti energetiche più sporche in favore di altre più pulite ma non sarà di certo perchè glielo abbiamo imposto noi.
 
Ultima modifica:
Ma ci sono discorsi talmente complessi che ci vorrebbero anni di studio per comprenderli, che riguardano la Geopolitica , l'economia mondiale e tanto altro, qui si vuole capire tutto partendo dal pensiero <<con il mio diesel faccio 1200 km ma che volete?>> che è pure comprensibile ma non è che questo spiega il mondo
che ovviamente son stati fatti da chi legifera, immagino.
una manco andava a scuola, perche' le abbiamo tolto l'infanzia.
e gli altri vivono in un mondo a parte.
io, se permetti, cerco di usare la mia testa, per quanto posso.
il fit for 55 e' un documento europeo, il resto del mondo si frega le mani, al nostro bell'intento (per i dollarozzi che gli verseremo).
quindi noi abbiamo i decenni di "studiosi studiati" che san tutto, il resto degli altri 7 miliardi e 750milioni di persone, non hanno studiosi illuminati come i nostri.

per la cronaca
https://milano.corriere.it/notizie/...he-cd5d68ed-a7a4-486e-83c3-f1d806883xlk.shtml
tanto per dire quanto possono essere studiosi, e poi non prenderci perche' un pirla gioca alla guerra.
 
Forse proprio perchè sono discorsi complessi e molto vasti le persone comuni vorrebbero invece avere delle risposte concrete alle domande su singole tematiche.
La transizione prevede ad esempio che in Europa si smettano di vendere le Nike made in Indonesia?
Io ne ho un paio ai piedi adesso.
E mi risulta che in passato ci siano stati molti scandali su come venivano trattati i lavoratori in quel paese dalle multinazionali.
Se l'obiettivo è affrancarci dalla dipendenza dagli altri continenti e avere un approccio più etico alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti imho si dovrebbe ragionare anche su questo.
Nei nostri negozi nel 2050 ci saranno solo prodotti made in europe con una certificazione che dice che nessun lavoratore è stato sfruttato,che nelle fabbriche si utilizza solo energia pulita,che i materiali necessari per realizzarli provengono da paesi che a loro volta usano energia pulita e non sfruttano la gente...?
O ci limiteremo a usare le batterie al posto del petrolio,l'energia elettrica a posto del metano e per il resto faremo quello che abbiamo sempre fatto cioè andare a produrre dove costa meno sbattendocene di come lo fanno?



Con quali costi però?
Per decenni è stato detto che conveniva andare a produrre dall'altra parte del mondo perchè da noi costava troppo.
Qual è la ricetta magica per riportare in Europa le produzioni o obbligare gli altri paesi che vogliono vendere in Europa a essere altrettanto attenti all'ambiente senza evitare che il prodotto che oggi costa 1 euro domani ne costi 5?
Io temo che su questo aspetto si chiuderà un occhio alla grande e che quello che non sarà possibile produrre qui continuerà a essere acquistato altrove senza preoccuparsi troppo sul come.
Poi magari dei miglioramenti ci saranno perchè anche gli altri paesi nel frattempo cercheranno di affrancarsi dalle fonti energetiche più sporche in favore di altre più pulite ma non sarà di certo perchè glielo abbiamo imposto noi.

E che risposte vuoi dare? Se non si condivide il metodo per affrontare la questione non ci possono essere risposte, uno parla di patate e l'altro di pere.
Io cerco di avere un approccio critico alla questione, se invece l'approccio e preconcetto diventa una discussione inutile, che poi è quella che portiamo avanti da anni ormai.
 
che ovviamente son stati fatti da chi legifera, immagino.
una manco andava a scuola, perche' le abbiamo tolto l'infanzia.
e gli altri vivono in un mondo a parte.
io, se permetti, cerco di usare la mia testa, per quanto posso.
il fit for 55 e' un documento europeo, il resto del mondo si frega le mani, al nostro bell'intento (per i dollarozzi che gli verseremo).
quindi noi abbiamo i decenni di "studiosi studiati" che san tutto, il resto degli altri 7 miliardi e 750milioni di persone, non hanno studiosi illuminati come i nostri.

per la cronaca
https://milano.corriere.it/notizie/...he-cd5d68ed-a7a4-486e-83c3-f1d806883xlk.shtml
tanto per dire quanto possono essere studiosi, e poi non prenderci perche' un pirla gioca alla guerra.

Se sei convinto che con la tua testa riesci a capire tutto il mondo bene, io non riesco, mi pongo dei limiti personali, poi magari sbaglio io figuriamoci
 
E che risposte vuoi dare? Se non si condivide il metodo per affrontare la questione non ci possono essere risposte, uno parla di patate e l'altro di pere.
Io cerco di avere un approccio critico alla questione, se invece l'approccio e preconcetto diventa una discussione inutile, che poi è quella che portiamo avanti da anni ormai.

Scusa però mi sembra che l'approccio critico non possa essere dire sono questioni più grandi e poi evitare le domande.
Quello è un approccio tra il teorico e l'elusivo.
Io non ho ne le competenze ne la testa per parlare di questioni troppo grandi,mi chiedo in piccolo nella nostra vita di tutti i giorni se ci saranno dei cambiamenti coerenti con quella che è la volontà dichiarata delle autorità europee oppure no.
Se nel 2050 avrò ancora ai piedi le Nike made in Indonesia e troverò al supermercato prodotti che arrivano dall'altra parte del mondo dove sono più indietro da ogni punto di vista vorrà dire che la transizione sarà solo di facciata.
L'unica differenza sarà che se avrò le possibilità andrò al supermercato con l'auto elettrica,altrimenti ci andrò a piedi.
E consumerò più scarpe...
 
Scusa però mi sembra che l'approccio critico non possa essere dire sono questioni più grandi e poi evitare le domande.
Quello è un approccio tra il teorico e l'elusivo.
Io non ho ne le competenze ne la testa per parlare di questioni troppo grandi,mi chiedo in piccolo nella nostra vita di tutti i giorni se ci saranno dei cambiamenti coerenti con quella che è la volontà dichiarata delle autorità europee oppure no.
Se nel 2050 avrò ancora ai piedi le Nike made in Indonesia e troverò al supermercato prodotti che arrivano dall'altra parte del mondo dove sono più indietro da ogni punto di vista vorrà dire che la transizione sarà solo di facciata.
L'unica differenza sarà che se avrò le possibilità andrò al supermercato con l'auto elettrica,altrimenti ci andrò a piedi.
E consumerò più scarpe...

È stato detto, uno dei punti trattati dal Fit 55 evidenzia come ci dovrà essere una verifica per cui i fornitori dovranno seguire degli standard sociali ed etici, per me la critica sta ora nel discutere del come si può riuscire a fare questo, se invece la risposta è che si tratta di una cavolata libero di pensarlo, per me è un approccio preconcetto, ci si basa su di un modello mentale già radicato da cui non ci si sposta
 
Se sei convinto che con la tua testa riesci a capire tutto il mondo bene, io non riesco, mi pongo dei limiti personali, poi magari sbaglio io figuriamoci
proprio perche' nessuno di noi due puo' capire tutto, cosa ti fa supporre che lo possano fare quelli che governano?
son gente come noi, spesso anche peggio di noi.
per diventare poltronati, non serve il cervello o lo studio.
chiunque puo' finire li', e per questo possono prendere cantonate enormi pure loro. non sono migliori di noi due.
quello che non mi convince, resta il fatto che, 1/32 del mondo ha deciso cosi', e gli altri invece no.
fai tu.
io le mie conclusioni le ho tirate.
 
.
@zinzanbr i dubbi che hai sottlineato sono leciti e anzi direi che sono obbligatori per chi ha una coscienza civile ed un occhio critico... e sono gli stessi che abbiamo in molti.
Vigilare e spingere nella giusta direzione è una buona parte della difficoltà di questa transizione.
In generale però, non nel tuo caso, leggo molte opinioni che sembrano dire "perchè faticare a fare 3 gradini se alla fine di questi non siamo già al primo piano?" e la risposta ovviamente è "un passo alla volta" anche se come dici giustamente tu, bisogna vigilare affinchè siano le scale giuste, ci sia l'obiettivo reale di arrivare al primo piano e che ci si riesca tutti insieme.

Postilla per tutti: ma davvero si può pensare che un piano come il Fit for 55 (o altri anche meno complessi) siano stati ideati solo prendendo in considerazione le idee e le elucubrazioni di chi sta in parlamento? Non è che alla base delle decisioni politiche ci siano valutazione e indicazioni scientifiche? Un dubbio su questo?
Mica stiamo parlando dei piani fatti solo di titoli cui siamo abituati nella penisola... sono indicati gli studi e le relazioni utilizzate.
:emoji_grin:
 
Poi secondo me un approccio critico e intelligente deve anche contenere delle domande.
Di fronte a un grosso cambiamento ci sta chiedersi ma servirà? Avrà dei contraccolpi molto pesanti? Verrà applicata la stessa volontà di cambiare a tutti gli altri aspetti della nostra vita oppure no?
Prendere per buono il fatto che la strada intrapresa sia quella giusta senza farsi domande è quasi un atto di fede che onestamente non mi sembra logico pretendere dalle persone.
Quando anni fa è stato deciso di puntare tutto sul gas russo è stata fatta una scelta intelligente?
Col senno di poi direi che è stata una scelta economicamente conveniente che ha avuto poi contraccolpi enormi,probabilmente anche prevedibili per chi occupa certe posizioni,dal punto di vista geopolitico.
Volgarmente per i meno studiati abbiamo messo il collo,per non dire altro,in mano a una potenza straniera finanziando il ritorno della guerra in europa.
Secondo me ci sta chiedersi ad esempio se mettersi nelle mani della Cina per quanto riguarda la mobilità non possa essere un errore.
Sono certamente tematiche complesse ma capisco chi non ha una gran fiducia nei confronti delle autorità che dovrebbero fare le scelte migliori per la popolazione europea.
Che non vuol dire che se in europa ci mandiamo il ciabattino e il panettiere sappiano fare meglio.
Ma bisogna essere consapevoli che in gioco ci sono interessi economici enormi che possono influenzare molto le decisioni quindi imho una certa diffidenza ci sta.
 
È stato detto, uno dei punti trattati dal Fit 55 evidenzia come ci dovrà essere una verifica per cui i fornitori dovranno seguire degli standard sociali ed etici, per me la critica sta ora nel discutere del come si può riuscire a fare questo, se invece la risposta è che si tratta di una cavolata libero di pensarlo, per me è un approccio preconcetto, ci si basa su di un modello mentale già radicato da cui non ci si sposta
Io cerco di essere pragmatico, aperto e anche interessato al nuovo che verrà.

Però trovo decisamente arduo che un continente che non riesce a trovare un accordo pressoché su niente (siamo tanti e siamo diversi, comprensibile), possa imporre quanto sottolineato.

Che dobbiamo comprare all'estero più o meno tutto è ovvio (siamo stati noi stessi, inteso come Europa, a delocalizzare in Cina, India, ecc...), come è altrettanto ovvio che tutto ciò che arriva è e sarà certificato come etico, sostenibile e rispettoso di persone e ambiente!

È il come fare a controllare che sia effettivamente così il problema, per cui si farà come sempre finta di nulla e si continuerà a prendere per buona la velina socialmente e ambientalmente etica che questi paesi "appiccicano" ai prodotti che ci spediscono, e non potrà che andarci bene così (volenti o nolenti, come individui e anche come continente).

Poi, scavando tra le informazioni parzialmente bloccate dal governo cinese, scopri che chiudono qualche decina di migliaia di persone in una cittadella industriale perché DEVONO produrre (e non ho dubbi che quanto han prodotto vada sulle nostre auto o nei nostri smartphone ecc... e sia certificato, garantito e chi più ne ha più ne metta).
 
È stato detto, uno dei punti trattati dal Fit 55 evidenzia come ci dovrà essere una verifica per cui i fornitori dovranno seguire degli standard sociali ed etici, per me la critica sta ora nel discutere del come si può riuscire a fare questo, se invece la risposta è che si tratta di una cavolata libero di pensarlo, per me è un approccio preconcetto, ci si basa su di un modello mentale già radicato da cui non ci si sposta

Non è un approccio preconcetto, è semplice osservazione e presa d'atto di una realtà. Tutto il baraccone della "transizione" sta in piedi, e traballando forte, solo ed esclusivamente se si accettano i livelli di costo che solo i produttori extraeuropei possono garantire, e solo gli squilibrati di ultima degenerazione, come dice giustamente Cruciani, non sanno a cosa sono dovuti quei costi.
Il giorno in cui DAVVERO si vincolasse l'acquisizione di prodotti al rispetto dei nostri standard etici e ambientali, il cittadino medio europeo non potrebbe più permettersi nemmeno un paio di ciabatte, altro che auto a pile....
 
Non è un approccio preconcetto, è semplice osservazione e presa d'atto di una realtà. Tutto il baraccone della "transizione" sta in piedi, e traballando forte, solo ed esclusivamente se si accettano i livelli di costo che solo i produttori extraeuropei possono garantire, e solo gli squilibrati di ultima degenerazione, come dice giustamente Cruciani, non sanno a cosa sono dovuti quei costi.
Il giorno in cui DAVVERO si vincolasse l'acquisizione di prodotti al rispetto dei nostri standard etici e ambientali, il cittadino medio europeo non potrebbe più permettersi nemmeno un paio di ciabatte, altro che auto a pile....
Ma è anche logico: se "di là" avessero gli stessi diritti, la stessa etica e gli stessi salari che abbiamo "di qua", i prodotti costerebbero ESATTAMENTE come farli "di qua".

Ma così non è, e non solo per il mercato dell'auto che ci è cero in questo forum, ma per l'abbigliamento, la tecnologia, l'oggettistica, ecc...
 
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