agricolo
0
...e già fa ridere così.....Nel piano si parla delle forniture extra-UE che dovranno rispettare e garantire dei criteri di impatto ambientale.
...me nemmeno minimamente fondato a terra.non è neanche campato in aria.
...e già fa ridere così.....Nel piano si parla delle forniture extra-UE che dovranno rispettare e garantire dei criteri di impatto ambientale.
...me nemmeno minimamente fondato a terra.non è neanche campato in aria.
Ma ci sono discorsi talmente complessi che ci vorrebbero anni di studio per comprenderli, che riguardano la Geopolitica , l'economia mondiale e tanto altro, qui si vuole capire tutto partendo dal il pensiero <<con il mio diesel faccio 1200 km ma che volete?>> che è pure comprensibile ma non è che questo spiega il mondo
Nel piano si parla delle forniture extra-UE che dovranno rispettare e garantire dei criteri di impatto ambientale.
In ogni caso si parla anche delle produzioni da riportare nel continente, come le fabbriche di chip e di altre componenti.
che ovviamente son stati fatti da chi legifera, immagino.Ma ci sono discorsi talmente complessi che ci vorrebbero anni di studio per comprenderli, che riguardano la Geopolitica , l'economia mondiale e tanto altro, qui si vuole capire tutto partendo dal pensiero <<con il mio diesel faccio 1200 km ma che volete?>> che è pure comprensibile ma non è che questo spiega il mondo
Forse proprio perchè sono discorsi complessi e molto vasti le persone comuni vorrebbero invece avere delle risposte concrete alle domande su singole tematiche.
La transizione prevede ad esempio che in Europa si smettano di vendere le Nike made in Indonesia?
Io ne ho un paio ai piedi adesso.
E mi risulta che in passato ci siano stati molti scandali su come venivano trattati i lavoratori in quel paese dalle multinazionali.
Se l'obiettivo è affrancarci dalla dipendenza dagli altri continenti e avere un approccio più etico alla produzione e alla commercializzazione dei prodotti imho si dovrebbe ragionare anche su questo.
Nei nostri negozi nel 2050 ci saranno solo prodotti made in europe con una certificazione che dice che nessun lavoratore è stato sfruttato,che nelle fabbriche si utilizza solo energia pulita,che i materiali necessari per realizzarli provengono da paesi che a loro volta usano energia pulita e non sfruttano la gente...?
O ci limiteremo a usare le batterie al posto del petrolio,l'energia elettrica a posto del metano e per il resto faremo quello che abbiamo sempre fatto cioè andare a produrre dove costa meno sbattendocene di come lo fanno?
Con quali costi però?
Per decenni è stato detto che conveniva andare a produrre dall'altra parte del mondo perchè da noi costava troppo.
Qual è la ricetta magica per riportare in Europa le produzioni o obbligare gli altri paesi che vogliono vendere in Europa a essere altrettanto attenti all'ambiente senza evitare che il prodotto che oggi costa 1 euro domani ne costi 5?
Io temo che su questo aspetto si chiuderà un occhio alla grande e che quello che non sarà possibile produrre qui continuerà a essere acquistato altrove senza preoccuparsi troppo sul come.
Poi magari dei miglioramenti ci saranno perchè anche gli altri paesi nel frattempo cercheranno di affrancarsi dalle fonti energetiche più sporche in favore di altre più pulite ma non sarà di certo perchè glielo abbiamo imposto noi.
che ovviamente son stati fatti da chi legifera, immagino.
una manco andava a scuola, perche' le abbiamo tolto l'infanzia.
e gli altri vivono in un mondo a parte.
io, se permetti, cerco di usare la mia testa, per quanto posso.
il fit for 55 e' un documento europeo, il resto del mondo si frega le mani, al nostro bell'intento (per i dollarozzi che gli verseremo).
quindi noi abbiamo i decenni di "studiosi studiati" che san tutto, il resto degli altri 7 miliardi e 750milioni di persone, non hanno studiosi illuminati come i nostri.
per la cronaca
https://milano.corriere.it/notizie/...he-cd5d68ed-a7a4-486e-83c3-f1d806883xlk.shtml
tanto per dire quanto possono essere studiosi, e poi non prenderci perche' un pirla gioca alla guerra.
E che risposte vuoi dare? Se non si condivide il metodo per affrontare la questione non ci possono essere risposte, uno parla di patate e l'altro di pere.
Io cerco di avere un approccio critico alla questione, se invece l'approccio e preconcetto diventa una discussione inutile, che poi è quella che portiamo avanti da anni ormai.
Scusa però mi sembra che l'approccio critico non possa essere dire sono questioni più grandi e poi evitare le domande.
Quello è un approccio tra il teorico e l'elusivo.
Io non ho ne le competenze ne la testa per parlare di questioni troppo grandi,mi chiedo in piccolo nella nostra vita di tutti i giorni se ci saranno dei cambiamenti coerenti con quella che è la volontà dichiarata delle autorità europee oppure no.
Se nel 2050 avrò ancora ai piedi le Nike made in Indonesia e troverò al supermercato prodotti che arrivano dall'altra parte del mondo dove sono più indietro da ogni punto di vista vorrà dire che la transizione sarà solo di facciata.
L'unica differenza sarà che se avrò le possibilità andrò al supermercato con l'auto elettrica,altrimenti ci andrò a piedi.
E consumerò più scarpe...
Se va secondo programma, non ci sarà più nessun prodotto made in Europe, ci puoi scommettere la camicia (che nel frattempo avrai comprato dai cinesi)....Nei nostri negozi nel 2050 ci saranno solo prodotti made in europe
proprio perche' nessuno di noi due puo' capire tutto, cosa ti fa supporre che lo possano fare quelli che governano?Se sei convinto che con la tua testa riesci a capire tutto il mondo bene, io non riesco, mi pongo dei limiti personali, poi magari sbaglio io figuriamoci
Io cerco di essere pragmatico, aperto e anche interessato al nuovo che verrà.È stato detto, uno dei punti trattati dal Fit 55 evidenzia come ci dovrà essere una verifica per cui i fornitori dovranno seguire degli standard sociali ed etici, per me la critica sta ora nel discutere del come si può riuscire a fare questo, se invece la risposta è che si tratta di una cavolata libero di pensarlo, per me è un approccio preconcetto, ci si basa su di un modello mentale già radicato da cui non ci si sposta
È stato detto, uno dei punti trattati dal Fit 55 evidenzia come ci dovrà essere una verifica per cui i fornitori dovranno seguire degli standard sociali ed etici, per me la critica sta ora nel discutere del come si può riuscire a fare questo, se invece la risposta è che si tratta di una cavolata libero di pensarlo, per me è un approccio preconcetto, ci si basa su di un modello mentale già radicato da cui non ci si sposta
Ma è anche logico: se "di là" avessero gli stessi diritti, la stessa etica e gli stessi salari che abbiamo "di qua", i prodotti costerebbero ESATTAMENTE come farli "di qua".Non è un approccio preconcetto, è semplice osservazione e presa d'atto di una realtà. Tutto il baraccone della "transizione" sta in piedi, e traballando forte, solo ed esclusivamente se si accettano i livelli di costo che solo i produttori extraeuropei possono garantire, e solo gli squilibrati di ultima degenerazione, come dice giustamente Cruciani, non sanno a cosa sono dovuti quei costi.
Il giorno in cui DAVVERO si vincolasse l'acquisizione di prodotti al rispetto dei nostri standard etici e ambientali, il cittadino medio europeo non potrebbe più permettersi nemmeno un paio di ciabatte, altro che auto a pile....
Solo ed esclusivamente politiche, le indicazioni scientifiche in quel consesso contano quanto il due di coppe con briscola a bastoni. Fonte: un eurodeputato a un convegno qualche mese fa....Non è che alla base delle decisioni politiche ci siano valutazione e indicazioni scientifiche?
zagoguitarhero - 13 ore fa
quicktake - 2 anni fa
Suby01 - 1 mese fa