<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 1236 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

Con Cina e Usa non giochiamo lo stesso gioco»
Riferendosi poi alla situazione cinese, Descalzi ha sottolineato che «l'Europa non potrà mai paragonarsi anche come compattezza e capacità energetica con la Cina (e con gli Stati Uniti)». Secondo l’ad, «la Cina ha diversificato il proprio mix energetico», ma «se si compete con regole del gioco completamente diverse...». L’Europa negli ultimi anni «era concentrata nel
ridurre le emissioni, la loro per crescere ed essere sovrani dal punto di vista energetico», aggiunge Descalzi. «E poi ci chiediamo "perché crescono
più di noi"? Non stiamo giocando lo stesso gioco...».

https://archive.ph/GXBhN#selection-4609.1-4617.53
 
Evidentemente i collaudatori di 4R sono dilettanti, poi consumare 0 non è possibile altrimenti Citroen avrebbe trovato il moto perpetuo il che non esiste a causa degli attriti..

Peccato che l'ID.4 è di Vw non di Citroen, inoltre il consumo finale è stato 0, non durante il tragitto dove un consumo c'è stato eccome è facile è matematica basta pensare di come si compone una media che alla fine dia 0. E per quanto si possa insinuare non ho adottato nessuna strana tecnica, ho guidato la ID.4 ne più ne meno di come avrei guidato il Rav o qualsiasi altro veicolo con la sola differenza che ho lasciato fare all'auto. Sono andato ne più ne meno all'andatura dei mezzi incontrati sulla strada.
Infine vediamo di non travisare quello che ho scritto, io non ho mai parlato che in 4R sono dei dilettanti, ho scritto che i consumi rilevati da 4R rapportati su percorsi reali con traffico reale non possono essere riprodotti con nessuno schema riproducibile essendo molto viariabili, quindi dai loro tes i consumi risultano ben più alti. Forse qui qualcuno non si scorda come è andata a finire la revisione delle procedure dei test sulle ibride. Ad un certo punto dopo anni si resero conto che gli utilizzatori ottenevano senza particolari abilità consumi ben più contenuti, quindi hanno dovuto rivedere i metodi di preparazione dei test e di rilevamento e chissà come mai magicamente ora si avvicinano ai dati reali. Per le elettriche non sarà così facile dato che la rigenerazione è ben più alta e incide molto sul consumo finale e non si può riprodurre in modo sistematico.
 
Che con una EV in determinate condizioni si possa avere consumo 0 è fattibile

Scusa, non voglio sembrare scortese, e soprattutto non voglio esserlo (men che meno con te che sei sempre pacato nei commenti).

Pero ti devo dire che l'unica condizione in cui un qualsia oggetto si può spostare con un consumo di energia zero è in un campo conservativo lungo delle linee equipotenziali, e non i risulta che sulla terra esistano queste condizioni.
 
Scusa, non voglio sembrare scortese, e soprattutto non voglio esserlo (men che meno con te che sei sempre pacato nei commenti).

Pero ti devo dire che l'unica condizione in cui un qualsia oggetto si può spostare con un consumo di energia zero è in un campo conservativo lungo delle linee equipotenziali, e non i risulta che sulla terra esistano queste condizioni.
Non sono del tutto d'accordo, nelle auto elettriche subentra la frenata rigenerativa che ricarica la batteria e quindi consente di minimizzare il dispendio di energia. Non solo: ai tempi, ci si poteva spostare a costo zero anche con le termiche, chiaramente per qualche breve tratta, spegnendo il motore quando si scendeva a valle da una zona di montagna. Chiaramente parlo di auto degli anni '70
 
Pero ti devo dire che l'unica condizione in cui un qualsia oggetto si può spostare con un consumo di energia zero è in un campo conservativo lungo delle linee equipotenziali, e non i risulta che sulla terra esistano queste condizioni.
No, esempio : cè anche la condizione che se scendi da una discesa e incameri il 2% poi percorri una stada in piano consumando il 3%, poi vai in leggera discesa per un tratto lungo il doppio della prima discesca e incameri un 1% alla fine cosa puoi dire di aver consumato ?
 
Non sono del tutto d'accordo, nelle auto elettriche subentra la frenata rigenerativa che ricarica la batteria e quindi consente di minimizzare il dispendio di energia. Non solo: ai tempi, ci si poteva spostare a costo zero anche con le termiche, chiaramente per qualche breve tratta, spegnendo il motore quando si scendeva a valle da una zona di montagna. Chiaramente parlo di auto degli anni '70

Una parte dell'energia per frenare viene dissipata in calore, e questa quota di energia non la recuperi in nessun modo.
I campi conservativi sono per definizione ad attrito zero ... mi baso su reminiscenze di decine anni fà e potrei aver detto qualche fesseria, ma in sostanza questo è.
 
Stessa cosa mi è successa nel primo test ad auto nuova fiammante quando sono andato in Val Dossola, partito dal parcheggio dell'Alpe Devero con il 54% arrivato a Gravellona Toce 63 km a valle con il 52%. il 2% ovvero 1,4 kwh per fare 63km ovvero un consumo di 22 watt per km. Praticamente nulla. Forse se mi posso permettere noleggiare un'auto elettrica seria per un weekend potrebbe schiarire le idee e far cadere un sacco di preconcetti a molte persone.
 
Purtroppo essendo “nuovo” non ho tempo di leggermi tutte le oltre 1200 pagine precedenti di questa discussione che tratti molti temi della transizione ma secondo me quando si parla di inquinamento bisognerebbe distinguerlo in quello “globale” e quello “locale”, cosa che invece si tende a farne un grosso minestrone che non porta poi a nulla di fatto. Globalmente è inutile discutere cercando di trovare dei dati depositari della verità perchè neanche gli scienziati riescono a quantificare chi inquina cosa data la innumerevole schiera di attori in tutti i campi che partecipano alla partita, quindi anche se ne si eliminano 2 o 3 dalle centinaia non cambierà nulla. Perchè in più c’è un altro fattore che Pier Luigi Del Viscovo in un interessate articolo di qualche anno fa sul Sole24 Ore mette in luce, ovvero che la riduzione annuale di Co2 dei paesi virtuosi viene praticamente quasi annullata dai nuovi paesi emergenti, vanificando tutti gli sforzi o quasi fatti fino ad ora. Ma c’è un però, se l’inquinamento globale interessa maggiormente i cambiamenti climatici istituendo di fatto un inquinamento di base diffuso a cui fino adesso non si è potuto fare nulla di rilevante, quello su cui invece si può lavorare è quello locale che risulta più invasivo e deleterio. Prima di trarre le mia conclusioni vorrei postare uno studio sulla qualità dell’aria e dei suoi effetti nelle aree urbane densamente popolate come quelle del Nord. Lo studio è stato fatto un anno fa dal SIP IRL ovvero la società italiana di pneumologia in collaborazione con molti atenei europei :
La Sip/Irs ha incrociato i dati di diversi studi in Italia e all’estero e il verdetto è inequivocabile: “La qualità dell’aria determina la salute dell’individuo. La salute respiratoria degli italiani sta peggiorando ed esiste un diretto collegamento tra l’esposizione prolungata all’inquinamento e le malattie respiratorie che riducono la qualità e l’aspettativa di vita, mentre riscaldamento climatico e fenomeni metereologici eccezionali potrebbero ulteriormente concorrere a concentrare le sostanze inquinanti” testimonia il dott. Francesco Pistelli, dirigente medico della U.O. di Pneumologia Universitaria, Aou Pisana. Tra i fattori più importanti che contribuiscono all’aumento delle malattie respiratorie vi è l’inquinamento atmosferico. Ci sono chiare evidenze della relazione causale fra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e la mortalità per tutte le cause, le infezioni delle basse vie respiratorie, la BPCO, l’asma e i tumori di trachea, bronchi e polmoni. Un recente rapporto dell’American Thoracic Society (ATS) ha concluso che l’esposizione all’inquinamento atmosferico provoca il rimodellamento delle vie aeree, che può portare all’insorgenza di asma o BPCO, nonché a fenotipi asmatici che peggiorano dopo l’esposizione a lungo termine agli inquinanti atmosferici, nello specifico il particolato fine (PM2.5) e l’ozono (O3). In Italia studi recentissimi hanno portato ancora nuove evidenze sull’associazione fra inquinamento e ospedalizzazione e mortalità per malattie respiratorie nelle aree urbanizzate. Gli stessi studi hanno mostrato incrementi statisticamente significativi di pazienti affetti da rinite allergica e asma a causa dell’esposizione a particolato (il 17% e il 25%, rispettivamente) e a NO2 (7% per entrambe le malattie) e di bronchite cronica/BPCO per esposizione a NO2 (22%). Infine, è stata confermata l’associazione fra esposizione cronica a PM10 e un rischio di 2,96 di sviluppare la BPCO e fra esposizione a PM2.5 e un rischio di 2,25 di sviluppare la rinite e di 4,17 di sviluppare espettorato cronico.
Qui sotto trovate le cifre degli inquinanti citati nello studio rilevate dall’ARPA dalle proprie centraline poste nella maggiori città lombarde ma lo studio è stato fatto per tutte le regioni Italiane. I dati mostrano il livello medio annuo di tali inquinanti e la percentuale che dovrebbero scendere rispetto ai limiti di legge e la classifica delle città dove ci sono stati più “sforamenti” che si hanno nel corso dell’anno. In un’altro studio, che non posso postare per la lunghezza e la vasta articolazione, mette in luce quali sono le maggiori fonti inquinanti di un’area urbana Italiana. Il riscaldamento, il trasporto privato e merci e a seconda delle città quello industriale. Non considerando quello del riscaldamento da aprile a ottobre forse eliminare anche quello dei trasporti potrebbe aiutare a rendere le città un po più respirabili.

Lombardia.jpg
Classifica.jpg
 
Una parte dell'energia per frenare viene dissipata in calore, e questa quota di energia non la recuperi in nessun modo.
I campi conservativi sono per definizione ad attrito zero ... mi baso su reminiscenze di decine anni fà e potrei aver detto qualche fesseria, ma in sostanza questo è.
Ma qui il "trucco" è quello di calcolare solo e soltanto il percorso a partire da un punto in alto fino ad arrivare a un punto in basso.

In un percorso così, recuperi più energia di quella che spendi (ossia devi "frenare" l'auto più di quanto tu la debba accelerare).

Peccato che discutere di un simile percorso è inutile, fallace ma anche assurdo, perché, nel punto alto, ci sei dovuto arrivare. ;)
 
Ultima modifica:
Stessa cosa mi è successa nel primo test ad auto nuova fiammante quando sono andato in Val Dossola, partito dal parcheggio dell'Alpe Devero con il 54% arrivato a Gravellona Toce 63 km a valle con il 52%. il 2% ovvero 1,4 kwh per fare 63km ovvero un consumo di 22 watt per km. Praticamente nulla. Forse se mi posso permettere noleggiare un'auto elettrica seria per un weekend potrebbe schiarire le idee e far cadere un sacco di preconcetti a molte persone.
Però tu perseveri, sei diabolico. :D

Quanta energia in termini di % batteria ti è servita però per salire da Gravellona fino all'Alpe Devero?

Se tu ometti, volontariamente, quella parte non stai rendendo un buon riscontro al forum ma soprattutto stai facendo una figura un po' barbina. ;)

Dovremmo in effetti arrivare con la nostra auto fin su all'Alpe Devero, noleggiare lì un'auto elettrica e scendere verso Gravellona per scoprire di non aver consumato niente!

E poi chi ci riporta "su" a riprendere la nostra auto? :D
 
No, esempio : cè anche la condizione che se scendi da una discesa e incameri il 2% poi percorri una stada in piano consumando il 3%, poi vai in leggera discesa per un tratto lungo il doppio della prima discesca e incameri un 1% alla fine cosa puoi dire di aver consumato ?
Certo, ma va considerato anche il ritorno. Se da A a 1.600 mslm ti sposti a B che sta a 800 mslm non puoi dire che il consumo ottenuto dall’auto (indifferentemente dal tipo di motore) in questa discesa sia “il consumo”; allo stesso modo non puoi dire che “il consumo” del mezzo sia quello ottenuto da B ad A. “Il consumo” sarà quello ottenuto nel tratto A-B-A oppure B-A-B. O sbaglio qualcosa?
 

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