Da Alfista, mi piacerebbe molto che le parole ed i proclami, finalmente, si trasformassero in fatti.
Purtroppo, invece, continuo ad avere dubbi.
L'intento di rilanciare Alfa Romeo passando da 73 mila a 400 mila vendite in circa quattro anni, lanciando ben 8 modelli da piazzare al top di ogni rispettivo segmento, cancellando la MiTo e spostando decisamente verso l'alto il target produttivo... il tutto stanziando solo 5 miliardi di euro... lo trovo francamente non ambizioso, ma qualcosa al limite del ridicolo!
Specialmente se consideriamo che le rivali di Alfa Romeo stanziano più del doppio solo per il consolidamento della gamma già esistente!
Anche perché, questo è ovvio, in quei 5 miliardi di ? promessi da Marchionne sono inclusi i costi di ingegnerizzazione dei prodotti, che costano una barca di soldi!
Piuttosto, a mio avviso, diviene sempre più chiaro che la strategia sia quella di far ingrassare la vacca prima di venderla al mercato.
Da anni si vocifera che gli Agnelli-Elkann vorrebbero abbandonare il settore automotive, e tutte le manovre finanziarie e le speculazioni (a mio avviso fughe di notizie volute, tutt'altro che casuali) lasciano pensare che tutto quello a cui stiamo assistendo sia nient'altro che una furba e complessa exit-strategy.
L'acquisizione di Chrysler e Jeep era indispensabile per creare un gruppo di rilevanza sufficiente ad accendere gli interessi di qualcuno dotato di mire moooolto ambizione (un certo Piech, da anni interessato a far shopping in Italia). In questo modo nata FCA, hanno ingolosito molti concorrenti, che vorrebbero scalare dalla sera alla mattina la classifica mondiale dei costruttori (VAG).
Dopodiché, hanno scorporato l'Alfa Romeo, rendendola un marchio autonomo rispetto a quanto non fosse fino a qualche mese fa, sotto la Fiat.
Quindi hanno elaborato un ambizioso piano industriale (guarda caso incentrato essenzialmente sul rilancio dell'Alfa), utile a dar l'immagine di un gruppo in "salute" (nessuna parola dei dieci miliardi di debiti consolidati, ed altri 8 immobilizzati nei fondi pensionistici dei dipendenti...), capace di investire sul proprio futuro.
Questo ha fatto alzare le quotazioni del gruppo, e le notizie di cronaca (e gole profonde molto ben informate) hanno continuato a parlare di intense contrattazioni con i vertici di VAG, prontamente smentite (ovvio...) da entrambi.
Ora, analizzando il piano Alfa Romeo, è chiaro che si tratti di un piano del tipo "do-or-die", ovvero da autofinanziare con le vendite, perché liquidità nelle casse di FCA ce n'è pochina...
Guarda caso, Alfa Romeo è il marchio da sempre più ambito da parte di VAG, più volte al centro di trattative, liti mediatiche e smentite.
L'immagine di un marchio in pieno rilancio, con i cassetti pieni di idee, non fa che rialzare le quotazioni del marchio Alfa al tavolo delle trattative, ingolosendo VAG.
E' ovvio che stanno giocando al rialzo, usando Alfa Romeo come arma di trattativa, come testa di ponte...
Non dimentichiamo che Marchionne, qualche tempo fa, disse che chiaramente che avrebbe preferito vendere Alfa Romeo, piuttosto che "doverla" rilanciare (fu costretto a desistere perché vendere l'Alfa avrebbe significato vendere un marchio vuoto: niente stabilimenti, niente progetti per il futuro... e non ci avrebbero guadagnato nulla).
Nel frattempo iniziano a ricomparire, in pompa magna, le indiscrezioni relative, questa volta, ad una fusione VAG-FCA (evento epocale) anche in questo caso (blandamente) smentite.
Anche in ambienti bancari si analizza e segue la questione con estremo interesse...
Ad ogni modo, ora arriva lo spin-off della Ferrari, quotata in borsa indipendentemente da Chrysler. E' stato ampiamente dimostrato trattarsi di un utile, machiavellico, escamotage per consentire ad EXOR di mettere le mani sul marchio di Maranello, estromettendo di fatto l'azionariato FCA, poiché insieme a Piero Ferrari EXOR manterrebbe il 51% del totale delle azioni del marchio.
Perché questa manovra?
Ufficialmente per racimolare fondi, in realtà (secondo me, e molti analisti finanziari del settore) per prepararsi ad una fusione con VAG senza coinvolgere il marchio Ferrari, che in questo modo resterebbe sotto il controllo di EXOR, e non entrerebbe a far parte del nuovo mega-gruppo che verrebbe a costituirsi.
In tal modo, gli Agnelli-Elkann otterrebbero come detto il controllo sulla Ferrari (e, forse, anche Maserati), abbandonando con le tasche piene il segmento delle auto generaliste, e dedicandosi ad altri e più lucrosi investimenti, tenendosi il gioiello economico della corona dell'ex-gruppo Fiat.
Questo spiegherebbe perché Marchionne, in una recente intervista, affermò sorridendo "il mio successore, dopo il 2018, si troverà a dover svolgere un incarico completamente diverso dal mio".
Ergo, si occuperà di altro, non più di automobili (personale interpretazione...).
Se, a tutte queste considerazioni, aggiungiamo la smania di VAG di sfondare sul mercato americano (Jeep sarebbe l'alleato d'eccellenza), il proposito di diventare il costruttore numero 1 al mondo entro il 2018 (guarda caso...), e di coronare il desiderio di mettere finalmente le mani sull'Alfa, per realizzare finalmente il tanto desiderato polo del Made in Italy (Alfa Romeo, Lamborghini, Ducati, Italdesign)... direi che il quadro è completo!
VAG potrebbe finalmente chiudere (o vendere) la SEAT, da sempre in passivo, ed integrare Skoda e Fiat, razionalizzando (impresa non certo facile) la produzione dell'intero gruppo.
Questa mia analisi temporale dei vari accadimenti, è confermata indirettamente dagli analisti del settore, gente che non parla a vanvera, e che è abituata a ragionare con i numeri. Gente che parla con le banche e con i dirigenti, e che se dice qualcosa lo fa con cognizione di causa.
Insomma, oltre al fumo ci sarebbe anche l'arrosto.
Penso che abbiano già trovato un accordo di massima, e che starebbero definendo alcuni aspetti come la gestione degli stabilimenti, i tempi della vendita/fusione, ecc.
Inoltre, le indiscrezioni e le fughe di notizie che circolano, servirebbero a preparare in qualche modo l'opinione pubblica, permettendo alla gente di acquisire gradualmente la consapevolezza della fusione (o vendita), evitando shock e reazioni indebite. Si sta forse cercando anche una mediazione politica e sindacale per preservare i posti di lavoro.
Quando verrà data la notizia, tireranno sicuramente fuori un milione di giustificazioni per una simile scelta.
Personalmente, da Alfista, non mi dispiacerebbe. Se, dopo oltre 25 anni di Fiat, questi sono i risultati (9 piani di rilancio, 3 modelli in gamma di cui due soli commercialmente rilevanti, e solo 73.000 vetture vendute) direi che Alfa Romeo avrebbe solo da guadagnare.
In VAG ci sono tanti uomini ex-Alfa Romeo e Fiat, tanti amanti dell'automobile, enormi risorse economiche e tecniche che potrebbero davvero portare al rilancio del Biscione.
Basta guardare l'eccellente lavoro svolto con la Lamborghini, mai così in forma, e piena di novità e prodotti di immenso rilievo!
Scusatemi se ho scritto un libro...
Un saluto a tutti!