<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La convenienza dell'elettrico | Page 8 | Il Forum di Quattroruote

La convenienza dell'elettrico

Esatto: la Cina gode, gli US al momento sono clueless al momento, l'Europa subisce, anzi gli Europei.

Io ho sentito persone sostenere che il bonus monopattini era una misura concreta per tutelare l'ambiente.
Monopattini prodotti in Cina (che è il paese dove si estrae e si consuma più carbone al mondo),trasportati su navi container tipo quella del Canale di Suez fino qui e poi utilizzati in molti casi per svago o al posto della bicicletta e non al posto dell'auto.
Ma dove cacchio starebbe il beneficio per l'ambiente?
E il beneficio di buttare in simili iniziative soldi che potevano essere impiegati ad esempio per sostenere le aziende italiane che stanno annegando?
 
E' sicuramente inferiore a quello dell'estrazione, trasporto e raffinazione del petrolio, a maggior ragione se si considerano metodi estrattivi estremamente impattanti come fracking e sabbie bituminose.
La guerra del coltan



KIVU

KINSHASA


Di tutti quelli che leggeranno questo articolo, certamente solo una minima percentuale potrà dirsi realmente informata di questi conflitti per l'approvvigionamento di materie prime che fanno più morti delle due guerre mondiali messe insieme. E il tutto nel più assoluto silenzio dei mass media ufficiali. L’Africa è forse oggi il continente più ricco di minerali preziosi: possiede il 30% delle riserve mondiali da cui si ricavano oro, argento, rame, cobalto, uranio, coltan, stagno, tungsteno, fosfati e manganese. Il legame tra risorse naturali e conflitti è presente in circa il 20% dei conflitti nel mondo. In Africa sono in atto 33 conflitti legati alle risorse. E non si può parlare di conflitti senza tener conto del commercio delle armi: U.S.A., Russia, Cina, Germania, Francia, U.K., Spagna, Italia, Ucraina e Israele sono i maggiori fornitori di armi in Africa. Un caso emblematico è la Repubblica Democratica del Congo che possiede l’80% delle riserve mondiali di coltan (una sabbia nera presente nei condensatori dei cellulari e computer) e il 47% di riserve di cobalto, utilizzato per le batterie dei cellulari. È inoltre ricco di oro, diamanti, stagno, carbone, ferro, zinco, piombo, rame, manganese. A causa delle estrazioni di coltan la popolazione ha visto espropriate le proprie terre e gran parte degli introiti delle miniere finanziano la guerra, con conseguenze devastanti per la popolazione: insicurezza, violenza, fame, mancanza di servizi, illegalità, corruzione e migrazione. La columbitetantalite o columbotantalite (per contrazione linguistica congolese Coltan) è una miscela complessa di columbite e tantalite, due minerali della classe degli ossidi che si trovano molto raramente come termini puri (il Brasile possiede il 5% delle riserve mondiali, la Thailandia anche il 5%, l’Africa l’80% e l’Australia il 10%). Per questo il Coltan è chiamato l’oro bianco, ed è una risorsa strategica, essenziale per lo sviluppo di nuove tecnologie. Quello che viene estratto nella Repubblica democratica del Congo è ad alto tasso di tantalite, da qui il suo valore e la necessità di avere, da parte delle industrie dell’informatica, proprio il coltan congolese. La terra rara viene utilizzata per la fabbricazione di telecamere, cellulari e molti altri apparecchi elettronici.
Il coltan serve ad ottimizzare il consumo di energia nei chip di nuova generazione, portando un notevole risparmio energetico e a ottimizzare, quindi, la durata della batteria. La funzionalità di ogni apparecchio elettronico dipende proprio dal coltan, ad alto tasso di tantalite, e si narra che nel 2000 la quasi impossibilità di trovare la PlayStation 2 in Italia, fosse dovuta a difficoltà di reperimento del minerale.

Serve inoltre per la fabbricazione di telefoni cellulari, GPS, satelliti, armi guidate, televisori al plasma, console per videogiochi, computer portatili, PDA, MP3, MP4, razzi spaziali, missili, giocattoli elettronici, macchine fotografiche e molto altro ancora. Nelle miniere africane i metodi di lavoro sono simili a quello dei vecchi cercatori d’oro del West americano. Un buon lavoratore può produrre un chilo di Coltan al giorno. Il guadagno di un lavoratore medio congolese è di 10 dollari al mese, mentre un lavoratore del Coltan guadagna da 10 a 50 dollari alla settimana. Il boom tecnologico ha fatto schizzare il prezzo del Coltan a 500 dollari al chilo. Aziende come Bayer, Nokia e Sony se lo contendono. I minatori sono spesso giovani agricoltori e allevatori che lasciano i loro campi. Sfollati e prigionieri di guerra. Migliaia di bambini, i cui corpi possono muoversi più agevolmente sottoterra nelle anguste gallerie delle miniere. Sempre sorvegliati dai soldati. Le conseguenze di questa situazione sono che boschi e campi si trasformano in pantani, i ragazzi e le ragazze non vanno più a scuola, si diffondono molte malattie per mancanza di acqua pulita, cibo, turni e condizioni lavorative estenuanti. Inoltre proliferano diversi gruppi armati che controllano le miniere.

Si stima che ogni chilo di Coltan che viene estratto costi la vita di due bambini, molti dei quali muoiono a causa di frane. Altre gravi conseguenze sono migliaia di spostamenti forzati, migliaia di civili fuggiti dalle loro case, milioni di rifugiati, violazione dei diritti fondamentali di anziani, donne e ragazze. I lavoratori del Coltan smettono di coltivare la loro terra, lavorano dall’alba al tramonto, e dormono e mangiano nella zona selvagge di montagna. Un rapporto di Medici senza frontiere spiega che molti di questi 'schiavi' muoiono di fatica e di diverse malattie che questo minerale può portare: compromissione di cuore, vasi sanguigni, cervello e cute; riduzione della produzione di cellule ematiche e danneggiamento dell'apparato digerente; aumento dei rischi del cancro; difetti genetici nella prole; malattie dell'apparato linfatico.
Per queste importanti malattie c'è bisogno di cure mediche e medicine che queste persone non possono permettersi oppure che non si trovano nel Paese. Non sono solo gli uomini a subire le conseguenze dell’estrazione del Coltan. Per estrarre il Coltan del Congo si sono invasi i parchi nazionali. La popolazione degli elefanti è scesa dell’80%. La popolazione di gorilla è diminuita del 90%. Un rapporto delle Nazioni Unite ha portato alla luce lo sfruttamento delle risorse naturali del Congo. Ci sono rapporti che dimostrano che Ruanda, Uganda e Burundi sono coinvolti nel traffico di Coltan in Congo, e utilizzano i profitti generati dal suo prezzo elevato per finanziare e continuare le loro guerre. Si stima che l’esercito ruandese riceve almeno 170 milioni dollari all’anno dalla vendita di Coltan, anche se il Ruanda non ha Coltan. Ovviamente tutti i paesi coinvolti nel conflitto negano di avere sfruttato le risorse naturali del Congo. Aziende multinazionali, principali produttori di computer, telefoni, videogiochi, come Nokia, Alcatel, Apple, Nikon, Ericsson, Bayer sono citate nel rapporto delle Nazioni Unite come saccheggiatrici. Finanziano la guerra e sostengono i governi corrotti e non hanno nessun interesse a fermare la guerra. Hanno il consenso dei governi. I media non ne parlano. Se la guerra si ferma non si faranno più affari con il Coltan. A loro poco importa dei più di 5 milioni di morti che ha causato. Per porre fine a queste stragi, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il 29 novembre 2010, ha adottato la risoluzione 1952 che richiama gli Stati membri a mettere in atto misure di diligenza ragionevole per conoscere l’origine dei minerali e assicurarsi che il ricavato di quelli importati non vada a beneficio di uomini armati, compresi i militari dell’esercito congolese. Nel 2011 gli Stati Uniti hanno promulgato una normativa che vieta alle imprese americane di importare o utilizzare minerali provenienti dalle zone di guerra in Congo che non abbiano garanzia e certificazione di provenienza. La conseguenza è che diverse aziende americane hanno preferito spostarsi verso altre zone piuttosto che certificare l’utilizzo di minerali “conflictfree”. Nel 2014 anche l’Unione Europea ha proposto un regolamento per il commercio responsabile di minerali provenienti da zone di conflitto ma la proposta di legge è su base volontaria ed è rivolta solo agli importatori. Diversi attori della società civile europea, coordinati da EurAC, la rete europea di ong e altri enti che lavorano in Africa Centrale, stanno facendo pressione a livello istituzionale per una modifica della legge. A Maggio 2015 il Parlamento Europeo ha chiesto a tutte le aziende europee, che producono o importano componenti e prodotti finiti contenenti i minerali contemplati nel regolamento, un controllo obbligatorio sul proprio sistema di approvvigionamento assicurandosi che non si stiano alimentando conflitti e siano rispettati i diritti umani. Dopo mesi di negoziati, le tre istituzioni europee Commissione, Consiglio e Parlamento hanno raggiunto nel giugno 2016 un accordo per rendere obbligatoria la tracciabilità dei minerali importati nello spazio UE. Ma se le istituzioni europee hanno fatto la loro pur minima parte, sappiamo bene che l'Europa non è l'unico continente a depredare l'Africa bensì uno dei meno invasivi dopo l'America con gli Usa e l'Asia con la Cina e il Giappone a fare la parte del leone. Spesso le stesse grandi multinazionali che producono cellulari e materiale elettronico, sono le stesse che finanziano alcune ONG e associazioni che operano sul territorio africano e delle quali comprano soprattutto la complicità.

Allora viene da chiedersi cosa si potrebbe fare concretamente.


Fonti:

https://www.peacelink.it/conflitti/a/43455.html

https://www.agi.it/estero/news/2021-02-23/coltan-che-cosa-e-11521098/

https://www.corriere.it/sette/opini...ue-7c6edae2-81cf-11eb-870f-597090faeea5.shtml

in ogni cosa c'è una crepa, ed è da li che entra la luce....
 
Edificio a uso misto commerciale e residenziale, di dimensioni importanti.
È stata rifatta tutta la parte di riscaldamento e raffreddamento con le migliori tecnologie.
Comunque se applicheranno in Europa criteri simili, anche agli edifici esistenti non c'e' tecnologia che tenga, sono obiettivi non raggiungibili.
Infatti lo scopo è proprio quello di far abbattere e ricostruire tutto.

Chiamala se vuoi, rottamazione del mondo esistente.

Quali obiettivi, scusami? Sopra ti ho postato l'esempio di un edificio di anteguerra che era in classe G abbondante, ed è stato portato ad essere passivo, cioé meglio della classe A. Il miglioramento dei consumi è stato tale da ridurre la spesa (ingentissima visto che è un grande edificio pubblico) del 90%, tanto da avere un punto di pareggio dell'investimento, se non vado errato, in soli 7 o 8 anni.
Conosco un poco i sistemi di cetificazione USA (anche se vorrei e devo approfondire, anche perché sono molto utilizzati anche in Europa nel terziario e commerciale), soprattutto quello LEED dell US Green Building Council, sono incentrati su tutta una serie di parametri ambientali ed urbanistici e non solo sulla prestazione pura dell'edificio. In Italia con Casa Clima siamo in generale molto avanti sulla progettazione e certificazione della prestazione energetica.
 
La guerra del coltan



KIVU

KINSHASA


Di tutti quelli che leggeranno questo articolo, certamente solo una minima percentuale potrà dirsi realmente informata di questi conflitti per l'approvvigionamento di materie prime che fanno più morti delle due guerre mondiali messe insieme. E il tutto nel più assoluto silenzio dei mass media ufficiali. L’Africa è forse oggi il continente più ricco di minerali preziosi: possiede il 30% delle riserve mondiali da cui si ricavano oro, argento, rame, cobalto, uranio, coltan, stagno, tungsteno, fosfati e manganese. Il legame tra risorse naturali e conflitti è presente in circa il 20% dei conflitti nel mondo. In Africa sono in atto 33 conflitti legati alle risorse. E non si può parlare di conflitti senza tener conto del commercio delle armi: U.S.A., Russia, Cina, Germania, Francia, U.K., Spagna, Italia, Ucraina e Israele sono i maggiori fornitori di armi in Africa. Un caso emblematico è la Repubblica Democratica del Congo che possiede l’80% delle riserve mondiali di coltan (una sabbia nera presente nei condensatori dei cellulari e computer) e il 47% di riserve di cobalto, utilizzato per le batterie dei cellulari. È inoltre ricco di oro, diamanti, stagno, carbone, ferro, zinco, piombo, rame, manganese. A causa delle estrazioni di coltan la popolazione ha visto espropriate le proprie terre e gran parte degli introiti delle miniere finanziano la guerra, con conseguenze devastanti per la popolazione: insicurezza, violenza, fame, mancanza di servizi, illegalità, corruzione e migrazione. La columbitetantalite o columbotantalite (per contrazione linguistica congolese Coltan) è una miscela complessa di columbite e tantalite, due minerali della classe degli ossidi che si trovano molto raramente come termini puri (il Brasile possiede il 5% delle riserve mondiali, la Thailandia anche il 5%, l’Africa l’80% e l’Australia il 10%). Per questo il Coltan è chiamato l’oro bianco, ed è una risorsa strategica, essenziale per lo sviluppo di nuove tecnologie. Quello che viene estratto nella Repubblica democratica del Congo è ad alto tasso di tantalite, da qui il suo valore e la necessità di avere, da parte delle industrie dell’informatica, proprio il coltan congolese. La terra rara viene utilizzata per la fabbricazione di telecamere, cellulari e molti altri apparecchi elettronici.
Il coltan serve ad ottimizzare il consumo di energia nei chip di nuova generazione, portando un notevole risparmio energetico e a ottimizzare, quindi, la durata della batteria. La funzionalità di ogni apparecchio elettronico dipende proprio dal coltan, ad alto tasso di tantalite, e si narra che nel 2000 la quasi impossibilità di trovare la PlayStation 2 in Italia, fosse dovuta a difficoltà di reperimento del minerale.

Serve inoltre per la fabbricazione di telefoni cellulari, GPS, satelliti, armi guidate, televisori al plasma, console per videogiochi, computer portatili, PDA, MP3, MP4, razzi spaziali, missili, giocattoli elettronici, macchine fotografiche e molto altro ancora. Nelle miniere africane i metodi di lavoro sono simili a quello dei vecchi cercatori d’oro del West americano. Un buon lavoratore può produrre un chilo di Coltan al giorno. Il guadagno di un lavoratore medio congolese è di 10 dollari al mese, mentre un lavoratore del Coltan guadagna da 10 a 50 dollari alla settimana. Il boom tecnologico ha fatto schizzare il prezzo del Coltan a 500 dollari al chilo. Aziende come Bayer, Nokia e Sony se lo contendono. I minatori sono spesso giovani agricoltori e allevatori che lasciano i loro campi. Sfollati e prigionieri di guerra. Migliaia di bambini, i cui corpi possono muoversi più agevolmente sottoterra nelle anguste gallerie delle miniere. Sempre sorvegliati dai soldati. Le conseguenze di questa situazione sono che boschi e campi si trasformano in pantani, i ragazzi e le ragazze non vanno più a scuola, si diffondono molte malattie per mancanza di acqua pulita, cibo, turni e condizioni lavorative estenuanti. Inoltre proliferano diversi gruppi armati che controllano le miniere.

Si stima che ogni chilo di Coltan che viene estratto costi la vita di due bambini, molti dei quali muoiono a causa di frane. Altre gravi conseguenze sono migliaia di spostamenti forzati, migliaia di civili fuggiti dalle loro case, milioni di rifugiati, violazione dei diritti fondamentali di anziani, donne e ragazze. I lavoratori del Coltan smettono di coltivare la loro terra, lavorano dall’alba al tramonto, e dormono e mangiano nella zona selvagge di montagna. Un rapporto di Medici senza frontiere spiega che molti di questi 'schiavi' muoiono di fatica e di diverse malattie che questo minerale può portare: compromissione di cuore, vasi sanguigni, cervello e cute; riduzione della produzione di cellule ematiche e danneggiamento dell'apparato digerente; aumento dei rischi del cancro; difetti genetici nella prole; malattie dell'apparato linfatico.
Per queste importanti malattie c'è bisogno di cure mediche e medicine che queste persone non possono permettersi oppure che non si trovano nel Paese. Non sono solo gli uomini a subire le conseguenze dell’estrazione del Coltan. Per estrarre il Coltan del Congo si sono invasi i parchi nazionali. La popolazione degli elefanti è scesa dell’80%. La popolazione di gorilla è diminuita del 90%. Un rapporto delle Nazioni Unite ha portato alla luce lo sfruttamento delle risorse naturali del Congo. Ci sono rapporti che dimostrano che Ruanda, Uganda e Burundi sono coinvolti nel traffico di Coltan in Congo, e utilizzano i profitti generati dal suo prezzo elevato per finanziare e continuare le loro guerre. Si stima che l’esercito ruandese riceve almeno 170 milioni dollari all’anno dalla vendita di Coltan, anche se il Ruanda non ha Coltan. Ovviamente tutti i paesi coinvolti nel conflitto negano di avere sfruttato le risorse naturali del Congo. Aziende multinazionali, principali produttori di computer, telefoni, videogiochi, come Nokia, Alcatel, Apple, Nikon, Ericsson, Bayer sono citate nel rapporto delle Nazioni Unite come saccheggiatrici. Finanziano la guerra e sostengono i governi corrotti e non hanno nessun interesse a fermare la guerra. Hanno il consenso dei governi. I media non ne parlano. Se la guerra si ferma non si faranno più affari con il Coltan. A loro poco importa dei più di 5 milioni di morti che ha causato. Per porre fine a queste stragi, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il 29 novembre 2010, ha adottato la risoluzione 1952 che richiama gli Stati membri a mettere in atto misure di diligenza ragionevole per conoscere l’origine dei minerali e assicurarsi che il ricavato di quelli importati non vada a beneficio di uomini armati, compresi i militari dell’esercito congolese. Nel 2011 gli Stati Uniti hanno promulgato una normativa che vieta alle imprese americane di importare o utilizzare minerali provenienti dalle zone di guerra in Congo che non abbiano garanzia e certificazione di provenienza. La conseguenza è che diverse aziende americane hanno preferito spostarsi verso altre zone piuttosto che certificare l’utilizzo di minerali “conflictfree”. Nel 2014 anche l’Unione Europea ha proposto un regolamento per il commercio responsabile di minerali provenienti da zone di conflitto ma la proposta di legge è su base volontaria ed è rivolta solo agli importatori. Diversi attori della società civile europea, coordinati da EurAC, la rete europea di ong e altri enti che lavorano in Africa Centrale, stanno facendo pressione a livello istituzionale per una modifica della legge. A Maggio 2015 il Parlamento Europeo ha chiesto a tutte le aziende europee, che producono o importano componenti e prodotti finiti contenenti i minerali contemplati nel regolamento, un controllo obbligatorio sul proprio sistema di approvvigionamento assicurandosi che non si stiano alimentando conflitti e siano rispettati i diritti umani. Dopo mesi di negoziati, le tre istituzioni europee Commissione, Consiglio e Parlamento hanno raggiunto nel giugno 2016 un accordo per rendere obbligatoria la tracciabilità dei minerali importati nello spazio UE. Ma se le istituzioni europee hanno fatto la loro pur minima parte, sappiamo bene che l'Europa non è l'unico continente a depredare l'Africa bensì uno dei meno invasivi dopo l'America con gli Usa e l'Asia con la Cina e il Giappone a fare la parte del leone. Spesso le stesse grandi multinazionali che producono cellulari e materiale elettronico, sono le stesse che finanziano alcune ONG e associazioni che operano sul territorio africano e delle quali comprano soprattutto la complicità.

Allora viene da chiedersi cosa si potrebbe fare concretamente.


Fonti:

https://www.peacelink.it/conflitti/a/43455.html

https://www.agi.it/estero/news/2021-02-23/coltan-che-cosa-e-11521098/

https://www.corriere.it/sette/opini...ue-7c6edae2-81cf-11eb-870f-597090faeea5.shtml

in ogni cosa c'è una crepa, ed è da li che entra la luce....


Le quantità, carissimo, fatti un'idea delle quantità totali nei diversi tipi di industria estrattiva - o quanto petrolio e quante terre rare, in kg o magari gr, servono per fare andare un'auto nel suo ciclo di vita- per formare la tua opinione.
 
Costi in vite umane (materiali rari), nel non riciclaggio delle batterie se non in min %, di tutto il clclo che va dall'estrazione al km finale dell'energia, del prodotto e del sui fine vita.
Al fatto che forse se leggi qualche report ad esempio sull'eolico vedi che la sola manutenzione, bassa resa ecc lo rende assolutamente antieconomico, anti ambiente.

Tutto cio' che e' antieconomico alla fine fa male all'ambiente. Denaro = ENERGIA!

Va bene!! Buona serata! (o buongiorno secondo il fuso orario)
Mi spiace di rispondere così, ma vedo che è inutile anche fare esempi concreti, riguardanti pure la mia professione...vedi uno dei miei migliori amici progetta parchi eolici, e potrebbe essere interessante avere informazioni da lui che è molto preparato in tema, ma penso sia inutile se continuiamo a parlare per slogan o di ideologie.
Che vuol dire antieconomico o antiambiente? In che senso? Che report sono? Cosa affermano?
Ma voi credete che quando si fa un intervento di miglioramento energetico o di produzione da rinnovabili specie se importante e costoso come uno o più generatori eolici, i dati di funzionamento o produzione siano uno scherzo? Che magari enti pubblici o società private investano milioni e milioni di euro per non avere ritorni economici (e, meno tangibilmente, ambientali) ed un rispetto rigoroso dei piani, anche economici, prestabiliti? Pensate che sia una farsa l'energia rinnovabile? Che i progettisti e chi ci investe- che ci mettono la faccia e anche la loro responsabilità - giochino?
Poi non si può saltare dagli edifici, alle batterie, all'eolico... ogni settore ha le sue problematiche e peculiarità.
 
Ultima modifica:
Finora tutti, tranne un paio di coppie di pastiglie dei freni, due latte d'olio e un paio di cinghie.

Io ricordo che nel articolo che hai postato se non erro tra la corsa benzina ed ev ci ballano quasi 1.000 euro in manutenzione, poi se ho letto male correggimi ovviamente
 
Finora tutti, tranne un paio di coppie di pastiglie dei freni, due latte d'olio e un paio di cinghie.
E del fatto che emetta puntualmente zero in funzionamento, soprattutto a noi collettività che stiamo fuori dall'auto, e magari dietro, che ci importa? Quello mica è un vantaggio, che vuoi che sia ;)
Vuoi mettere con un Diesel che magari sta rigenerando? : D
 
Perdonami Agri, ma da questa frase si vede quanto sei di parte...
Scrivi che "non è poi così tanto" ma 0.111€ al litro, li dobbiamo moltiplicare per un consumo medio totale annuo di gasolio per autotrazione in Italia di circa 17,1 milioni di tonnellate...il che in litri, per difetto, fa circa 20,5 miliardi di litri di gasolio... che moltiplicati per 0,111 €/l fanno 2.2 MILIARDI di Euro di solo vantaggio fiscale del gasolio rispetto alla benzina... all'anno! Moltiplichiamolo per qualche decennio (prima della crisi del 2008 se ne consumava sensibilmente di più)... e viene fuori una cifra astronomica.
E poi ci dovremmo indignare perché paghiamo degli incentivi una tantum alle auto elettriche (e pure si cita il vecchio Conto Energia del fotovoltaico) che non sto neanche a calcolare o cercare e sono sicuramente immensamente minori oltre che temporanei...
E pure se avessi sbagliato i calcoli di qualche unità di grandezza sarebbe uguale...
Non cado nella tentazione di dire (perché sarebbe troppo facile oltre che grossolano) che in tanti anni di auto a benzina ho contribuito a pagare gli incentivi fiscali di puzzolenti auto diesel, ma magari riflettiamo un momento prima di scrivere, un bel tacer non fu mai scritto!
Riflettiamoci anche quando parliamo di inquinamento, di batterie, di smaltimento....di quanti milioni di tonnellate di carburanti bruciamo ogni anno, o di quante migliaia di kg ne brucia una singola auto, rispetto al peso dei materiali di un pacco batterie che dovrebbe durare quanto l'auto...

Non penso proprio di essere "di parte", sai.... vediamo di riformulare. Quando dico che "non è così tanto" intendo che l'entità del cosiddetto "incentivo" (che tale non è, perchè è in realtà una modesta riduzione di una tassazione elevatissima) non è tale da spostare significativamente la convenienza del diesel per molti utenti, dato che è un motore che di suo consuma un 20-30% in meno rispetto a un benzina equivalente. Però, di quel delta costo nel corso degli anni hanno beneficiato milioni di pendolari o comunque persone che si spostano per motivi legati al lavoro senza però avere la possibilità di detrarne i costi. E sai cosa? probabilmente c'è stato anche un effetto sulle emissioni complessive di CO2, stante appunto quel 20% di consumo inferiore. Per quanto riguarda il discorso delle "auto da ricchi", credo che vorrai convenire che 35.000 euro sono ancora un gruzzoletto, per una seconda auto....
 
Non penso proprio di essere "di parte", sai.... vediamo di riformulare. Quando dico che "non è così tanto" intendo che l'entità del cosiddetto "incentivo" (che tale non è, perchè è in realtà una modesta riduzione di una tassazione elevatissima) non è tale da spostare significativamente la convenienza del diesel per molti utenti, dato che è un motore che di suo consuma un 20-30% in meno rispetto a un benzina equivalente. Però, di quel delta costo nel corso degli anni hanno beneficiato milioni di pendolari o comunque persone che si spostano per motivi legati al lavoro senza però avere la possibilità di detrarne i costi. E sai cosa? probabilmente c'è stato anche un effetto sulle emissioni complessive di CO2, stante appunto quel 20% di consumo inferiore. Per quanto riguarda il discorso delle "auto da ricchi", credo che vorrai convenire che 35.000 euro sono ancora un gruzzoletto, per una seconda auto....

E l'effetto sulle emissioni di particolato, compreso quello sanitario, specie in tempo pre FAP? E il mancato guadagno complessivo per il gettito statale? Quella riduzione di CO2 la si poteva avere anche con auto ibride, per esempio, in altri paesi sono molto diffuse da vent'anni. Non sarai di parte, ma del Diesel elenchi sempre e solo gli aspetti positivi. Non c'è nulla di male nel preferire una tecnologia ad un'altra, basta dirlo.
 
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