<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Italiani sempre meno in auto, il 20% riduce uso | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

Italiani sempre meno in auto, il 20% riduce uso

LMF ha scritto:
Buonasera a tutti, anch'io sto limitando l'uso del'auto. Ho una VW Eos 2000 150 cv del 2007 benzina e mi sembra di buttare via i soldi ogni volta che faccio il pieno... ho la fortuna di abitare a pochi metri dal lavoro. Era stata acquistata per l'uso ludico a fine settimana ma ora viene usata anche in famiglia e prevalentemente in città con risultati di consumo drammatici. Sto pensando di chiedere un preventivo di trasformazione a gas.....(ma sarà possibile?)

Informati bene se il propulsore in questione è adatto alla trasformazione......
 
skamorza ha scritto:
manuel46 ha scritto:
Io di ritornare a vivere come 30 anni fa, non ne ho proprio paura, vengo da una famiglia modesta, dove il fratello + grande passava i vestiti all'altro ecc,
dove c'era un solo bagno e per farti la doccia dovevi fare i turni,
dove tutto quello che ho ora me lo sono guadagnato con lo stipendio da operaio,
quindi non è che la crisi mi cambi un granche, anche perchè non ho mai fatto passi più lunghi della gamba, il necessario c'è insomma, almeno a livello materiale,
quelli che sentono di più la crisi, oltre a quelli a cui sta venendo a mancare il minimo indispensabile, sono quelli nati già nella bambagia e credono che tutto quello che hanno o hanno avuto, sia cosa normale a cui non si possa proprio rinunciare!
perdonami Manuel, ma temo tu non abbia ben afferrato il concetto. trent'anni fa vivevamo comunque già molto bene. se si arrivasse ad un 30% (ma potrebbero essere ben più) di disoccupazione altro che trent'anni fa. parleremmo di gente che non ha il problema di decidere se acquistare un'auto 1300 cc piuttosto che 1900 cc, bensì di gente che non ha da mangiare, non ha da scaldare casa, non ha da pagare le bolletta per tenere il frigorifero acceso. non stiamo parlando di scenari improbabili: se il mercato dei consumi crolla, moltissime aziende licenzieranno non potendo più contare in eterno sulla cig. la gente onesta rimasta senza lavoro morirebbe di fame. molti altri finirebbero per rubare anche a chi oggi è considerato "povero".
cerchiamo di focalizzare bene la situazione economica attuale, perchè la crisi in relatà non la stiamo ancora vivendo neppure marginalmente. ma non è certo impossibile che arrivi, anzi.
io mi auguro che si riesca a far pagare chi è nelle condizioni d farlo. altrimenti sarà veramente dura.

Sono d'accordo con la tua ultima parte, cioè che non sappiamo ancora bene quando e dove toccheremo il fondo della caduta libera,
però permettimi di dirti che almeno nelle province e per i lavori + umili quali operai ecc, non è che fosse proprio rosea la situazione 30 anni fa, solo che era cosi per tutti più o meno e quindi era la normalità, ma di famiglie con almeno 3-4 figli era la regola.....e se si "permettevano" di fare appunto 3-4 figli era proprio perchè non c'era il superfluo da mantenere, non c'erano telefonini, in tanti anche se avevano il metano, preferivano andare a far la legna il sabato magari, l'auto chi ce l'aveva era una, non una a testa, i ristoranti e le pizzerie le frequentavi solo in certe occasioni, le donne il parrucchiere lo vedevano ben poco, i centri benessere e le estetiste, forse non sapevano nemmeno cosa fossero, le ferie? quanti potevano permettersi i 15 giorni al mare?
il costo più grande era ancora la bottega di alimentari, mentre adesso la spesa alimentare incide molto meno sul badget.....ricordiamoci che negli anni '70 c'era stata una bella crisi, era la regola avere il libretto dove la bottegaia segnava il debito che veniva saldato a fine mese, senza bisogno di finanziarie o altro, allora esisteva ancora l'orgoglio e la dignità!
 
Presente

Da un paio di anni ho drasticamente ridotto l'uso dell'auto e da qualche mese ho ridotto l'uso ancora di più.

Tant'è che mi sono accorto di usare così poco l'auto che sto seriamente pensando di venderla
 
Aries.77 ha scritto:
Presente

Da un paio di anni ho drasticamente ridotto l'uso dell'auto e da qualche mese ho ridotto l'uso ancora di più.

Tant'è che mi sono accorto di usare così poco l'auto che sto seriamente pensando di venderla
Ddddaiiii...penso che un passo in dietro così possa essere deprimente. Mio padre ha rinnovato la patente, ha 83 anni ed il solo pensiero che non passasse l'esame medico lo faceva stare male. Senza auto non si può, mi sembrerebbe dover rinunciare a un po' della libertà personale anche se si tratterebbe di.... "liberarsi dall'auto"
 
LMF ha scritto:
Aries.77 ha scritto:
Presente

Da un paio di anni ho drasticamente ridotto l'uso dell'auto e da qualche mese ho ridotto l'uso ancora di più.

Tant'è che mi sono accorto di usare così poco l'auto che sto seriamente pensando di venderla
Ddddaiiii...penso che un passo in dietro così possa essere deprimente. Mio padre ha rinnovato la patente, ha 83 anni ed il solo pensiero che non passasse l'esame medico lo faceva stare male. Senza auto non si può, mi sembrerebbe dover rinunciare a un po' della libertà personale anche se si tratterebbe di.... "liberarsi dall'auto"

E' vero. Ma un'altra auto ci sarebbe comunque in casa e poi potrei usare i mezzi pubblici oppure la bici oppure ancora potrei comprare uno scooter 150 e risparmiare circa il 50% rispetto alle spese per l'auto e mantenere comunque un' ottima mobilità
 
manuel46 ha scritto:
skamorza ha scritto:
manuel46 ha scritto:
Io di ritornare a vivere come 30 anni fa, non ne ho proprio paura, vengo da una famiglia modesta, dove il fratello + grande passava i vestiti all'altro ecc,
dove c'era un solo bagno e per farti la doccia dovevi fare i turni,
dove tutto quello che ho ora me lo sono guadagnato con lo stipendio da operaio,
quindi non è che la crisi mi cambi un granche, anche perchè non ho mai fatto passi più lunghi della gamba, il necessario c'è insomma, almeno a livello materiale,
quelli che sentono di più la crisi, oltre a quelli a cui sta venendo a mancare il minimo indispensabile, sono quelli nati già nella bambagia e credono che tutto quello che hanno o hanno avuto, sia cosa normale a cui non si possa proprio rinunciare!
perdonami Manuel, ma temo tu non abbia ben afferrato il concetto. trent'anni fa vivevamo comunque già molto bene. se si arrivasse ad un 30% (ma potrebbero essere ben più) di disoccupazione altro che trent'anni fa. parleremmo di gente che non ha il problema di decidere se acquistare un'auto 1300 cc piuttosto che 1900 cc, bensì di gente che non ha da mangiare, non ha da scaldare casa, non ha da pagare le bolletta per tenere il frigorifero acceso. non stiamo parlando di scenari improbabili: se il mercato dei consumi crolla, moltissime aziende licenzieranno non potendo più contare in eterno sulla cig. la gente onesta rimasta senza lavoro morirebbe di fame. molti altri finirebbero per rubare anche a chi oggi è considerato "povero".
cerchiamo di focalizzare bene la situazione economica attuale, perchè la crisi in relatà non la stiamo ancora vivendo neppure marginalmente. ma non è certo impossibile che arrivi, anzi.
io mi auguro che si riesca a far pagare chi è nelle condizioni d farlo. altrimenti sarà veramente dura.

Sono d'accordo con la tua ultima parte, cioè che non sappiamo ancora bene quando e dove toccheremo il fondo della caduta libera,
però permettimi di dirti che almeno nelle province e per i lavori + umili quali operai ecc, non è che fosse proprio rosea la situazione 30 anni fa, solo che era cosi per tutti più o meno e quindi era la normalità, ma di famiglie con almeno 3-4 figli era la regola.....e se si "permettevano" di fare appunto 3-4 figli era proprio perchè non c'era il superfluo da mantenere, non c'erano telefonini, in tanti anche se avevano il metano, preferivano andare a far la legna il sabato magari, l'auto chi ce l'aveva era una, non una a testa, i ristoranti e le pizzerie le frequentavi solo in certe occasioni, le donne il parrucchiere lo vedevano ben poco, i centri benessere e le estetiste, forse non sapevano nemmeno cosa fossero, le ferie? quanti potevano permettersi i 15 giorni al mare?
il costo più grande era ancora la bottega di alimentari, mentre adesso la spesa alimentare incide molto meno sul badget.....ricordiamoci che negli anni '70 c'era stata una bella crisi, era la regola avere il libretto dove la bottegaia segnava il debito che veniva saldato a fine mese, senza bisogno di finanziarie o altro, allora esisteva ancora l'orgoglio e la dignità!
Io penso che un "margine" di recupero ognuno di noi ce l'ha....I tripli giubbotti ed i vestiti firmati o firmatissimi, le collezioni di scarpe, le due macchine + scooter + la bicicletta di carbonio che costa quanto un'auto usata, i due telefonini di ogni membro della famiglia, le palestre ed i centri benessere (si può correre in campagna), parrucchieri, certi alimenti e certi alcolici di lusso, le cene fuori, le luci alogene accese in tutta la casa, la donna delle pulizie (si fa un po' di cose per uno). Sky e Mediaset Premium (si sopravvive anche solo con il digitale terrestre) Senza fare sforzi si può rosicchiare un po' di reddito da certe spese che sono uno spreco, ovviamente si va a raschiare dalle cose a cui si tiene di meno e, magari, si conservano quelle irrinunciabili, io ho cominciato a farlo. E mi semto, quantomeno psicologicamente, meglio....
 
certamente possiamo fare dei piccoli sforzi tutti per affrontare la crisi. qualche rinuncia qui, qualche risparmio lì. ma stiamo sempre parlando di persone che bene o male un lavoro ce l'hanno. il mio riferimento era al discorso di Marimasse il quale dice (non sbagliando, beninteso) che il consumismo non è la soluzione. ebbene se blocchiamo il consumo finirà che molti rimarranno senza un lavoro (se io azienda NON vendo ciò che produco devo diminuire o cessare la produzione lasciando padri di famiglia senza lavoro). questi NON potranno risolvere il problema facendo qualche rinuncia. non avranno di che mantenere la famiglia!
 
I beni tassati dalo Stato non seguono la comune regole della domanda e dell'offerta. Basti pensare alla benzina, nel 2008 il petrolio aveva sfiorato i 150 dollari al barile e costava meno di oggi.
Le sigarette almeno due volte l'anno vengono aumentate nonostante qualcuno abbia smesso di comprarle o di sostituirle con il tabacco. E lo Stato cosa ha fatto? Ha aumentato il tabacco di 2? e a Gennaio ci sarà un nuovo aumento delle sigarette.
Per cui possiamo ridurre quanto vogliamo i consumi di questi beni ma otterremo solo un fatto: non cambierebbe nulla perché gli aumenti ci sarebbero sempre.
Se vogliamo cambiare le cose oggi come non mai dovremmo scendere in piazza a protestare. Siamo soliti criticare i cugini francesi, ma dovremmo prendere solo esempio da loro!
 
skamorza ha scritto:
...questo non sarebbe da fare, quest'altro sarebbe da evitare, quell'altro ancora è sbagliato. ma nessuna indicazione sul dove e come muoversi...
A me piacerebbe, intanto, che si smettesse di parlare e "ragionare" in maniera spudoratamente ipocrita e incoerente, negando l'evidenza degli errori fatti (da ogni parte), dichiarandosi del tutto estranei a quanto di negativo è accaduto e scaricando le colpe sempre su "altri" opportunamente scelti (i politici, le banche, i governi, i commercianti, gli operai, gli imprenditori...), invocando se non addirittura pretendendo che si facciano delle cose mentre contemporaneamente si pretende anche che si faccia l'esatto contrario.

Nemmeno io ho un cilindro da cui estrarre la magica ricetta, però sono sempre più spaventato dall'idea che ci si illuda di poter affrontare questo enorme problema con i suddetti ingredienti, che del problema sono le cause.
Dove cavolo possiamo arrivare in tal modo?

Mi piacerebbe vedere invece una onesta e razionale ammissione degli errori e delle colpe e delle contraddizioni e delle ipocrisie e anche una onesta e razionale constatazione di quanto sia assurdo pretendere di far "ripartire" al più presto la stessa identica macchina che fin qui ci ha portato.
Subito dopo, su tali concrete fondamenta, mi piacerebbe vedere una realistica pianificazione dell'indispensabile cambiamento di rotta, magari non repentino, non isterico, meno doloroso possibile MA concreto.

Ovviamente non si possono dall'oggi al domani, ad esempio, depennare tutti i posti di lavoro che sono stati creati in maniera... truffaldina. Però da qualche parte bisogna pure incominciare, anche perché altrimenti quei posti prima o poi verranno comunque depennati, in automatico, come di fatto già sta accadendo. Se ho qualche linea di febbre e pretendo di uscire in bicicletta come nulla fosse perché non accetto l'idea di non poterlo fare, benissimo; poi mi verrà una broncopolmonite che mi terrà a letto settimane.

Non a caso ho fatto tante volte il paragone con la situazione del cocainomane o alcolista o persona gravemente sovrappeso causa cattivissime abitudini alimentari. Smettere repentinamente di sniffare o bere o mangiare non è certo un approccio intelligente, MA ancor meno intelligente è fare l'esatto contrario. In quei casi, se non erro, i consigli della medicina e della psicologia sono, guarda caso, sempre gli stessi: innanzitutto prendere atto del problema (ammettendone l'esistenza e ammettendo i propri errori), poi capire che il problema va affrontato, poi decidere di affrontarlo, poi intraprendere un percorso di graduale ma concreta disintossicazione, non facile, non comodo, non divertente ma fattibile e, soprattutto, orientato verso un traguardo verosimile e di gran lunga migliore della partenza.
Quale futuro hanno davanti a sé quei cocainomani ecc. che NON seguono tale percorso?

Oltre tutto, più si aspetta a cominciare, più arduo e doloroso diventa il percorso; se si aspetta troppo si arriva al punto di non ritorno. O sbaglio?

C'è poi un... dettaglio a mio avviso importante, che molti sembrano dimenticare:
in passato ci sono state altre crisi in qualche modo simili, che si sono sempre "risolte" con un metodo che, dal punto di vista tecnico, si è sempre rivelato infallibile, ovvero una bella GUERRA che, togliendo fisicamente di mezzo innumerevoli strade, ponti, aziende, case, posti di lavoro e anche lavoratori e familiari, come per magia ha sempre creato i presupposti per la tanto invocata e benefica crescita.
Non sarà che sotto sotto vogliamo ricorrere alla stessa ricetta?
 
Eldinero ha scritto:
...possiamo ridurre quanto vogliamo i consumi di questi beni ma otterremo solo un fatto: non cambierebbe nulla perché gli aumenti ci sarebbero sempre ... dovremmo scendere in piazza a protestare...
Invece io continuo a credere, sempre più fermamente alla luce di quanto vedo accadere, che la forma più potente di protesta, in questo mondo in cui nel bene (assaporato con disinvoltura fino all'altro ieri) e nel male (assaporabile oggi) tutto ruota attorno a fatturati e denari, non sia quella armata di occasionali cartelli ma quella armata di quotidiano e metodico portafoglio.
 
LMF ha scritto:
Io penso che un "margine" di recupero ognuno di noi ce l'ha....I tripli giubbotti ed i vestiti firmati o firmatissimi, le collezioni di scarpe, le due macchine + scooter + la bicicletta di carbonio che costa quanto un'auto usata, i due telefonini di ogni membro della famiglia, le palestre ed i centri benessere (si può correre in campagna), parrucchieri, certi alimenti e certi alcolici di lusso, le cene fuori, le luci alogene accese in tutta la casa, la donna delle pulizie (si fa un po' di cose per uno). Sky e Mediaset Premium (si sopravvive anche solo con il digitale terrestre) Senza fare sforzi si può rosicchiare un po' di reddito da certe spese che sono uno spreco, ovviamente si va a raschiare dalle cose a cui si tiene di meno e, magari, si conservano quelle irrinunciabili, io ho cominciato a farlo. E mi semto, quantomeno psicologicamente, meglio....

Di tutte le cose che hai citato personalmente ho poco margine, l'unica cosa che hai citato è l'auto. In casa siamo in due e abbiamo due auto e una è facilmente tagliabile perché auto ludica assolutamente non necessaria ed è anche una spesa onerosa rispetto il mio stipendio... ma è la mia passione e quindi fino ad ora ho resistito.

Potrei, ecco tagliare la tv. Se butto l'unico tv che ho, tra l'altro un bel tubo catodico di una 15ina di anni, potrei risparmiare il canone RAI che mi costa più del valore del tv stesso che è quasi sempre spento e serve più per appoggiarci dei soprammobili.
 
LMF ha scritto:
... un "margine" di recupero ognuno di noi ce l'ha... I tripli giubbotti ed i vestiti firmati o firmatissimi, le collezioni di scarpe, le due macchine + scooter + la bicicletta di carbonio che costa quanto un'auto usata, i due telefonini di ogni membro della famiglia...
Da cui deriva un altro "vantaggio" per coloro che già in passato hanno impostato la loro vita in maniera non improntata alla rinuncia monacale MA nello stesso tempo senza perdere di vista un certo senso della misura.

Tanto meno uno si è abituato a sprechi e "consumi" disinvolti e indebitamenti di vario genere tanto più basso il margine di recupero che oggi si ritrova.

Chi, per fare un esempio tra i tantissimi, ha sempre fatto attenzione ai consumi della sua auto, sia in fase di scelta al momento dell'acquisto che sulla strada, adottando uno stile di guida opportuno, oggi NULLA può fare per ridurre i consumi a parità di spostamenti e quindi, paradossalmente, si trova in questo senso più penalizzato degli altri...
 
marimasse ha scritto:
Eldinero ha scritto:
...possiamo ridurre quanto vogliamo i consumi di questi beni ma otterremo solo un fatto: non cambierebbe nulla perché gli aumenti ci sarebbero sempre ... dovremmo scendere in piazza a protestare...
Invece io continuo a credere, sempre più fermamente alla luce di quanto vedo accadere, che la forma più potente di protesta, in questo mondo in cui nel bene (assaporato con disinvoltura fino all'altro ieri) e nel male (assaporabile oggi) tutto ruota attorno a fatturati e denari, non sia quella armata di occasionali cartelli ma quella armata di quotidiano e metodico portafoglio.
non lo sò..
lo stato fà conto di incassare 40 miliardi l'anno con le accise sulla benzina

tu riduci il consumo? no problem, aumentiamo ancora le accise
e il discorso vale un pò per tutto purtroppo
 
marimasse ha scritto:
skamorza ha scritto:
...questo non sarebbe da fare, quest'altro sarebbe da evitare, quell'altro ancora è sbagliato. ma nessuna indicazione sul dove e come muoversi...
A me piacerebbe, intanto, che si smettesse di parlare e "ragionare" in maniera spudoratamente ipocrita e incoerente, negando l'evidenza degli errori fatti (da ogni parte), dichiarandosi del tutto estranei a quanto di negativo è accaduto e scaricando le colpe sempre su "altri" opportunamente scelti (i politici, le banche, i governi, i commercianti, gli operai, gli imprenditori...), invocando se non addirittura pretendendo che si facciano delle cose mentre contemporaneamente si pretende anche che si faccia l'esatto contrario.

Nemmeno io ho un cilindro da cui estrarre la magica ricetta, però sono sempre più spaventato dall'idea che ci si illuda di poter affrontare questo enorme problema con i suddetti ingredienti, che del problema sono le cause.
Dove cavolo possiamo arrivare in tal modo?

Mi piacerebbe vedere invece una onesta e razionale ammissione degli errori e delle colpe e delle contraddizioni e delle ipocrisie e anche una onesta e razionale constatazione di quanto sia assurdo pretendere di far "ripartire" al più presto la stessa identica macchina che fin qui ci ha portato.
Subito dopo, su tali concrete fondamenta, mi piacerebbe vedere una realistica pianificazione dell'indispensabile cambiamento di rotta, magari non repentino, non isterico, meno doloroso possibile MA concreto.

Ovviamente non si possono dall'oggi al domani, ad esempio, depennare tutti i posti di lavoro che sono stati creati in maniera... truffaldina. Però da qualche parte bisogna pure incominciare, anche perché altrimenti quei posti prima o poi verranno comunque depennati, in automatico, come di fatto già sta accadendo. Se ho qualche linea di febbre e pretendo di uscire in bicicletta come nulla fosse perché non accetto l'idea di non poterlo fare, benissimo; poi mi verrà una broncopolmonite che mi terrà a letto settimane.

Non a caso ho fatto tante volte il paragone con la situazione del cocainomane o alcolista o persona gravemente sovrappeso causa cattivissime abitudini alimentari. Smettere repentinamente di sniffare o bere o mangiare non è certo un approccio intelligente, MA ancor meno intelligente è fare l'esatto contrario. In quei casi, se non erro, i consigli della medicina e della psicologia sono, guarda caso, sempre gli stessi: innanzitutto prendere atto del problema (ammettendone l'esistenza e ammettendo i propri errori), poi capire che il problema va affrontato, poi decidere di affrontarlo, poi intraprendere un percorso di graduale ma concreta disintossicazione, non facile, non comodo, non divertente ma fattibile e, soprattutto, orientato verso un traguardo verosimile e di gran lunga migliore della partenza.
Quale futuro hanno davanti a sé quei cocainomani ecc. che NON seguono tale percorso?

Oltre tutto, più si aspetta a cominciare, più arduo e doloroso diventa il percorso; se si aspetta troppo si arriva al punto di non ritorno. O sbaglio?

C'è poi un... dettaglio a mio avviso importante, che molti sembrano dimenticare:
in passato ci sono state altre crisi in qualche modo simili, che si sono sempre "risolte" con un metodo che, dal punto di vista tecnico, si è sempre rivelato infallibile, ovvero una bella GUERRA che, togliendo fisicamente di mezzo innumerevoli strade, ponti, aziende, case, posti di lavoro e anche lavoratori e familiari, come per magia ha sempre creato i presupposti per la tanto invocata e benefica crescita.
Non sarà che sotto sotto vogliamo ricorrere alla stessa ricetta?

Quoto il tuo discorso, lo so che qui non si potrebbe parlare di politica, ma visto che si parla anche di incoerenza e di interventi che dovevano farsi prima di arrivare a questo punto, mi permetto di dire che i governi che abbiamo avuto e le relative opposizioni (dx sx centro non ha importanza) sono sempre state ipocrite, poiche sapevano dove dovevano intervenire, ma per farsi eleggere non lo facevano, tant'è vero che anche l'ultimo governo b. ha tentato di fare qualcosa, ma l'opposizione non gliel'ha consentito perchè non era quello che avevano promesso gli elettori, ok......peccato che adesso la stessa opposizione ritenga + o meno giusti questi interventi anche se sono di gran lunga + severi degli altri, se non è incoerenza questa,
ma come dice marimasse, invece di aspettare che il tossico stia tirando le cuoia, non sarebbe meglio intervenire per tirarlo fuori anche con un percorso lungo e faticoso, senza dover litigare per chi sia + bravo a curarlo e intanto lasciarlo piuttosto crepare? :rolleyes:
 
Dav_83 ha scritto:
Tutto questo mi fa pensare a :

http://www.youtube.com/watch?v=62dh8wz5oj0

potrebbe essere una soluzione ;)

Scherzi a parte, io non faccio più nessun giro di piacere con l'auto (ebbene si, prima li facevo, li potevo fare, facevo dei giri anche da solo), guido sempre a giri bassissimi, in autostrada raramente supero i 100 orari, solo nei sorpassi, se devo uscire con gli amici fuori città, si divide la benzina. Tutte cose a cui prima non facevo caso, nessuno divideva mai la benzina, ora si fa la colletta.. quando ho iniziato a guidare la benzina era a 90 centesimi.. (e pensare che per molti di voi c'era ancora la vecchia lira, chissà quanto poco costava).
Proprio per evitare questo la mattina mi sveglio presto mi preparo con calma, passo al bar a fare colazione ed arrivo in ufficio in tempo :D :D :D
 
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