skamorza ha scritto:
...questo non sarebbe da fare, quest'altro sarebbe da evitare, quell'altro ancora è sbagliato. ma nessuna indicazione sul dove e come muoversi...
A me piacerebbe, intanto, che si
smettesse di parlare e "ragionare" in maniera spudoratamente
ipocrita e
incoerente, negando l'evidenza degli errori fatti (da ogni parte), dichiarandosi del tutto estranei a quanto di negativo è accaduto e scaricando le colpe sempre su "altri" opportunamente scelti (i politici, le banche, i governi, i commercianti, gli operai, gli imprenditori...), invocando se non addirittura
pretendendo che si facciano delle
cose mentre
contemporaneamente si
pretende anche che si faccia l'
esatto contrario.
Nemmeno io ho un cilindro da cui estrarre la magica ricetta, però sono sempre più spaventato dall'idea che ci si illuda di poter affrontare questo enorme problema con i suddetti ingredienti, che del problema sono le cause.
Dove cavolo possiamo arrivare in tal modo?
Mi piacerebbe vedere invece una onesta e razionale ammissione degli errori e delle colpe e delle contraddizioni e delle ipocrisie e anche una onesta e razionale constatazione di quanto sia
assurdo pretendere di far
"ripartire" al più presto la
stessa identica macchina che fin qui ci ha portato.
Subito dopo, su
tali concrete fondamenta, mi piacerebbe vedere una realistica pianificazione dell'indispensabile cambiamento di rotta, magari non repentino, non isterico, meno doloroso possibile MA
concreto.
Ovviamente non si possono dall'oggi al domani, ad esempio, depennare tutti i posti di lavoro che sono stati creati in maniera... truffaldina. Però da qualche parte bisogna pure incominciare, anche perché altrimenti quei posti prima o poi verranno
comunque depennati, in automatico, come di fatto
già sta accadendo. Se ho qualche linea di febbre e pretendo di uscire in bicicletta come nulla fosse perché non accetto l'idea di non poterlo fare, benissimo; poi mi verrà una broncopolmonite che mi terrà a letto settimane.
Non a caso ho fatto tante volte il paragone con la situazione del cocainomane o alcolista o persona gravemente sovrappeso causa cattivissime abitudini alimentari. Smettere repentinamente di sniffare o bere o mangiare non è certo un approccio intelligente, MA ancor meno intelligente è fare l'esatto contrario. In quei casi, se non erro, i consigli della medicina e della psicologia sono, guarda caso, sempre gli stessi:
innanzitutto prendere atto del problema (ammettendone l'esistenza e ammettendo i propri errori), poi
capire che il problema va
affrontato, poi
decidere di
affrontarlo, poi intraprendere un
percorso di
graduale ma concreta disintossicazione, non facile, non comodo, non divertente ma
fattibile e, soprattutto, orientato verso un traguardo verosimile e di gran lunga migliore della partenza.
Quale futuro hanno davanti a sé quei cocainomani ecc. che
NON seguono tale percorso?
Oltre tutto,
più si aspetta a cominciare, più arduo e doloroso diventa il percorso; se si aspetta troppo si arriva al punto di non ritorno. O sbaglio?
C'è poi un... dettaglio a mio avviso importante, che molti sembrano dimenticare:
in passato ci sono state altre crisi in qualche modo simili, che si sono
sempre "risolte" con un
metodo che, dal punto di vista tecnico, si è sempre rivelato
infallibile, ovvero una
bella GUERRA che, togliendo fisicamente di mezzo innumerevoli strade, ponti, aziende, case, posti di lavoro e anche lavoratori e familiari, come per magia ha sempre creato i presupposti per la tanto invocata e benefica crescita.
Non sarà che sotto sotto vogliamo ricorrere alla stessa ricetta?