<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Ipotetico viaggio a Capo Nord | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

Ipotetico viaggio a Capo Nord

Io ti consiglio di tutto cuore, se ti è possibile, di viaggiare più che puoi fino a che sei giovane , in pensione è troppo tardi ( però io a 73aa sono ancora a “ mezza pensione”)!
Tanto, giovane (almeno anagraficamente) non lo sono più da un pezzo...
E comunque, finché lavoriamo, preferiamo vacanze riposanti. Poi si vedrà....
 
Io ti consiglio di tutto cuore, se ti è possibile, di viaggiare più che puoi fino a che sei giovane , in pensione è troppo tardi ( però io a 73aa sono ancora a “ mezza pensione”)!


Parole d' oro....

Anche i miei 73....
....Legano poco coi viaggi.
Anche se i miei sono stati fatti in tutt' altro modo.
Diciamo comodo
Per fortuna ne ho fatti e tanti,
tra premi e pagati, da giovane e poi cinquantenne....

Il piu' " avventuroso ":
atterrare a Tenerife giusto l' anno dopo la piu' grande tragedia dell' aviazione civile di sempre.
 
Ultima modifica:
Quando andai io, in agosto, le temperature erano assolutamente gradevoli, come un bell'inizio di primavera da noi (ricordo al massimo 25°C, nel sud della Svezia).
E poi non ricordo nessuna "massa" fuori dalle grandi città. E spesso le strade (specie in Norvegia) erano pochissimo trafficate.

Ripensandoci hai ragione. In inverno ( o quasi ) l'ho già vista; pochissiama gente in giro ( certe case avevano la neve fino a metà dell'uscio). Una volta ho seguito una strda con un muro di neve a destra e a sinistra e sono finito dietro uno spazzaneve. ho dovuto rifarmela tutta a marcia indietro
 
Il fatto dell'età conta per alcune tipologie di viaggi, per questo , potendo anche permettermelo, viaggi nel mondo li ho fatto tra i 25 ed i 35 anni ( sentendomi dire da persone più grandi di me che non apprezzavo le bellezze nostrane ) , pensando che in Europa in linea di massima i viaggi con un poco di sforzo li puoi fare sempre, nel mondo e per come li intendevo direi proprio di no.
Per questo come diceva anche giustamente tolo52meo_1 occorre sfruttare la giovinezza per alcune esperienza, ma anche perchè si ha una predisposizione d'animo credo per vivere alcune situazioni e non solo per un discorso di fisico che comunque ha una sua importanza.
 
Dunque, mettetevi comodi che il racconto è un po' lunghetto.

15 agosto 2000, primo Ferragosto del nuovo millennio. Sono in viaggio in Norvegia tornando da Capo Nord. Per me un giorno indimenticabile per il numero di imprevisti ed episodi buffi che mi accaddero tutti in quel giorno: ben cinque, il primo appena sveglio e l'ultimo la sera quando mi ero già addormentato. Tant'è vero che l'ho raccontato diverse volte ad amici e parenti (così tengo viva la memoria).
Tutto vero, niente fiction :emoji_grin:

1) Risveglio in pubblico
Premessa: la sera prima giungo piuttosto stanco in un hotel in mezzo al nulla, dopo centinaia di chilometri nelle tortuose strade norvegesi, nel tentativo di trovare un posto dove dormire. Non prenotavo mai nei miei viaggi, per essere più libero possibile nella tabella di marcia (o meglio, nella marcia senza tabella).
Alla reception mi dicono che non c'è più posto, ma se mi adatto (visto che sono un ragazzo) posso dormire su un materasso per terra in una grande sala, a un prezzo irrisorio (colazione compresa). Visto che sono davvero stanco e non mi va di cercare un altro hotel nel nulla, accetto la proposta. Mi dicono qualcosa sulla colazione, ma non capisco molto e penso che mi abbiano semplicemente informato sull'orario.
In verità mi hanno informato sì sull'orario della colazione, ma per avvertirmi che devo "sbaraccare" di lì prima che arrivi la gente a mangiare!
Così il mattino del 15 agosto 2000 vengo svegliato da alcuni rumori: mi rendo conto solo ora che sono nella sala adibita alla colazione, ed è già piena di gente che mangia! All'inizio non so che fare: resto a letto finché non finiscono tutti e se ne vanno? Ma no, che imbarazzo stare lì a letto mentre gli altri mangiano...
Così decido di alzarmi come se nulla fosse, e sono praticamente in mutande... sotto lo sguardo di diverse signore eleganti che continuano a mangiare con aplomb da nobildonna, facendo finta che tutto ciò sia normale!
Imbarazzo massimo, come quando uno sogna di essere nudo per strada in mezzo alla gente. Unica consolazione: non mi conosce nessuno.

2) Il tappo birichino
Dopo essermi ripreso dall'imbarazzo, lavato e fatto colazione, riprendo il mio viaggio verso sud, in direzione Bergen, dove conto di arrivare entro sera (finalmente una città, basta hytte e hotel nel nulla!). I chilometri sono tanti e la strada è tortuosa, ma ce la posso benissimo fare.
Durante il percorso mi fermo abbastanza spesso a scattare foto nei punti più belli: è uno degli scopi del mio viaggio.
In una delle soste fotografiche, prendo la mia reflex Nikon e scopro con orrore che non c'è più il tappo dell'obiettivo! Che fare? Continuare il viaggio senza tappo? Escludo la possibilità di cercare un negozio di fotografia, essendo in mezzo al nulla e non avendo internet. Decido di tornare indietro fino al punto in cui mi sono fermato per scattare le ultime foto, nella speranza di trovare il tappo per terra e aiutandomi con l'atlante per individuare il punto esatto. Così torno indietro di 50-60 km, che su quelle strade richiedono almeno un'ora di viaggio. Insomma, almeno due ore buttate via per un tappo, ma penso che me lo posso permettere (quanto voglio bene a questo tappo!)
Ritrovo il punto esatto, ma nessuna traccia del tappo, pur cercando bene anche in mezzo all'erba. Mi rassegno e torno in auto sconsolato; poi mi viene in dubbio: e se...?
Morale: il tappo è finito - non so come - sotto il sedile anteriore destro. È stato tutto il tempo con me, in auto, e io ho buttato via oltre due ore e 100-120 km per ritrovarlo!

3) Le pecore assatanate
Proseguo il mio fatale andare verso Bergen, e verso l'ora di pranzo decido di salire su una montagna consigliata dalla guida (cartacea, non umana) che ho con me. In fondo, nonostante la piccola disavventura del tappo, il tempo ce l'ho. E ho con me il necessario per mangiare qualcosa.
Mi fermo su un altopiano con vista magnifica e ne approfitto per mangiare e scattare qualche foto. Poco più in là c'è un gruppo di pecore che brucano, e mi sembrano davvero fotogeniche: pecore norvegesi belle grosse e pasciute. Cerco di non avvicinarmi troppo a loro per non spaventarle, ma inaspettatamente sono loro che si avvicinano a me, forse incuriosite. Siccome gli animali in genere mi piacciono, offro loro delle Pringles che ho con me.
Non lo avessi mai fatto!
Appena assaggiate le Pringles, sembrano impazzite: mi saltano addosso pretendendone altre, e io cerco di accontentarle, ma loro sono almeno tre o quattro, e pure molto voraci!
Le Pringles presto finiscono, e non so più cosa offrire loro che sia di loro gusto. E allora una di loro, senza alcun ritegno, mi si infila in auto sul sedile posteriore (avevo lasciato la portiera aperta) buttandosi sul mio sacchetto delle cibarie! La tiro fuori a fatica tirandola per le zampe (è bella grossa), ma subito dopo un'altra si infila in auto con lo stesso impeto della sorella! Dopo un po' di lotta, riesco a tirare fuori anche la seconda pecora e a chiudere la portiera.
Mi infilo in auto per andarmene via di lì, ma succede l'incredibile: una di quelle pecorone salta sul cofano della mia Vectra! Insomma, non è tanto piacevole trovarsi una pecora assatanata proprio davanti al parabrezza...
Con una manovra riesco a farla cadere giù e vado via.
Morale della favola: non date mai da mangiare le Pringles alle pecore!

4) Resto fuori dall'auto
Finalmente in serata, sul presto, arrivo a Bergen. Già noto che è molto carina, con tutte le sue casette colorate, e spero di trovare un buon posto dove riposare.
In centro trovo un grande ufficio per il turismo, pieno di gente. Prendo il numeretto e aspetto il mio turno. Mi dicono che non è rimasto molto posto negli hotel (Bergen è molto visitata dai turisti), però c'è una possibilità: una scuola. Sì, perché in Norvegia d'estate a volte le scuole vengono convertite in posti di accoglienza per i turisti, gestiti dagli studenti stessi (che così si fanno un po' di soldini con un lavoretto estivo), sfruttando le camere destinate agli studenti fuori sede (e parlo di normali scuole superiori!)
Mi va benissimo, anche perché per me sarebbe un'esperienza nuova. Così prenoto una camera nella scuola, e mi forniscono gentilmente tutte le informazioni per arrivarci (è poco fuori città).
Torno alla mia Vectra, che era rimasta parcheggiata poco distante, aziono il telecomando e... nulla, nessuna risposta! Non si apre per niente, neanche usando direttamente la chiave. Sono rimasto fuori dall'auto in una città norvegese, la sera di Ferragosto! Con tutti i bagagli dentro!
Saranno state le pecore a sabotarmi l'auto?
Che faccio? L'unica possibilità che vedo è tornare all'ufficio per il turismo, riprendere il numeretto e riaspettare il mio turno, spiegando il mio problema e chiedendo se mi possono aiutare, magari chiamando il soccorso stradale. L'addetta, gentilissima, non si scompone alla mia richiesta e mi fa arrivare dopo al massimo una mezz'oretta il soccorso stradale. Grande professionalità.
Il tizio riesce ad aprire la Vectra (non ho capito come ha fatto), apre il cofano e usa un tester per controllare lo stato di salute della batteria. Responso: "Battery is dead" (ricordo ancora che usò queste precise parole). Mi dice che a quell'ora tutte le officine e i negozi di ricambi sono chiusi, ma mi può avviare il motore per arrivare almeno fino all'hotel (anzi, a scuola). Mi lascia pure il suo numero, così il mattino dopo, se il motore non si dovesse avviare (e così sarà), lo potrei chiamare per farlo venire ad avviare il motore e permettermi così di raggiungere un'officima per mettere una batteria nuova. Veramente gentile, tanto che per il suo intervento del mattino dopo non si fa pagare.
Così, con il continuo timore di far spegnere il motore, più tardi riesco a raggiungere la tanto sospirata scuola/hotel...

5) Intrusione in camera
Ottima risorsa quella delle scuole/hotel in Norvegia! Peccato che mi è capitato solo a Bergen...
Struttura molto moderna e accogliente, pulitissima: niente da invidiare a un vero hotel. E fa piacere che a occuparsene siano gli studenti stessi: alla reception e a servire la colazione ci sono solo ragazze (forse i maschietti si occupano delle pulizie...)
Dunque, finalmente ho la mia camera e, stanco morto (soprattutto mentalmente, vista la disavventura della batteria), mi infilo a letto e in breve tempo mi addormentato. Questa giornata un po' pazzerella è finita!
Ma non è finita manco per niente...
Poco dopo vengo svegliato di soprassalto da un tizio che mi entra in camera e accende la luce. Shock! All'inizio mi sembrava di sognare, poi mi rendo conto che la giornata pazzerella, l'indimenticabile per me 15 agosto 2000, non è ancora finita.
Le ragazze della reception si sono sbagliate e hanno dato al tizio la mia stessa camera e così, complice il fatto che le porte delle camere non hanno le serrature, ho subito una vera e popria intrusione in camera (poi chiarita) quando già dormivo.

Comunque... il resto del mio viaggio a Capo Nord è andato tutto bene, senza imprevisti né episodi buffi.
Tutte le cose strane si sono concentrate a Ferragosto!
 
Ultima modifica:
Dunque, mettetevi comodi che il racconto è un po' lunghetto.

15 agosto 2000, primo Ferragosto del nuovo millennio. Sono in viaggio in Norvegia tornando da Capo Nord. Per me un giorno indimenticabile per il numero di imprevisti ed episodi buffi che mi accaddero tutti in quel giorno: ben cinque, il primo appena sveglio e l'ultimo la sera quando mi ero già addormentato. Tant'è vero che l'ho raccontato diverse volte ad amici e parenti (così tengo viva la memoria).
Tutto vero, niente fiction :emoji_grin:

1) Risveglio in pubblico
Premessa: la sera prima giungo piuttosto stanco in un hotel in mezzo al nulla, dopo centinaia di chilometri nelle tortuose strade norvegesi, nel tentativo di trovare un posto dove dormire. Non prenotavo mai nei miei viaggi, per essere più libero possibile nella tabella di marcia (o meglio, nella marcia senza tabella).
Alla reception mi dicono che non c'è più posto, ma se mi adatto (visto che sono un ragazzo) posso dormire su un materasso per terra in una grande sala, a un prezzo irrisorio (colazione compresa). Visto che sono davvero stanco e non mi va di cercare un altro hotel nel nulla, accetto la proposta. Mi dicono qualcosa sulla colazione, ma non capisco molto e penso che mi abbiano semplicemente informato sull'orario.
In verità mi hanno informato sì sull'orario della colazione, ma per avvertirmi che devo "sbaraccare" di lì prima che arrivi la gente a mangiare!
Così il mattino del 15 agosto 2000 vengo svegliato da alcuni rumori: mi rendo conto solo ora che sono nella sala adibita alla colazione, ed è già piena di gente che mangia! All'inizio non so che fare: resto a letto finché non finiscono tutti e se ne vanno? Ma no, che imbarazzo stare lì a letto mentre gli altri mangiano...
Così decido di alzarmi come se nulla fosse, e sono praticamente in mutande... sotto lo sguardo di diverse signore eleganti che continuano a mangiare con aplomb da nobildonna, facendo finta che tutto ciò sia normale!
Imbarazzo massimo, come quando uno sogna di essere nudo per strada in mezzo alla gente. Unica consolazione: non mi conosce nessuno.

2) Il tappo birichino
Dopo essermi ripreso dall'imbarazzo, lavato e fatto colazione, riprendo il mio viaggio verso sud, in direzione Bergen, dove conto di arrivare entro sera (finalmente una città, basta hytte e hotel nel nulla!). I chilometri sono tanti e la strada è tortuosa, ma ce la posso benissimo fare.
Durante il percorso mi fermo abbastanza spesso a scattare foto nei punti più belli: è uno degli scopi del mio viaggio.
In una delle soste fotografiche, prendo la mia reflex Nikon e scopro con orrore che non c'è più il tappo dell'obiettivo! Che fare? Continuare il viaggio senza tappo? Escludo la possibilità di cercare un negozio di fotografia, essendo in mezzo al nulla e non avendo internet. Decido di tornare indietro fino al punto in cui mi sono fermato per scattare le ultime foto, nella speranza di trovare il tappo per terra e aiutandomi con l'atlante per individuare il punto esatto. Così torno indietro di 50-60 km, che su quelle strade richiedono almeno un'ora di viaggio. Insomma, almeno due ore buttate via per un tappo, ma penso che me lo posso permettere (quanto voglio bene a questo tappo!)
Ritrovo il punto esatto, ma nessuna traccia del tappo, pur cercando bene anche in mezzo all'erba. Mi rassegno e torno in auto sconsolato; poi mi viene in dubbio: e se...?
Morale: il tappo è finito - non so come - sotto il sedile anteriore destro. È stato tutto il tempo con me, in auto, e io ho buttato via oltre due ore e 100-120 km per ritrovarlo!

3) Le pecore assatanate
Proseguo il mio fatale andare verso Bergen, e verso l'ora di pranzo decido di salire su una montagna consigliata dalla guida (cartacea, non umana) che ho con me. In fondo, nonostante la piccola disavventura del tappo, il tempo ce l'ho. E ho con me il necessario per mangiare qualcosa.
Mi fermo su un altopiano con vista magnifica e ne approfitto per mangiare e scattare qualche foto. Poco più in là c'è un gruppo di pecore che brucano, e mi sembrano davvero fotogeniche: pecore norvegesi belle grosse e pasciute. Cerco di non avvicinarmi troppo a loro per non spaventarle, ma inaspettatamente sono loro che si avvicinano a me, forse incuriosite. Siccome gli animali in genere mi piacciono, offro loro delle Pringles che ho con me.
Non lo avessi mai fatto!
Appena assaggiate le Pringles, sembrano impazzite: mi saltano addosso pretendendone altre, e io cerco di accontentarle, ma loro sono almeno tre o quattro, e pure molto voraci!
Le Pringles presto finiscono, e non so più cosa offrire loro che sia di loro gusto. E allora una di loro, senza alcun ritegno, mi si infila in auto sul sedile posteriore (avevo lasciato la portiera aperta) buttandosi sul mio sacchetto delle cibarie! La tiro fuori a fatica tirandola per le zampe (è bella grossa), ma subito dopo un'altra si infila in auto con lo stesso impeto della sorella! Dopo un po' di lotta, riesco a tirare fuori anche la seconda pecora e a chiudere la portiera.
Mi infilo in auto per andarmene via di lì, ma succede l'incredibile: una di quelle pecorone salta sul cofano della mia Vectra! Insomma, non è tanto piacevole trovarsi una pecora assatanata proprio davanti al parabrezza...
Con una manovra riesco a farla cadere giù e vado via.
Morale della favola: non date mai da mangiare le Pringles alle pecore!

4) Resto fuori dall'auto
Finalmente in serata, sul presto, arrivo a Bergen. Già noto che è molto carina, con tutte le sue casette colorate, e spero di trovare un buon posto dove riposare.
In centro trovo un grande ufficio per il turismo, pieno di gente. Prendo il numeretto e aspetto il mio turno. Mi dicono che non è rimasto molto posto negli hotel (Bergen è molto visitata dai turisti), però c'è una possibilità: una scuola. Sì, perché in Norvegia d'estate a volte le scuole vengono convertite in posti di accoglienza per i turisti, gestiti dagli studenti stessi (che così si fanno un po' di soldini con un lavoretto estivo), sfruttando le camere destinate agli studenti fuori sede (e parlo di normali scuole superiori!)
Mi va benissimo, anche perché per me sarebbe un'esperienza nuova. Così prenoto una camera nella scuola, e mi forniscono gentilmente tutte le informazioni per arrivarci (è poco fuori città).
Torno alla mia Vectra, che era rimasta parcheggiata poco distante, aziono il telecomando e... nulla, nessuna risposta! Non si apre per niente, neanche usando direttamente la chiave. Sono rimasto fuori dall'auto in una città norvegese, la sera di Ferragosto! Con tutti i bagagli dentro!
Saranno state le pecore a sabotarmi l'auto?
Che faccio? L'unica possibilità che vedo è tornare all'ufficio per il turismo, riprendere il numeretto e riaspettare il mio turno, spiegando il mio problema e chiedendo se mi possono aiutare, magari chiamando il soccorso stradale. L'addetta, gentilissima, non si scompone alla mia richiesta e mi fa arrivare dopo al massimo una mezz'oretta il soccorso stradale. Grande professionalità.
Il tizio riesce ad aprire la Vectra (non ho capito come ha fatto), apre il cofano e usa un tester per controllare lo stato di salute della batteria. Responso: "Battery is dead" (ricordo ancora che usò queste precise parole). Mi dice che a quell'ora tutte le officine e i negozi di ricambi sono chiusi, ma mi può avviare il motore per arrivare almeno fino all'hotel (anzi, a scuola). Mi lascia pure il suo numero, così il mattino dopo, se il motore non si dovesse avviare (e così sarà), lo potrei chiamare per farlo venire ad avviare il motore e permettermi così di raggiungere un'officima per mettere una batteria nuova. Veramente gentile, tanto che per il suo intervento del mattino dopo non si fa pagare.
Così, con il continuo timore di far spegnere il motore, più tardi riesco a raggiungere la tanto sospirata scuola/hotel...

5) Intrusione in camera
Ottima risorsa quella delle scuole/hotel in Norvegia! Peccato che mi è capitato solo a Bergen...
Struttura molto moderna e accogliente, pulitissima: niente da invidiare a un vero hotel. E fa piacere che a occuparsene siano gli studenti stessi: alla reception e a servire la colazione ci sono solo ragazze (forse i maschietti si occupano delle pulizie...)
Dunque, finalmente ho la mia camera e, stanco morto (soprattutto mentalmente, vista la disavventura della batteria), mi infilo a letto e in breve tempo mi addormentato. Questa giornata un po' pazzerella è finita!
Ma non è finita manco per niente...
Poco dopo vengo svegliato di soprassalto da un tizio che mi entra in camera e accende la luce. Shock! All'inizio mi sembrava di sognare, poi mi rendo conto che la giornata pazzerella, l'indimenticabile per me 15 agosto 2000, non è ancora finita.
Le ragazze della reception si sono sbagliate e hanno dato al tizio la mia stessa camera e così, complice il fatto che le porte delle camere non hanno le serrature, ho subito una vera e popria intrusione in camera (poi chiarita) quando già dormivo.

Comunque... il resto del mio viaggio a Capo Nord è andato tutto bene, senza imprevisti né episodi buffi.
Tutte le cose strane si sono concentrate a Ferragosto!

Una giornata alla Mr Bean...
 
leggendo le avventure di streak1 mi è tornata alla mente un'avventura molto simile, più o meno nella stessa zona. Nel mio caso, scendo a fotografare una famigliola di renne.. femmine e cuccioli si allontanano lentamente.. e i i maschi con belle corna cercano di accerchiarmi con faccia cattiva. Purtroppo la velocità di quei bestioni sul quel terrenomolle e pieno di radici è veramente incredibile. Fortunatamente visto che mi ritiravo (l'arrendersi qualche volta è segno di forza e saggezza :emoji_joy: ) hanno rinunciato alla carica
 
Io l'unico viaggio che ho fatto da solo è stato nel 1999: 2 settimane in giro per l'Irlanda con auto a noleggio. Atterrai a Dublino (l' aeroporto allora era molto più piccolo di ora), passai 2 giorni a Dublino (molto diversa allora rispetto ad oggi) e poi verso sud Waterford, Cork (che non mi piacque allora e non mi fermai), e poi Killarney col ring of Kerry e su verso Limerick, cliffs of Moher, Galway (bellissima), Sligo, ecc. Feci tutto il giro dell'isola arrivando alla punta estrema dell'Irlanda del nord e poi scesi a Omagh, Londonderry, Belfast e ritorno a Dublino. L' irlanda di allora era un paese molto diverso da oggi, ancora molto agricolo e rurale, per certi aspetti ancora arretrato e non avrei mai pensato allora che mi ci sarei trasferito dopo 8 anni. Oggi, dopo 18 anni che ci vivo, penso che se potessi tornare indietro non mi laurerei affatto ma mi trasferirei in Irlanda dopo la maturità.
 
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