Sul fatto che non pagare le tasse o non rispettare determinate regole sia o meno "legittima difesa" si potrebbe discutere a lungo senza arrivare ad alcuna meta; è una definizione che ho sentito innumerevoli volte, molto spesso da quasi coetanei che, a fronte di una storia lavorativa non molto diversa dalla mia, hanno case e macchine e tenori di vita assai diversi.
Magari sono stati molto più in gamba di me o magari si sono difesi meglio. Comunque buon per loro, si vive una volta sola.
Ci si ritroverebbe immediatamente invischiati in discorsi estremamente inflazionati, come ad esempio quello, difficilmente contestabile, secondo cui se ci fossero meno persone che "si difendono" dichiarando anno dopo anno al fisco il 10-20% dei propri reali guadagni allora magari le tasse da pagare sarebbero meno esose e così via.
Il mio punto di vista è molto semplice e a bassa quota, basato su fatti personalmente e ripetutamente riscontrati.
Se io, titolare di p.iva e quindi fiscalmente considerato come azienda individuale, voglio comprarmi diciamo un suv da 28mila euro, mi trovo di fronte un venditore che mi spiega, in soldoni, che ho la possibilità di pagarlo circa la metà. Basta che io lo immatricoli come autocarro, facendolo passare come veicolo strettamente ed esclusivamente necessario per la mia attività. Dovrei insomma firmare delle carte con cui io dichiaro che per svolgere la mia attività professionale mi è assolutamente indispensabile quel macchinone, esattamente come al muratore è indispensabile il camioncino con cui trasportare carriole, scale, impalcature e via dicendo. Ne deriverebbe infatti una enorme agevolazione fiscale (perfettamente condivisibile per il camioncino del muratore, che difficilmente anche volendo potrebbe essere usato per altri scopi).
La legge, però, abbina a questa enorme agevolazione fiscale anche alcune comprensibili limitazioni, proprio per evitare che essa venga indebitamente sfruttata. Ecco allora, dice il venditore, che bisogna installare una griglia inamovibile di separazione tra l'abitacolo e il bagagliaio e che, in teoria, il veicolo non potrebbe essere usato per scopi palesemente estranei alla attività lavorativa. Però, dice il venditore, i controlli di fatto non esistono, la questione è un po' ambigua e comunque, anche in caso di contestazione, si può sempre dire questo e quello ed eventualmente appellarsi alla sentenza tal dei tali ecc. ecc.
Al di là dei cavilli, la realtà delle cose è lampante: siccome io non ho assolutamente bisogno di quel particolare veicolo per lavorare e intendo usarlo non solo per lavoro, mi trovo davanti ad una scelta molto chiara: o mi comporto onestamente, evitando di dichiarare di fatto il falso anche se ciò significa spendere molto di più, oppure... approfitto dell'opportunità e della grande... convenienza.
Personalmente in famiglia abbiamo optato per la prima scelta; siamo stati onesti o... non ci siamo legittimamente difesi? Certo farebbe comodo anche a me comprare con 14mila un veicolo che costa 28 oppure (avessi un carattere diverso) spendere 30mila portando però a casa ed esibendo ai vicini di casa un macchinone che loro dovrebbero pagare 60, ma non l'ho fatto e non lo farei; sarò un pirla incapace di difendersi, ma ho bisogno di essere ragionevolmente a posto con la mia coscienza, altrimenti non potrei certo lamentarmi degli autovelox truffaldini o degli abusi edilizi o delle rotatorie o delle zone industriali fini a sé stesse o dei molti "autocarri" che mogli e figli di industriali ed artigiani e professionisti parcheggiano qua e là alla faccia di quelli come me che pagano le cose per intero.
Non escludo, ovviamente, che ci possa essere qualche caso limite in cui la questione si pone in termini diversi, ma stando a quello che più di un venditore mi ha personalmente raccontato negli anni si tratta di una minoranza veramente irrisoria.