<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Il lavoro c'è, ma nessuno lo vuole | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

Il lavoro c'è, ma nessuno lo vuole

jo74bg ha scritto:
84Christian ha scritto:
ferrets ha scritto:
http://www.ilgiornale.it/interni/il_lavoro_ce_ma_nessuno_vuole/15-03-2010/articolo-id=429571-page=0-comments=1

poi ci riempiamo di immigrati :?
Gli ItaGliani vorrebbero fare:
- l'università fino ai 30 anni o più;
- gli emuli di Corona;
- gli amici di Maria;
- il partecipante ai reality;
- il calciaTTore
- il selezionatore di attrici hard

e intanto l'ItaGlia sotto questo punto di vista la mandano avanti gli extracee :rolleyes: (anzi nemmeno sempre, leggere l'ultima parte dell'articolo)
Ti dico solo di non bestemmiare quando per una minoranza imbecille veniamo additati tutti. Tanto per cominciare vediamo sempre più giovani che si piegano a condizioni sempre peggiori, per non dire disumane pur di trovare uno straccio di lavoro. E' facile che cogliendo la nostra disperazione i datori ne approfittano per farci contratti a loro piacimento a condizioni dettate esclusivamente da loro con sindacati che fanno sempre più acqua da tutte le parti.

Immagino tu abbia almeno 35/40 anni per dire una cosa del genere. Sai, la tua generazione sotto il punto di vista lavorativo è molto più fortunata della mia.

Christian

non pensare che quelli di 35/40 anni hanno cominciato a fare lavori d oro,
da qualche parte bisogna iniziare,a 16 anni ho iniziato in una ditta di sbancamenti e gli unici attrezzi che utilizzavo erano il piccone e la pala,e quando andava bene si faceva l asfalto,e come paga prendevo 6000lire all ora :evil:
con gli straordinari arrivavo a 1.100.000lire
Intanto vedo anche oggi ragazzi dell'età mia o anche più giovani fare lavori di tutti i tipi, specialmente aiutante barman e similari.
A volte ho l'impressione (e non solo io) che alcuni politici comprino i media per voltare la cosa e puntare come al solito il dito contro noi giovani approfittando di quella minoranza sfaticata in modo da mettere a tacere il fatto che l'Italia ultimamente abbiano fallito. Più precisamente è facile intervistare tantissimi giovani e rendere pubbliche solo quelle interivste nelle quali si trovino i "fannulloni". Per non parlare di come possano essere facilmente falsificate le statistiche. Te lo dico io che lavoro in un'impresa di pulizie e quasi ogni giorno viene e chiama gente disperata in cerca di lavoro e molto disponibile (te lo dice un collaboratore che lavora in ufficio e che quindi quasi sempre prende le telefonate).
Con questo non voglio mettere in dubbio quel che tu dici, ma suggerisco a te (ed agli altri utenti) di guardare la situazione da più punti di vista.
 
belpietro ha scritto:
dexxter ha scritto:
Aubrey ha scritto:
Claudio b. ha scritto:
Ti ripeto, non so che cosa vorrebbero fare gli italiani, ma mi guarderei bene dal farmelo dire da un giornale di xxxxxxxxxx, che mi sembra che sia il primo a rincoglionirli.
Ciao
Claudio

Guarda, io dai giornali non mi fare dire neppure la ricetta per la pasta in bianco, figuriamoci il lavoro che vorrei o dovrei fare.

ma guarda che nessuno ti dice ciò che devi fare; l'argomento è molto più semplice, ci sinlamenta della disoccupazione e contemporaneamente si dice che l'italiano non vuole fare certi lavori; e non si dice di
pulire i cessi.....

non è vero che non li VUOLE fare

più semplicemente non li SA fare.

almeno la ricerca che indichi tu, che riguarda le imprese artigiane e la ricerca di personale con una qualifica.

c'è poi il discorso del ponte e dell'acqua: un po' è per via del lavoratore che non sa fare, un po' per via dell'azienda che vuole assumere solo uno già bello e finito, invece che smazzarsi per formarselo in casa.
il che poi è colpa anche del sistema, in cui ci stanno dentro azienda, lavoratore e sistema formativo, il quale ultimo non incentiva a fare formazione (e fa ricadere alla fin fine i costi sull'azienda e sul lavoratore)

nell'articolo si parla di pasticcieri, meccanici, calzolai ecc ecc. Per esempio per calzolaio non c'è una scuola (per meccanici e pasticcieri ci sono spesso corsi regionali), ciò vuol dire che uno deve imparare il mestiere sul campo; in tal caso, non puoi pretendere che ti dia 1000 euro al mese quando, per trovarte il tempo di insegnarti, deve perdere tempo per spiegarti il lavoro. L'ideale sarebbe reintrodurre l'apprendistato, come una volta ma ci vuole umiltà.Ed è questa che manca.
 
biasci ha scritto:
Tutte belle frasi (più o meno).
Ma perchè non riesco a trovare uno straccio di magazziniere che sappia usare un trapano e un paio di attrezzi elementari che però abbia VOGLIA DI LAVORARE? :evil:

appunto.......
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Io, coi CV che ricevo in una settimana, ci posso tappezzare le pareti dell'ufficio. E sono tutti italiani, più o meno laureati, più o meno diplomati. E sono disposti a fare di tutto.

Direi che se vogliamo uscire dalla propaganda, sarebbe il caso di escludere "fonti autorevoli" come il Giornale, o la Pravda. E spegnere un po' la televisione ( anche RaiUno ).

c'è laurea e laurea........
 
dipenderà anche dal fatto che molti giovani contano fino all'età avanzata sul portafoglio del papà e la borsetta di mammà...

gli italiani sono mammoni.e i genitori dal canto loro fin troppo "figlioni"
 
Kren ha scritto:
belpietro ha scritto:
dexxter ha scritto:
Aubrey ha scritto:
Claudio b. ha scritto:
Ti ripeto, non so che cosa vorrebbero fare gli italiani, ma mi guarderei bene dal farmelo dire da un giornale di xxxxxxxxxx, che mi sembra che sia il primo a rincoglionirli.
Ciao
Claudio

Guarda, io dai giornali non mi fare dire neppure la ricetta per la pasta in bianco, figuriamoci il lavoro che vorrei o dovrei fare.

ma guarda che nessuno ti dice ciò che devi fare; l'argomento è molto più semplice, ci sinlamenta della disoccupazione e contemporaneamente si dice che l'italiano non vuole fare certi lavori; e non si dice di
pulire i cessi.....

non è vero che non li VUOLE fare

più semplicemente non li SA fare.

almeno la ricerca che indichi tu, che riguarda le imprese artigiane e la ricerca di personale con una qualifica.

c'è poi il discorso del ponte e dell'acqua: un po' è per via del lavoratore che non sa fare, un po' per via dell'azienda che vuole assumere solo uno già bello e finito, invece che smazzarsi per formarselo in casa.
il che poi è colpa anche del sistema, in cui ci stanno dentro azienda, lavoratore e sistema formativo, il quale ultimo non incentiva a fare formazione (e fa ricadere alla fin fine i costi sull'azienda e sul lavoratore)
Quoto.

quoti? ok, ma perchè se cerchi lo stesso lavoratore tra gli extra li trovi; poi si scopre che ci sono 250000 imprenditori extra....
 
proprio adesso c'è un servizio al TG in cui si parla che è aperta l'iscrizione per animatore di villaggio. Inutile dire che c'è la fila.........
 
Aubrey ha scritto:
belpietro ha scritto:
io non ho dati precisi, ma se le mie letture en-passant sono corrette l'Italia sforna MENO laureati di quanti ne servirebbero.
evidentemente non funziona la connessione tra curriculum di studi e lavoro; ovvero, forse non c'è un buon allineamento, o forse siamo troppo legati a un automatismo tra il percorso curricolare e l'indirizzo di lavoro, da male adattare le due esigenze.

un poco potrebbe essere responsabilità dell'abitudine al "valore legale" del titolo di studio.
non saprei.

Ecco, io questo non me lo spiego.
Se le nostre università sfornano meno laureati di quanti ne servirebbero, perchè ho parecchi amici 30enni laureati con ottimi voli (tutti sopra il 105) disoccupati cronici (ovvero da più di 5 anni) ?
Per non parlare di quelli (sempre più o meno 30enni) che per avere uno stipendio dignitoso (e scrivo dignitoso, non abbondante) han dovuto attraversare, come minimo, l'oceano ?

Secondo me le cose sono due :
- o queste statistiche lasciano il tempo che trovano
- produciamo pochi laureati e di questi pochi la maggior parte ha seguito corsi di studio inutili al mercato del lavoro[/quote

Dipende molto anche da dove si abita: con certe lauree, tipo architettura, geologia, se non stai, nel caso della mia regione a Bologna, si fa dura ....ma molto dura.
Ciao
 
dexxter ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Io, coi CV che ricevo in una settimana, ci posso tappezzare le pareti dell'ufficio. E sono tutti italiani, più o meno laureati, più o meno diplomati. E sono disposti a fare di tutto.

Direi che se vogliamo uscire dalla propaganda, sarebbe il caso di escludere "fonti autorevoli" come il Giornale, o la Pravda. E spegnere un po' la televisione ( anche RaiUno ).

c'è laurea e laurea........

Questo è certo. Ma quelli che vanno via dall'Italia di solito non sono laureati in sociologia. E nemmeno quelli che mandano i curricula alle industrie.
 
Io a settembre mi laureerò in archeologia, per raggiungere questo traguardo ho lavorato sodo, per lo studio necessario al conseguimento di tutti i 171 CFU che ho ottenuto (mi mancano solo i 9 previsti per la tesi), per le attività pratiche, ovvero gi scavi, per gli stage ai musei, per guadagnarmi qulche soldo per poter evitare di gravare sul conto corrente dei miei genitori. Mi faccio 3 ore di treno quotidianamente per raggiungere la sede dell'università, busso a ogni porta per chiedere di poter lavorare, anche gratuitamente, al solo scopo di poter allungare il mio curriculum e fare esperienza sul campo. Mi piacerebbe che il mio impegno fosse premiato, una vota conseguita la laurea: non pretendo nè stipendi folli, nè di fare il calciatore (mi basta la canonica partita a calcetto con gli amici del venerdì sera), chiedo solo di poter svolgere la professione che mi piace, e intendo impegnarmi per conseguire questo traguardo, se non ci riesco qua in Italia, cercherò all'estero, dove è più facile (in Austria ho avuto una delle poche esperienze di scavo dove sono stato pagato): non è questione di non volermi sporcare le mani (fare l'archeologo significa sporcarsi le mani, nel vero senso della parola, è un lavoro non solo intellettuale, ma anche molto faticoso, ed è per l'unione delle due cose che amo questa professione), quanto di voler raccogliere i frutti del mio impegno e dei sacrifici che ho fatto per poter ottenere la preparazione, teorica e pratica, che ho acquisito, è, el mio caso, poter seguire una passione, avere il privilegio di poter andare al lavoro con un sorriso.
 
FedeSiena ha scritto:
dexxter ha scritto:
è da tempo che lo dico. L'altra sera ho sentito il TV dire da un pasticciere ( di colore) che un pasticciere molto bravo può guadagnare come un dirigente, eppure, i giovani preferiscono il call center. Valli a capire

Quando uno ha studiato fino ad una certa età poi non si adatta più a fare i lavori "manuali", così come chi ha sempre lavorato di certo non si mette sui libri a fare l'Università a 30 anni...
;)

E' questo il problema.
Non è il "problema" dei giovani, è il problema anche delle scuole che portano avanti tutti (svogliati compresi) creando così una generazione di trentenni pseudo-studiosi e svogliati.

Io non sono mai stato uno di quelli che si ammazzava di studio (anzi, finite le medie volevo anche smettere ed andare a lavoro...) però mi sono sempre impegnato per raggiungere almeno la sufficienza. Quando mi sono trovato ad Oxford dove il livello di studio è molto più elevato che in Italia e richiede un impegno enormemente maggiore mi sono adattato, senza lamentarmi ed ho preso il diploma in Legal Studies con un voto discreto.
;)
Oggi faccio un lavoro d'ufficio che non mi dispiace anche se bisogna ammazzarsi per portare a casa 1.200 euro.
Tuttavia, preferisco "ammazzarmi" al computer o in giro dai clienti, quando penso a quelli che sono in cima ad un ponteggio a fare i muratori o a raccogliere pomodori, penso a quanto sono più fortunato...
non ci sono solo i muratori e quelli che raccolgono pomodori (con tutto il dovuto rispetto) ci sono anche per l'appunto pasticceri e chef di cucina come il sottoscritto, non ti dico quanto guadagno solo per non farti venire uno "sciopettun" :D :D :D :D :D
 
FedeSiena ha scritto:
biasci ha scritto:
Tutte belle frasi (più o meno).
Ma perchè non riesco a trovare uno straccio di magazziniere che sappia usare un trapano e un paio di attrezzi elementari che però abbia VOGLIA DI LAVORARE? :evil:

Perchè non lo paghi proporzionatamente al lavoro che fa ma gli dai uno stipendio fisso a fine mese.
;)
Per questo chi deve lavorare lo fa in modo "comodo" anche perchè non è abbastanza incentivato e sa che a fine mese i suoi 900 euro li prende comunque.

Se non sei alla famosa canna del gas ( repetita iuvant ) vai a fare il cuoco a 941 Euri al mese e lavori 60 ore alla settimana?
Rispondersi in coscienza.
Ciao
P.S. dimenticavo: Natale, Capodanno, Sabato , Domenica e chi piu' ne ha....
 
migliazziblu ha scritto:
FedeSiena ha scritto:
biasci ha scritto:
Tutte belle frasi (più o meno).
Ma perchè non riesco a trovare uno straccio di magazziniere che sappia usare un trapano e un paio di attrezzi elementari che però abbia VOGLIA DI LAVORARE? :evil:

Perchè non lo paghi proporzionatamente al lavoro che fa ma gli dai uno stipendio fisso a fine mese.
;)
Per questo chi deve lavorare lo fa in modo "comodo" anche perchè non è abbastanza incentivato e sa che a fine mese i suoi 900 euro li prende comunque.

Se non sei alla famosa canna del gas ( repetita iuvant ) vai a fare il cuoco a 941 Euri al mese e lavori 60 ore alla settimana?
Rispondersi in coscienza.
Ciao
P.S. dimenticavo: Natale, Capodanno, Sabato , Domenica e chi piu' ne ha....
si, è come dici Tu. ti toccano diversi anni di gavetta.
ma poi se non sei un minkione racogli i frutti e non sono pochi.
la mia risposta un pò cafona a fedesiena, è "figlia" dei miei prima anni lavorativi. dove appunto gli orari erano massacranti e i soldi in rapporto davvero pochi.
allora tutti i miei amici mi davano del pirla, loro uscivano tutte le sere con ragazze e compagnia io lavoravo almeno fino alla mezzanotte.
però adesso loro guidano l'utilitaria e faticano ad arrivare a 1300 ? al mese.
la mia vita è invece radicalmente cambiata.
 
claudioval.carb ha scritto:
Io non capisco perchè ce la si prende tanto con chi ha fatto l'università e poi non vuole fare lo spazzino; se uno investe tempo e danaro è chiaro che poi voglia vedere un ritorno, a meno di non avere famiglia a carico, e allora ci si adatta a tutto. Altrimenti avrebbe iniziato un lavoro 5/6 anni prima e a 30 anni avrebbe già una casa e una famiglia, mentre chi ha fatto l'università a trentanni ha una stanza in affitto e una uno del 92....
Ottimo intervento, cinque stelle. Non si capisce perchè chi ha le capacità e i titoli(titoli conquistati sputando sangue sui libri, magari mentre gli altri si andavano a divertire, perchè studiare è FATICA) si debba pure sentir dare del fannullone perchè non accetta di fare il parrucchiere.
 
Aubrey ha scritto:
belpietro ha scritto:
io non ho dati precisi, ma se le mie letture en-passant sono corrette l'Italia sforna MENO laureati di quanti ne servirebbero.
evidentemente non funziona la connessione tra curriculum di studi e lavoro; ovvero, forse non c'è un buon allineamento, o forse siamo troppo legati a un automatismo tra il percorso curricolare e l'indirizzo di lavoro, da male adattare le due esigenze.

un poco potrebbe essere responsabilità dell'abitudine al "valore legale" del titolo di studio.
non saprei.

Ecco, io questo non me lo spiego.
Se le nostre università sfornano meno laureati di quanti ne servirebbero, perchè ho parecchi amici 30enni laureati con ottimi voli (tutti sopra il 105) disoccupati cronici (ovvero da più di 5 anni) ?
Per non parlare di quelli (sempre più o meno 30enni) che per avere uno stipendio dignitoso (e scrivo dignitoso, non abbondante) han dovuto attraversare, come minimo, l'oceano ?

Secondo me le cose sono due :
- o queste statistiche lasciano il tempo che trovano
- produciamo pochi laureati e di questi pochi la maggior parte ha seguito corsi di studio inutili al mercato del lavoro
Non è affatto vero che tutti i laureati finiscono nei call center o non trovano collocazione adeguata, almeno secondo la mia personale esperienza. I giovani vanno spronati, almeno quelli che hanno voglia di fare e capacità, a proseguire negli studi. Come ricordava correttamente Belpi, in Italia i laureati sono ancora troppo pochi.
 
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