<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Il discorso di De Meo | Il Forum di Quattroruote

Il discorso di De Meo

Riporto il discorso di Luca De Meo all'ultimo salone di Parigi. Lucido, analitico. In gran parte condivisibile. Rappresenta la complessità che l'industria europea dell'auto sta vivendo.


“Ci sono delle regole, si chiamano WTO e sono state firmate da tutti. L’Unione Europea ha scoperto il segreto di Pulcinella, ossia che alcune aziende hanno avuto un supporto importante da parte del governo cinese per accelerare l’elettrico. Ci sono regole da seguire, da un punto di vista di business non ho niente da commentare, questo è un processo ormai quasi giudiziario. La vera questione per noi è come possiamo cooperare e competere con i cinesi, che attualmente hanno una generazione di vantaggio. Dobbiamo essere sul pezzo della tecnologia. Il problema è di come ci organizziamo. Avete sicuramente letto il rapporto Draghi. Dice esattamente le stesse cose che dico io, ossia che serve un lavoro di squadra. I cinesi cacciano come lupi in branco, questa è la verità, noi invece ci muoviamo individualmente, ognuno con la sua opinione, ogni Paese con un approccio diverso. Dobbiamo trovare la maniera di lavorare assieme, perché se altrimenti ci giochiamo il 10% del Pil europeo, e se cresci dell’1% all’anno ci metti dieci anni per recuperarlo. Questi sono i fatti. L'automobile è la base dell'industria europea. I cinesi sono in vantaggio, ma ricordate che in Cina c’è un sistema sociale diverso dal nostro, che spero non vogliamo mettere in discussione. Quelli che hanno spinto sull’elettrico ci chiedono di fare macchine che costano meno delle termiche che produciamo da 150 anni. In Cina c’è gente che lavora 70 ore alla settimana. Volete che facciamo la stessa cosa anche qua? Perché questa è una delle ragioni per cui costano meno, e ce ne sono altre, per esempio le nostre regole antitrust. Insomma, ci sono diversi motivi per cui i costruttori cinesi hanno un certo vantaggio. Detto ciò, se si guardano i numeri, fanno il 3% del mercato europeo. Di cosa stiamo parlando? Come industria ne abbiamo già passate tante. Venire in Europa non è una passeggiata di salute: abbiamo avuto gli americani, i giapponesi, i coreani, e se si sommano tutti assieme quanto fanno? Il 25% del mercato europeo? Non è che fanno il 95%".


“Un conto è avere timore reverenziale della competizione, un conto è andare nel panico. Sono due cose diverse. Noi non siamo nel panico. Quello che ci fa più paura in questo momento è che ci viene richiesta una velocità di conversione che rischia di spaccare tutto il sistema, quando noi abbiamo la responsabilità di 13 milioni di posti di lavoro in Europa: 13 milioni di persone sono una nazione. E noi continuiamo a dire che ci mettiamo i soldi, che lavoriamo 14 ore al giorno, ma non ci mettete davanti a un muro che arriva a 250 km all'ora, perché è pericoloso. In Europa non c'è un progetto di gigafactory, perché ci vogliono anni prima che diventi efficiente. Non c'è nessun progetto di chimica in Europa, perché la chimica puzza, nessuno la vuole. Non c’è nessuno posizionato strategicamente per garantire alle Case un prezzo competitivo per litio, manganese, nickel e cose del genere, che per metà è in mano ai cinesi. Possibile che dobbiamo essere gli unici idioti che devono pagare le multe? Se questa è la regola ci adatteremo, andremo a comprare i crediti dalla BYD o dalla Tesla, che fa praticamente la metà del suo profitto vendendo crediti agli altri, andremo a fare quelli che chiamano 'prezzi aggressivi' sull'elettrico, così ammazziamo il bambino nella culla e tra cinque anni non ci sarà più business elettrico in Europa. Oppure fermiamo la produzione, e chiudiamo dieci fabbriche. Abbiamo bisogno di soluzioni adesso, in questo momento. Non è che non dobbiamo parlare di una revisione degli obiettivi del 2035, ma per quelli c’è tempo, oggi abbiamo altri problemi. Lavoriamo per raggiungere tutti i target e se non riusciremo compreremo crediti dai costruttori di elettriche stranieri, se è questo che vuole l’Europa. Capire che cosa succederà l’anno prossimo è molto urgente perché ora stiamo ricevendo gli orini per le auto che consegnerò nel 2025, a proposito delle multe salate a coloro che non riusciranno a ridurre le emissioni medie di anidride carbonica dai 116 g/km del 2024 a poco meno di 94 grammi", ha concluso il CEO italiano.

Le citycar elettriche
Non è mancata anche una riflessione riguardo l'ipotesi di realizzare una società europea che miri sulla produzione di citycar elettriche. De Meo, ha esordito dicendo che “non sarebbe neppure la prima volta: quand’ero in Toyota facemmo un progetto con PSA per produrre le Aygo, le C1 e le 107. Quel progetto non andò male, ogni brand vendeva 100 mila unità della sua auto. Quella che ho proposto a Volkswagen non è poi chissà che idea originale, ma continuo a proporla. Abbiamo la capacità produttiva, al momento in Europa non esiste una piattaforma competitiva come la nostra e quindi estendo l’invito ad altri, per fare un modello insieme".

Ha poi proseguito: “Abbiamo presentato uno studio sulle auto più piccole, fatto tra l’altro da un ricercatore italiano che lavora in Francia, che dimostra che le citycar sono l’uovo di Colombo. Non ci vuole un Nobel in fisica per capire che che per muovere un oggetto che pesa una tonnellata ci vuole la metà dell'energia (qualsiasi essa sia) di un oggetto che ne pesa due. Tra l’altro, nel caso dell’elettrico, puoi fare batterie più compatte e quindi una macchina che costa meno rispetto a una con motore termico. Oltre alle citycar ci sono anche i veicoli per le consegne dell’ultimo miglio, sono i due segmenti naturali per la crescita dell’elettrico".

Agire con criteri diversi
Il CEO Renault ha poi espresso la sua idea riguardo il metodo con cui ci si dovrebbe approcciare al settore: “Abbiamo abbandonato il settore delle piccole, facciamo macchine più ricche, più complesse, più pesanti... Dovremmo invece creare una nuova categoria, o differenziare la regolamentazione tra auto grandi e piccole, come è stato fatto in Giappone con le kei car. È una storia che racconto spesso, ma penso di avere una certa legittimità a parlarne, quando sono arrivato in Fiat abbiamo fatto la 500, qualcosa di questo segmento la conosco. Non dobbiamo scendere a compromessi sulla sicurezza, non ho dubbi a riguardo, ma guardate i test di sicurezza, con una Mercedes Classe S e un metro e mezzo di cofano è facile prendere cinque stelle, se hai un cofano di 20 centimetri è più complicato. Le regole andrebbero adattate alle condizioni di utilizzo di questo tipo di veicoli".

"Stiamo entrando in un mondo dove la domanda è molto volatile, viviamo in un mondo dove la tecnologia è evolutiva. Prima gestivamo una domanda relativamente stabile, adesso occorre essere più veloci, avere organizzazioni compatte, agili, capaci di resistere a queste continue oscillazioni, essere orientati all’innovazione. Non si ragiona più in un’ottica lineare, ma con una logica in cui si mettono sul piatto tre o quattro scenari possibili, sapendo che magari solo uno funzionerà. È un cambio di paradigma totale: tutte le aziende che puntano solo ai numeri, concentrandosi solo su quelle che chiamano sinergie, avranno dei problemi. Per assurdo, guardando al gruppo Renault, la profonda crisi che abbiamo vissuto quattro anni fa, e che ci è quasi costata la vita, si è trasformata nell’opportunità di immaginare un'azienda molto più adatta di molte altre ai tempi che viviamo”, ha continuato, per poi virare sulla collaborazione con Nissan, dicendo che questo è a tutti gli effetti "un matrimonio più moderno, dove ognuno fa la sua vita, nel quale la passione giovanile è venuta meno", ma nel quale si è "d'accordo su delle cose che fa senso fare insieme. La Nissan si compra la base della Renault 5 per fare la Micra, la Mitsubishi fa la stessa cosa... Se un progetto ha senso per due aziende lo si fa, siamo molto più operativi, ma al tempo stesso rimaniamo liberi di collaborare con altri".
 
Chi ha scelto di abbandonare le macchine piccole? Loro! (non ci guadagnavano una fava, ovvero da quelle grandi i margini erano maggiori), ma ora chi acquista le auto grandi? Nessuno!
Tutto il resto più o meno lo condivido.
 
Condivido quasi tutto, in particolare i discorsi dell'approccio all'auto elettrica e gestione della filiera: ci vuole una joint venture europea, è una sfida troppo grande, bisogna condividere tecnologia, filiera di approvigionamento, gigafactory, adottare standard comunitari per le batterie...guadagnare magari meno ma sopravvivere il più possibile.
Altrimenti voltare proprio faccia, ammettere che la sfida dell'auto elettrica è persa e buttarsi tutti su carburanti alternativi, dove si può applicare brevetti e tecnologie che i cinesi non hanno.
Defiscalizzarli ad un costo ai cui la gente può preferirli piuttosto di acquistare un prodotto a batterie. Fermo restando che le auto a benzina le sanno fare anche in Cina.

La cosa che trovo assurda è, come giustamente dice De Meo, il discorso crediti. Le case europee danno soldi a case straniere per delle regole imposte dall'unione europea. Piuttosto che paghino solo multe all'unione così che i soldi possano essere investiti piuttosto che rimpolpare i bilanci di case straniere. Ha ragione che siamo gli unici sveglioni a fare una cosa del genere. Da tirarsi la mazza sui piedi.
 
Scusate ma per ora io non vedo, almeno da noi , questa invasione di auto cinesi EV, i marchi cinesi se sono entrati sono entrati in segmenti ben precisi, in pratica fondamentalmente B e C Suv con vetture termiche accogliendo la voglia di chi non ha molti soldi di acquistare un SUV ma lo vuole.
Nei segmento A o B , tradizionale, che sono poi quelli che le case continentali stanno abbandonando, neanche i Cinesi ci stanno entrando, a parte qualche proposta EV, a dimostrazione che poi le logiche di mercato non è che sono molto differenti.
 
il punto è che nonostante i costruttori siano riuniti nell'ACEA (adesso Stellantis ne è dentro? FCA era uscita) poi ognuno pensa di vincere da solo contro gli altri pensando al suo orticello.
La UE dovendo sobbarcarsi fra le fisime di ciascun Stato (che fa gli interessi di ciascuna casa nazionale) fa la superpartes favorendo gli stranieri.

"Stranieri" che invece fanno all-in sulla politica, una perché embedded l'altra perché sponsor.
Se l'aerospaziale europeo (vedi Airbus) ha una posizione di spicco è perché le forze si sono unite.
O si dimenticano i campanilismi e si fa conto che in gioco non c'è "solo" un mezzo di trasporto (con cui andare e tornare da Milano a Roma in giornata) oppure saranno guai grossi.
 
Scusate ma per ora io non vedo, almeno da noi , questa invasione di auto cinesi EV, i marchi cinesi se sono entrati sono entrati in segmenti ben precisi, in pratica fondamentalmente B e C Suv con vetture termiche accogliendo la voglia di chi non ha molti soldi di acquistare un SUV ma lo vuole.
Nei segmento A o B , tradizionale, che sono poi quelli che le case continentali stanno abbandonando, neanche i Cinesi ci stanno entrando, a parte qualche proposta EV, a dimostrazione che poi le logiche di mercato non è che sono molto differenti.
Ovvio! noi gli EV non li vogliamo, per contro vogliamo B-SUV e C-SUV meglio se al prezzo di una B normale.
 
Scusate ma per ora io non vedo, almeno da noi , questa invasione di auto cinesi EV, i marchi cinesi se sono entrati sono entrati in segmenti ben precisi, in pratica fondamentalmente B e C Suv con vetture termiche accogliendo la voglia di chi non ha molti soldi di acquistare un SUV ma lo vuole.
Nei segmento A o B , tradizionale, che sono poi quelli che le case continentali stanno abbandonando, neanche i Cinesi ci stanno entrando, a parte qualche proposta EV, a dimostrazione che poi le logiche di mercato non è che sono molto differenti.
Beh, molte elettriche di marchi anche non cinesi arrivano da li. Mini, Spring, Tesla, Smart.
In ogni caso, piano piano si fanno largo. Mentre molti costruttori europei abbandonano il segmenti, è arrivata la MG3 o la T03 di Leap
 
il punto è che nonostante i costruttori siano riuniti nell'ACEA (adesso Stellantis ne è dentro? FCA era uscita) poi ognuno pensa di vincere da solo contro gli altri pensando al suo orticello.
La UE dovendo sobbarcarsi fra le fisime di ciascun Stato (che fa gli interessi di ciascuna casa nazionale) fa la superpartes favorendo gli stranieri.

"Stranieri" che invece fanno all-in sulla politica, una perché embedded l'altra perché sponsor.
Se l'aerospaziale europeo (vedi Airbus) ha una posizione di spicco è perché le forze si sono unite.
O si dimenticano i campanilismi e si fa conto che in gioco non c'è "solo" un mezzo di trasporto (con cui andare e tornare da Milano a Roma in giornata) oppure saranno guai grossi.
5 minuti di applausi
 
Beh, molte elettriche di marchi anche non cinesi arrivano da li. Mini, Spring, Tesla, Smart.
In ogni caso, piano piano si fanno largo. Mentre molti costruttori europei abbandonano il segmenti, è arrivata la MG3 o la T03 di Leap

Ma la mia domanda è questa, i cinesi stanno sfondando con le EV da noi?
 
Ma la mia domanda è questa, i cinesi stanno sfondando con le EV da noi?

Con le EV non mi sembra... ma a parte Tesla, nessuno "sfonda" in quel settore... stanno iniziando a vender le termiche, da DR a MG, quello sì.

Ma a loro interessa mettere un piede, poi si allargano col tempo, non hanno fretta come noi, sono gente da una goccia alla volta, con pazienza.
 
Con le EV non mi sembra... ma a parte Tesla, nessuno "sfonda" in quel settore... stanno iniziando a vender le termiche, da DR a MG, quello sì.

Ma a loro interessa mettere un piede, poi si allargano col tempo, non hanno fretta come noi, sono gente da una goccia alla volta, con pazienza.
Esatto. Così nel frattempo, possono costruirsi una rete di distribuzione, una reputazione etc.
Tra l'altro sui bus, con i loro BYD di fatto già dominano il mercato in Europa.
 
Però, se volessimo lasciare i cinesini di stucco, basterebbe fare una retromarcia.... abolire le BEV, e spingere solo sui biocarburanti... così rimarrebbero col cerino in mano.

Ma non abbiamo le "00" per farlo....
 
Però, se volessimo lasciare i cinesini di stucco, basterebbe fare una retromarcia.... abolire le BEV, e spingere solo sui biocarburanti... così rimarrebbero col cerino in mano.

Ma non abbiamo le "00" per farlo....
ma coi bio-carburanti, poi, costerebbero meno (al km) di una BEV?
perché in caso contrario vedi che del "Roma-Milano" interesserebbe nulla e tutti a comprare BEV china-made, lasciando intuire l'esito.

Loro già adesso stanno abbassando i consumi di petrolio (o quanto meno non li stanno aumentando destinando il risparmiato ad altri usi) per autotrazione ...
Fra l'altro stiamo mettendo in crisi anche le filiere dell'industria green (pannelli europei ad esempio) perché poco competitivi [c'è poco da fare, il nostro costo del lavoro è più alto]; mettici che mettiamo paletti a nuove installazioni (Sardegna) e la frittata è pronta.
 
Beh se consideri cos'erano i cinesi 10 anni fa e cosa sono oggi.

Aggiungo: di 100 auto elettriche vendute in Europa, quante arrivano dalla Cina? E' questo il vero punto.

Sulla crescita dei cinesi io lo dico da tempo, è che ho un poco il dubbio che la nostra industria e anche noi cerchiamo spesso i problemi fuori senza mai vedere le criticità che da tempo c'erano in casa.
Il mercato era da anni in contrazione, le case da anni si sapeva che dovevano unirsi per continuare a vivere, i concessionari da tempo si sapeva che dovevano ristrutturarsi diventando plurimarchi con un servizio a 360° rispetto ai vecchi saloni.
Personalmente, poi posso sbagliare, mi sembra che ora le EV siano la causa di tutti i mali, se non c'erano stavamo ancora in un paradiso automobilistico, e non mi sembra
 
Back
Alto