<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Il discorso di De Meo | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

Il discorso di De Meo

io però dicevo un altra cosa, che i problemi del settore automobilistico continentale non sono arrivati con la transizione, erano già in essere, poi probabilmente con quella si sono velocizzati,

Più che altro viene da chiedersi se la transizione è stata davvero scambiata per la soluzione a tali problemi.
Io non credo molto alla teoria secondo cui le case hanno visto nell'elettrico una ghiotta occasione per tagliare i costi e vendere meno auto ma a prezzi più elevati.
Per me alcune case non avevano alcuna intenzione di passare a produrre veicoli elettrici ma si sono accorte con colpevole ritardo che quando dicevano 2035 etc etc non scherzavano.
 
Esatto..... alle case l'elettrico conviene, quindi con lo stop alle termiche hanno creduto di aver beccato un gratta e vinci di quelli buoni. Peccato che la realtà gli stia dando una badilata nelle gengive.....

Non so.
Di personaggi contrari all'auto elettrica o comunque scettici nel mondo dell'auto ce ne sono parecchi.
Marchionne ad esempio.
Poi comunque metti anche che abbiano pensato di fare il colpo gobbo scommettere sul fatto che il mercato avrebbe accettato di buon grado la transizione è stato un enorme azzardo.
 
la storia del blasone potrà reggere a lungo.

Per come la vedo io, il "blasone" non ha mai fatto numeri, o meglio li ha fatti ma su segmenti di mercato che non fanno grandi volumi. Difficile che lo "stipendiato medio" da 1.5k al mese (media di Trilussa) al momento di cambiare auto vada a trattare Audi o Mercedes..... e i numeri di Dacia e DR non sono lì per caso.
 
Per come la vedo io, il "blasone" non ha mai fatto numeri, o meglio li ha fatti ma su segmenti di mercato che non fanno grandi volumi. Difficile che lo "stipendiato medio" da 1.5k al mese (media di Trilussa) al momento di cambiare auto vada a trattare Audi o Mercedes..... e i numeri di Dacia e DR non sono lì per caso.

Vero però io intendevo il blasone di un marchio europeo generalista,tipo vw,rispetto a un marchio cinese mai sentito nominare.
Credo che almeno parte del mondo dell'automotive europeo sia o fosse convinto di non dover temere la concorrenza degli outsider,che la gente avrebbe continuato a comprare seguendo la tradizione.
E i marchi europei avevano più o meno la loro specialità.
C'era fca specializzata nelle vetture compatte.
Tra i marchi tedeschi bmw aveva il suo punto forte nella sportività.
Nel momento in cui passano all'elettrico imho tutti i marchi diventano uno dei tanti e se la giocano più o meno ad armi pari.
Possibile che i costruttori europei siano stati così miopi da non rendersi conto che se prima avevano dalla loro il blasone,la tradizione etc etc adesso potrebbero doversela vedere ad armi pari con competitor che non vanno sottovalutati?
Chi glielo ha fatto fare?
 
io però dicevo un altra cosa, che i problemi del settore automobilistico continentale non sono arrivati con la transizione, erano già in essere, poi probabilmente con quella si sono velocizzati, ma pensare che un abbandono della transizione risolva tutti i problemi non lo trovo realistico ed in parte secondo me De Meo velatamente lo ha detto. Quando ha parlato del fatto che le case non pensano più al numero di vetture vendute non si riferiva alla transizione, probabile che anche senza di questa avremmo comunque avuto un mercato che si indirizzava sui margini per ogni vettura e quindi ad esempio l'abbandono di alcuni segmenti.
Devresti considerare "compresi" nella transizione anche le eco tassse sulla CO2 e i vari step EURO, il tutto per confezionare un pacchetto dono ai consumatori per cui anche le termiche costano uno sproposito.
Ovvio che se ne vendano meno e che comunque ci sarebbe stata una contrazione del mercato.
Ma il "peccato originale" è sempre la transizione obbligatoria.
Tempo 1-3 anni e le termiche costeranno di più delle BEV
La povera gente ringrazia sentitamente
 
Devresti considerare "compresi" nella transizione anche le eco tassse sulla CO2 e i vari step EURO, il tutto per confezionare un pacchetto dono ai consumatori per cui anche le termiche costano uno sproposito.
Ovvio che se ne vendano meno e che comunque ci sarebbe stata una contrazione del mercato.
Ma il "peccato originale" è sempre la transizione obbligatoria.
Tempo 1-3 anni e le termiche costeranno di più delle BEV
La povera gente ringrazia sentitamente

La mano sul fuoco io non ce la metto ma tenderei a pensare che a prescindere dalla transizione il mercato automobilistico nel suo insieme, avrebbe comunque intrapreso la strada che stiamo vedendo perché il modello che aveva retto fino a fine anni 90 non poteva più reggere, ma come dicevo è una mia personale visione della cosa
 
Che sarebbero stati dolori comunque credo sia fuori discussione.
Il mercato era già in contrazione,i listini affollati,i prezzi delle auto non più alla portata di tutti.
In ogni caso ci sarebbero stati licenziamenti,stabilimenti chiusi e qualche marchio che probabilmente sarebbe sparito.
Il modello famelico che necessitava di continui incentivi e spintarelle (tipo bloccare gli euro 5) pur di mantenere vive le vendite era destinato a collassare.
Da anni ormai penso che il mercato non producesse più una domanda sufficiente per bilanciare l'offerta.
 
La mano sul fuoco io non ce la metto ma tenderei a pensare che a prescindere dalla transizione il mercato automobilistico nel suo insieme, avrebbe comunque intrapreso la strada che stiamo vedendo perché il modello che aveva retto fino a fine anni 90 non poteva più reggere, ma come dicevo è una mia personale visione della cosa
E perchè mai?
Le auto si consumano, invecchiano ed an prezzo allineato alle possibilità dei cliente avrebbero continuato a vendersi.
Ma se ad una utilitaria ci metti di serie Adas livello 2 e mille altri trabiccoli spesso inutili è ovvio che costino di più.
Dimenticavo, in europa si vogliono ridurre a zero le vittime della strada, altra utopia.
Certo, la vita umana non ha prezzo ma se ci sono degli emeriti imbecilli alla guida puoi mettere tutti gli Adas che vuoi che non cambia molto.
Poi, basta disinserirli.
 
Faccio solo un esempio, in Italia nel 1990 si vendevano 2.302.000 auto, nel 1991 2
2.254.000 per arrivare al 2007 con il record storico di quasi 2.7 milioni da lì in poi il crollo, senza andare a questi ultimi anni, nel 2015 1.359. 000, nel 2016 1.574.000, ed ora siamo su queste cifre, che comunque visti alcuni cambiamenti sociali e abitudini sarebbero andati ulteriormente a scendere a prescindere, ma con questi numeri un industria come fa ad andare avanti senza l'interventi mirati che poi fondamentalmente si riassumono in un aumento dei prezzi? De Meo lo sottolinea nel suo intervento se non ricordo male
 
Faccio solo un esempio, in Italia nel 1990 si vendevano 2.302.000 auto, nel 1991 2
2.254.000 per arrivare al 2007 con il record storico di quasi 2.7 milioni da lì in poi il crollo, senza andare a questi ultimi anni, nel 2015 1.359. 000, nel 2016 1.574.000, ed ora siamo su queste cifre, che comunque visti alcuni cambiamenti sociali e abitudini sarebbero andati ulteriormente a scendere a prescindere, ma con questi numeri un industria come fa ad andare avanti senza l'interventi mirati che poi fondamentalmente si riassumono in un aumento dei prezzi? De Meo lo sottolinea nel suo intervento se non ricordo male
 
Si vendono meno auto, non solo per i costi, ma anche per la longevità delle stesse. In passato, un'auto di 10 anni era consuderata a valore di relitto, ed effettivamente una media anni 70, negli anni 80 era soggetta ad obsolescenza per tecnologia, ma sopratutto per difettosità da usura. Adesso vedo le mie due auto principali, dodicenni, sono, non dico nuove, ma affidabili e utilizzabili come allora. In più non è più considerato status symbol cambiare auto frequentemente. Il mercato è in vontrazione, poi, anche perché ci si muove in tanti altri modi, o facendo itinerari intermodali, si usa il fly and drive, i giovani stessi non sono motivati a patentarsi.
 
Faccio solo un esempio, in Italia nel 1990 si vendevano 2.302.000 auto, nel 1991 2
2.254.000 per arrivare al 2007 con il record storico di quasi 2.7 milioni da lì in poi il crollo, senza andare a questi ultimi anni, nel 2015 1.359. 000, nel 2016 1.574.000, ed ora siamo su queste cifre, che comunque visti alcuni cambiamenti sociali e abitudini sarebbero andati ulteriormente a scendere a prescindere, ma con questi numeri un industria come fa ad andare avanti senza l'interventi mirati che poi fondamentalmente si riassumono in un aumento dei prezzi? De Meo lo sottolinea nel suo intervento se non ricordo male
Non dimentichiamoci la crisi Leman Brothers del 2008 e la successiva stagnazione dell'economia che è durata parecchi anni.
In conclusione , almeno in IItalia, GLI ANNI 80 E 90 sono stati buoni. Dal 2010 con la perdita del valore di acquisto degli stipendi la macchina ha assunto un altro peso e si è cominciato a tenerle molto più a lungo
Comunque anche la considerazione di eta*beta è corretta.
 
Io non credo molto alla teoria secondo cui le case hanno visto nell'elettrico una ghiotta occasione per tagliare i costi e vendere meno auto ma a prezzi più elevati.
Per me alcune case non avevano alcuna intenzione di passare a produrre veicoli elettrici ma si sono accorte con colpevole ritardo che quando dicevano 2035 etc etc non scherzavano.
i tedeschi con Vag in testa pensavano di essere competitivi rispetto alla concorrenza. Erano grossi produttori in Cina e grossi esportatori di segmenti alto di gamma.
Hanno fatto grosse pressioni tramite il loro governo in Europa per fissare la timeline di questa transizione.
Anche negli ultimi mesi si sono opposti (insieme ai francesi) per spostare i divieti del 2035.

Peccato per loro e per noi che la loro supponenza stia mettendo in ginocchio il principale settore industriale del continente.
 
il punto è che nonostante i costruttori siano riuniti nell'ACEA (adesso Stellantis ne è dentro? FCA era uscita) poi ognuno pensa di vincere da solo contro gli altri pensando al suo orticello.
La UE dovendo sobbarcarsi fra le fisime di ciascun Stato (che fa gli interessi di ciascuna casa nazionale) fa la superpartes favorendo gli stranieri.

"Stranieri" che invece fanno all-in sulla politica, una perché embedded l'altra perché sponsor.
Se l'aerospaziale europeo (vedi Airbus) ha una posizione di spicco è perché le forze si sono unite.
O si dimenticano i campanilismi e si fa conto che in gioco non c'è "solo" un mezzo di trasporto (con cui andare e tornare da Milano a Roma in giornata) oppure saranno guai grossi.
a guardare la vicenda Unicredit in Germania pare che alcuni Stati non riescano proprio a concepire che l'aggregazione può renderci più forti.
 
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