Come dicevo (e come qualcuno ha giustamente sottolineato), l'ibrido seriale con motore diesel sarebbe da progettare con una mentalità diversa da quella che attualmente va per la maggiore (anche tra i compratori di auto).
Le batterie non dovrebbero garantire chissà quale autonomia: quelle delle attuali ibride potrebbe andare benissimo.
Montando due (o quattro...) motori direttamente sulle ruote si potrebbero eliminare numerosi componenti meccanici (cambio, frizione, trasmissione...) il cui peso certamente non è irrisorio, i quali inoltre in seguito, essendo assenti, non avrebbero bisogno di alcuna manutenzione o riparazione.
Mediante opportune centraline di controllo, tecnologicamente non più complesse e costose (speculazioni a parte) di una qualunque scheda madre per PC, i motori elettrici potrebbero essere azionati nelle più fantasiose maniere, di fatto inglobando moltissimi più o meno utili e sfiziosi "dispositivi": controllo della trazione, 4x4, controllo antislittamento e chi più ne ha più ne metta.
Il motore diesel (ma non solo) potrebbe essere progettato ed ottimizzato appositamente per fare quello specifico mestiere, lavorando costantemente o quasi in regime di coppia massima (pochi giri), senza bisogno di scatti o spinte o grinte di sorta. Ciò renderebbe oltre tutto assai più agevole ridurre le emissioni, anche sonore. Oltre, ovviamente, ad aumentare nettamente robustezza, affidabilità e longevità del motore, riducendo nel contempo la frequenza e la complessità degli interventi di manutenzione.
Certo, si otterrebbe un veicolo dalle prestazioni modeste, per lo meno secondo la mentalità odierna, che considera "prestazioni" soltanto il numero dei cavalli e le sgommate e mette in secondo o terzo o quarto piano i bassi costi di esercizio, la silenziosità, l'affidabilità, la semplicità costruttiva. Insomma, con ogni probabilità un simile veicolo si venderebbe assai poco, al momento; ragion per cui chi di dovere non vede motivo, comprensibilmente, di investire denari in quella direzione. Si vede che i carburanti costano ancora troppo poco e che nonostante la crisi si continua a considerare "normale" devolvere all'automobile una fetta sostanziale delle finanze familiari, comprese quelle non ancora guadagnate.
Le batterie non dovrebbero garantire chissà quale autonomia: quelle delle attuali ibride potrebbe andare benissimo.
Montando due (o quattro...) motori direttamente sulle ruote si potrebbero eliminare numerosi componenti meccanici (cambio, frizione, trasmissione...) il cui peso certamente non è irrisorio, i quali inoltre in seguito, essendo assenti, non avrebbero bisogno di alcuna manutenzione o riparazione.
Mediante opportune centraline di controllo, tecnologicamente non più complesse e costose (speculazioni a parte) di una qualunque scheda madre per PC, i motori elettrici potrebbero essere azionati nelle più fantasiose maniere, di fatto inglobando moltissimi più o meno utili e sfiziosi "dispositivi": controllo della trazione, 4x4, controllo antislittamento e chi più ne ha più ne metta.
Il motore diesel (ma non solo) potrebbe essere progettato ed ottimizzato appositamente per fare quello specifico mestiere, lavorando costantemente o quasi in regime di coppia massima (pochi giri), senza bisogno di scatti o spinte o grinte di sorta. Ciò renderebbe oltre tutto assai più agevole ridurre le emissioni, anche sonore. Oltre, ovviamente, ad aumentare nettamente robustezza, affidabilità e longevità del motore, riducendo nel contempo la frequenza e la complessità degli interventi di manutenzione.
Certo, si otterrebbe un veicolo dalle prestazioni modeste, per lo meno secondo la mentalità odierna, che considera "prestazioni" soltanto il numero dei cavalli e le sgommate e mette in secondo o terzo o quarto piano i bassi costi di esercizio, la silenziosità, l'affidabilità, la semplicità costruttiva. Insomma, con ogni probabilità un simile veicolo si venderebbe assai poco, al momento; ragion per cui chi di dovere non vede motivo, comprensibilmente, di investire denari in quella direzione. Si vede che i carburanti costano ancora troppo poco e che nonostante la crisi si continua a considerare "normale" devolvere all'automobile una fetta sostanziale delle finanze familiari, comprese quelle non ancora guadagnate.