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I diari di Su Maskinganna

I diari di Su Maskinganna | Pagina 16 - opinioni e discussioni sul Forum di Quattroruote

  1. luigidelta17

    luigidelta17

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    ...Di fianco a me di nuovo Flobbing col 52. Riesco a partire bene per una volta ma alla prima curva quello mi infila: marpione e bastardo! Dietro di noi il 41 Bill Rudy, lo 02 Alan Hates ed il 20 Tim Morson, tutti con il coltello tra i denti. Nel giro di quattro giri perdo altre tre posizioni. I miei diretti avversari non sono i più veloci della Best Buy, ma il mio Fiat è messo male e non va più bene come ad inizio gara. A questo punto mollo il coltello ed imbraccio il Kalasnhikov; è il momento della verità. Soste ai box non ne devo più fare se non per ritirarmi, mancano 20 giri alla fine e sono pronto a fare la pelle a qualcuno. E’ l’occasione per dimostrare che valgo qualcosa come pilota. Al 43mo giro passo all’interno Hates e sono terzo! I primi due Rudy e Flobbing li ho pure a tiro e l’occasione irripetibile di vincere una gara ce l’ho davanti agli occhi! Al 45 giro passo pure Rudy e sono secondo! Flobbing in testa ce l’ho a tiro di baionetta. Dal 45mo al 47mo giro lotta con Flobbing ci alterniamo in testa con sorpassi e controsorpassi. Sento la folla sugli spalti davanti ai box urlare al di sopra del frastuono dell’8 cilindri Chrysler ogni volta che passiamo “Side by Side” come dicono qua in America.

    Al 50mo giro spunta non so da dove (come spesso accade sugli ovali) Tuscan Peterson che facendo onore al suo illustre cognome, mi passa all’esterno con il suo Ford numero 92 giallo e nero tipo Ape Maia sponsorizzato BTS Advaned Autoparts. Sono secondo e Flobbing è quarto passato anche da Rudy. La lotta tra me Rudy e Peteson per la prima posizione, come dirà la stampa, è da annali della Best Buy. Sul piccolo circuito di Mastinsville lottiamo “three wide” come si dice qua in America (Appaiati per tre) per la prima posizione. Il pubblico è tutto in piedi e sui rettilinei butto l’occhio e lo vedo scalmanarsi. Questi Virginiani sono proprio di temperamento bollente.

    Al 54mo giro contatto duro tra me e Rudy. Il pellegrino si gira e nuova bandiera gialla. Il pubblico in piedi sugli spalti grida “Romaan Gladiator, Roman Gladiator” come mi riferiranno nel dopo gara ai box. I PR del team mi suggeriscono di non rovinare la festa dicendo alla stampa che non sono romano. Tanto Italiano o Romano per gli Americani non fa nessuna differenza.

    Ripartenza al 56mo giro, dopo due giri dietro alla pace car per ripulire il sangue nell’arena. Cado sotto un attacco del numero 3 Julio Angherson, anche lui spuntato dal nulla grazie alla bandiera gialla. Lotto quindi tra la quarta e la quinta posizione. Ad un certo punto vedo la folla impazzire. Mi guardo a destra, mi guardo a sinistra e capisco perché: nel mezzo della curva tre siamo appaiati in quattro: io, Ossin che si è riportato avanti anche lui con la bandiera gialla, Angerson e Flobbing.

    Ma hic sunt leones e devo soccombere alla maggiore esperienza dei miei avversari nel corpo a corpo e in quattro giri mi ritrovo sesto. Si combatte ancora per quattro giri tra me e Flobbing per la quinta piazza, ma all’ultimo giro ha la meglio lui che attaccato da me all’interno mantiene il controllo della quinta posizione all’esterno con il coltello tra i denti.

    Comunque signor diario, sono sesto nella quarta gara stagionale e ho poco o nulla di cui lamentarmi se non che i Messicani adesso sono incazzati con me e che il mio camioncino numero 33 l’ho mezzo demolito. Roba da NASCAR!

    La gara la vince l’outsider Alan Hates e Lemichek, mio compagno di team, si ritira col motore sfasciato. I primi in classifica generale, in questa gara finiscono quasi tutti nelle retrovie, come ad esempio John Nesmett 19mo e Peter Vilman 21mo.

    Jeremia Salt fa il giro più veloce ma fiisce 28mo, mentre Peterson che era partito 20mo finisce secondo. Ossin che ha condotto la gara più a lungo di tutti alla fine tra botti, triketrak e bandiere gialle ha concluso 15mo.

    Quindi tipica gara da short track tutta sorprese, gente che arriva da dietro e coltellate. Questo accade molto di più con i camioncini che con le serie superiori ed è una delle ragioni per cui i camioncini della Best Buy Cup sono i più amati dai tifosi sudisti più tamarri. Quelli del Ku Klus Klan per intenderci.

    Con questo sesto posto salgo in classifica generale al 13mo posto. Un Rookie! Con la gran rimescolata di carte data alla classifica da questa gara, adesso conduce Mark Staple con il Dodge numero 13 della Liberty Tax con 110 punti, seguito da Matthew Cross con il Menards Chevrolet numero 88 con 108 punti. Vilman è caduto al nono posto con 99 punti ed io ho 91 punti al 13mo posto. Lemichek è distaccato al 26mo con 67 punti. Hates, con la sua vittoria si aggiunge al lotto degli aventi diritto ad accedere ai playoff.

    Mulla di cui riposarsi sugli allori. Nella NASCAR non si può mai dire; che è la grande forza di queste serie americane.

    Ricevo la prima menzione su Nascar.com. “The Roman Gladiator” Roush è molto contento e mi dice di continuare così che attiriamo sponsor con lo spettacolo ed il pubblico esultante. Gli rispondo che se mi migliora il camioncino andiamo ai playoff.
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    Ultima modifica: 20 Gennaio 2024
  2. luigidelta17

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    Metà Marzo 2012

    Per la successiva tappa della Best Byu cup la carovana NASCAR si trasferisce tra New York e Washington sul miglio di Dover Delaware. Qui devo dire domina la frustrazione, non tanto per la prestazione assoluta che non è né meglio né peggio di quella che dovrebbe essere, quanto per il brutto comportamento del camioncino su questo circuito.

    A Dover si entra nelle due curve quasi gemelle in rilascio, pur senza mai toccare i freni, e non si prende subito la traettoria (sic). Si lascia scorrere leggermente il camioncino verso l’esterno ancora in rilascio e poi si riapre il gas. Il camioncino inizia a puntare verso il punto di corda anche in accelerazione e poi di nuovo verso l’esterno verso il muretto che in uscita per fare il tempo bisogna sfiorare calcolando bene il sottosterzo, ma non solo; tutta la successione di manovre che ho descritto vanno fatte nella giusta sequenza ed al momento giusto. Anche qui ogni deviazione costa 4 o cinque decimi ed anche un secondo se non si fa attenzione. I meccanici si arrabattano alla meglio ed alla più per fare girare decentemente i due camioncini 33 e 54 mio e di Lemichek, ma non c’è nulla da fare, giriamo, sia nelle libere che in qualifica, un secondo più lento della pole io, e otto decimi lui, andando al 18mo e 19mo posto in griglia. Come si vede non una prestazione peggiore della nostra media, ma con un livello più alto di frustrazione, almeno per me. Questo di Dover è invece uno dei circuiti preferiti di Lemichek e si vede nei tempi, visto che lui gira due decimi più forte di me.

    In gara per una volta parto bene e mi fumo subito il numero 40, lo Chevrolet del mio connazionale, almeno come origini, Anthony Alfaro, di padre modenese e di madre Californiana. Anthony parla l’Italiano molto bene e spesso mi aiuta con la lingua.

    La pacchia non dura molto però, perché dietro di me non solo sono tutti assatanati, ma io non riesco a mantenere la linea interna nelle due curve e spesso i marpioni mi passano all’interno, quando non pure all'esterno. Al quarto giro sono 23mo e la frustrazione sale, anche perché Lemichek mi bagna abbondantemente il naso all'inizio di questa gara.

    Per quasi tutta la corsa il mio avversario principale è Andrew Real con il suo stramaledetto "All Out" Toyota numero 7. Coriaceo come un bulldog, ogni volta che riesco a passarlo, trova il modo di rimettersi davanti. Lotta di alta classifica; per il 22mo posto! A partire dall’8vo giro in questa "lotta al vertice" si inserisce anche il numero 50 Terry Kann, che non è meno noioso di Real. Lottiamo in un plotoncino di quattro o cinque camioncini isolato dopo la metà gruppo che comprende anche la vecchia conoscenza Bill Rudy e il Padre di John Nesmett Joseph con lo Chevrolet numero 87 Fleetwing.

    Al 18mo giro inizia il valzer dei box. Io mi fermo più tardi di molti altri e mi ritrovo quindi ad un certo punto in 18ma posizione e poi su fino in 11ma. Tutti sorpassi ai box.

    Al 19mo giro, sportellate con Kann per la 11ma posizione provvisoria che lui mi insidia. Anche se è provvisoria, io non glie la voglio mollare e così veniamo un po’ alle mani. Alla fine ho la meglio io ed allungo pure, infatti avvicinandoci alla metà gara, il camioncino comincia ad andare meglio, pure meglio che durante le prove; cose strane delle corse! E quindi per un certo numero di giri viaggio da solo, guadagnando pure su due camioncini davanti a me ed arrivando fino alla nona posizione guadagnata sempre per le fermate ai box degli altri.

    Dopo la mia sosta ai box esco 22mo e deciso a continuare a sfruttare la buona vena del mio Dodge, I miei avversari diretti diventano ancora una volta Rudy e la la mia nemesi Wes Chavez, il tamarro messicano. Il gruppo degli sfigati da due terzi di classifica!

    Al giro 39 altra gente si ferma ai box e nel mio gruppetto mi ritrovo di nuovo 18mo. Cominciano anche i doppiaggi e arrivano sparati Hanry Crafton ed un altro che non so. Durante il doppiaggio, io mi levo di mezzo prontamente per non ostacolare i leader ma quel minchione di Kann non fa altrettanto e fa girare girare Crafton che era primo!! Crafton sbatte contro la balaustra di entrata ai box e solo per miracoo non si fa male. Mi sa a che a fine gara è andato a prendere a pugni Kann, visto che non solo ha rischiato di ammazzarsi, ma si è dovuto ritirare da primo che era.

    Comunque bandierazza gialla ed io da tutto il casino mi ritrovo nono nella ripartenza, perché un bel po' di gente decide di sfruttare la bandiera per fermarsi ai box, compreso me che faccio la seconda sosta. Una botta di culo da non buttare via, anche se già so che il mio 33 è lento e non sarà facile difendere la posizione, specialmente con 16 giri ancora da percorrere. Nello spazio di cinque giri perdo infatti 9 posizioni e ritorno 18mo. Avrei potuto combattere di più ma non mi andava l’idea di rischiare l’incidente con un camioncino nettamente inferiore. Meglio finire la gara e prendere qualche altro punto in classifica; sto diventando vecchio e cominciando a ragionare come Niki Lauda. In 18ma posizione infatti finisco la gara dopo essere partito 19mo. Niente di cui stare allegri, ma nemmeno da suicidarsi, continuando a sperare che il team migliori il camioncino e che noi ci si possa battere con costanza per le prime posizioni.

    Dunque la gara la vince il numero 21 Jeremia Salt, che si propone adesso come provvisorio leader indiscusso della classifica con due vittorie, mentre Lemichek termina la gara 24mo, sei posizioni dietro di me, nonostante il circuito sia più gradito a lui. Jim Roush è molto soddisfatto della prestazione, sia mia che di Lemichek, ma più della mia ovviamente.

    Secondo me porto spesso il camioncino a posizioni superiori a quelle che sarebbero le possibilità del mezzo, almeno a giudicare dalla differenza media di prestazioni con il mio ben più esperto compagno di team. Oltretutto in questa gara i leader di classifica dopo Martinsville non hanno brillato, per cui mi ritrovo ancora 13mo in classifica generale con 110 punti. Adesso conduce decisamente Jeremia Salt, che con due vittorie si è portato a 156 punti, allungando decisamente sul secondo che è Jimmy Hack con 145 punti. A 141 a pari merito ci sono Joe Nesmett e Wiliam Rodney, ma Nemsett figura come terzo perché ha una vittoria. Con 80 punti al 26 posto c’è Lemicheck.


    Quindi nonostante la frustrazione di questa gara non posso lamentarmi sinora dell’andamento della stagione. Roush prevedeva una posizione dei nostri camioncini intorno alla 20ma posizione e io sono invece 13mo. Speriamo a questo punto di poter continuare così o meglio ancora di migliorare

    Dal punto di vista dei dinari, siamo a metà marzo con ancora una gara da disputare e ho vinto 10500 dollari di premi gara. Nulla confronto a quanto guadagnavo nel Passiléstru, ma queste sono gare legali ed in teoria meno rischiose, dato che non si corre su strade aperte. I soldi, in attesa di tempi migliori servono eccome. Ho calcolato che tra cazzi e mazzi ho più o meno 9000 euro si spese mensili incluse le rate della Honda e della Granturismo che sto continuando a pagare.

    Il conto della società l’ho chiuso insieme a lei, e a fine marzo farò ripulire i contanti del Passiléstru per circa 240.000 euro trasferendoli sul conto svizzero del WRS, che insieme al conto americano che ho aperto presso una filiale della Bank of America qui a Detroit, sono i miei unici due conti attivi, ognuno servito da una carta di credito diversa, tutto in regola, tutto legittimo. Quindi dall’inizio del mese prossimo Renzo disporrà di circa 330.000 euro fatti i cambi di valuta per gli investimenti con il WRS e anche qui speriamo bene, che adesso eventuali perdite non le posso più ripianare con le gare del Passiléstru.
     
  3. luigidelta17

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    La terza settimana di marzo io e Tabby ritorniamo in Italia accompagnati da Clivio. Lei per un combattimento a Viterbo ed io per fare un paio di gare con il Passiléstru e rimpinguare le finanze. Ho alla fine deciso di approfittare della venuta di Tabby in Italia per cercare di mettere un po’ di fieno in cascina, anche se non prevedevo nulla del genere quando sono venuto qua in America. Viene a prenderci a Fiumicino Alfredo, e lasciata la figlia e Clivio a Viterbo, prendiamo un volo per Cagliari che anch’io ho un paio di incontri da fare.

    Dopo lunghe trattative ed intercessioni si è deciso di lasciarmi partecipare a qualche gara del Passiléstru anche se sono in anno sabbatico. Intanto mentre mi reco a nord con la MC 12, per ripagare i 15.000 dollari del biglietto aereo da Detroit per tre in first class, arriva a fagiolo la sfida di un pazzo americano di nome Steve mentre mi reco ad una delle gare che fanno parte del programma della settimana. Questo Steve è davvero un malato di mente. Dominatore delle gare per macchine storiche con la sua Shelby Cobra, me lo trovo dietro mentre vado verso Sassari sulla statale 127. Sfida ufficiale al dirigente ed alla sua classe A con 10.000 euro in palio. Per mettere tale cifra sul piatto però lo spostato di mente vuole i primi 8 dei 12 chilometri di gara, contromano. Non si sa se è più scemo lui a proporre o io ad accettare, comunque organizziamo la cosa a bordo strada. Alla partenza ovviamente vado in testa e sorprendentemente pur prendendo il tratto contromano con estrema cautela e sul bordo sinistro della strada, rimango in testa, e quelle poche volte che posso azzardarmi a guardare nel retrovisore, mi rendo conto che guadagno anche un po’. Fortunatamente il traffico non è denso e usciamo dalla prima parte di sfida tutti di un pezzo. Nella parte finale torniamo dalla parte giusta della carreggiata ed il percorso si fa più curvilineo. Qua inspiegabilmente comincio a perdere terreno un po’ per il traffico che prendo forse con un po’ troppa prudenza ed un po’ perché occorre ammettere che questo Steve ha le palle ed il manico. Al traguardo mi è praticamente incollato ma non trova lo spunto per passare davanti. I 10.000 li perde con onore.


    La corsa di classe A a cui prendo parte invece non va così bene. Percorso molto veloce inframezzato da qualche bella curve media. Sono venti chilometri da A a B a notte fonda e quasi senza traffico. Per lo standard del Passiléstru, una gara di endurance. Ed infatti da endurance sono le macchine partecipanti; a cominciare dalla Saleen di Daniel, un altro Yankee che ha imparato il Sardo molto bene nei suoi cinque anni di militanza con il Club, alla Chrysler 12V di Melissa, una signorina che in America correva nella vecchia formula Indy oggi soppressa. Gara dominata da questi due. Daniel si porta subito in testa. Presenti anche una McLaren MP-4 recentissima ed una Bugatti non proprio di serie. Queste due macchine non entrano mai in gara e rimangono indietro sul tecnicissimo percorso insieme ad una Nissan Slyline tappata da Fast and Furious.

    All’inizio recupero su Daniel, ma poi su un curvone veloce a sinistra mi passa la signora Melissa e mi perdo d’animo, cosa che non mi accade spesso. Comunque mi faccio il resto della corsa dietro a questi due e concludo terzo a sette secondi da loro, recuperando a mala pena la quota di iscrizione. Finora non mi sono nemmeno pagato il viaggio in Italia con le mie mediocri prestazioni. Sono qui per incassare almeno un premio vittoria di 100.000 euro e tornare in America bello carico, ma fino adesso ciccia. Ho forse perso lo smalto per le gare su strada a forza di correre con i camioncini?

    La seconda gara a cui prendo parte è un terzo come lunghezza della prima ma comunque anche questa è molto tecnica. Pezzo guidato iniziale, velocissimo centrale e medio veloce nella parte finale. Quindi dopo una nottata in albergo a Tempio Pausania, mi preparo alla seconda nottata di gara prima di tornarmene in continente per andare ad assistere al combattimento di Tabby e rivolarcene belli belli a Detroit.

    Piccolo particolare che non no menzionato, il motivo per cui la gara è corta c’è: è in pieno giorno su statale aperta al traffico.

    Fenomeni al via non ce ne sono: un paio di parvenuti con due Pagani, una Lamborghini La Bugatti di rito ed una Aston cattivissima.

    Questa credo che sarà l’ultima gara di questo genere che disputo. Troppa pazzia troppo pericolo. 7 Chilometri di statale in mezzo al traffico con macchine da 600 cavalli in su, guidate forte. In questa gara non mi ammazzo per puro miracolo, pur ammaccando bene bene la MC 12 su entrambi i lati grazie a strisciate varie con il traffico civile mesto ed incazzato ed ormai quasi rassegnato ai pazzi del Passiléstru. Le gare a traffico aperto sono sempre cortissime, per sorprendere la zustissa e scomparire altrettanto velocemente di quanto siano apparse nei vari garage del club sparsi nelle vicinanze dei percorsi di gara, prima che possano alzarsi in volo i zanzaroni (elicotteri) od intervenire le gazzelle degli ibirri.

    Nel pezzo misto iniziale approfitto per guadagnare un paio di posizioni trovando lo spazio per passare tra i concorrenti ed il traffico e mi ritrovo dietro solo alla Bugatti che è guidata da un pazzo incurante della sua incolumità e di quella altrui. Un colpo di fortuna mi permette di passare anche lui quando si rifà completamente la fiancata in una lunga strisciata contro il rail della carreggiata di sinistra, con tanto di scintille e sbandate, dopo aver dovuto evitare una macchina civile. Se non altro il rail lo tiene in strada, ma alla fine della curva destrorsa, gli sono davanti. Per lungo tempo, facendo il pazzo tra il traffico, riesco ad accumulare un risicato margine, forse di un secondo, che passa a cinque secondi tutto d’un botto ad un certo punto. Il pazzo deve aver incontrato qualche altra difficoltà con il traffico. Speriamo non abbia ammazzato nessuno. Quando non lo vedo più nel retrovisore, mi do (sic) una calmata anch'io per gestire al meglio l’ultimo pezzo guidato della gara che riesco a concludere in testa. Ribadisco che queste gare di classe A stanno diventando impossibili. Riesco a vincere i 100.000, ma Alfredo dovrà portare la macchina a Modena per farla rimettere a posto, e vedremo quanto sarò il conto.

    Guidare la Maserati ad alta velocità è proprio come guidare una Formula 1. Precisione e prontezza o ci sono serissime conseguenze. Mentre mi dirigo all’ultima prova che voglio correre in questa settimana sarda, incontro un bullo, giovane dirigente con la sua SLR McLaren Mercedes per di più preparata. Pure questo mette sul piatto 10.000, che del resto è la cifra standard tra dirigenti.
    Ultimo tratto di Carlo Felice prima si Sassari; veloce e tagliente. Qua la Maserati non si batte. Vinco con buon margine, nonostante i danni ad entrambe le fiancate della macchina rimediati nell’ultima gara. Mi sto recando ad una prova di velocità massima, ma la voglio prima valutare. Se è troppo pericolosa, non la faccio. E’ l’ultima opportunità prima di tornare a Roma e poi a Viterbo.


    La prova è una telecamere su strada collinare. Velocità media dai tenere sommati i rilevamenti e diviso per quattro; 131 orari. Non sono in vena di rischi o di sfasciare ulteriormente la macchina. Faccio segnare 129 e vado a casa con 30.000 euro di guadagno, invece che 100.000 per un totale settimanale di 136000 euro a cui dovrò sottrarre le riparazioni della carrozzeria della MC 12. Comunque una buona trasferta, che mi lascia pensare sull’opportunità di continuare con questo tipo di bravate che, specialmente in classe A, diventano sempre più pericolose, nonostante gli elevati guadagni.

    Sull’Autostrada Napoli Roma, discuto con Alfredo su possibili futuri scenari per il Passiléstru; come renderlo un club più sicuro e magari anche legale, sul modello del Midnight Club che si è dato una parvenza di legittimità dichiarando almeno in teoria di svolgere le sue attività esclusivamente in pista. Alfredo taglia corto dicendomi che ci sono due problemi. Il primo è che l’attuale presidente non è affatto d’accordo con una linea del genere, ed il secondo che certamente correndo in pista si perderebbe molto in termini di prestigio del club e di denaro. Il Passiléstru attira adepti proprio in virtù della sua clandestinità, esclusività ed anche pericolosità. Convertirlo una associazione di "country club men" che gira in pista con le sue macchinine equivarrebbe a snaturare completamente le attività del sodalizio.

    L’avversaria di Tabby, Alessia Blasi è pericolosa. Sa boxare ed è molto tecnica ed elusiva. Date le caratteristiche di Tabby dovrebbe essere un match molto tattico. Ed infatti con fatica Tabby riesce a mio modo di vedere a prevalere su tre riprese su quattro, ma soffre. L’avversaria le procura prima un taglio sotto l’occhio sinistro e poi un altro sul labbro. Questo deve aver influenzato i giudici a bordo ring, i quali con maggioranza di due su tre assegnano incontro pari. Ce ne torniamo negli Stati Uniti abbastanza delusi, ma almeno abbiamo fatto un po’ di soldi. A parte i guadagli con il Passiléstru questo è stato il primo incontro dove Tabby ha vinto una borsa: 890 euro. Primi introiti da pugile professionista.
     
  4. luigidelta17

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    Quarta settimana di marzo, gara NASCAR a Kansas City

    Buon circuito; si guida bene ma ha il problema che dentro le curve ti serve motore per tenere vivo il camioncino, e noi motore non ne abbiamo abbastanza. Di conseguenza devo puntare tutto sulla pulizia della linea e sul tempismo dell’imbroccamento della traettoria (sic) giusta. Con trucchi e raggiri riesco a portare il Dodge-Fiat al 18mo posto con quattro decimi di vantaggio su Lemichek che finalmente ho fregato due volte di seguito il qualifica. Roush è sempre più stupito ed io imparo sempre qualcosa di nuovo ogni volta che mi siedo nel camioncino.

    Su questa pista occorre usare la tecnica del fall-in come la chiamano qua; cioè cadere dall’alto del banking in curva verso il basso, tenere la linea al fondo del circuito e poi uscire il più velocemente possibile. Se poi si ha anche motore, il camioncino rimane tonico anche in mezzo alla curva, la (sic) dove il nostro inevitabilmente si ammoscia per mancanza di cavalli. Quindi per non essere superati occorre tenere a tutti i costi la linea più interna possibile, ma occorre allo stesso tempo non perdere troppa velocità attaccandosi alla corda o ti passano all’esterno.

    In gara parto 23mo per una presunta irregolarità in un cambio gomme durante le qualifiche che mi costa 5 posizioni di penalizzazione.

    Parto forte, perdo solo una posizione in partenza ma mi rifaccio nel giro di cinque giri nei quali ne guadagno tre arrivando sino alla 15ma posizione. Con le prime soste ai box arrivo sino alla 7ma posizione che ridiventa 13ma dopo la mia fermata. Sto andando comunque molto bene. La 13ma posizione è l’ultima nella quale chi sta dietro deve faticare per passarmi. Se avanzo per qualche motivo di qualche ulteriore posizione, quelli che stanno dietro improvvisamente hanno una certa facilità a ripassarmi o perché il loro motore tiene meglio in curva o perché vanno più forte sul dritto o per una combinazione delle due cose.

    Al 16mo giro sono in battaglia per la 12ma posizione con Hates e col Toyota di Martin McStaggart. Ad un certo punto la battaglia diventa a quattro con l’inserimento di Julio Angherson. Al 19mo giro mi fermo per la seconda sosta ed esco 19mo. Un giro dopo la sosta ho uno scontro brutto con John Nesmett, a cui purtroppo comprometto la gara. Quello tenta di infilarmi all’interno in un’uscita di curva; ma io stavo rientrando in traettoria e lo vedo con ritardo. Ci tocchiamo e lui finisce in testacoda, sbattendo pure contro il muretto, per fortuna non forte.
    Bandiera gialla molti si fermano; io no e nella ripartenza sono sesto. Naturalmente mantenere il 6sto posto qua sarà un’ impresa, ma comunque parto al coltello come se avessi il camioncino più veloce del lotto. E’ tutto inutile; il camioncino semplicemente non è all’altezza e nel giro di 11 giri perdo una mezza dozzina di posizioni. La lotta dura la ingaggio proprio per la 12ma posizione con lo Chevrolet 22 di Willy Siles; e combattiamo a lungo appaiati prima che io mi fermi per l’ultima sosta. Esco 20mo, ma quando gli altri si fermano recupero esattamente tutte le posizioni che avevo perso e sono di nuovo 12mo, posizione con cui concludo la gara.


    A dire il vero ero avanzato sino in settima posizione, ma la classica bandiera gialla a tre giri dalla fine rimescola le carte ed infatti questa volta nella ripartenza perdo cinque posizioni nei confronti dei camioncini che ero riuscito precedentemente a passare ai box e che invece in pista sono molto più competitivi di me. Roush invece sostiene che io nelle ripartenze sono troppo impaziente e nervoso e questo è il motivo per cui perdo posizioni molto più spesso di quanto ne guadagni. Ci devo lavorare. Comunque finisco la gara di nuovo 10-12 posizioni meglio del previsto. Devo anche dire che credo che nelle ultime gare il Fiat Automotive sia leggermente migliorato e forse anche per questo riusciamo a navigare in posizioni decenti.

    La gara la vince Matthew Cross, Lemichek finisce 23mo ad un giro, mentre John Nemett finisce 24mo a causa al contatto con me dove ha avuto la peggio. Inutile dire che è molto arrabbiato.

    Jeremia Salt consolida il suo primato in classifica e rimane l’unico pilota con due vittorie. Io con questo 12mo posto mi porto all’11mo posto generale in classifica e mi servono a questo punto della regular season 38 punti o una vittoria per entrare nei playoff. Altrimenti nella post season correrò per fare esperienza ed ovviamente per i premi gara. Con questa gara a Kansas City ho guadagnato altri 4.500 dollari. Lemichek è 27mo con 94 punti ad anni luce dal mio 11mo posto con 135.

    L’unica cosa che non mi piace di queste corse americane è questo sistema di playoff. Ci sono piloti come ad esempio Peter Vilman che hanno meno punti di me ma hanno vinto una gara, per cui se la stagione finisse ora loro avrebbero una possibilità di giocarsela per il titolo finale mentre io no. A me sta roba pare ingiusta. Si favorisce troppo chi vince e solo se non ci sono 16 diversi vincitori i punti cominciano a contare per entrare ai playoff.

    Comunque iniziamo di buona lena i preparativi per la prossima gara a Charlotte in Nord Carolina.

    E' arrivato anche il contro del carrozziere Maserati. 14.000 euro per rimettere a posto le due fiancate. Alfredo dice che è un prezzo di favore.
     
  5. a_gricolo

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    Suggerisco una soluzione del genere.....

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  6. luigidelta17

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    Interessante, ma mi sa che quando strisci la carrozzeria la rovini lo stesso. Inoltre penso che il Maskinganna avrebbe obiettato sul deterioramento dell'immagine della sua MC 12
     
  7. luigidelta17

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    Seconda settimana di Aprile

    Sul circuito di Charlotte in North Carolina per la settima Gara dell’anno, per la prima volta andiamo da dio. Il camioncino cammina e cammina forte. Le curve uno e due le faccio in pieno e il camioncino sta li (sic) una volta che si è azzeccata la traettoria (sic). Le curve tre e quattro sulla parte dei box del triovale riseco pure a farle forte, una volta che ho capito qua l'è il limite del mezzo. Sul dritto finalmente andiamo come gli altri. Quindi per la prima volta ho un camioncino che mi dovrebbe permettere di stare con i migliori.

    La pole la fa Neils Garabond con il Dodge della Safelite, ma io sono al terzo in seconda fila posto a 86 centesimi. In seconda posizione accanto alla pole c’è Sander Flobbing con il suo Ford a 1 millesimo di secondo dalla tempo di Garabond e siamo tutti li (sic). In terza fila mi fa compagnia Ossin che ha girato 49 centesimi più lento di me. Ribadisco quindi che siamo tutti li (sic) e sarà una gara molto interessante. Lemichek ha avuto un problema in qualifica e si classifica 22mo a quasi due secondi dalla pole.

    Un grande abbraccio a tutti i meccanici ed a Jim Roush per averci messo insieme dei camioncini che camminano forte e dico a Jim che domani faremo vedere chi siamo. Non sto nella pelle! Roush mi convince invece a stare molto calmo e a tenermi abbottonato; di osservare cosa succede proteggendo il camioncino e la sua buona posizione come prima cosa. Se ci sarà l’occasione di piazzare un colpo gobbo (leggasi vittoria) la sfrutteremo a tempo debito. “Ma se ti metti a fare il pazzo e rompi qualcosa subito, non ci sarà nessun tempo debito” sono le parole del capo che è meglio che ascolti molto attentamente.

    Alla fine di questa gara, nessuno è più frustrato di me. Concludiamo noni e non so se davvero posso fare questo mestiere di pilota. Non ho la pazienza e lo spirito di sopportazione. Mi sa che sono meglio come delinquente del Passiléstru.

    Il camioncino continua ad andare bene sino a metà gara e poi non so perché inizia a sottosterzare e a rendermi la vita difficile.

    Per una volta riesco a partire a cannone e mi fumo il primo ed il secondo per prendere la testa della gara immediatamente. Mai viste robe del genere e sono esultante.

    Perdo la prima posizione subito prima della sosta ai box e conseguentemente a tale sosta sono momentaneamente 16mo in attesa che si fermino tutti. Rimango per un certo numero di giri intruppato nel traffico e da fuori sembra che stia gestendo la gara come mi ha suggerito Roush. In realtà vorrei portarmi avanti come posizioni ma non ci riesco. E qui mi accorgo che il camioncino comincia a non andare più forte come all’inizio della gara. Prego che sia solo una mia impressione e vado avanti.

    Al 22mo giro, nelle retrovie, vengono alle mani il numero 08 Custer Crossing ed il numero 51 Hanry Crafton. Crafton si gira, sbatte e bandiera gialla. Fermata generale ai box. Io rimango fuori. Quando tutti tornano dopo la bandiera gialla sono di nuovo primo. Alla ripartenza il Dodge Fiat mi frega. Di girare bene le curve non ne vuole più sapere e perdo subito posizioni: quinta, settima e poi nona e mi va di culo che non ne perdo altre. Sul dritto camminiamo ancora ed è li (sic) che tra le curve ci difendiamo con le unghie e con i denti.

    Tra il 26mo ed il 30 giro, lotta al coltello con i soliti Chavez, Hates e Bill Rudy per difendere la posizione.

    Al 28mo giro a difendere la posizione non riesco più. Nel tentativo di essere testardo tocco il muro come premonizione a cosa potrebbe succedere se insisto. Quindi tiro in remi in barca

    duello finale con il numero 24 Jimmy Hack ma marca male. Tocco di nuovo il muro, rimbalzo a fondo pista nel prato e per puro miracolo nessuno mi centra o perdo ulteriori posizioni. Devo ringraziare il fatto che dietro erano un po (distanziati).

    La gara la vince ancora il Jeremia Salt, che decolla in classifica a 226 punti con tre vittorie e posto virtualmente blindato nei playoff. Lemichek arriva 10mo, subito dopo di me dopo una bella rimonta a testimonianza che il camioncino va. Con questo nono posto vado al 10mo in classifica generale. Oggi abbiamo sprecato un’occasione per vincere, dico vincere, e avere un posto se non sicuro almeno molto probabile nella post season. Adesso occorrerà vedere quando e se ci capita un’altra occasione di essere così competitivi.

    Le notizie invece veramente devastanti vengono da un’operazione sbagliata di Renzo su dei derivati riguardanti il titolo Toyota Europe. Non solo l’intero conto WRS viene spazzato via nel giro di due settimane, ma devo coprire l’ammanco in contanti usando i fondi Passiléstru; e meno male che li avevo o avrei rischiato la procedura fallimentare secondo il diritto privato svizzero, notoriamente poco incline a tollerare gli insolventi.

    Dopo lo tzunami finanziario che ha spazzato via il WRS, mi ritrovo con 21.000 dollari sulla Bank of America, proventi delle corse NASCAR, 41.000 euro in contanti sopravvissuti al dissesto e 900 euro aggiunti da Tabby con il suo ultimo incontro. Questi sono su un contro corrente italiano intestato a Tabby. Il conto svizzero è stato ovviamente chiuso, e la banca liquidata le sue competenze.

    Un vero e proprio disastro, ma le azioni della Toyota Europe che erano in caduta libera, hanno avuto un’impennata al momento sbagliato per poi ri-crollare, quando il WSR era già stato spazzato via e la controparte nello strumento derivato completamente saldata.

    Renzo è super spiacente, ma il mercato alle volte può essere spietato. Vorrà dire che dovremo ricominciare tutto da capo. Io come ben sai caro diario certo non mi arrendo.
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  8. luigidelta17

    luigidelta17

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    La terza settimana di aprile è dedicata ad un’altra trasferta in Italia. Tabby deve combattere a Cagliari contro una certa Giovanna Sperri, veterana del circuito regionale ed ex pretendente al titolo italiano con molta potenza ma poca tecnica. Una avversaria che dovrebbe essere congeniale alle caratteristiche tecniche di Tabby. Occorre solo non farsi prendere di sorpresa, perché quella se ci prende fa male. Per questa volta decidiamo di investire ancora 15.000 euro in un volo first class con l’Idea di disputare un paio di gare con il Passiléstru che dovrebbero far rientrare i soldi con gli interessi.

    Tabby vince e convince in questo incontro, mettendo anche al tappeto l’avversaria nell’ultimo round; una eventualità non molto comune nel pugilato femminile. La Sperri se ne esce da questo incontro malconcia e con l’occhio destro leggermente tumefatto. Al knockdown si rialza prontamente e tenta anche di reagire, me il verdetto unanime dei giudici è perentorio: 40-35 40-35 39-36, e portiamo a casa un’altra vittoria. Adesso il record di Tabby è 4-0-2.

    Per quanto riguarda me, tolgo il telone alla MC 12 nel garage di Alfredo e vado a correre una gara cosiddetta di livello Champion, cioè teoricamente aperta a tutti ma ad eliminazione. Il primo vince 50.000 euro, tutti gli altri perdono la quota di iscrizione di 10.000. Quello che avanza se lo tiene il Passiléstru. Quando dico a tutti intendo dire che la gara è aperta a qualunque membro del club con qualunque veicolo. In questa gara ci sono due moto, una Suzuki ed una Triumph. Per le vetture, una Noble 600 di classe A, una Aston Martin anche di classe A. Poi c’è un tizio che non ho mai visto prima che si presenta con una Alfa 155 tappata da DTM, ed infine una BMW anche tappata da DTM serie tre moderna ed un’altra vettura inglese di quelle artigianali.

    Percorso notturno, molto lento e molto tecnico. Ci sono solo due punti un po’ veloci dove con la MC 12 il tachimetro arriva fin quasi a 180. tutto il resto; guidato impegnativo.

    La Maserati qua si guida molto bene. I due unici avversari che mi mettono in difficoltà sono le moto, non tanto perché tengono il mio passo, tanto perché non mi va di metterli sotto con la mia macchina. Ad ogni giro l’ultimo viene eliminato fino a quando rimane solo il primo che ha eliminato tutti gli altri, ed oggi quel primo sono io, La macchina sul misto stretto è perfetta. L’erogazione lineare e la tenuta della MC aiutano molto su un percorso del genere, e l’ultimo a cadere sotto i miei colpi è il pilota della Triumph, devo dire molto bravo e con un pelo così. Faccio un’altra gara e poi torno in America.

    La seconda gara è su un percorso non molto lontano da quello dalla prima. Un altro eliminatore dove il primo vince tutto. Il lotto dei competitori qua è spaventevole. Lo scudiero del Presidente si è dotato di una Ferrari Enzo; velocissima, poi c’è una 458, una Bugatti fosforescente e preparata, una Lamborghini Aventador, appena uscita in produzione e subito comprata da un riccastro che prima guidava una Murcielago e soprattutto lo spauracchio più grande e cioè l’astro nascente all'interno del Passiléstru, candidata alla presidenza nel 2014, Melissa con la sua bomba atomica di prototipo Chrysler 12 cilindri da Le Mans. Chiude il lotto della gara a sei Tony con la sua Ford GT, che stranamente in questa gara non brilla, forse impressionato anche lui dalla concorrenza sia umana che di macchine.

    Si parte fortissimo ed io mi trovo a metà plotone, con davanti Tony, l’Aventador, la Enzo e la famigerata Melissa che immediatamente si appropria della prima posizione, che avevo già incontrato nella mia prima trasferta di ritorno dagli USA a marzo, e che mi aveva pure bastonato a dovere.

    In queste gare di classe A con tanti grossi calibri, non è che puoi fare lo spatusso e fumarti la gente come fossero sigarette. Certo ci sono anche qui i parvenuti, ma la gente che arriva in classe A per parvenuta che sia, cammina. Quelli che camminano davvero poi camminano proprio, e alle volte li puoi battere e alle volte ti battono loro. Poi ci sono quelli come Melissa ex pilota professionista in campionati top mondo, che quasi sempre ti battono, vuoi perché hanno una macchina della madonna vuoi perché sono proprio capaci.


    Il percorso è medio veloce molto tecnico e molto breve; da percorrere sino a quando non sono stati eliminati tutti i concorrenti tranne il primo.

    Si parte con una 90 a destra, rettilineo corto, ancora 90 a destra che da (sic) su un salitone con un primo svallo veloce e poi un altro da prendere più cautamente perché è cieco su una curva a destra impegnativa e con una classe A quando riprendi in controllo della macchina dopo la cresta sei già in curva che si fa in terza moderata. Quindi la velocità con cui affronti il secondo svallo deve essere giudiziosa. Dopo la curva a destra ce ne un’altra a sinistra lunga in appoggio me sempre a media velocità e poi l’ultima secca a destra che immette sul traguardo.

    Partenza prudente. Con queste macchine se tocchi sono decine di migliaia. Alla prima staccata, selezione; mi installo in quarta posizione, fumandomi Tony, come detto oggi non in vena. Davanti a me la Aventador nera come un demone notturno, ballonzola con competenza sulla carreggiata Le luci posteriori la fanno sembrare davvero un demone man mano che mi avvicino all’urlo del suo 12 cilindri. Le prendo misure ed al secondo giro me la fumo in staccata nello stesso punto della prima selezione. Adesso metto nel mirino la Bugatti che forsforesce azzurra e verdina nella notte deserta del tracciato tenuto chiuso dai commissari per i sette minuti che in media servono per concludere questa prova. Questa allunga come un animale nei raccordi tra le curve ed il rombo sordo del 16 cilindri mi fa tremare il parabrezza. Il nostro eroe al terzo giro però commette un errore nello svallo lento, e con qualche rischio mi fumo pure lui. Non c’è traccia di nessun altro avversario. Ma so che davanti ci sono la Ferrari e poi Melissa la terribile; pilotessa esperta che viene dalla serie Cart americana, sa dannatamente il fatto suo, ha fatto sesta alla 500 miglia di Indianapolis ed è una che secondo me potrebbe fumarsi il presidente in una gara, F-50 da corsa o no; in maniera da diventare la prima presidentessa femmina del club, adesso che da due anni l’ufficio è stato aperto anche ai membri stranieri, purché siano in comando della lingua sarda.

    Passano 2 giri di guida da formula totalitaria che con la MC 12 viene abbastanza naturale e giungo in vista della Ferrari Enzo con la sua livrea vicepresidenziale tricolore e con un enorme stemma della Sardegna sul tetto e sul posteriore. Mezzo giro di studio e passo in staccata sulla curva che immette sul rettilineo del traguardo.

    Andare a prendere la Chrysler di Melissa si rivela invece più complesso: ho due giri di tempo e guadagno. Guida da formula assoluta senza farsi prendere dalla foga o si sciupa tutto. Quando giungo in vista della terribile, quella si mette a girare senza difficoltà al mio stesso ritmo, quanto a dire che è inutile cercare di andarla a prendere. Con l’ultimo giro però guadagno ancora prendendomi qualche rischio di troppo che evidentemente la signora non vuole prendersi. Ma alla fine taglio il traguardo con 4 secondi di ritardo e l’avversaria in vista, come l’ultimo eliminato della gara. Melissa 2 Maneddu 0 e perdita dei 10000 di iscrizione, aimé (sic) non nel momento finanziario migliore.

    Si torna negli States mezzi scornati e pronti ad affrontare al gara nel Texas Speedway. Speriamo che i camioncini mi offrano la rivincita dalle randellate rimediate in Sardegna e continuiamo imperterriti per la nostra strada. Chi si arrende perde!
     
  9. luigidelta17

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    messaggio di emergenza dal computer del posto di lavoro

    Avendo distrutto il monitor del mio laptop assendoci atterrato sopra con un braccio dopo essere inciampato su una delle scatole dei miei gatti in giro per la casa, sono ora in attesa della riparazione o sostituzione del PC (quello che è più veloce).

    I diari del maskinganna sono al sicuro nel PC attualmente dal tecnico e pare che il computer in sé non abbia subito danni a parte il monitor e la cover distrutti.

    Non appena avrò di nuovo il possesso del computer riprenderò la periodica pubblicazione delle pagine del diario.
    Nel frattempo un caro saluto a tutti quelli che fino adesso hanno seguito le avventure del nostro eroe e che presumibilmente continueranno a seguirle quando i danni saranno riparati e potrò riprendere l'uso del computer casalingo.
     
  10. Alex_81

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    Che sfiga. Attendiamo fiduciosi allora, ormai è la mia lettura classica a colazione:emoji_fingers_crossed:
     
  11. a_gricolo

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    Ci stai dicendo che il frutto di tanta fatica era custodito solo nell'hard disk di un computer portatile????
     
  12. Carloantonio70

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    Volevo dirlo io ... nessuna pennetta o hd per copie di sicurezza ?

    Io ancora sincronizzo gli archivi con i dati di 25 anni fa ... ne ho 4 copie ...
     
  13. a_gricolo

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    Io ho tutto su OneDrive, ma siccome lavoro sullo stesso materiale da tre o quattro computer, su uno o l'altro lo ritrovo.... e ogni tanto metto tutto in un HD esterno. Poi, se ci si mette la sfiga non c'è rimedio, ma qualche precauzione ci vuole...
     
  14. Carloantonio70

    Carloantonio70

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    Fin che posso eviterò i cloud.
    Fin quando tira win 7 che ho su un PC e su un portatile, vado con le cartelle sincronizzate che sono comodissime.

    Basta collegare i vari terminali, all'hd principale e in pochi secondi tutti i dati si sincronizzato con un click.

    Stranamente con win 10 le sincro non si possono generare più ... vuol dire che erano troppo comode.
     
  15. Alex_81

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    la roba importante sempre in copia su cloud...si sa mai.
     

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