Come da titolo ho sempre sostenuto che l'ibrido, Toyota, non è per tutti.
Con questo non ne faccio una questione discriminante, di clan, club o quant'altro come di solito è d'abitudine pensare in questa room.
Da quando nel 2013 Toyota ha sfornato e offerto diversi modelli ibridi a prezzi accessibili, e dell'ibrido oggi se ne parla come se fosse una cosa entrata nella normalità. Il che può essere vero, ma purtroppo questa motorizzazione viene ancora percepita, assimilata, confrontata e messo sullo stesso piano di una tradizionale. L'ibrido ha delle caratteristiche ben precise ed è stato progettato per svolgere un ruolo ben preciso, ma si difende comunque in altri ambiti. Il problema? Già un lettore è confuso di suo, figuriamoci se a parlarne è chi lo fa di lavoro.
Leggete qua sotto, 5 "prove" ..........
Io l?auto l?ho guidata per pochi chilometri e su un percorso semi-urbano. Perciò mi limito a dire che, al netto delle migliorie apportate di recente, si continua a non capire che cosa sia esattamente la CT: un?auto da città con finiture di lusso? Una sportiva? Un?auto eco-friendly? L?ambizione della Lexus era probabilmente di offrire tutte queste insieme, ma, se così fosse, il compromesso non pare riuscitissimo. Per carità, la qualità è ineccepibile, il confort a bordo elevato, l?insonorizzazione più o meno ai livelli che ti aspetti da una Lexus. Quando scendi, però, ti rendi conto che l?auto non ti ha lasciato un?impressione forte. Quel che manca un po? è l?emozione, a dispetto di una certa ambizione sportiveggiante che non è soltanto sottolineata dal nome dell?allestimento, Sport appunto, ma anche dall?omonimo assetto di guida, selezionabile tramite una manopola sulla console. La sensazione, però, almeno nelle condizioni stradali in cui mi sono trovato, è che a livello d?impostazione generale poco cambi, a parte il colore di fondo sul quadro strumenti e la comparsa del contagiri al posto dell?indicatore dell?energia. Se poi si prova a spingere un po? sull?acceleratore, fin dove le condizioni del traffico lo consentono, si avverte il fastidioso effetto trascinamento della trasmissione automatica simil-Cvt che il gruppo Toyota adotta su tutti i suoi ibridi.
Roberto Lo Vecchio, redazione Autonotizie
Marciamo in Eco mode (non possiamo procedere in EV, perché il display ci segnala una velocità eccessiva e il livello delle batterie troppo basso), quasi come se ci trovassimo su un cuscino d?aria. Certo, per restare nella fascia ?Eco? bisogna un po? impegnarsi, andarci leggeri col piede destro e farsi superare, sennò interviene il motore termico e addio medie da piccolo diesel.
Andrea Stassano, redazione Prove su strada
Sulle ibride sono sempre stato laico: se vanno bene, perché no? E, in casa Lexus, sul tema, hanno ben poco da dimostrare. Del resto siamo in città, nell?habitat giusto, ci attende un lungo (e lento) trasferimento dalla sede di Rozzano verso il centro di Milano, così ci possiamo gustare appieno la vettura e il suo mondo. Noi, di media statura, immersi nel cockpit un po? anni 60 della compatta giapponese, col tunnel alto, ci troviamo bene. E ci piace quell?atmosfera sportiva, di lusso, ricercata, sottolineata dai comandi originali, dalle forme, dagli inserti della plancia e dai sedili avvolgenti. Perché, volendo, la 200h sa sfoderare uno spunto notevole al semaforo, sempre che si sorvoli sull?effetto di trascinamento, simile a quello di una trasmissione Cvt, che si avverte decisamente, quando si chiede tutto al sistema. Tanto che, poi, ci si ritara al volo, rilasciando subito dopo una robusta accelerata. Andrea Stassano, redazione Prove su strada
L?uso della CT200h è analogo a quello delle altre ibride Toyota: all?avviamento non succede nulla perché il sistema si predispone all?uso senza far partire il motore termico, lo spunto è ?elettrico? e solo dopo i primi metri entra in gioco il 1.800 a benzina.
Però, se si ha un piede leggerissimo si può arrivare a più di 60 km/h senza consumare una goccia di benzina, ma così facendo gli strombazzamenti di chi segue sono garantiti; meglio arrivare a quella andatura col termico e poi, pelando l?acceleratore, si torna al funzionamento a batteria, il che è segnalato dall?accensione della spia verde EV e dalla raffigurazione dei flussi di energia nel display centrale e pure nel più piccolo a destra del tachimetro.
Dinamica di guida. La risposta dei freni non è del tutto lineare, ma va ricordato che nella prima parte della corsa del pedale il rallentamento è garantito dalla resistenza del generatore che carica le batterie, mentre i freni veri e propri intervengono nelle decelerazioni più decise: per questo motivo le pastiglie durano moltissimo.
E pure selezionando la modalità Sport il mutamento più evidente è nella strumentazione, dove l?indicatore a sinistra del tachimetro, che normalmente fa da econometro, si trasforma in contagiri. Meglio tenere una guida attenta, più consona allo spirito della vettura (per i piedi pesanti ci sono altri modelli?) così il consumo scende a livelli interessanti, sotto i 5 litri/100 km anche con gran parte del percorso in tangenziale, dove l?ibrido serve a poco: non a caso, il consumo medio scende nell?ultimo tratto del tragitto, in città. Esattamente il contrario di ciò che succede con le vetture tradizionali. Roberto Boni, redazione Tecnica
In salita e in uscita di curva invece occorre rassegnarsi a utilizzare con gradualità il comando del gas, pena la solita, antipatica ?sfollata?: il cambio continuo è fatto così, e occorre farsene una ragione. Massimo Nascimbene, condirettore.
Con questo non ne faccio una questione discriminante, di clan, club o quant'altro come di solito è d'abitudine pensare in questa room.
Da quando nel 2013 Toyota ha sfornato e offerto diversi modelli ibridi a prezzi accessibili, e dell'ibrido oggi se ne parla come se fosse una cosa entrata nella normalità. Il che può essere vero, ma purtroppo questa motorizzazione viene ancora percepita, assimilata, confrontata e messo sullo stesso piano di una tradizionale. L'ibrido ha delle caratteristiche ben precise ed è stato progettato per svolgere un ruolo ben preciso, ma si difende comunque in altri ambiti. Il problema? Già un lettore è confuso di suo, figuriamoci se a parlarne è chi lo fa di lavoro.
Leggete qua sotto, 5 "prove" ..........
Io l?auto l?ho guidata per pochi chilometri e su un percorso semi-urbano. Perciò mi limito a dire che, al netto delle migliorie apportate di recente, si continua a non capire che cosa sia esattamente la CT: un?auto da città con finiture di lusso? Una sportiva? Un?auto eco-friendly? L?ambizione della Lexus era probabilmente di offrire tutte queste insieme, ma, se così fosse, il compromesso non pare riuscitissimo. Per carità, la qualità è ineccepibile, il confort a bordo elevato, l?insonorizzazione più o meno ai livelli che ti aspetti da una Lexus. Quando scendi, però, ti rendi conto che l?auto non ti ha lasciato un?impressione forte. Quel che manca un po? è l?emozione, a dispetto di una certa ambizione sportiveggiante che non è soltanto sottolineata dal nome dell?allestimento, Sport appunto, ma anche dall?omonimo assetto di guida, selezionabile tramite una manopola sulla console. La sensazione, però, almeno nelle condizioni stradali in cui mi sono trovato, è che a livello d?impostazione generale poco cambi, a parte il colore di fondo sul quadro strumenti e la comparsa del contagiri al posto dell?indicatore dell?energia. Se poi si prova a spingere un po? sull?acceleratore, fin dove le condizioni del traffico lo consentono, si avverte il fastidioso effetto trascinamento della trasmissione automatica simil-Cvt che il gruppo Toyota adotta su tutti i suoi ibridi.
Roberto Lo Vecchio, redazione Autonotizie
Marciamo in Eco mode (non possiamo procedere in EV, perché il display ci segnala una velocità eccessiva e il livello delle batterie troppo basso), quasi come se ci trovassimo su un cuscino d?aria. Certo, per restare nella fascia ?Eco? bisogna un po? impegnarsi, andarci leggeri col piede destro e farsi superare, sennò interviene il motore termico e addio medie da piccolo diesel.
Andrea Stassano, redazione Prove su strada
Sulle ibride sono sempre stato laico: se vanno bene, perché no? E, in casa Lexus, sul tema, hanno ben poco da dimostrare. Del resto siamo in città, nell?habitat giusto, ci attende un lungo (e lento) trasferimento dalla sede di Rozzano verso il centro di Milano, così ci possiamo gustare appieno la vettura e il suo mondo. Noi, di media statura, immersi nel cockpit un po? anni 60 della compatta giapponese, col tunnel alto, ci troviamo bene. E ci piace quell?atmosfera sportiva, di lusso, ricercata, sottolineata dai comandi originali, dalle forme, dagli inserti della plancia e dai sedili avvolgenti. Perché, volendo, la 200h sa sfoderare uno spunto notevole al semaforo, sempre che si sorvoli sull?effetto di trascinamento, simile a quello di una trasmissione Cvt, che si avverte decisamente, quando si chiede tutto al sistema. Tanto che, poi, ci si ritara al volo, rilasciando subito dopo una robusta accelerata. Andrea Stassano, redazione Prove su strada
L?uso della CT200h è analogo a quello delle altre ibride Toyota: all?avviamento non succede nulla perché il sistema si predispone all?uso senza far partire il motore termico, lo spunto è ?elettrico? e solo dopo i primi metri entra in gioco il 1.800 a benzina.
Però, se si ha un piede leggerissimo si può arrivare a più di 60 km/h senza consumare una goccia di benzina, ma così facendo gli strombazzamenti di chi segue sono garantiti; meglio arrivare a quella andatura col termico e poi, pelando l?acceleratore, si torna al funzionamento a batteria, il che è segnalato dall?accensione della spia verde EV e dalla raffigurazione dei flussi di energia nel display centrale e pure nel più piccolo a destra del tachimetro.
Dinamica di guida. La risposta dei freni non è del tutto lineare, ma va ricordato che nella prima parte della corsa del pedale il rallentamento è garantito dalla resistenza del generatore che carica le batterie, mentre i freni veri e propri intervengono nelle decelerazioni più decise: per questo motivo le pastiglie durano moltissimo.
E pure selezionando la modalità Sport il mutamento più evidente è nella strumentazione, dove l?indicatore a sinistra del tachimetro, che normalmente fa da econometro, si trasforma in contagiri. Meglio tenere una guida attenta, più consona allo spirito della vettura (per i piedi pesanti ci sono altri modelli?) così il consumo scende a livelli interessanti, sotto i 5 litri/100 km anche con gran parte del percorso in tangenziale, dove l?ibrido serve a poco: non a caso, il consumo medio scende nell?ultimo tratto del tragitto, in città. Esattamente il contrario di ciò che succede con le vetture tradizionali. Roberto Boni, redazione Tecnica
In salita e in uscita di curva invece occorre rassegnarsi a utilizzare con gradualità il comando del gas, pena la solita, antipatica ?sfollata?: il cambio continuo è fatto così, e occorre farsene una ragione. Massimo Nascimbene, condirettore.