A me pare che l’ideale delle rinnovabili sua qualcosa che appartenga solo al Vecchio Continente o, meglio, ad una ristretta ed elitaria cerchia dello stesso, con una piccola parte degli States. Il resto del mondo non se ne cura.
Un miglioramento ci sarebbe senz’altro se affrontassimo con coraggio il tema del nucleare o meglio delle centrali atomiche. Ma dobbiamo apoggiarci all’estero.
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TRIESTE L’industria siderurgica italiana con Ansaldo Nucleare. Insieme per una complessa «operazione di sistema», che prevede il raddoppio della centrale nucleare di Krško, in Slovenia, in cambio di contratti pluriennali di fornitura di energia elettrica completamente rinnovabile e a prezzi competitivi.
Il progetto, già delineato in molte parti, sarà discusso dal consiglio generale di Federacciai martedì. A portarlo sul tavolo delle imprese siderurgiche è il presidente della Federazione, Antonio Gozzi, che è anche coordinatore di Interconnector Energy Italia, il consorzio delle industrie energivore che già molto ha lavorato sul fronte dell’interconnessione della rete elettrica italiana in Europa.
In questo caso, l’operazione che vede protagonista Ansaldo Nucleare è un unicum nazionale: prevede la costruzione di un nuovo nucleo da 1.100-1.200 MW nella centrale di Krško, impianto da 700 MW per il quale la controllata di Ansaldo Energia ha già lavorato con successo negli anni scorsi, e la creazione di una newco partecipata per un terzo dai siderurgici italiani. Un miliardo e 200 milioni l’equity della società, di cui 400 milioni versati dall’industria siderurgica nazionale, che otterrebbe in cambio, con contratti di fornitura pluriennali, un terzo dell’energia nucleare prodotta. I restanti due terzi del capitale resterebbero in mano alla società pubblica slovena proprietaria dell’impianto.
«È un’operazione di sistema perché si muove Federacciai, ma potrebbero muoversi altri settori industriali energivori», spiega Gozzi nella sua doppia veste di numero uno dei siderurgici e degli energivori. «Dopo la valutazione del consiglio - aggiunge - costituiremo il team di lavoro che approfondirà la fattibilità del progetto e avvieremo interlocuzioni con la Slovenia. Ansaldo Energia è un player nazionale controllato da Cdp, Ansaldo Nucleare è un’eccellenza. I siderurgici partono per primi perché sono l’industria maggiormente energivora, ma chimica, carta e cemento hanno esigenze analoghe. Stiamo tutti investendo molto in decarbonizzazione: solare ed eolico però non bastano, abbiamo bisogna di energia di base. La fonte nucleare è stabile, rinnovabile e garantisce prezzi che permettono di difendere la nostra competitività».
La società sarebbe capitalizzata con 1,2 miliardi, mentre la costruzione dell’impianto richiederebbe un investimento di 4-5 miliardi e 5-10 anni di lavoro. La fornitura di energia da nucleare scatterebbe invece da subito, compatibilmente con le disponibilità slovene.
«È un’operazione complessa, ma ci sono i presupposti per procedere all’analisi della fattibilità tecnica. Solare ed eolico ti possono garantire tremila ore annue - insiste Gozzi - ma noi lavoriamo su 8.200 ore annue, abbiamo bisogno di energia rinnovabile di base e il nucleare lo è».
Grazie alle interconnessioni di rete, che sono 25, l’Italia acquista già energia da fonte nucleare in Europa, dalla Francia così come dalla Svizzera. Lo fanno le utility come Enel, ma nessun settore industriale sinora lo ha mai fatto attraverso un investimento diretto nella costruzione di un impianto.
Interconnector Energy Italia ha lavorato in questi anni su qualcosa di simile. Per colmare il forte differenziale con la Francia e la Germania e difendere la competitività del sistema italiano, dal 2010 sono stati assegnati agli energivori 2.500 MW di energia a prezzi analoghi a quelli dei due concorrenti europei. In cambio gli energivori si sono impegnati a realizzare 2.500 MW di reti di connessione fisiche, investendo di tasca propria in cavi.
«Abbiamo già investito un miliardo - racconta Gozzi -. Con la Francia, un investimento di 460 milioni, abbiamo realizzato 350 MW che entreranno in esercizio a fine anno. I 200 MW del Montenegro, altri 320 milioni, sono già in esercizio. I 150 MW con l’Austria entreranno in esercizio alla fine del prossimo anno».
Il piano di Interconnector prevede anche una connessione da 250-300 MW con la Slovenia. Gozzi: «L’operazione con Ansaldo Nucleare potrebbe rilanciare tale connessione, per dedicarla all’importazione di energia nucleare». Martedì, dopo il disco verde del consiglio, Federacciai e Ansaldo firmeranno l’intesa.