Forse sopra non mi sono spiegato bene.
Se ciò che va evitato è proporre ricarrozzamenti (italiani, americani o tedeschi che siano), l'unica via certa è quella di affidarsi a chi non ha nulla da ricarrozzare. Da italiano, mi rimarrebe un po' di amaro in bocca a vedere l'Alfa in mano cinese, però se servono soldi per ripartire da zero, loro ne hanno a bizzeffe, quindi anche per ripristinare il museo. La produzione rimarrebbe per forza in Italia, affidata a tecnici locali. Un' Alfa made in China non la comprerebbe nessuno e questo lo sanno perfettamente loro per primi.
Ti posso riportare un esempio. Una fabbrica storica della mia città, che produce meccanica pesante, alcuni anni fa è stata acquistata da un gruppo cinese. Ci lavora un amico, per cui so come vanno le cose. I cinesi avrebbero potuto prendere brevetti e disegni, chiudere la fabbrica italiana e portare la produzione in patria. Non l'hanno fatto perchè sanno che una pressa prodotta in Cina è invendibile fuori dai confini domestici, mentre una "made in Italy" mantiene la sua appetibilità ovunque.
Un Alfa nella mani di Vag sarebbe soggetta alla condivisione di gruppo.
Un gruppo già molto nutrito, nel quale già adesso emerge qualche difficoltà a differenziare una Seat da una Skoda, una Skoda da una Vw e una Vw da un'Audi. Aggiungiamo un altro marchio e la situazione si complica ulteriormente. Vorrei ricordare le parole riportate da BelliCapelli all'epoca dei primi contatti tra Fiat e Vag, riferitegli dal famoso insider:"Un Alfa sub premium, posizionata in modo da non dar fastidio ad Audi".
Se Alfa deve diventare la sorella sfigata di Audi, che se la prendano pure i cinesi oppure celebriamone le esequie e chiudiamo il discorso.