<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Giovani ed emigrazione + lavoro | Page 34 | Il Forum di Quattroruote

Giovani ed emigrazione + lavoro

Prima di diventare padre, credevo sarei stato severo, mal tolleravo i bambini accontentati su tutto.
Invece sono diventato proprio quello che condannavo, il punto è che già ci sto pochissimo e loro non mi cercano, cerco di farmi voler bene compiacendoli e difendendoli anche quando non dovrei, e litigo con mia moglie :emoji_disappointed_relieved:
Non mi ritengo all'altezza del ruolo ecco.

Non colpevolizzarti troppo, ma cerca ogni tanto di usare il "no", ma non punitivo; ti siedi con loro, ci ragioni e gli speighi secondo te perchè quello che ti hanno chiesto non si può avere

Potresti avere delle sorprese piacevoli
 
Per dire, la mia è piccola, ma sembra avere passione per la musica. Ma non so se la asseconderei per un percorso di studi unico in quella direzione. Già ora prende qualche lezione di piano, ma come unica scelta professionale...
Dipende dalla passione, dal talento e dalle opportunità.
In Italia se ti dai alla musica professionale, salvo appartenere a un gruppo musicale e provarci, l'unica alternativa concreta è l'orchestra della Rai più qualche altra orchestra che però si muove spesso in forma "cooperativa" e vieni pagato a concerto e non con contratto standard. Il titolo accademico spesso è solo un di più perché molti strumentisti (ma anche i cantanti) non han fatto scuole particolari ma solo una lunga formazione unita al talento innato.
Di sicuro non è una via facile e le porte sono più spesso chiuse che aperte.
 
Mi spiace per chi vede tutto fumo e che un pezzo di carta vale l'altro. Ma non è come pensa.
Per esempio io non penso che un pezzo di carta sia uguale a un altro (anche se il valore legale è una roba oscena) ma penso anche che la carta non sia tutto per realizzarsi e penso anche che oltre la carriera accademica e/o di stipendiato ci siano anche carriere professionali e imprenditoriali.
Laurearsi a Harvard o al MIT certamente ti da un prestigio diverso rispetto ad altre sedi eppure nel mondo, nei laboratori come nelle aziende, trovi persone che hanno fatto i percorsi più disparati ma sono emersi lo stesso. Poi certo, se ami il percorso accademico scientifico e riesci a "validarti" anche in sedi prestigiose con corsi o partecipazioni di ricerca è tutto di guadagnato ma quello è uno dei tanti orizzonti possibili, non l'unico.
 
Prima di diventare padre, credevo sarei stato severo, mal tolleravo i bambini accontentati su tutto.
Invece sono diventato proprio quello che condannavo, il punto è che già ci sto pochissimo e loro non mi cercano, cerco di farmi voler bene compiacendoli e difendendoli anche quando non dovrei, e litigo con mia moglie :emoji_disappointed_relieved:
Non mi ritengo all'altezza del ruolo ecco.

Cambia linea, ho un'amico che faceva esattamente come te fino a quando la moglie non s'è stufata di ingoiare rospi.
 
Ieri festa del 18° di mia figlia. 40 invitati tra i 16 ed i 20 anni, ed il gestore del castello mi ha chiesto di fare sorveglianza con mia moglie...
...non ce n'era proprio bisogno. Educati, rispettosi, puntuali ad arrivare ed ad andar via, a rispettare l'abbassamento dei db allo scadere della mezzanotte.
Il gestore si è complimentato e mi ha tolto pure qualcosa.
Auguro un radioso futuro a questa generazione, molti di loro, ancora legati ai nostri valori, passioni, desideri degli anni 70-80, però, partiranno prima o dopo l'università... unica certa di non espatriare, una ragazza che vuole fare il magistrato...
 
Io no, ne sarei felice. La seguirei volentieri se la salute consentirà.
Indubbiamente nel tuo caso. Ma credo che la maggior parte dei genitori che vedono partire i propri figli per crearsi un futuro, preferirebbero che ciò non avvenisse. Poi ci sarà anche chi come i miei genitori hanno preferito che io fossi lontano e con un futuro che vicino e senza.
 
Mi viene in mente il caso di una delle mie due sorelle: quattro splendide figlie, ormai tutte laureate (due che lavorano, le altre due specializzande). Una volta era una bella famiglia numerosa, unita e piuttosto allegra, oggi c'è la diaspora: due stanno in Veneto (una è sposata), le altre due a Roma.
Mia sorella e suo marito sono rimasti soli in una enorme villa in campagna, costruita a suo tempo proprio per una famiglia numerosa, e ogni volta che li vado a trovare vedo nei loro occhi la malinconia della solitudine. E così il Natale in quella casa è una grande festa perché, almeno una volta l'anno, finalmente si riunisce come ai vecchi tempi la grande famiglia "diasporata"! :emoji_grinning:
 
E comunque non stanno così lontano e sempre in Italia.
Sì, come distanza è poca (soprattutto quelle che stanno a Roma) ma il problema è la frequenza con cui ci si vede. Se ci si vede raramente (ragazze molto impegnate) che siano in Italia o all'estero non cambia moltissimo.
Comunque anche loro sono state all'estero, per l'Erasmus o altro. I casi più eclatanti: una è stata un lungo periodo a Helsinki, un'altra addirittura a Sydney (dall'altro capo del mondo! immagina quanto poteva essere contenta mia sorella...) e un'altra ancora, mentre ancora studiava Medicina (poi si è laureata con 110 e lode), è andata a fare praticantato e volontariato in un paese africano (non ricordo se fosse Ghana o Costa d'Avorio... da quelle parti, insomma), e ha raccontato di aver trovato delle condizioni molto difficili in ambito sanitario: ci si doveva arrangiare per qualsiasi cosa, e stava con la costante paura di non farcela e di dover rinunciare.
Insomma, ora no, ma una diaspora della famiglia in tutto il mondo c'è stata!
 
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