Per quanto riguarda il mio modestissimo e ancora superficiale giudizio su questa fusione, sono d'accordo con il titolo che il buon Saturno aveva dato al suo topic (ora fuso con quello precedente): "Fine di un'Epoca".
Indubbiamente per l'ex gruppo Fat, poi FCA e ora gruppo FCA-PSA è la fine di un'epoca. Per 120 anni la famiglia Agnelli ha posseduto prima una, poi due, poi 3 e alla fine innumerevoli aziende. Le ha possedute in toto, al 100%. Anche l'ex gruppo Chrysler era stato acquisito al 100%, a titolo di incorporazione.
Questa invece è la prima volta che gli Agnelli condividono a metà qualcosa, nella fattispecie un gruppo multinazionale variegato, e con "3 teste", una italiana, una americana e una francese, ovvero si tratterà di uno dei pochi gruppi automobilistici, forse l'unico ma potrei sbagliarmi, che racchiude aziende aventi la sede (o l'origine) in tre continenti. Insomma sarà un gruppo italo-franco-americano.
Nella percezione comune la quota italiana della nuova entità societaria forse potrà essere minoritaria, ma in realtà il fatturato di FCA (115 miliardi nel 2018) è molto superiore a quello di PSA (74 miliardi). Anche le automobili prodotte nel 2018 da FCA sono state di più di quelle prodotte da PSA (4.840.000 contro 3.880.000) Infatti il presidente sarà Elkann, anche se l'AD sarà Tavares. Quasi 9.000.000 qundi il totale dei veicoli prodotti dai due gruppi nel 2018.
Che dire in conclusione? Staremo a vedere. Sicuramente sotto il profilo operativo (modelli) ed economico (sinergie, economie di scala) non può che essere un accordo positivo, che dovrebbe portare ad una maggiore vitalità, rapidità di azione e agilità di entrambi i marchi. Per esempio una nuova vettura potrebbe ritrovarsi un pianale "già pronto", sfruttando uno dei pianali del partner industriale. Questo è solo uno dei vantaggi di una operazione del genere. "Romanticamente" lascia un po' di amaro in bocca (almeno a me), ma forse i vantaggi potranno addolcire anche il palato dei più romantici e dei più scettici............