FedeSiena ha scritto:
De gustibus un fico secco.
Siccome le missioni di "pseudo-pace" sono finanziate anche con i MIEI soldi, finchè posso evito di dare supporto alle parti politiche che vogliono questo e voto per quelle parti politiche che si oppongono.
Se non basta vado in piazza e manifesto CONTRO.
Poi ovvio di più non posso fare.
PS: Non ho capito cosa c'entra questo con il supporto al Nazismo.
Mah.
Infatti hai pienamente ragione e nessuno pretende il supporto incondizionato.
Posso non essere minimamente d'accordo con il tuo punto di vista (e non lo sono) ma hai il mio pieno sostegno nel tuo diritto di esprimerlo.
Tuttavia, prima di protestare, o per lo meno, prima di scegliere un modo di protesta, un cittadino responsabile riflette anche sulle implicazioni di tale scelta e sugli effetti che tale protesta avra' sui nostri uomini sul campo.
Perche' per quanto possiamo non essere d'accordo con la scelta politica, e sia nostro diritto e, in molti casi, dovere contestarla e protestare, il
pieno sostegno agli uomini che rischiano la pelle mandati sul posto a fare il
loro dovere non puo' e non deve mai mancare.
La differenza e' sottile ma importantissima.
Inoltre, al di la' di questo, occorre riflettere bene anche sul fatto che, certe volte, anche se non si e' d'accordo occorre pero' fare gioco di squadra.
Questo in altri paesi e' dato per scontato, e si fa fronte comune.
In Italia, per ragioni storiche troppo lunghe da discutere qui, non accade e non c'e' quasi minimamente questo concetto. Sarai d'accordo con me sul fatto che questa e' una guerra molto piu' politica che militare (e comunque von Clausewitz ha gia' detto in modo chiaro la sua sulla relazione tra politica e res militaris).
Un fronte interno fortemente diviso e in equilibrio precario tra intervento e non intervento e' una condizione ideale per rendere il paese un bersaglio proficuo per attentati, il cui scopo e', ovviamente, non certo militare (dato l'impatto minimo) ma politico.
La Spagna in questo senso ha offerto un pessimo servizio all'UE, dimostrando con la scelta smidollata di Zapatero che una cricca di terroristi puo' dettare la politica internazionale a uno stato sovrano, se ammazza abbastanza cittadini innocenti.
La situazione italiana e' diversa, per varie ragioni politiche recenti e non tanto recenti, ma un dissenso troppo marcato potrebbe comunque rendere appetibile un attentato, anche a fronte del prezzo politico elevato e degli inconvenienti strategici che un simile atto porterebbe al fondamentalismo islamico.
Detta in termini terra terra, c'e' un momento per il dibattito, un momento per le proteste, ma quando si e' in ballo, bisogna ballare tutti assieme, o il danno arrecato al paese e' enormemente maggiore di qualsiasi beneficio si possa trarre.
Questo molte parti politiche italiane non l'hanno mai capito.
Gli americani, viceversa, sanno fare (e han sempre saputo fare) gioco di squadra.
E proprio per questo si hanno certe esigenze, e noi stessi dobbiamo prendere seriamente in considerazione tanto le opzioni plausibili per gli americani, quanto le loro implicazioni per il nostro impegno e la nostra politica interna ed estera, in termini di proseguimento di questa faccenda e di se e come chiuderla in modo pulito.
Perche' non e' che puoi dire "vabbhe', non giochiamo piu'". Certe cose vanno concluse con ancora piu' attenzione di come si sono aperte.