.ci fosse uno che avesse sollevato il dubbio ma non è che magari il governo Australiano ha interessi di politica interna a creare tutta sta storia?
Secondo me semplicemente il polverone che si è alzato,e non è stato opera delle autorità australiane ma più del mondo sportivo,ha imposto la massima severità.
Se il governo australiano avesse acconsentito all'ingresso di Djokovic e lui avesse vinto gli open che figura ci avrebbe fatto?
Il tennista sconfitto in finale avrebbe potuto scatenare una polemica o fare ricorso o ancora peggio rifiutarsi di giocare col serbo perchè non vaccinato.
Dovevano scegliere se passare per eccessivamente severi oppure per quelli che sono severi con tutti ma con qualcuno lo sono di meno e piuttosto di finire sulla graticola loro hanno preferito farla pagare a qualcun altro.
Poi io credo che l'atteggiamento del serbo,che all'inizio se ricordate era poco conciliante (prima di ammettere a testa china di aver commesso un errore in buona fede lamentava un trattamento quasi da deportato),abbia influito molto.
Per me se fosse stato più conciliante all'inizio,quando si trovava a dover convincere il personale della dogana/immigrazione e non giudici e ministri,avrebbe avuto molte più possibilità che gli concedessero il visto.
Invece dopo la vicenda ha assunto connotazioni politiche troppo grandi per essere risolta in maniera bonaria.
Sul fatto che la legge (nella persona di un giudice) abbia detto si e poi invece la giustizia,concetto ben diverso dalla legge,nella persona di un ministro abbia detto no io non mi meraviglio più di tanto.
Di casi in cui stando alla legge le prove non ci sono eppure la condanna arriva comunque perchè ci sono pressioni da parte dell'opinione pubblica ce ne sono sempre stati.
Giusto o sbagliato che sia.
Senza tutto il clamore forse sarebbe stato tutto diverso ma le polemiche ci sarebbero state comunque.
Invece di parlare del campione che viene giudicato più per quello che rappresenta che per la carte che presenta parleremmo del campione che misteriosamente ha ottenuto il visto mettendo in dubbio che ne avesse diritto.