<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Costituzione art. 41 | Il Forum di Quattroruote

Costituzione art. 41

L'iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
 
L'iniziativa economica privata e' libera, nella tutela dei diritti dell'individuo e della comunita'.

Punto.

Non vedo come l'attivita' economica privata possa essere libera e al contempo "coordinata dallo Stato ai fini sociali". L'attivita' economica privata non ha fini sociali.
Ha fini di lucro, punto.
Per i fini sociali ci sono le onlus. :rolleyes:
 
Va tenuto presente che la Costituzione è stata approvata nel 1947, quindi nel periodo post bellico. La finalità sociale enunciata dall'art.41 era intesa come la possibilità da parte dello Stato di intervenire nei rapporti economici per indirizzarli al raggiungimento di un maggior benessere comune. E' una norma figlia del tempo che l'ha prodotta. E' chiaro che ai giorni nostri ha perso significato o quanto meno ha più il significato originario.
 
io condivido gli scopi originari dell'articolo, in ogni caso mi auguro che tutti quelli che vorranno intervenire come chi lo ha già fatto eviti riferimenti alle discussioni politiche di questi giorni così potremo continuare eventualmente a discuterne. ;)
 
99octane ha scritto:
L'iniziativa economica privata e' libera, nella tutela dei diritti dell'individuo e della comunita'.

Punto.

Non vedo come l'attivita' economica privata possa essere libera e al contempo "coordinata dallo Stato ai fini sociali". L'attivita' economica privata non ha fini sociali.
Ha fini di lucro, punto.
Per i fini sociali ci sono le onlus. :rolleyes:

Il lucro non escude il fine sociale.

Basti pensare alle scuole o agli ospedali privati.
 
99octane ha scritto:
L'iniziativa economica privata e' libera, nella tutela dei diritti dell'individuo e della comunita'.

Punto.

Non vedo come l'attivita' economica privata possa essere libera e al contempo "coordinata dallo Stato ai fini sociali". L'attivita' economica privata non ha fini sociali.
Ha fini di lucro, punto.
Per i fini sociali ci sono le onlus. :rolleyes:
beh ma non può reare disagio e malessere sociale...la ethernit allora??
 
iCastm ha scritto:
99octane ha scritto:
L'iniziativa economica privata e' libera, nella tutela dei diritti dell'individuo e della comunita'.

Punto.

Non vedo come l'attivita' economica privata possa essere libera e al contempo "coordinata dallo Stato ai fini sociali". L'attivita' economica privata non ha fini sociali.
Ha fini di lucro, punto.
Per i fini sociali ci sono le onlus. :rolleyes:

Il lucro non escude il fine sociale.

Basti pensare alle scuole o agli ospedali privati.

questo è un buon esempio, strutture private convenzionate possono offrire un notevole servizio alla collettività pur non rinunciando al loro guadagno
 
keko01 ha scritto:
iCastm ha scritto:
99octane ha scritto:
L'iniziativa economica privata e' libera, nella tutela dei diritti dell'individuo e della comunita'.

Punto.

Non vedo come l'attivita' economica privata possa essere libera e al contempo "coordinata dallo Stato ai fini sociali". L'attivita' economica privata non ha fini sociali.
Ha fini di lucro, punto.
Per i fini sociali ci sono le onlus. :rolleyes:

Il lucro non escude il fine sociale.

Basti pensare alle scuole o agli ospedali privati.

questo è un buon esempio, strutture private convenzionate possono offrire un notevole servizio alla collettività pur non rinunciando al loro guadagno
il fatto è che queste struttre convenzionate alo stato costano un sacco di soldi...non sarebbe più logico attuare una politica seria d'investimenti per rendere tutte le strutture pubbliche di eccellenza...?
 
giuliogiulio ha scritto:
keko01 ha scritto:
iCastm ha scritto:
99octane ha scritto:
L'iniziativa economica privata e' libera, nella tutela dei diritti dell'individuo e della comunita'.

Punto.

Non vedo come l'attivita' economica privata possa essere libera e al contempo "coordinata dallo Stato ai fini sociali". L'attivita' economica privata non ha fini sociali.
Ha fini di lucro, punto.
Per i fini sociali ci sono le onlus. :rolleyes:

Il lucro non escude il fine sociale.

Basti pensare alle scuole o agli ospedali privati.

questo è un buon esempio, strutture private convenzionate possono offrire un notevole servizio alla collettività pur non rinunciando al loro guadagno
il fatto è che queste struttre convenzionate alo stato costano un sacco di soldi...non sarebbe più logico attuare una politica seria d'investimenti per rendere tutte le strutture pubbliche di eccellenza...?

premettendo che io sarei favorevole a strutture totalmente pubbliche però prendo atto che il vantaggio di alcune strutture convenzionate è che almeno lì si tende ad eliminare sprechi che spesso si spingono nel penalmente perseguibile che sono ampiemnte diffusi in tutte le strutture pubbliche, acneh in quelle di regioni ritenute al di sopra della malgestione che in genere si imputa al meridione, anche quelli sono costi che oltretutto vanno al di là della legalità
 
giuliogiulio ha scritto:
keko01 ha scritto:
iCastm ha scritto:
99octane ha scritto:
L'iniziativa economica privata e' libera, nella tutela dei diritti dell'individuo e della comunita'.

Punto.

Non vedo come l'attivita' economica privata possa essere libera e al contempo "coordinata dallo Stato ai fini sociali". L'attivita' economica privata non ha fini sociali.
Ha fini di lucro, punto.
Per i fini sociali ci sono le onlus. :rolleyes:

Il lucro non escude il fine sociale.

Basti pensare alle scuole o agli ospedali privati.

questo è un buon esempio, strutture private convenzionate possono offrire un notevole servizio alla collettività pur non rinunciando al loro guadagno
il fatto è che queste struttre convenzionate alo stato costano un sacco di soldi...non sarebbe più logico attuare una politica seria d'investimenti per rendere tutte le strutture pubbliche di eccellenza...?

No, lo Stato ci risparmia.

Mandare un bambino ad una scuola privata è un vantaggio per lo Stato perchè così ci sono meno persone che mangiano la torta. Se fosse dato un contributo per iscriversi alla scuola privata lo Stato ci guadagnerebbe ancora di più. Un esempio su tutti è il buono scuola della Lombardia.

Discorso analogo per gli ospedali.
 
quadrif ha scritto:
Va tenuto presente che la Costituzione è stata approvata nel 1947, quindi nel periodo post bellico. La finalità sociale enunciata dall'art.41 era intesa come la possibilità da parte dello Stato di intervenire nei rapporti economici per indirizzarli al raggiungimento di un maggior benessere comune. E' una norma figlia del tempo che l'ha prodotta. E' chiaro che ai giorni nostri ha perso significato o quanto meno ha più il significato originario.

Il punto non e' la data (se no, come dici, in termini di contesto storico), bensi' il CHI l'ha varata.
La costituzione e' stata approvata da una larga maggioranza di comunisti e cattolici (senza voler fare politica: e' una mera considerazione storica).
La costituzione americana e' del 1787, per esempio, e non c'e' traccia di simili bestiate da societa'-alveare. :rolleyes:
 
keko01 ha scritto:
iCastm ha scritto:
99octane ha scritto:
L'iniziativa economica privata e' libera, nella tutela dei diritti dell'individuo e della comunita'.

Punto.

Non vedo come l'attivita' economica privata possa essere libera e al contempo "coordinata dallo Stato ai fini sociali". L'attivita' economica privata non ha fini sociali.
Ha fini di lucro, punto.
Per i fini sociali ci sono le onlus. :rolleyes:

Il lucro non escude il fine sociale.

Basti pensare alle scuole o agli ospedali privati.

questo è un buon esempio, strutture private convenzionate possono offrire un notevole servizio alla collettività pur non rinunciando al loro guadagno

Il lucro non esclude il fine sociale, ma il fine sociale esclude il lucro (leggere tra le righe ;) ). E l'articolo della costituzione e' chiaro (purtroppo) e ne sono evidenti le conseguenze nel tessuto sociale e statale italiota.
Naturalmente, siccome siamo in Italia, siamo riusciti a privatizzare quel che era pubblico e offriva un SERVIZIO (penoso) con il pretesto di migliorare il servizio, e col risultato che il servizio da penoso e' passato a schifoso e l'efficienza e' peggiorata.
Vedasi ad esempio la "privatizzazione" di FS, che ha portato alla soppressione di moltissimi treni considerati "non redditizi" (ma che servivano una certa fetta di cittadini che ora posson solo scegliere tra stare a casa o prendere l'auto) ma in compenso e' un serbatoio clientelare peggiore di prima (e ancor meno controllabile).
 
99octane ha scritto:
quadrif ha scritto:
Va tenuto presente che la Costituzione è stata approvata nel 1947, quindi nel periodo post bellico. La finalità sociale enunciata dall'art.41 era intesa come la possibilità da parte dello Stato di intervenire nei rapporti economici per indirizzarli al raggiungimento di un maggior benessere comune. E' una norma figlia del tempo che l'ha prodotta. E' chiaro che ai giorni nostri ha perso significato o quanto meno ha più il significato originario.

Il punto non e' la data (se no, come dici, in termini di contesto storico), bensi' il CHI l'ha varata.
La costituzione e' stata approvata da una larga maggioranza di comunisti e cattolici (senza voler fare politica: e' una mera considerazione storica).
La costituzione americana e' del 1787, per esempio, e non c'e' traccia di simili bestiate da societa'-alveare. :rolleyes:

Sarà perchè l'hanno fatta i massoni :D
 
Per rispondere a Keko e agli altri, esistono due criteri di fondo con cui si puo' gestire qualcosa:

- Produttivita'.
- Servizio.
Uno non esclude a priori l'altro, e ci sono infinite gamme di grigio tra i due criteri, ma mentre un impresa privata deve necessariamente pendere verso la produttivita', quella pubblica deve pendere verso il servizio.
La differenza consta nel fatto che, se io gestisco un'azienda di trasporti privata, effettuero' solo quei percorsi per i quali le spese di gestione vengono coperte dalle entrate e, possibilmente, generano utile. Considerazioni di budget e di sviluppo dell'azienda mi possono persino portare a un criterio ancora piu' restrittivo, per cui delle linee che non generano almeno un certo rapporto minimo utile/spesa non vengono prese in considerazione.

Possiamo chiamarla una gestione "dei conti della serva" (per quanto si debba tenere presente che e' una definizione che do' per comodita' d'esposizione, essendo assai semplicistica e ingiustamente riduttiva).

Viceversa uno Stato non puo' ridursi a una gestione dei conti della serva.
Essendo un'ente superiore per dimensioni, scopo e prospettiva alla semplice azienda, deve prendere in considerazione fattori che l'azienda non puo' permettersi (letteralmente) di considerare.
Lo Stato deve mirare all'utilita' sociale complessiva e agli effetti indiretti, sinergici, sociali e di lungo periodo che un servizio collettivo offre. Deve, cioe', badare al servizio.
Non puo' sopprimere una linea di montagna che serve solo 4-5 paeselli perche' viene usata poco e costa piu' di quel che rende. Perche' se e' vero che in termini economici non rende, e' anche vero che sopprimerla significa rendere la vita difficile ai paeselli, che vengono abbandonati, con conseguente perdita sociale, geografica, culturale per la nazione. Per un ragioniere sono fattori irrilevanti, per uno Statista degno di questo nome, invece, hanno importanza.
Stesso dicasi per grandi opere pubbliche che, di per se', non si ripagheranno mai in termini di semplici tariffe, ma hanno un ruolo importantissimo in termini di intercomunicazione, o sviluppo sociale, economico e culturale di una regione o della nazione.
Per questo dico che una commistione delle due cose e' assurda e inconciliabile.
Lo Stato deve fare lo Stato, e l'Impresa deve fare l'Impresa, anche per considerazioni gestionali e logistiche di struttura d'apparato.
Poi, affidare al privato la gestione di servizi pubblici e' fattibilissimo, a patto che vengano rispettati due criteri fondamentali:

1) che lo Stato finanzi l'erogazione del servizio in quei casi in cui questa non sia produttiva da un punto di vista gestionale.
2) che lo Stato vigili sull'erogazione del servizio

Naturalmente non sono criteri facili da analizzare e far osservare, ma se lo fossero, non avremmo bisogno di politici e dirigenti pagati milioni di euro, no?
 
keko01 ha scritto:
L'iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
sbaglio oppure vogliono modificare l'articolo?
 

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