Per rispondere a Keko e agli altri, esistono due criteri di fondo con cui si puo' gestire qualcosa:
- Produttivita'.
- Servizio.
Uno non esclude a priori l'altro, e ci sono infinite gamme di grigio tra i due criteri, ma mentre un impresa privata deve necessariamente pendere verso la produttivita', quella pubblica deve pendere verso il servizio.
La differenza consta nel fatto che, se io gestisco un'azienda di trasporti privata, effettuero' solo quei percorsi per i quali le spese di gestione vengono coperte dalle entrate e, possibilmente, generano utile. Considerazioni di budget e di sviluppo dell'azienda mi possono persino portare a un criterio ancora piu' restrittivo, per cui delle linee che non generano almeno un certo rapporto minimo utile/spesa non vengono prese in considerazione.
Possiamo chiamarla una gestione "dei conti della serva" (per quanto si debba tenere presente che e' una definizione che do' per comodita' d'esposizione, essendo assai semplicistica e ingiustamente riduttiva).
Viceversa uno Stato non puo' ridursi a una gestione dei conti della serva.
Essendo un'ente superiore per dimensioni, scopo e prospettiva alla semplice azienda, deve prendere in considerazione fattori che l'azienda non puo' permettersi (letteralmente) di considerare.
Lo Stato deve mirare all'utilita' sociale complessiva e agli effetti indiretti, sinergici, sociali e di lungo periodo che un servizio collettivo offre. Deve, cioe', badare al servizio.
Non puo' sopprimere una linea di montagna che serve solo 4-5 paeselli perche' viene usata poco e costa piu' di quel che rende. Perche' se e' vero che in termini economici non rende, e' anche vero che sopprimerla significa rendere la vita difficile ai paeselli, che vengono abbandonati, con conseguente perdita sociale, geografica, culturale per la nazione. Per un ragioniere sono fattori irrilevanti, per uno Statista degno di questo nome, invece, hanno importanza.
Stesso dicasi per grandi opere pubbliche che, di per se', non si ripagheranno mai in termini di semplici tariffe, ma hanno un ruolo importantissimo in termini di intercomunicazione, o sviluppo sociale, economico e culturale di una regione o della nazione.
Per questo dico che una commistione delle due cose e' assurda e inconciliabile.
Lo Stato deve fare lo Stato, e l'Impresa deve fare l'Impresa, anche per considerazioni gestionali e logistiche di struttura d'apparato.
Poi, affidare al privato la gestione di servizi pubblici e' fattibilissimo, a patto che vengano rispettati due criteri fondamentali:
1) che lo Stato finanzi l'erogazione del servizio in quei casi in cui questa non sia produttiva da un punto di vista gestionale.
2) che lo Stato vigili sull'erogazione del servizio
Naturalmente non sono criteri facili da analizzare e far osservare, ma se lo fossero, non avremmo bisogno di politici e dirigenti pagati milioni di euro, no?