e ancora...
da leggere con attenzione:
A Milano e dintorni si trovano i redditi più bassi d?Italia. Se si parla di case di lusso però l?invidia dei milanesi deve indirizzarsi a Napoli, dove ville e castelli hanno un peso quasi doppio sul totale delle case rispetto alla metropoli lombarda. Ma come fa un reddito beneventano o casertano a
sostenere un tenore di vita da Centro-Nord?
L?incrocio fra reddito e consumi nei territori italiani regala molti di questi interrogativi. A sollevarli è la nuova indagine sul tenore di vita e le sue ?ricadute? fiscali nelle province italiane realizzata da Centro studi Sintesi e Unioncamere del Veneto, che fotografa la situazione aggiornata al 2009. Il report, anticipazione di uno studio più ampio che verrà presentato a fine giugno prende in esame in termini pro capite sette indicatori chiave, dai consumi di energia e carburante al parco auto fino ai depositi bancari, e ne misura la coerenza con il reddito disponibile.
Il risultato può essere considerato un indice di ?rischio evasione?, basso dove il numero indice è positivo, e alto man mano che l?indice diventa negativo: nel primo caso il punteggio è superiore a 100 (media nazionale), nel secondo è inferiore.
Come spiega Il Sole 24 Ore in questo modo l?Italia risulta spaccata in due. Nella parte alta della graduatoria, con redditi che ?giustificano? più o meno ampiamente i consumi, ci sono le Regioni del Nord, guidate da Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Piemonte, insieme al Lazio; ai piani bassi c?è il Mezzogiorno, con l?incoerenza fra redditi e consumi che si fa particolarmente marcata in Campania, Sicilia, Sardegna e Calabria. Un focus sull?Iva, che mette a confronto i consumi con il gettito della ?loro? imposta, conferma in pieno quest?immagine (si veda l?articolo in basso). A livello provinciale, Trieste, Bologna e Bolzano mostrano l?indice più virtuoso, Ragusa, Catania e Crotone chiudono la graduatoria.