Premesso che per impostazione culturale, formazione e professione non posso che essere un liberista convinto, ma altrettanto convinto della necessità di un occhiuto “controllore” del fair play, e che ritengo sotto questi aspetti che gli States siano tuttora un modello di riferimento mentre noi siamo incompiuti in entrambi i profili, butto qua i miei due cent bucati.
Nella mia pur indegna carriera professionale (qualcosa più di un quartino di secolo, ahimè), ho avuto la fortuna di fare una discreta esperienza con l’immobiliare, sia dal punto di vista del piccolo risparmiatore sia da quello della SpA con una trentina di milioni di euro di asset immobiliari. Non sono mai arrivato ai grandi gruppi da 100-1.000 milioni di euro di attivo, che hanno logiche ancora differenti (ma almeno ho la soddisfazione di aver impedito qualche “investimento” su questi colossi, soddisfazione nel senso che ho evitato grosse perdite al pollo di turno)
L’investitore (risparmiatore) non è un benefattore, ma (parliamo di individui razionali) un soggetto che vuole diversificare i propri investimenti. Sempre nell’assunto che egli sia “razionale” (cosa non sempre scontata, perché la stupidità è gratis e quindi tanti vi attingono), farà una valutazione mettendo a sistema prezzo d’acquisto, costi della proprietà (tasse, manutenzione e simili), rendimento atteso interpolato con il tasso di sicurezza desiderato, liquidabilità dell’assetto e tante altre cosette simpatiche che vi risparmio. Se è in grado di fare buone stime (quindi se valuta gli immobili come il sensale fa con le vacche, senza alcun pathos), probabilmente otterrà il risultato atteso o non vi si allontanerà di molto, se sbaglia farà un buco nell’acqua e prima o poi (s)venderà l’immobile.
Lato esercente (stiamo parlando di immobili ad uso commerciale/artigianale o professionale, quelli ad uso abitativo hanno logiche diverse e pure quelli uso industriale), devi sapere perfettamente a quanto ammonta la percentuale dei ricavi devolvibili all’immobile (diciamo max 10-15%, se va oltre ti conviene l’acquisto). Se sbagli i conti, ti sposti o chiudi, punto. Il diritto al libero esercizio d’impresa non significa anche “diritto a condizioni di favore”, o stai sul mercato o sei fuori, o sei imprenditore o non lo sei. Certo che un proprietario attento e oculato avrà un occhio di riguardo per un affittuario che si è sempre dimostrato regolare e che si trova in momentanea difficoltà, ma non può rovinarsi per sostenerlo. Non è pensabile che un proprietario mantenga con un comodato gratuito una impresa inefficiente, né è pensabile che un affittuario sostenga un proprietario incapace di gestire i suoi assets.