carlo959 ha scritto:Tu credi che anche un infimo catarifrangente in un'auto, che deve essere omologata in molti paesi, deve essere prodotto in serie, deve poter essere montato e smontato rispettando determinate tempistiche per le riparazioni, deve resistere a condizioni ambientali severe, all'invecchiamento, non creare pericolo nei crash tests, sia "disegnato" o "progettato" ?
Un designer che si rispetti pensa a queste cose quando concepisce i suoi progetti, oppure ne fa completamente astrazione, soprattutto quando progetta non per un concept ma per la produzione?
Secondo voi gli stilisti e gli addetti allll'ingegnerizzazione lavorano per compartimenti completamente stagni? Sarebbe produttiva una siffatta organizzazione della progettazione?
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Direi che ci sono oggetti che vengono sostanzialmente progettati - nel senso che la parte propria del designer terrà più ampiamente conto delle contestuali esigenze produttive (industriali) di ciò che è in questione.
La differenza di fondo è che (nel mio esempio) una tazza è parte fine di se stessa (concettualmente), un catarifrangente rappresenta la non rilevante porzione di un assai più complesso progetto globale (industrialmente realizzato per giustapposizione di parti).
Quindi -in questo caso- il designer risulta alquanto più vincolato a criteri procedurali circostanziati.
Designer e progettisti (per quanto consta alla mia esperienza), in effetti, pur senza ovviamente operare, nel contesto della stessa organizzazione, in setti reciprocamente incomunicabili, procedono secondo percorsi largamente indipendenti.
Quindi secondo te la forma, lo spazio, l'ergonomia, non sarebbero progettati, e non sono progetto, quando il designer non si occupa anche dell'aspetto produttivo-industriale?
Questi aspetti..del progetto (non saprei come chiamarli altrimenti) non hanno dignità di essere chiamati progetto?
Solo l'ingegnerizzazione di un oggetto è progetto?
Credi che davvero un designer possa fare veramente astrazione degli aspetti produttivo-funzionali, anche quando si tratta dell'ultimo stilista stagista di un grande centro stile?
Secondo me, non sarebbe un buon designer. Spesso sono proprio i vincoli costruttivi, economici, funzionali, che danno idee per un buon design.
Guardiamo la 500, che ha una forma fatta per risparmiare lamiera, e quindi costi.
Guardiamo la Panda prima serie di Giugiaro: vetri piatti, lamiere nervate ricoperte di materiale plastico per proteggerle dagli urti, struttura dei sedili e della plancia semplicissime e funzionali, calandra tranciata reversibile, etc etc...
Il design in questo caso è' funzione, infatti è un capolavoro.
C'è più progetto in questi principi innovativi, o nel progetto esecutivo di uno di quei sedili o di quei lamierati?
Ripeto: siamo sicuri che sia un bene, per qualsiasi tipologia di prodotto, che designers e quelli che tu chiami -in maniera limitativa secondo me- "progettisti" (cioè, credo che per "progettisti" tu intenda solo gli ingegneri strutturali e di produzione) lavorino secondo percorsi "largamente indipendenti", per la qualità e l'innovazione nel prodotto finale??
No, il design dà l'aspetto ai volumi, la progettazione dei volumi è a monte del design.
@ Elancia: credi che nel caso della Panda da me citato, "la progettazione dei volumi" della carrozzeria, cioè in definitiva la sua forma, sia stata "data" dalla Fiat "a monte", o sia stata concepita da Giugiaro?
La progettazione dei volumi, cioè delle forme, è design, non è da confondere con il cahier des cherges dei requisiti esigenziali (numero di posti, misure di abitabilità, volume del bagagliaio, etc etc) stabiliti, o con le invarianti strutturali del veicolo che costituiscono un vincolo (ingombri della meccanica, passo, carreggiate, pianale, etc etc).
I designers non lavorano lungamente su mock-up degli interni, in scala 1:1, e su simulatori, proprio per verificare le dimensioni di abitabilità degli interni e la loro ergonomia? Questo lavoro non influenza secondo te, per esempio, le volumetrie del padiglione se sono necessari affinamenti, dovuti alla senzazione di spaziosità o a problemi di visibilità? Questo lavoro non si incrocia, per esempio, con la verifica aerodinamica e strutturale?
Il cambiamento drastico, per esempio, dell'andamento del padiglione, può dare risultati molto diversi, proprio del punto di vista della percezione dei volumi, partendo da una base, per tecnica e caratteristiche, molto simile: vediamo le differenze tra MB serie E e CLS.
Ma ancora di più su pianali, come i BMW per esempio, dove sulla stessa base, magari modulare, si costruiscono berline, coupé e SUV.
Poi, se mi permetti, commetti un errore non trascurabile: consideri il progetto di design (ma vale lo stesso in architettura, come m'insegnerai) come un processo lineare, unidirezionale, dove c'è un "a monte" e un "a valle": ciò non è mai vero, il processo di progettazione è sempre simile a una spirale, dove per ogni avanzamento ci sono continui feedback e verifiche, filtri, che spesso portano a riconsiderare ciò che è stato fatto, o ad andare dalla scala generale a quella del dettaglio, etc etc. Naturalmente, possono esserci delle invarianti anche molto significative (come una meccanica già confezionata e pronta, in un'automobile), ma in generale non è corretto considerare processi del genere come lineari e direzionali.
Solo quando avviene il momento del "congelamento", di un design, si può considerare chiusa una fase, che diventerà ingegnerizzazione. Ma anche questa non è completamente ermetica, per varianti o modifiche che possono essere effettuate.
Per il resto, non sono neanche d'accordo su molte affermazioni fatte da te riguardo alla separazione di alcuni elementi funzionali, che definisci cose "con cui giocare", quindi elementi solo di stile, come se fosse un vestito, separati dalla struttura, dalla tecnica, dalla funzione stessa.
Ho una concezione molto diversa, e probabilmente più organica, sia dell'architettura che del design, secondo me (ma è la mia personalissima interpretazione) certe divisioni sono arbitrarie, e racchiudere a priori gli elementi del progetto in categorie così rigidamente separate, soprattutto concettualmente, non giova, in generale, alla qualità del progetto.