Su queste cose farci un discorso puramente economico è semplicemente sbagliato. La terra ha un ruolo che va oltre la "semplice" produzione agricola, è un potentissimo regolatore della qualità dell'ambiente il cui output positivo va ben oltre quei sessanta quintali di grano per ettaro che produce. Parliamo di bilancio delle emissioni di CO2, di biodiversità, di conservazione del paesaggio, in generale di qualità della vita. Ridurre il tutto a un arido calcolo di quanti euro ci si possono ricavare piazzandoci sopra quattro pannelli è molto riduttivo, ma ovviamente se chi ci dovrebbe pensare è impegnatissimo a salvaguardare il suo orticello elettorale e la sua poltrona in qualche palazzo, stiamo parlando del niente, e per niente.
Si ma il proprietario del terreno ragionerà in base a quale soluzione gli conviene di più.
Se coltivare diventa sempre più costoso,il profitto cala,magari non ha figli che lo aiutino quindi fa oggettivamente fatica a stare dietro all'enorme mole di lavoro che coltivare la terra richiede,i macchinari costano un botto etc etc. alla fine non è che abbia molte opzioni.
O continua a coltivare andando quasi in pari.
O lascia il terreno incolto.
O lo affida a qualcun altro che lo coltivi dividendo il ricavato,ma da quello che sento da alcuni clienti non ce n'è a sufficienza per 1 figuriamoci per dividere in 2.
O se gli propongono di usare il terreno per usi diversi che possono garantirgli una rendita paragonabile o addirittura maggiore ci pensa su.
Bisogna vedere quanto è allettante questa soluzione.