<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Auto elettrica "c'è poca luce" attorno. | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

Auto elettrica "c'è poca luce" attorno.

Su queste cose farci un discorso puramente economico è semplicemente sbagliato. La terra ha un ruolo che va oltre la "semplice" produzione agricola, è un potentissimo regolatore della qualità dell'ambiente il cui output positivo va ben oltre quei sessanta quintali di grano per ettaro che produce. Parliamo di bilancio delle emissioni di CO2, di biodiversità, di conservazione del paesaggio, in generale di qualità della vita. Ridurre il tutto a un arido calcolo di quanti euro ci si possono ricavare piazzandoci sopra quattro pannelli è molto riduttivo, ma ovviamente se chi ci dovrebbe pensare è impegnatissimo a salvaguardare il suo orticello elettorale e la sua poltrona in qualche palazzo, stiamo parlando del niente, e per niente.

Si ma il proprietario del terreno ragionerà in base a quale soluzione gli conviene di più.
Se coltivare diventa sempre più costoso,il profitto cala,magari non ha figli che lo aiutino quindi fa oggettivamente fatica a stare dietro all'enorme mole di lavoro che coltivare la terra richiede,i macchinari costano un botto etc etc. alla fine non è che abbia molte opzioni.
O continua a coltivare andando quasi in pari.
O lascia il terreno incolto.
O lo affida a qualcun altro che lo coltivi dividendo il ricavato,ma da quello che sento da alcuni clienti non ce n'è a sufficienza per 1 figuriamoci per dividere in 2.
O se gli propongono di usare il terreno per usi diversi che possono garantirgli una rendita paragonabile o addirittura maggiore ci pensa su.
Bisogna vedere quanto è allettante questa soluzione.
 
Si ma il proprietario del terreno ragionerà in base a quale soluzione gli conviene di più.
Se coltivare diventa sempre più costoso,il profitto cala,magari non ha figli che lo aiutino quindi fa oggettivamente fatica a stare dietro all'enorme mole di lavoro che coltivare la terra richiede,i macchinari costano un botto etc etc. alla fine non è che abbia molte opzioni.
O continua a coltivare andando quasi in pari.
O lascia il terreno incolto.
O lo affida a qualcun altro che lo coltivi dividendo il ricavato,ma da quello che sento da alcuni clienti non ce n'è a sufficienza per 1 figuriamoci per dividere in 2.
O se gli propongono di usare il terreno per usi diversi che possono garantirgli una rendita paragonabile o addirittura maggiore ci pensa su.
Bisogna vedere quanto è allettante questa soluzione.

Quello che intendo dire è che un terreno agricolo dovrebbe rimanere tale. Anche perchè si fa presto a mettere giù quattro pannelli, ma secondo te tutti sanno quali sono gli "effetti collaterali"? Ad esempio, l'infestazione di malerbe e sterpaglie sotto i pannelli medesimi, che comporta l'uso di molti più erbicidi chimici che su un terreno coltivato? Sai l'allevamento di topi e insetti che ci si insedia? Tanto per dire....
 
Quello che intendo dire è che un terreno agricolo dovrebbe rimanere tale. Anche perchè si fa presto a mettere giù quattro pannelli, ma secondo te tutti sanno quali sono gli "effetti collaterali"? Ad esempio, l'infestazione di malerbe e sterpaglie sotto i pannelli medesimi, che comporta l'uso di molti più erbicidi chimici che su un terreno coltivato? Sai l'allevamento di topi e insetti che ci si insedia? Tanto per dire....

Mi fido di quanto scrivi però per adesso siamo fermi su un discorso "etico",se sia giusto o meno sacrificare un terreno agricolo per convertirlo alla produzione di energia.
In soldoni bisogna vedere se il terreno poi,con tutte le problematiche del caso,rende più di prima oppure no.
Prima della pandemia andavo spesso a Borgo D'Ale e passavo affianco a un impianto fotovoltaico piuttosto grande,ce ne sono diversi in quella zona.
Immagino che se fosse super conveniente ci sarebbero più pannelli che piantine di riso.
Probabilmente quelli sono stati realizzati quando non solo non c'erano ostacoli burocratici ma probabilmente c'erano finanziamenti europei che spingevano l'installazione dei pannelli.
Mi piacerebbe conoscere il proprietario del terreno e sapere se è pentito della scelta,se i pannelli gli hanno creato più introiti o più grattacapi.
 
...e non è detto che sarebbe un male. Gli stessi soldi sarebbero potuti essere serviti a finanziare politiche energetiche più efficaci... di certo, quelli che sono stati destinati ai generatori di biogas sono soldi spesi male, questo te lo garantisco personalmente.
 
Vorrei citare molti di voi, penso abbiate fatto delle ottime osservazioni, però io ritorno un momento al discorso iniziale, l'auto elettrica, serve energia per farla funzionare. Quante auto ci sono in Italia che girano? Mettiamo che metà di queste fra sei anni saranno elettriche, siamo pronti? Abbiamo abbastanza energia? Se già oggi importiamo energia dall'estero e ci sono poche auto elettriche, come faremo i prossimi anni? Io mi faccio delle domande, servirà sicuramente più energia, da dove la prendiamo? Il petrolio inquina, nessuno vuole la centrale nucleare e il deposito di scorie vicino a casa, allora perché mi blocchi il fotovoltaico? Vuoi creare una crisi energetica per tornare al petrolio? O vuoi il nucleare? L'idrogeno come lo produci? Che energia usi? Se pensi come la Toyota che dice che l'auto elettrica non può funzionare, allora perché produci auto elettriche e mega fabbriche di batterie? Allora non capisco e non vedo chiaro in questa cosa dell'auto elettrica. C'è un detto, "mentre il dottore pensa, l'ammalato muore" cioè il pianeta terra. Se vogliamo cambiare bisogna prendere delle decisioni chiare, se io intraprendo un viaggio, non posso partire con il serbatoio a metà, quando ho finito il carburante cosa faccio, mi traina l'asinello o spero che qualcuno mi dia della benzina al doppio del suo prezzo? O siamo razionali e programmiamo il viaggio con il carburante giusto o non andiamo da nessuna per te.
 
Imho può dipendere proprio dal fatto che essendo ben isolata la casa ha bisogno di pochissimo riscaldamento che non serve solo a far salire la temperatura ma anche a ridurre l'umidità nell'aria.
Se il ricambio d'aria non c'è è facile trovarsi con una temperatura confortevole ma una qualità dell'aria non ottimale che favorisce lo sviluppo della muffa.
Nel mio condominio che non è recentissimo ma nemmeno tanto vecchio,quindi presumo che a livello di efficienza energetica siamo D o al massimo C,a soffrire maggiormente il problema sono proprio gli appartamenti di mezzo,quelli in cui non serve accendere molto il riscaldamento per avere una temperatura accettabile.
Mentre invece altri appartamenti in cui,vuoi per necessità vuoi per sfizio,il riscaldamento è acceso tutto il giorno c'è molta meno umidità quindi la muffa non esiste.
Anche se ovviamente chi ci vive spende il doppio in riscaldamento.

Esempio concreto.
In questi giorni il tempo è splendido,io ho quasi 20 gradi in casa senza accendere il riscaldamento e in questa situazione è facile che si formi un pochino di muffa in alcuni angoli della casa.
Paradossalmente se avessi una casa meno efficiente dovrei tenere acceso il riscaldamento per avere la stessa temperatura e ci sarebbe meno probabilità che si formi la muffa.
Fine OT.
Considera però che a casa il riscaldamento l'ho sempre tenuto a 21 gradi giorno e notte avendo una bambina di un anno; l'impressione che ho è semplicemente che l'umidità accumulata non avesse alcuno sfogo verso l'esterno (ergo assenza di ventilazione forzata) e sulle pareti più fredde creava la muffa. Arieggiando (tanto, intendo più di 40 minuti) il problema non si è riproposto, vuol dire che c'è qualcosa che non va nella progettazione...credo
 
Su queste cose farci un discorso puramente economico è semplicemente sbagliato. La terra ha un ruolo che va oltre la "semplice" produzione agricola, è un potentissimo regolatore della qualità dell'ambiente il cui output positivo va ben oltre quei sessanta quintali di grano per ettaro che produce. Parliamo di bilancio delle emissioni di CO2, di biodiversità, di conservazione del paesaggio, in generale di qualità della vita. Ridurre il tutto a un arido calcolo di quanti euro ci si possono ricavare piazzandoci sopra quattro pannelli è molto riduttivo, ma ovviamente se chi ci dovrebbe pensare è impegnatissimo a salvaguardare il suo orticello elettorale e la sua poltrona in qualche palazzo, stiamo parlando del niente, e per niente.

:emoji_clap::emoji_handshake:
 
Considera però che a casa il riscaldamento l'ho sempre tenuto a 21 gradi giorno e notte avendo una bambina di un anno; l'impressione che ho è semplicemente che l'umidità accumulata non avesse alcuno sfogo verso l'esterno (ergo assenza di ventilazione forzata) e sulle pareti più fredde creava la muffa. Arieggiando (tanto, intendo più di 40 minuti) il problema non si è riproposto, vuol dire che c'è qualcosa che non va nella progettazione...credo

La casa và arieggiata a prescindere, o ti ritrovi aria consumata e insalubre. Sai quanto ossigeno consuma un'essere umano e quanta co2 ti ritrovi in casa dopo 2-3 giorni che non apri mai?
 
Considera però che a casa il riscaldamento l'ho sempre tenuto a 21 gradi giorno e notte avendo una bambina di un anno; l'impressione che ho è semplicemente che l'umidità accumulata non avesse alcuno sfogo verso l'esterno (ergo assenza di ventilazione forzata) e sulle pareti più fredde creava la muffa. Arieggiando (tanto, intendo più di 40 minuti) il problema non si è riproposto, vuol dire che c'è qualcosa che non va nella progettazione...credo

Ecco, in una classe A non dovrebbero, di regola, esserci pareti fredde e ponti termici tanto da far formare muffa. Forse qualche verifica con la termografia potresti farla, per vedere se l'isolamento corrisponde agli standard di progetto.
 
Considera però che a casa il riscaldamento l'ho sempre tenuto a 21 gradi giorno e notte avendo una bambina di un anno; l'impressione che ho è semplicemente che l'umidità accumulata non avesse alcuno sfogo verso l'esterno (ergo assenza di ventilazione forzata) e sulle pareti più fredde creava la muffa. Arieggiando (tanto, intendo più di 40 minuti) il problema non si è riproposto, vuol dire che c'è qualcosa che non va nella progettazione...credo

Ma 21 non sono un po' troppi per la notte?
Io giù con 18 gradi di notte sto bene.
Se non scende sotto i 19 ho caldo sotto le coperte.
 
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