99octane ha scritto:
...abbandonare un'utilitaria datata che abbiamo pagato magari 11.000 euro per comprarne una nuova alla stessa cifra, solo perché consuma 0,5 l/100 km di benzina in meno...
Sai bene che io
non sostengo affatto questa assurdità, essendo tra i primi e più convinti (e probabilmente anche noiosi) sostenitori del
non comprare auto nuove se
non oggettivamente
necessarie.
Ciò non toglie, però, che secondo me
nel momento in cui si deve comprare un'automobile nuova sarebbe molto importare non prendere in considerazione, oltre alle auto che non piacciono, che non hanno le belle plastiche negli interni, che non hanno X cavalli, che non hanno l'emmepitre, che non hanno i sensori di parcheggio (fondamentali nelle utilitarie) e via dicendo,
anche quelle che non garantiscono davvero consumi degni di essere chiamati "bassi".
Insomma, ritengo che si dovrebbe dare ai consumi (di carburante e non solo), come minimo, la
stessa importanza che si dà a molte altre cose molto più futili. Cosa che, a giudicare da quanto vedo,
non sta accadendo affatto.
Dipende, come dicevo, da quanto una persona è davvero sensibile al concetto di
spreco di energia. Personalmente, mi darebbe fastidio fare 8km/l
anche se ci fosse qualcuno che sistematicamente mi regalasse il carburante; nulla spenderei ma sarei sempre una persona che butta al vento almeno un litro di carburante ogni 20km, di fatto impedendo a chiunque altro, per quanto ricco, di sfruttare l'energia non rinnovabile in quel litro contenuta.
Il consumatore NON HA il coltello dalla parte del manico...
Anche qui sai già bene come la penso: la frase è vera
solo in parte.
In certi contesti il consumatore/elettore (la differenza è sempre più piccola) nulla può fare, mentre in altri
può; magari non molto, ma certamente di più di quanto potesse fare in passato.
I petrolieri "fanno cartello", verissimo, però
ci sono in giro (a differenza di 20anni fa) parecchi distributori in cui i prezzi sono sensibilmente più bassi.
Se il consumatore davvero volesse
fare qualcosa, se davvero volesse esercitare fino in fondo il potere di cui dispone, per quanto poco,
allora gli altri distributori, quelli che praticano prezzi più gonfiati, dovrebbero rimanere deserti o quasi. Il che
non accade.
Analogo discorso si potrebbe fare per molte altre cose; non per tutte (vedi ad es. il bollo), ma per molte. Per ciascuna di esse vale il discorso di cui sopra.
In tutti i contesti in cui esiste un
più o meno libero rapporto cliente-fornitore il cliente ha un
più o meno ampio margine di manovra e il fornitore, più il rapporto è libero, più deve sottostare ai voleri del cliente, il quale dovrebbe imparare a sfruttare pienamente il più piccolo spazio di manovra disponibile.
Se io non vengo a comprare il pane da te perché non mi piace come ti vesti e tu non puoi contare su qualcuno che mi costringa a comprare il pane da te non hai molte alternative; magari puoi provare a spendere valanghe di quattrini in pubblicità per cercare di convincermi che il tuo vestire è meraviglioso e che garantisce una migliore qualità del pane, ma se il trucchetto non ti riesce e io continuo ad andare altrove non ti resta che vestirti diversamente o cambiare mestiere. O no?