<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Anche la Bialetti chiude! | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

Anche la Bialetti chiude!

migliazziblu ha scritto:
Il tutto per dire che e' giusto ma inutile
" non compro piu' Bialetti " e poi le azioni raddoppiano perche' gli investitori saputo della delocalizzaazione sperano in utili maggiori.
Giusto come ragionamento .... ma a me come 'consumatore' frega cippa. Io ho rifiutato l'acquisto, oppure smesso di acquistare prodotti da certi produttori, e sinceramente non mi riguarda la sorte dei loro prop/investitori (dopo che a loro e' fregato niente di lasciare per strada della gente "delocalizzando").
 
Per Marimasse e Leolito
Purtroppo il mercato azionario non e' fatto da moralisti, ne' da vecchi saggi, ma da gente che investe, rischiando il proprio denaro....ergo cerca di guadagnarne il piu' possibile.
Ed e' innegabile che se cisono dei licenziamenti, o delle delocalizzazioni in paesi a costo del lavoro inferiore, l' investitore ritiene che ci saranno piu' utili/dividendi da spartire.
Per questo il prezzo delle azioni sale.
Ciao
 
migliazziblu ha scritto:
...gente che investe, rischiando il proprio denaro...
In questo contesto l'aggettivo "proprio" assume una valenza assai sdrucciolevole, per lo meno in alcuni casi.
Molti di questi "investitori" (ovviamente non mi riferisco al singolo privato che investe un po' dei propri risparmi), infatti, manipolano allegramente colossali quantità di denaro che non deriva da una loro personale attività lavorativa ma piuttosto da altre speculazioni più o meno "oneste".

...cerca di guadagnarne il più possibile...
Non a caso questa frase è valida, seppure con le dovute e oggettive (= non esagerate) differenze, anche ad esempio per i costruttori di palazzi a basso contenuto ferro-cementizio o i venditori di pastigliette o sciroppini che fanno dimagrire di un chilo al giorno pur mangiando suinamente o i narcotrafficanti o anche gli organizzatori di talune diffuse attività notturne a pagamento.

In ogni caso io mi riferivo al fatto che il valore delle azioni di una azienda, sempre più spesso, anziché rispecchiare la reale sostanza e solidità (tecnologica, produttiva, qualitativa, occupazionale, commerciale...) dell'azienda, deriva da transitori fenomeni emozional-speculativi, non di rado costruiti ad arte allo scopo di spostare grandi quantità di denaro da tasca a tasca, preferibilmente da tante piccole tasche verso poche tasche più capienti. Di conseguenza, paradossalmente (e proprio in tale avverbio risiede il paradosso), il valore delle azioni di un'azienda può benissimo salire anche se l'azienda in realtà non esiste ancora o è già di fatto defunta da un pezzo.
 
Condivido quanto scritto sopra, infatti uno dei problemi della crisi scatenatasi prima negli States e' appunto il fatto che molta ricchezza esista - o esisteva - solo sulla carta (es. azioni) ma non abbia un equivalente controvalore in termini di cespiti, oppure "produzione", se vogliamo chiamarla.
 
leolito ha scritto:
|Mauro65| ha scritto:
Non è rilevante, me ne rendo conto, ma ho fatto mente locale a quando cessai di usare in modo stabile la moka...
Io e' da anni che non la uso ... adesso abbiamo preso la nespresso e da allora in poi ... :D
Io ho iniziato con una Alessi ricevuta in regalo, poi per l'office ho preso prima una a nolo, ma non conveniva, quindi ho acquistato una Esedra, per casa ora sono passato alle capsule iperespresso. Pochi i bar che lo fanno meglio.
Ma, per colazione, caffè lungo + latte ;)
 
leolito ha scritto:
Condivido quanto scritto sopra, infatti uno dei problemi della crisi scatenatasi prima negli States e' appunto il fatto che molta ricchezza esista - o esisteva - solo sulla carta (es. azioni) ma non abbia un equivalente controvalore in termini di cespiti, oppure "produzione", se vogliamo chiamarla.

Pensa alle banche Americane, erano sull' orlo del fallimento con quotazioni quasi uguali a zero....un po' di licenziamenti un po' di prestiti statali e sono gia' li che macinando utili danno dividendi....la gente non le comprava ( prezzi giu' ) :( la gente ora le ricompra ( prezzi su' ). ;)
Non trovo nulla distraordinario su uno cerca di guadagnare il piu' possibile investendo i propri risparmi....non e' la stessa cosa che speculare con le casa di sabbia mi pare. :evil:
Ciao
 
migliazziblu ha scritto:
...Non trovo nulla distraordinario su uno cerca di guadagnare il più possibile investendo i propri risparmi...
Nemmeno io, se pensiamo alla persona che lavora, guadagna, risparmia e poi cerca di far fruttare i suoi risparmi con degli investimenti, anche se, a dire il vero, in quest'ultimo caso si tratta pur sempre di soldi regalati, ottenuti senza lavorare (non a caso per la borsa si parla di "gioco") e quindi necessariamente "tolti" a qualcun altro.

Mi pare però evidente che le grandi manovre finanziarie speculative, i grandi bluff studiati a tavolino ecc. non siano messi in piedi da persone del suddetto tipo ma da individui ben diversi, il cui "lavoro" consiste appunto in questo. Un po' come accade per taluni animali, guarda caso denominati "parassiti", la cui principale occupazione sta nell'appropriarsi di ciò che altri si sono più o meno faticosamente procurati o addirittura di sottrarre loro nutrimento o anche, in non pochi casi, la vita stessa.

Pensando a queste persone, il parallelo con le case di sabbia e con altre analoghe premeditate "attività" mi sembra assai pertinente.
 
marimasse ha scritto:
migliazziblu ha scritto:
...Non trovo nulla distraordinario su uno cerca di guadagnare il più possibile investendo i propri risparmi...
Nemmeno io, se pensiamo alla persona che lavora, guadagna, risparmia e poi cerca di far fruttare i suoi risparmi con degli investimenti, anche se, a dire il vero, in quest'ultimo caso si tratta pur sempre di soldi regalati, ottenuti senza lavorare (non a caso per la borsa si parla di "gioco") e quindi necessariamente "tolti" a qualcun altro.

Mi pare però evidente che le grandi manovre finanziarie speculative, i grandi bluff studiati a tavolino ecc. non siano messi in piedi da persone del suddetto tipo ma da individui ben diversi, il cui "lavoro" consiste appunto in questo. Un po' come accade per taluni animali, guarda caso denominati "parassiti", la cui principale occupazione sta nell'appropriarsi di ciò che altri si sono più o meno faticosamente procurati o addirittura di sottrarre loro nutrimento o anche, in non pochi casi, la vita stessa.

Pensando a queste persone, il parallelo con le case di sabbia e con altre analoghe premeditate "attività" mi sembra assai pertinente.

Mi sa che non civogliamo capire.
Se io, come dici tu gioco in borsa, come a tutti i giochi so che posso perdere e quindi accetto l' alea. E questo vale per il privato, come posso essere io.
Per quelli che lo fanno per mestiere e' la stessa cosa....devono gestire patrimoni ( fondi per lo piu' assicurativi ) e dare a chi gli ha affidato i propri risparmi il maggior frutto possibile.
Concludo dicendo che qui non ci sono parassiti, ci sono aziende che hanno bisogno di liquidita' ed emettono quindi azioni od obbigazioni e il mercato cerca di comprare ( o meglio spera ) quelle che renderanno di piu'....
e il punto da cui era parita la diatriba e' che sevengono licenziati degli operai o vengono trasferite delle aziende in paesi con minor costo del lavoro, Marimasse volente o nolente quelle cartacce salgono di valore....
Ciao
P.S e chiudo
 
migliazziblu ha scritto:
...come dici tu gioco in borsa...
Non lo dico io; lo ho letto e sentito innumerevoli volte e quindi presumo che si dica così.

...Marimasse volente o nolente...
Le cose che accadono indipendentemente dalla mia volontà sono innumerevoli.
Ciò non significa affatto, però, che siano tutte fatte bene, con onestà e correttezza e nemmeno che io non abbia il diritto di criticarle quando non le condivido.

Se tu sei davvero convinto che nelle finanze ad "alta quota" non ci siano parassiti, disonesti, opportunisti, gente che intenzionalmente "gioca" sporco con i soldi (e quindi con il lavoro e quindi con la vita stessa) degli altri per favorire i propri personali tornaconti, buon per te. Io nella vita ho avuto modo di conoscere di persona individui del genere e tutt'ora ne conosco, per cui proprio non riesco ad avere una visione così positiva, anche perché avrei serie difficoltà a trovare delle prove concrete con cui sostenerla, mentre i fatti di segno contrario mi sembrano frequentissimi.
Se poi sei anche davvero convinto che nel mondo della finanza e della borsa non si verifichino premeditate e calcolate operazioni basate sul bluff, sugli effetti emozionali più o meno "agevolati" e così via, ancor meglio per te. Hai senz'altro uno stato d'animo più sereno del mio e per questo, senza alcuna ironia, ti invidio sinceramente.

PS. Per quanto mi riguarda, non chiudo. Sono sempre disponibile a continuare una conversazione, quando non inquinato da offese o mancanza di rispetto o propagande varie.
 
migliazziblu ha scritto:
Mi sa che non civogliamo capire.
Se io, come dici tu gioco in borsa, come a tutti i giochi so che posso perdere e quindi accetto l' alea. E questo vale per il privato, come posso essere io.
Per quelli che lo fanno per mestiere e' la stessa cosa....devono gestire patrimoni ( fondi per lo piu' assicurativi ) e dare a chi gli ha affidato i propri risparmi il maggior frutto possibile.
Concludo dicendo che qui non ci sono parassiti, ci sono aziende che hanno bisogno di liquidita' ed emettono quindi azioni od obbigazioni e il mercato cerca di comprare ( o meglio spera ) quelle che renderanno di piu'....
e il punto da cui era parita la diatriba e' che sevengono licenziati degli operai o vengono trasferite delle aziende in paesi con minor costo del lavoro, Marimasse volente o nolente quelle cartacce salgono di valore....
Ciao
P.S e chiudo
Penso che il problema sia stato lo 'sdoppiamento' della conversazione in due argomenti separati.
Quello che hai riassunto qui sopra e uno, che condivido pienamente.

L'altro era che a certa gente questo tipo di manovre sta sui maroni e quindi pensa di trovare un modo per non supportare oltre finanziariamente tali aziende (es. non aquistando piu' i loro prodotti).

Tutto qui, e sono due cose distinte ... :D
 
leolito ha scritto:
migliazziblu ha scritto:
Mi sa che non civogliamo capire.
Se io, come dici tu gioco in borsa, come a tutti i giochi so che posso perdere e quindi accetto l' alea. E questo vale per il privato, come posso essere io.
Per quelli che lo fanno per mestiere e' la stessa cosa....devono gestire patrimoni ( fondi per lo piu' assicurativi ) e dare a chi gli ha affidato i propri risparmi il maggior frutto possibile.
Concludo dicendo che qui non ci sono parassiti, ci sono aziende che hanno bisogno di liquidita' ed emettono quindi azioni od obbigazioni e il mercato cerca di comprare ( o meglio spera ) quelle che renderanno di piu'....
e il punto da cui era parita la diatriba e' che sevengono licenziati degli operai o vengono trasferite delle aziende in paesi con minor costo del lavoro, Marimasse volente o nolente quelle cartacce salgono di valore....
Ciao
P.S e chiudo
Penso che il problema sia stato lo 'sdoppiamento' della conversazione in due argomenti separati.
Quello che hai riassunto qui sopra e uno, che condivido pienamente.

L'altro era che a certa gente questo tipo di manovre sta sui maroni e quindi pensa di trovare un modo per non supportare oltre finanziariamente tali aziende (es. non aquistando piu' i loro prodotti).

Tutto qui, e sono due cose distinte ... :D

Per fortuna.Mi fa piacere.
Io avevo impostato tutto il mio discorso solo su questo aspetto.
So perfettamente anch' io che chi emette azioni e obbligazioni puo' avvalersi di metodi dsonesti per farle aumentare di valore o tenere il mercato....Dillo a me....Ciao io ci ho rimesso 20 milincini con.... Callisto.
La mia crociata era rivolta a favore dei risparmiatori e ai gestori dei fondi che sono solo gli uilizzatori finali, che hanno il diritto di cercare di fare rendere il piu' possibile i propri ( o altrui ) risparmi.
Ciao
 
leolito ha scritto:
...due argomenti separati...
A dire il vero io non intendevo riferirmi ad alcuno di quei due argomenti, ma ad un altro aspetto, diverso anche se indubbiamente collegato: il crescente distacco che si è creato (e che continuamente sembra consolidarsi) tra il mondo finanziario e quello reale, tra il "valore" ufficiale delle aziende (o delle loro azioni che dir si voglia) e la loro effettiva sostanza in termini di solidità, indebitamento, stabilità, concreta qualità dei beni/servizi che producono. Inoltre, alla crescente quantità di speculazioni che proprio su tale distacco sono esplicitamente ed intenzionalmente basate.

Mi sembra che, così come le aziende hanno devoluto sempre più risorse al marketing e alla pubblicità sottraendole alla qualità (del prodotto, della progettazione, del lavoro)..., anche a livello finanziario si sia verificato un fenomeno analogo, visto che ci si è gradualmente abituati ad attribuire più valore al fumo che all'arrosto.

Per cui quando leggo o sento che una certa azienda è in gran forma e che le sue azioni "oggi" valgono assai, non ne deduco assolutamente che si tratti di un'azienda solida, esattamente come lo spot che definisce un film come "il film dell'anno" non mi porta a credere neanche per un istante che le cose stiano effettivamente così.
Anzi, mi sorge caso mai il sospetto che la situazione sia diametralmente opposta, anche perché ricordo molto bene come anni fa il titolare di un'azienda mi diceva, una settimana prima della repentina e "improvvisa" chiusura per fallimento (come se si potesse fallire "improvvisamente"), che le cose tutto sommato andavano decisamente bene e che l'azienda poteva guardare al futuro con sereno ottimismo.
 
Back
Alto