eta*beta
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Dissento totalmente. Il lavoro è dignità oppure e sfruttamento.Non necessariamente nel senso che se PIACE farlo....
( certo bisogna amare il contatto con la gente )
Da fisso o in attesa di altro,
e' PIACEVOLE uguale
Dissento totalmente. Il lavoro è dignità oppure e sfruttamento.Non necessariamente nel senso che se PIACE farlo....
( certo bisogna amare il contatto con la gente )
Da fisso o in attesa di altro,
e' PIACEVOLE uguale
Fatto anche quello, il meglio è la raccolta delle patate in pieno agosto... tutte per terra sono... per le altre cose che scrivi non so cosa risponderti, essendo indecifrabili...
Dissento totalmente. Il lavoro è dignità oppure e sfruttamento.
-Io ero felice di guadagnare a 16 anni parecchie migliaia di lire,
e cavarmi qualche voglia senza bussare al borsellino di mamma,
seppur penando dalla fatica e dal caldo, e non poco.
Ah certo... a 16 anni...
Bene!A proposito di studenti che fanno i camerieri, stasera abbiamo scoperto che la ragazza che ci ha servito a cena in hotel nelle ultime 3 sere, molto gentile, carina e modesta, è laureata in biologia e specializzanda in biologia molecolare, con ancora diversi anni di studi davanti a sé.
Veramente una persona ammirevole, tra tanti giovani viziati che ci sono in giro.
Alla fine le abbiamo lasciato 50 € (più che altro è mia moglie che ha il braccione lungo, io tendo a soffrire di braccino corto).
Come detto, ci sono passato nei rutilanti anni 80-90, diciamo dai 14 ai 24 anni... ho imparato cosa viglia dire sacrificio e rinuncia, ma non lo farei mai fare a mia figlia. Sfruttati senza alcuna forma di protezione o di proporzione retributiva. Meglio cercarsi, come poi ho fatto, qualche forma di impiego intrauniversitaria, in biblio, o in lab o dando lezioni abusive. Almeno non rischi infortuni o peggio. Anche perché studiare dopo tante ore di lavoro stancante e stressante non è semplice se la materia è impegnativa. Io ho studiato fisica, e tra doc, post doc, perfezionamento, specializzazione, mettendoci varie forme di lavoro retribuito, sei costretto a rallentare, a fare nottate bianche e a rischiare seriamente.
Nello stesso periodo, facevo il "postino" per una agnezia di recapito privata (all'epoca una delle rarissime autorizzate ad operare anche sulla corrispondenza). Prima portavo i volantini, ed erano buoni guadagni all'epoca (rammento bene che con un venerdì e sabato 8-20 avevo tirato su abbastanza soldini da farmi l'agognata autoradio mangiacasette della Blaupunkt e con il resto mi ero fatto il pieno e il sabato sera ...). Poi, dato che ero diligente e non gettavo i volantini nell'immondizia come altri (a mia insaputa c'era un controllo), ero passato alle lettere espresso, poi alle raccomandate ed infine alle notifiche degli attti Inail. Per questi prendevo ben 1.500 lire nette cadauno ed era una pacchia.Quasi 30 anni fa facevo consegne, ai medici prescrittori da parte di un centro radiologico importante. In vespino, sotto natale, consegnavo pezzi d'argento o oro, bottiglie di pregio. Pagato 2k£, poi 2.5 a consegna, raramente mance, ogni tanto le sprecavo per prendermi un ponch caldo o due caldarroste.
Poche mance, da pochi medici e tanti che pensavano volessi saltare la fila negli ambulatori o magari dovevo tornare più volte, o lasciare al portiere che ovviamente non elargiva. Manco morto lo rifarei.
Mi associo. Va detto, e me ne dispiace, che nei miei rari viaggi evito l’Italia proprio per questo motivo.Per me possono fallire uno dopo l'altro ma i fatti danno ragione a loro finchè ci sono persone che col sorriso ringraziano per aver speso 5€ l'acqua o 3,50€ una pallina di gelato.
Mi domando se questi esercenti in piena pandemia frignassero miseria.
Per me possono fallire uno dopo l'altro ma i fatti danno ragione a loro finchè ci sono persone che col sorriso ringraziano per aver speso 5€ l'acqua o 3,50€ una pallina di gelato.
Mi domando se questi esercenti in piena pandemia frignassero miseria.
Comunque, parlando di ristorazione, leggi queste cose e due domande te le fai
https://www.dagospia.com/rubrica-29...izioni-portofino-stipendio-mensile-312761.htm
A portofino lo stipendio mensile di un cameriere vale 236 bottigliette d’acqua
7-9 minuti
Niccolò Zancan per “La Stampa”
La nuova cameriera del Bar Mariuccia serve ai tavoli bottigliette d'acqua al prezzo di 5 euro l'una. A fine giugno verrà pagata 1.180 euro, con regolare contratto da lavoratrice stagionale. Questo significa che qui a Portofino il suo lavoro vale 236 bottigliette d'acqua al mese.
«Ho 19 anni. Lavoro per aiutare mia madre che lavora sempre, fa la barista e le pulizie nelle case dei turisti. Voglio essere indipendente, dare il mio contributo alle spese». Cosa ti ha colpito di più nei primi giorni di lavoro? «Una signora mi ha sgridato perché avevo appoggiato il bicchiere un po' di lato, secondo lei. E poi, ricordo, una mancia da 15 euro, la più alta finora: era un padre di famiglia, un uomo italiano. L'ho portata in cassa, perché mi hanno spiegato che devo fare così. E alla fine del mese quella mancia, con tutte le altre, verrà divisa fra noi camerieri».
Venerdì a Portofino ha attraccato il mega yacht «Skyfall», da allora copre metà dell'orizzonte. Ma è la grande attrazione: tutti vanno a fotografarlo perché è stato usato come scenografia in uno degli ultimi film di 007. Dopo lo splendore cinematografico, ora è riconvertito in charter: barca in affitto. I soldi finiscono a una società di Londra, di cui non è dato sapere. Una settimana di giugno: 310 mila euro. «Stanno tornando tutti per fortuna», dice il maître del ristorante Stella. «Mancano solo i russi».
Si annuncia un'estate rovente, un'estate sold-out. La solita estate italiana, un caffè al banco del bar «Calata 32» costa 2 euro senza scontrino. Ma le gelaterie della piazzetta stanno sparando scontrini come stelle filanti: una pallina di gelato - una - parte da un minimo di 3 euro e 50 e fuori la coda è continua. Un giorno di parcheggio costa 37 euro e 50 centesimi, più 50 centesimi rispetto all'estate del 2021. Inflazione, rincari. Tutto prenotato al famoso Ristorante Puny: 24 euro per un piatto di pappardelle al pesto. E per sedersi al tavolino del ristorante Stella, che guarda il mare, bisogna sapere che solo il coperto costa 5 euro. «Piacerone!», urla un signore in bermuda bianchi a un altro signore con gli occhiali da James Dean. Nessun prezzo è esposto nelle vetrine delle boutique. Come se indicarlo potesse offendere qualcuno. L'unica agenzia immobiliare ha un cartello fuori: «Si riceve solo su appuntamento». E poi nella calca, altri bar, altri spritz a 14 euro, altre bottigliette d'acqua a 5 euro.
È qui che lavora una cameriera di 25 anni di nome Swami Rojas, origini peruviane: «Sono in Italia da sei anni, trovo solo lavori con contratto a termine. Devo accettarli per vivere. Prima facevo la barista in un locale di Santa Margherita Ligure e sono dovuta scappare, perché non mi pagavano gli straordinari e mi trattavano male. Qui sono in regola. Ma so che con questo lavoro e con questo tipo di contratto non potrò mai farmi una famiglia e avere un futuro». Lo stipendio di Swami Rojas, compresi sabati, domeniche e notti non arriva a 1.300 euro al mese. «Una casa minuscola in affitto, dalle parti di Rapallo, costa 400 euro. Spero di non aver mai bisogno del dentista».
Per il nuovo negozio stagionale di Dolce&Gabbana sul fronte del porto - lo chiamano pop-up perché nasce a fine maggio e chiude a fine ottobre - stanno cercando uno «store manager»: tre mesi di lavoro a tempo pieno. Lo store manager arrivato da Milano per inaugurare la boutique, in attesa della nuova assunzione, dice soltanto questo: «Non posso parlare dello stipendio, perché per contratto non possiamo dire quanto guadagniamo nemmeno fra colleghi».
Cercano anche una commessa al negozio di Pinotti Cashmere, e lì invece si può sapere: 1.300 euro al mese per una impiegata di quarto livello. La commessa che aspetta rinforzi nel negozio, intanto che aspetta, racconta la sua vita: «Abitavo a Genova. Facevo avanti e indietro. Non sono tanti chilometri, ma ci si mette un'ora per le strade disastrate e le code continue. Spendevo 400 euro solo di viaggi: autostrada e benzina. Arrivavo a casa di sera molto tardi, ripartivo all'alba. Allora ho deciso di cercare un alloggio nella zona. Impresa non facile, ma ci sono riuscita: un monolocale a Rapallo per 400 euro di affitto. La spesa è la stessa. Ma se non altro risparmio un po' di vita e ci guadagno del sonno».
C'è, almeno qui a Portofino, una doppia economia: quella per i locali e quella per i turisti. Questo per dire che quando dimostri di essere una commessa in uno dei negozi del paese, la bottigliette d'acqua tornano a costare 1 euro. Sembra cioè, in atto, una specie di economia da rapina: prendersi tutto e subito. Con l'idea che quel turista non lo rivedrai mai più. In Liguria non si trovano bagnini: ne mancano più di cento. A molti camerieri viene proposto un doppio livello di paga: «Straordinari cash». Cioè in nero.
I muri di Genova sono tappezzati con un manifesto con scritto: «Cercasi schiavo. Per locali, ristoranti, alberghi e B&B. Con l'arrivo dei turisti ci mancano servi da sfruttare». È la campagna di lotta del sindacato Usb, l'unico che sembra interessato a questo tipo di lavoratori: «Assistiamo con forte preoccupazione alla campagna mediatica portata avanti dai rappresentanti delle imprese del turismo sulla mancanza di manodopera nel settore. Migliaia di lavoratori sono oggi stigmatizzati come fannulloni poiché il reddito di cittadinanza fornirebbe loro l'alibi per rifiutare molte offerte di lavoro. La mancanza di manodopera è un dato di fatto, ma sulle cause reali si stende un velo pietoso».
Secondo la rivista Altroconsumo, la spiaggia di Alassio è la più cara d'Italia: 323 euro per prenotare un ombrellone nella prima settimana di agosto. Quelle di Santa Margherita, Paraggi e Portofino sono nelle primissime posizioni.
Una stanza per la sola notte di sabato 2 luglio al Belmond Hotel costa su Booking 2.760 euro, lo stipendio mensile dell'addetto alla reception non arriva alla metà. Nella calca della famosa piazzetta c'è adesso una ragazza di vent' anni che si chiama Sara Martino, sta spingendo un carrello sotto il sole, 33 gradi, lavora come stagista in una pasticceria a 600 euro al mese.
Eccola, è l'estate italiana del 2022. Un cameriere del ristorante «Splendido mare» dice che bisogna saper vivere in un modo nuovo: «Conta solo il tempo presente. Dopo il Covid e la guerra, qui nessuno fa più piani per il futuro. I soldi bastano solo per vivere. Io a questo penso, a farcela un giorno dopo l'altro». Sembra una canzone di Luigi Tenco, ma è la nuova musica del tempo. Tutto si vede chiaramente a Portofino. «Piacerone!», urla qualcuno in piazzetta. Piacere loro.
Carloantonio70 - 25 giorni fa
GuidoP - 7 ore fa
quicktake - 2 anni fa
Suby01 - 21 giorni fa