<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Alfa Romeo Junior 2024 (ibrida 136 cv ed elettrica 156 cv) | Page 173 | Il Forum di Quattroruote

Alfa Romeo Junior 2024 (ibrida 136 cv ed elettrica 156 cv)

di Guido Meda...

"Io sono uno di quelli che
abitano a Junior. A Junior sono
nato e cresciuto, ci ho studiato,
ci ho preso la patente. E a Junior
ho comprato la mia prima macchina, che era una (già) vecchia
GT Junior; ma pensa te proprio
quella! Sono di Junior e non di
Milano perché mia mamma era
piemontese come la Fiat e non
mi sento più granché in diritto di
dire che sono di Milano. Peraltro
i miei genitori poco dopo il matrimonio fecero (a bordo di una
GT Junior) un viaggio in Polonia
e per quel che ne so potrei pure
essere stato concepito lì. Ecco,
come Guido di Milano valgo poco.
Ma quanto possiamo essere attrattivi per qualunque altra Casa
che ipotizzasse di venire a produrre automobili in Italia, se oltre alle nostre notissime pastoie
burocratiche ci incasiniamo pure
con qualche politico che in prima
persona induce a cambiare il nome dei modelli? Quattro mesi fa
debuttava l’Alfa Romeo modello
Milano e ora non esiste più. Via
Milano, dentro Junior, che come
nome non è manco male, anzi,
magari è pure meglio. Ma è stata
una resa obbligata e totale, per
il bene di un’auto agli inizi della
sua strada che meritava il quieto
vivere e invece si è beccata una
polemica globale, utile quanto
un confetto Zigulì in presenza di
polmonite. Alla stessa stregua e
per gli stessi ragionamenti nemmeno l’Alfa Romeo medesima
dovrebbe chiamarsi più Alfa Romeo, data la sua storia.
In quei giorni ho fatto pure un
po’ di struscio sui social, per
capire cosa pensassero gli italiani della Milano aka Junior. A
sentir loro, quelli protetti dalla
propria identità digitale (non sono GLI italiani, dai), non è mica
una bella macchina, anzi. Avrete
visto i commenti e magari pure
condivisi.
Ok, qui vi lascio volentieri il mio
- del tutto personale - premettendo che l’unica cosa che mi
lega ad Alfa Romeo è una sana
passione per il brand e la sua
storia.
Sono andato a vedere la Milano
aka Junior esposta nella vetrina di un negozio di alta moda
nel centro di Junior e ho avuto
la conferma di quello che già
pensavo vedendola in foto. È
una bella macchina. È il meglio
che Stellantis potesse fare con
Alfa su quella piattaforma lì con
i limiti che ha.
Lo sviluppo laterale e posteriore della Milano aka
Junior ricorda quello della Aston
Martin DBX (brutta?!); la parte
frontale è davvero aggressiva. Il
trilobo (che sui maledetti social
ne ha fatti incazzare la metà) è
disponibile in due versioni, una
heritage più classica e una di
design, un po’ estrema sì, ma con
un perché. E mi piace pure quella. Gli interni sono il meglio che
ci si possa aspettare da un’Alfa,
anche se piccola e francese nel
DNA. Scommettiamo che se ne
venderanno una carrettata? Che
sarà un successo commerciale
decretato da chi aspira a un look
più sportivo rispetto alla media
del segmento B? Con buona pace dei tiratori scelti dei social?
Certo, è Stellantis, ma allora prima ancora era Chrysler, prima
ancora era Fiat e prima ancora
era IRI.
Roba che se vai a cercare l’Alfa Romeo giusta col nasino del
purista ti fermi al 1986. Peraltro
lo sapete che una Alfa Romeo
modello Milano (aka Junior) è già
esistita (una versione americana
della 75) e fu un discreto pacco,
ma senza strascichi e polemiche."
 
di Guido Meda...

"Io sono uno di quelli che
abitano a Junior. A Junior sono
nato e cresciuto, ci ho studiato,
ci ho preso la patente. E a Junior
ho comprato la mia prima macchina, che era una (già) vecchia
GT Junior; ma pensa te proprio
quella! Sono di Junior e non di
Milano perché mia mamma era
piemontese come la Fiat e non
mi sento più granché in diritto di
dire che sono di Milano. Peraltro
i miei genitori poco dopo il matrimonio fecero (a bordo di una
GT Junior) un viaggio in Polonia
e per quel che ne so potrei pure
essere stato concepito lì. Ecco,
come Guido di Milano valgo poco.
Ma quanto possiamo essere attrattivi per qualunque altra Casa
che ipotizzasse di venire a produrre automobili in Italia, se oltre alle nostre notissime pastoie
burocratiche ci incasiniamo pure
con qualche politico che in prima
persona induce a cambiare il nome dei modelli? Quattro mesi fa
debuttava l’Alfa Romeo modello
Milano e ora non esiste più. Via
Milano, dentro Junior, che come
nome non è manco male, anzi,
magari è pure meglio. Ma è stata
una resa obbligata e totale, per
il bene di un’auto agli inizi della
sua strada che meritava il quieto
vivere e invece si è beccata una
polemica globale, utile quanto
un confetto Zigulì in presenza di
polmonite. Alla stessa stregua e
per gli stessi ragionamenti nemmeno l’Alfa Romeo medesima
dovrebbe chiamarsi più Alfa Romeo, data la sua storia.
In quei giorni ho fatto pure un
po’ di struscio sui social, per
capire cosa pensassero gli italiani della Milano aka Junior. A
sentir loro, quelli protetti dalla
propria identità digitale (non sono GLI italiani, dai), non è mica
una bella macchina, anzi. Avrete
visto i commenti e magari pure
condivisi.
Ok, qui vi lascio volentieri il mio
- del tutto personale - premettendo che l’unica cosa che mi
lega ad Alfa Romeo è una sana
passione per il brand e la sua
storia.
Sono andato a vedere la Milano
aka Junior esposta nella vetrina di un negozio di alta moda
nel centro di Junior e ho avuto
la conferma di quello che già
pensavo vedendola in foto. È
una bella macchina. È il meglio
che Stellantis potesse fare con
Alfa su quella piattaforma lì con
i limiti che ha.
Lo sviluppo laterale e posteriore della Milano aka
Junior ricorda quello della Aston
Martin DBX (brutta?!); la parte
frontale è davvero aggressiva. Il
trilobo (che sui maledetti social
ne ha fatti incazzare la metà) è
disponibile in due versioni, una
heritage più classica e una di
design, un po’ estrema sì, ma con
un perché. E mi piace pure quella. Gli interni sono il meglio che
ci si possa aspettare da un’Alfa,
anche se piccola e francese nel
DNA. Scommettiamo che se ne
venderanno una carrettata? Che
sarà un successo commerciale
decretato da chi aspira a un look
più sportivo rispetto alla media
del segmento B? Con buona pace dei tiratori scelti dei social?
Certo, è Stellantis, ma allora prima ancora era Chrysler, prima
ancora era Fiat e prima ancora
era IRI.
Roba che se vai a cercare l’Alfa Romeo giusta col nasino del
purista ti fermi al 1986. Peraltro
lo sapete che una Alfa Romeo
modello Milano (aka Junior) è già
esistita (una versione americana
della 75) e fu un discreto pacco,
ma senza strascichi e polemiche."

Sitetizza pienamente il mio pensiero
 
Dalla mia sfera di cristallo vedo il nome Milano riciclato per l'E-Suv, al quale, fra l'altro, sta pure molto meglio che al piccoletto di casa.
Per il resto, si è già detto tutto quello che si poteva dire: la parola, adesso, sta a chi le macchine le compra invece di parlarne
 
di Guido Meda...

"Io sono uno di quelli che
abitano a Junior. A Junior sono
nato e cresciuto, ci ho studiato,
ci ho preso la patente. E a Junior
ho comprato la mia prima macchina, che era una (già) vecchia
GT Junior; ma pensa te proprio
quella! Sono di Junior e non di
Milano perché mia mamma era
piemontese come la Fiat e non
mi sento più granché in diritto di
dire che sono di Milano. Peraltro
i miei genitori poco dopo il matrimonio fecero (a bordo di una
GT Junior) un viaggio in Polonia
e per quel che ne so potrei pure
essere stato concepito lì. Ecco,
come Guido di Milano valgo poco.
Ma quanto possiamo essere attrattivi per qualunque altra Casa
che ipotizzasse di venire a produrre automobili in Italia, se oltre alle nostre notissime pastoie
burocratiche ci incasiniamo pure
con qualche politico che in prima
persona induce a cambiare il nome dei modelli? Quattro mesi fa
debuttava l’Alfa Romeo modello
Milano e ora non esiste più. Via
Milano, dentro Junior, che come
nome non è manco male, anzi,
magari è pure meglio. Ma è stata
una resa obbligata e totale, per
il bene di un’auto agli inizi della
sua strada che meritava il quieto
vivere e invece si è beccata una
polemica globale, utile quanto
un confetto Zigulì in presenza di
polmonite. Alla stessa stregua e
per gli stessi ragionamenti nemmeno l’Alfa Romeo medesima
dovrebbe chiamarsi più Alfa Romeo, data la sua storia.
In quei giorni ho fatto pure un
po’ di struscio sui social, per
capire cosa pensassero gli italiani della Milano aka Junior. A
sentir loro, quelli protetti dalla
propria identità digitale (non sono GLI italiani, dai), non è mica
una bella macchina, anzi. Avrete
visto i commenti e magari pure
condivisi.
Ok, qui vi lascio volentieri il mio
- del tutto personale - premettendo che l’unica cosa che mi
lega ad Alfa Romeo è una sana
passione per il brand e la sua
storia.
Sono andato a vedere la Milano
aka Junior esposta nella vetrina di un negozio di alta moda
nel centro di Junior e ho avuto
la conferma di quello che già
pensavo vedendola in foto. È
una bella macchina. È il meglio
che Stellantis potesse fare con
Alfa su quella piattaforma lì con
i limiti che ha.
Lo sviluppo laterale e posteriore della Milano aka
Junior ricorda quello della Aston
Martin DBX (brutta?!); la parte
frontale è davvero aggressiva. Il
trilobo (che sui maledetti social
ne ha fatti incazzare la metà) è
disponibile in due versioni, una
heritage più classica e una di
design, un po’ estrema sì, ma con
un perché. E mi piace pure quella. Gli interni sono il meglio che
ci si possa aspettare da un’Alfa,
anche se piccola e francese nel
DNA. Scommettiamo che se ne
venderanno una carrettata? Che
sarà un successo commerciale
decretato da chi aspira a un look
più sportivo rispetto alla media
del segmento B? Con buona pace dei tiratori scelti dei social?
Certo, è Stellantis, ma allora prima ancora era Chrysler, prima
ancora era Fiat e prima ancora
era IRI.
Roba che se vai a cercare l’Alfa Romeo giusta col nasino del
purista ti fermi al 1986. Peraltro
lo sapete che una Alfa Romeo
modello Milano (aka Junior) è già
esistita (una versione americana
della 75) e fu un discreto pacco,
ma senza strascichi e polemiche."
Carissimi Amicable e Giudo Meda,

non sono per nulla d'accordo con voi!

Sembra una menata pubblicitartia e non poteva essere altrimenti!

Anche un pò furba!

La chiusa, poi, un capolavoro di disiniformazione!

Si, perchè dire, che l'Alfa 75/Milano non fu un successo commerciale, significa dire, che si è vissuti altrove!

La 75 vendette bene quando era in produzione e continua a vendere ancora.

Quando fu battezzata Milano per il mercato americano fu poi sostituita dalle versioni America dell'Alfa 75, quindi irragionevole il paragone, non solo per epoca, ma anche per l'intera vicenda imparagonabile.

Poi, i gusti sono gusti, ed il sig. Guido Meda dovrebbe, farci vedere il contratto di acquisto della sua di Junior/Milano, visto che potrebbe benissimo averla acquistata, considerata la sua accorata difesa!

Dice che gli piace, che sarà un successo commerciale!

Avrà agito!!

Se non dovesse averlo fatto, allora sarà solo l'ennesimo redazionale, che maschera uno spot pubblicitario, come quando nei telegiornali si fa finta di parlare di gastronomia, ma si parla di questo o quel ristoratore e della sua cucina, come se in culinaria esistesse solo lui!

Come oooon!
 
Carissimi Amicable e Giudo Meda,

non sono per nulla d'accordo con voi!

Sembra una menata pubblicitartia e non poteva essere altrimenti!

Anche un pò furba!

La chiusa, poi, un capolavoro di disiniformazione!

Si, perchè dire, che l'Alfa 75/Milano non fu un successo commerciale, significa dire, che si è vissuti altrove!

La 75 vendette bene quando era in produzione e continua a vendere ancora.

Quando fu battezzata Milano per il mercato americano fu poi sostituita dalle versioni America dell'Alfa 75, quindi irragionevole il paragone, non solo per epoca, ma anche per l'intera vicenda imparagonabile.

Poi, i gusti sono gusti, ed il sig. Guido Meda dovrebbe, farci vedere il contratto di acquisto della sua di Junior/Milano, visto che potrebbe benissimo averla acquistata, considerata la sua accorata difesa!

Dice che gli piace, che sarà un successo commerciale!

Avrà agito!!

Se non dovesse averlo fatto, allora sarà solo l'ennesimo redazionale, che maschera uno spot pubblicitario, come quando nei telegiornali si fa finta di parlare di gastronomia, ma si parla di questo o quel ristoratore e della sua cucina, come se in culinaria esistesse solo lui!

Come oooon!
Concordo con te....dopo un post così Meda dovrebbe comprare una junior se addirittura non l'ha già fatto!!
Ma come ti ho già chiesto la tua giulia 952 di che anno è? Motore? Presa nuova ho usata?
 
Carissimi Amicable e Giudo Meda,

non sono per nulla d'accordo con voi!

Sembra una menata pubblicitartia e non poteva essere altrimenti!

Anche un pò furba!

La chiusa, poi, un capolavoro di disiniformazione!

Si, perchè dire, che l'Alfa 75/Milano non fu un successo commerciale, significa dire, che si è vissuti altrove!

La 75 vendette bene quando era in produzione e continua a vendere ancora.

Quando fu battezzata Milano per il mercato americano fu poi sostituita dalle versioni America dell'Alfa 75, quindi irragionevole il paragone, non solo per epoca, ma anche per l'intera vicenda imparagonabile.

Poi, i gusti sono gusti, ed il sig. Guido Meda dovrebbe, farci vedere il contratto di acquisto della sua di Junior/Milano, visto che potrebbe benissimo averla acquistata, considerata la sua accorata difesa!

Dice che gli piace, che sarà un successo commerciale!

Avrà agito!!

Se non dovesse averlo fatto, allora sarà solo l'ennesimo redazionale, che maschera uno spot pubblicitario, come quando nei telegiornali si fa finta di parlare di gastronomia, ma si parla di questo o quel ristoratore e della sua cucina, come se in culinaria esistesse solo lui!

Come oooon!

Ricordo (anni novanta....) che si "attaccava" come "venduto" chi decantava mirabolanti doti della Golf dalle pagine delle riviste....

Beh oggi bimbiminki o come si dice magari non spottano però postano videini piatti piatti a rischio ritiro patente e dicono pure la loro....

Preferisco i sani vecchi spottoni.
 
Si, perchè dire, che l'Alfa 75/Milano non fu un successo commerciale, significa dire, che si è vissuti altrove!
La Milano, ovvero la 75 americana, fu un disastro commerciale subito bissato dalla 164. Nella quale l'impianto elettrico andava in cortocircuito, con conseguente rischio di incendio, perché non aveva i portabicchieri e i proprietari erano costretti a poggiare i loro bibitoni sul tunnel centrale: caffè, o quello che era, versato - acqua che si infiltrava - corto. Pensa che ancora oggi il capo USA si è affrettato a rincuorare tutti che l'E-suv, pensato (e forse prodotto) proprio per l'America, avrà tutto quello che gli americani pretendono prima poter considerare un'auto come acquistabile, a cominciare proprio dai portabicchieri. Dopo 40 anni, siamo ancora col marchio d'infamia dei portabicchieri: quando si dice che hai una reputazione...
 

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