transaxle73 ha scritto:
Mi dispiace contraddire Angelo, ma i segmenti esistevano anche 40 anni fa, solo che erano denominati con numeri invece da lettere e la cilindrata aveva un ruolo dirimente rispetto a oggi, più delle dimensioni esterne.
A titolo di esempio l'Alfetta era molto più compatta se confrontata con la sua naturale concorrente, BMW Serie 5, però rientrava sempre nello stesso segmento di mercato (5 o E che dir si voglia).
L'Alfa 6, ad esempio, si chiamava così perché occupava il segmento 6 (attuale F) e via via a scendere con l'Alfetta (segmento 5, attuale E), Giulietta (segmento 4, attuale D) e Alfasud (segmento 3, attuale C).
Quoto . L'Alfetta , per quanto compatta , ma questa era una sua caratteristica peculiare e apprezzata , ricopriva a tutti gli effetti il ruolo di segmento E , e ancor di più con il progressivo invecchiare della 2.000 .
Sin da subito la berlina di Arese , con la sua linea squadrata e moderna a baule rialzato , conquistò un ruolo nel segmento medio/alto , contrastando la concorrenza straniera di Bmw serie 5 e Mercedes classe E soprattutto . Rispetto alle berline teutoniche , rappresentava un'alternativa più maneggevole nelle città italiane e più sobria nell'immagine , oltre ad avere doti di accelerazione , ripresa e tenuta di strada di molto superiore a queste , ben finite e affidabili , ma lente con le motorizzazioni due litri e non precisamente stabili sul bagnato .
La Giulia , nata futurista con forma aereodinamica e a coda tronca , nei primi '60 , mentre tutti gli altri costruttori erano ancora alle prese con le "pinne" più o meno accorciate , e soprattutto dotata del formidabile bialbero e fornita di doti dinamiche bilanciate superiori alla media , reggeva benissimo il ruolo di berlina media nel segmento D , sinchè dopo 15 anni di onorata carriera , fu sostituita dalla "Giulietta" .
L'Alfa -sud , su disegno di Giugiaro e con il sofisticato 4 cilindri boxer , rimasto in produzione sino a metà anni '90 , era un'ottima alternativa alle medie del segmento C di allora , purtroppo pochi esemplari sono giunti sino ai nostri giorni , a causa del pessimo acciaio impiegato e degli scarsi trattamenti antiruggine.
Quindi anche l'Alfa Romeo degli anni '70 s'inseriva in precisi segmenti del mercato dalla media in sù , peccato solo che la segmento F , Alfa 6 , detta Alfona , la quale poi era nient'altro che un'Alfetta allungata nel cofano e nel baule , nacque dopo infinita gestazione , pur dotata dell'efficientissimo e celeberrimo V6 Busso , troppo tardi per contrastare le 3 litri tedesche ormai affermate.