vecchioAlfista ha scritto:
Mi dispiace Maxetto ma non sono d'accordo.
Dileggiare Arese, la simbologia Alfa o certi "dogmi" da appassionati, non è questione di vecchio e nuovo.
Perché se certe cose non si capiscono (o si dileggiano addirittura), è semplicemente perché non si è Alfisti.
Non è che con il "politicamente corretto" possiamo far passare ogni concetto.
vecchioAlfista, mi intrometto perchè rispetto sempre le tue posizioni, anche quando non le condivido come in questo caso.
Io mi sento Alfista, totalmente, non tanto perchè quando ero ancora nell'età dell'incoscienza e lontano dalla possibilità della guida secondo legge, possedevamo in famigli Alfetta e Giulietta 77, ma piuttosto perchè rimasi folgorato dalle auto leggendarie del passato. Il marchio stesso, la simbologia, la grafica, trasmettono un fascino unico e magnetico che non trovo in altre case.
Però non mi sento toccare dal "luogo sacro di Arese". E' passato tempo, ci sono state rivoluzioni nel frattempo. E' cambiata la logica del mercato globale in prima istanza e del mondo auto nello specifico.
Ci sono stati dibattiti per anni e la strategia Fiat per Alfa è stata indifendibile per molti versi (e forse per "tutti i versi" negli ultimi due modelli di produzione di massa). Fino a pochi anni fa, il meglio che si ipotizzava per la nuova D Alfa era una Giulietta con la "coda". Solito pianale, solita trazione e con ogni probabilità soliti motori.
Poi si è pensato ad un'Alfa diversa, ma prodotta negli USA. E si diceva: se quello sarà il suo mercato di elezione, è logico che venga prodotta là.
Oggi invece apprendiamo che verrà prodotta in Italia, e non voglio spaziare in argomenti politici e sociali sottolienando i vantaggi della ricaduta di lavoro creato sul territorio e opportunità per i nostri connazionali, perchè qui teoricamente parliamo di auto. Sarà sufficiente dunque limitarsi al concetto della italianità, come garanzia di alcune peculiarità che ci contraddistinguono nel mondo. Se l'Italia non basta, ma vogliamo che sia specificatamente Arese, allora non riesco più a seguire la bontà logica del ragionamento e nemmeno quella ascrivibile alla emotività degli appasionati. Mi sembra davvero un porre l'asticella sempre più in là, in un "non luogo" per dire che comunque si faccia non andrà mai del tutto bene.
Con questo non voglio affermare che il dibattito sul luogo di produzione non abbia diritto di cittadinanza, ma solo che credevo una maggiore condivisione di entusiasmo per una D Alfa Romeo a TP, prodtta in Italia.
E non mi sembra giusto avanzare, anche vagamente, o in maniera sottesa, un assioma del tipo "Vero Alfista=vuole Arese" - "Non Autentico Alfista= non gli importa di Arese".