Secondo me hanno fatto benissimo a presentare la versione più sportiva ed esclusiva anticipandone le prestazioni da best in class, è il miglior biglietto da visita per suscitare interesse nei ricchi mercati americani, asiatici, australiano dove ci sarà il maggiore bacino di acquirenti per questa versione.
Soprattutto per far vedere fin da subito che l'auto si pone, finalmente, come concorrente diretta delle migliori realizzazioni sportive del segmento, come M3, C63 AMG, IS F e per far vedere che l'auto è molto "seria" e affilata dal punto di vista tecnico. E anche il miglior modo per far sognare chi poi prenderà le versioni normali, e per fargli avere l'idea che la loro auto condivide molto con una sportiva del genere. Eccellente anche il richiamo a Ferrari nello sviluppo. Hanno fatto BENISSIMO a presentarla così come è stato fatto, c'è poco da criticare finora, IMHO.
Mentre, da italiano all'estero, l'atteggiamento ipercritico, e anche una malcelata "soggezione" verso i costruttori tedeschi che leggo in tanti commenti, o nel solito giochino delle somiglianze che ormai è lo sport preferito dei commentatori su internet , mi pare poco comprensibile.
Sono tutt'altro che un'alfista "fanatico" o un "nazionalista convinto" in termini automobilistici, ma non mi può far altro che piacere vedere rinascere l'Alfa col suo modello più importante - tipicamente la berlina sportiva di segmento D - con un modello che promette così bene, che è un vero punto di rottura rispetto al passato, anzi sono contentissimo e fra l'altro mi pare di vedere più entusiasmo nei commentatori stranieri (c'è ancora una grande passione e ammirazione per l'Alfa in ogni angolo del mondo) mentre, appunto, l'atteggiamento ipercritico di tanti italiani (addirittura criticare l'aria cantata da Bocelli perché sarebbe una indiretta manifestazione di inferiorità !) proprio non lo capisco. Non tiriamoci sempre la zappa sui piedi.
Fortunatamente, il grosso di chi ha la possibilità di acquistare versioni di punta come quella presentata, appartiene a culture che ragionano in modo molto più pragmatico. E anche Marchionne, fra l'altro, quelle culture le conosce molto bene.