<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Alfa Romeo Giulia 2016-2019 | Page 214 | Il Forum di Quattroruote

Alfa Romeo Giulia 2016-2019

Cosa manca ancora alla giulia?

  • Versione SW

    Votes: 98 62,8%
  • Versione benzina con cambio manuale

    Votes: 24 15,4%
  • Accessori e personalizzazioni

    Votes: 18 11,5%
  • Altro

    Votes: 16 10,3%

  • Total voters
    156
PierUgoMaria1 ha scritto:
Si. Ma per la propria m3 sport evolution, non risulta ad esempio che Bmw abbia dovuto cestinare tutta la piattaforma, inclusiva di telaio, schema di tutte sospensioni, girare il layout da trasversale a longitudinale, nonchè la trazione, da anteriore a integrale, per poi dare la prevalenza al posteriore.

Laddove tutte le avversarie erano versioni pesantemente elaborate delle vetture originali, la 155 dtm era stata completamente sventrata, cancellata e riprogettata secondo crismi diametralmente opposti a quella originale in vendita. Con buona pace della "rivoluzionaria" piattaforma tipo 4 e di Montalbano.

Un messaggio imbarazzante anche per il marketing, laddove per farla vincere hanno dovuto non fare una versione molto migliorata del prodotto originale, ma un'auto radicalmente diversa e opposta.

Per la serie: un'auto fatta per bene sapevano anche come farla, ma ne valeva la pena solo per farsi pubblicità, quella in vendita ai clienti sprovveduti poteva tranquillamente essere una tipo col culo.

E di questo vizio Alfa è morta. A partire dalla 155.
Domanda da non conoscitore dei regolamenti DTM: non è che da regolamento i layout dovevano essere quelli?

I progetti Tipo 4 e Tipo 2 (Montalbano) restano all'avanguardia per l'epoca. Questo dal punto di vista tecnico, il risultato estetico nonl'ho preso in considerazione. :lol:
 
franco58pv ha scritto:
key-one ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
  • Jambana ha scritto:
    Senza neanche entrare nel merito della macchina, se penso ad auto come la 155, e ad altre della produzione Fiat coeva mi viene solamente da fare una riflessione ed andare alla radice di tutto: auto pensate e prodotte quasi esclusivamente per il mercato interno, che ancora sosteneva la produzione nazionale in modo robusto, senza caratteristiche, gamma, rete commerciale e marketing minimamente concepite per la vendita sui mercati mondiali (ancora non si diceva globali).
    Se ci pensiamo bene, secondo me proprio questo provincialismo e assenza di visione "lontana" e anticipatrice ha condannato Alfa Romeo e gli altri storici marchi italiani, che non hanno saputo cogliere la grande trasformazione di modello industriale nell'automotive, verso un mercato globale e prodotti di standard internazionale, operata invece da tedeschi e giapponesi negli anni '70.
    Ovvio, pensare di produrre auto per il mercato globale richiede investimenti e impegno molto più ingenti. Basti guardare le difficoltà di oggi con la Giulia. Inoltre anche un certo protezionismo (per esempio il contingentamento sulle auto giapponesi, la politica che ha avversato i transplant sempre giapponesi in Italia) ha permesso di vivacchiare per un po' di anni, ma poi il conto (assenza di concorrenza, prodotti non adeguati) si è regolarmente presentato. Eppure Fiat nei decenni passati è anche stata anticipatrice e innovatrice dal punto di vista "geopolitico", basti guardare ai modelli e agli stabilimenti che producevano Fiat su licenza nei paesi ex socialisti, che hanno motorizzato mezza Europa dell'Est.

    Analisi non sbagliata, che pero' non spiega completamente la causa del problema, chè queste che elenchi sono ancora tutte "conseguenze". Per arrivare alla causa, oltre a sottolineare l'inadeguatezza storica della proprietà, bisogna risalire a monte ancora almeno di un passaggio storico.

    Alfa e Lancia sono state donate agli ovini aggratis ( soprattutto Alfa, che aveva diversi pretendenti denaro muniti ) in quanto la politica asservita aveva deciso che Fiat dovesse essere il monopolista italiano, cui il monopolio interno fu poi diligentemente protetto con contingentamento import, iva pesante sulle grosse cilindrate ( tutte import ) superbollo sui diesel ( tutti import ).

    La causa quindi è che Fiat, in questo contesto di capitalismo di relazione, di corruzione politica clientelare, è stata aiutata con carte false a costituire un monopolio, Alfa e Lancia le sono state regalate per toglierle dai piedi due concorrenti, che in mano ad altri potevano rimanere tali e disturbare l'avvocato.

    Tutto cio' che elenchi, giustamente, discende da questo postulato iniziale, che è stato un atto voluto e imposto, una pagina poco edificante nella storia della Repubblica. Senza la quale oggi potremmo avere un'industria automobilistica ad almeno tre teste, 4 se vogliamo aggiungerci Ferrari, che oggi svolge la funzione di bancomat della famigliola.

    Abbiamo invece i resti di un ex monopolista che pensava di essere garantito in quanto tale, e quindi è rimasto distratto quando gli altri andavano a conquistare il mondo libero con prodotti seri.

    Ed oggi si mette in ridicolo lamentando il crollo del mercato cinese come scusa per i propri ritardi d'investimento. Quamdo in Cina non ha mai venduto una spilla.


  • Finalmente un'analisi seria della questione Alfa Romeo , inserita nella storia del capitalismo italiano e dei suoi ritardi storici e pure cronici !

    La questione Alfa Romeo si situa però - e qui occorre andare ancora più a fondo rispetto ad una tesi esclusivamente " antiagnelli " - nello spartiacque fra la fase del capitalismo di stato che caratterizzò l'economia italiana sin dagli anni'30 e non solo - visto che pure Gb e France e Deutschland avevano e continuano ad avere una forte industria statale - e la fase "neoliberista" o delle liberalizzazioni .

    Alfa Romeo , che per anni è stata sostenuta dalla repubblica italiana tramite l'Iri , il quale ripianava soprattutto le perdite conseguenti ad una produzione d'eccellenza , ma più " fiore all'occhiello" che business ,doveva per l'appunto -come tutti sanno e come altre eccellenze dello stato , tipo Motta , Alemagna e Cirio per intendersi - essere ceduta ai privati , in nome di un preciso diktat , promulgato in tutti i modi , anche i più pittoreschi , dalle teste d'uovo del capitalismo mondiale , non ancora , ma quasi come oggi fa la Ue .

    Ora , la creazione di un monopolio italiano in mano agli Agnelli , oltre alle buone relazioni e allo charme dell'Avvocato , fu dovuta ad un suo ragionamento , fatto proprio dalla politica dell'epoca , credo soprattutto da Prodi - lo stesso che liquidò per un "pugno di dollari" le altre eccellenze dell'Iri , comprese le autostrade , passate agli amici , forse meno noti , ma non così meno potenti dei "Lambs"- .

    Secondo questo ragionamento - non del tutto peregrino - l'internazionalizzazione dell'economia , processo nel quale l'Italia era molto indietro , irretita , come era e parzialmente ancora è , sino al collo " in questo contesto -come dici giustamente Pierugo- di capitalismo di relazione, di corruzione politica clientelare, è stata aiutata con carte false " vedeva la nostra nazione e con essa la sua prima industria in difficoltà rispetto ad altri gruppi ed altre aree geopolitiche , non meno monopolistici , anzi molto di più , che avrebbero pappato in un boccone gli "Ovini" , come tu li chiami e con loro tutti gli sforzi dello stato italiano per avere una forte industria automobilistica .

    In questo contesto , di ritardo e clientelismo cronico italiano , con i derivati di parassitismo e abnorme corruzione per mantenere uno straccio di consenso - allora ancora importante- si può parlare di cessione dell'Alfa Romeo e prima ancora di Lancia alla Fiat .

    Con i se e con i ma non si fa la storia e quindi non è dato sapere come sarebbe andata con Ford o Gm : Gli esempi di Jaguar , Land Rover e soprattutto dell'intera British Leyland non configurano un esito molto migliore soprattutto nell'immediato , almeno sino alla soluzione finale di Mini e Rolls alla BMW , Bentley alla Vw ; Jag , Land e Range a mr.Tata -ma quanti marchi anche gloriosi sono spariti !

    Certamente è e rimane grave che Fiat , pur favorita nelle acquisizioni - non abbia gestito un po' meglio i gioielli di Torino e di Milano che le erano stati affidati - Ferrari è un discorso a parte , visto che qui i risultati ci sono stati sia in temini di prodotto che di resa finanziaria - E le ragioni e i fatti sono quelli che tutti più o meno andiamo esponendo da anni qui sulla room Alfa Romeo : dall'abbandono della TP , alla fine prematura di modelli ancora ampliamente evolvibili , sull'esempio degli analoghi serie 3 e 5 ; Klasse C ed E o A4 e A6 , come la 75 e la 90 ; l'utilizzo di piattaforme pur buone , ma inadatte all'immagine e alla sportività del Biscione , l'impoverimento della gamma e delle spinte commerciali ecc. ecc. Sino alla sempre promessa riscossa , che ancora gli appasionati del marchio attendono con l'annesso finale dei malcelati ritardi di Giulia e Suv.

  • tutto giusto , credo però che si debba dire tutta la verità riguardo al gruppo fiat : cioè difetti, malvezzi (tanti) , paraculaggini , occasioni mancante etc, ma se si vuole essere onesti fino in fondo si deve confrontare il panorama in cui è maturato questo disastro e confrontarlo con quello dove si muovevano i concorrenti
    Ci poniamo qualche domanda scomoda ? in quanti paesi industrializzati esiste da sempre una mentalità anti capitale ed anti modernista come in italia ? in quanti paesi chi comanda davvero (la chiesa) ha sempre considerato il denaro sterco del diavolo ? in quanti paesi sinistra centro o destra che fossero hanno sempre privilegiato la mano dello stato nell'economia ? in quanti paesi c'è stato un terrorismo così sviluppato ? in quanti paesi sparavano ai guardiani delle fabbriche ? in quanti paesi era vietato licenziare chi sabotava in fabbrica, o cazzeggiava o si assentava indebitamente ? in quanti paesi si pensava che si poteva fare debito pubblico e che il salario fosse una variabile indipendente dalla produttività ? potrei andare avanti a scrivere righe e righe di domande scomode , invito tutti a riflettere su quali difficoltà ha dovuto affrontare la fiat nell'epoca della follia generale.
    Vi chiedo se pensate che gli altri concorrenti avrebbero fatto meglio di fiat in quei momenti, per me sarebbero finiti a gambe all'aria , per cui è giusto non fare sconti al gruppo torinese ma riconoscere anche che con il suo resistere al terrorismo, con la sua marcia dei 40.000 ha di fatto ridato coraggio all'imprenditoria nazionale , evitando probabilmente il crollo dell'industria italiana
    Mi scuso per l'ot , io sono sempre durissimo con fiat ma è giusto riconoscere che è appesantita da difficoltà che nessun altro concorrente straniero deve affrontare , difficoltà tutto autoctone e tutte indipendenti dalla sua volontà


  • Credo che quello che tu scrivi a proposito dell'idiosincrasia - tutta italiana- fra industria e società , ma anche fra commercio , servizi e società sia il risvolto da un punto di vista sociale , politico e sindacale di quanto io scrivevo a proposito del ritardo dell'economia italiana , rispetto all'industria nord-europea e americana soprattutto .

    Questa situazione si esprimeva con particolarità proprie del nostro paese , derive del parassitismo e della corruzione , strumenti con i quali si cercava di mantenere un consenso che le contraddizioni e i ritardi rendevano estremamente difficile e che , da un punto di vista politico e sindacale , esprimeva comportamenti e relazioni assai tese come quelle da te descritte .

    Certo il gruppo Fiat ha dovuto affrontare un ambiente sociale molto diverso da quello dei suoi concorrenti principali . Quando è venuto meno l'aiuto dello stato , cioè dopo le acquisizioni di Alfa e Lancia delle quali si parla in queste pagine , considerati ultimi regali , il gruppo si è ritrovato con un ritardo cronico rispetto alla concorrenza , dato dalla povertà dei modelli , degli investimenti e dei mercati di penetrazione che ha fatto lentamente sprofondare Fiat , sino alla storia di questi giorni : acquisizione di Crysler , ripresa vigorosa delle vendite sul mercato europeo e americano -grazie soprattutto alla acquisita Jeep - e promesse di rilancio Alfa Romeo .
 
key-one ha scritto:
Certamente è e rimane grave che Fiat , pur favorita nelle acquisizioni - non abbia gestito un po' meglio i gioielli di Torino e di Milano che le erano stati affidati - Ferrari è un discorso a parte , visto che qui i risultati ci sono stati sia in temini di prodotto che di resa finanziaria - E le ragioni e i fatti sono quelli che tutti più o meno andiamo esponendo da anni qui sulla room Alfa Romeo : dall'abbandono della TP , alla fine prematura di modelli ancora ampliamente evolvibili , sull'esempio degli analoghi serie 3 e 5 ; Klasse C ed E o A4 e A6 , come la 75 e la 90 ; l'utilizzo di piattaforme pur buone , ma inadatte all'immagine e alla sportività del Biscione , l'impoverimento della gamma e delle spinte commerciali ecc. ecc. Sino alla sempre promessa riscossa , che ancora gli appasionati del marchio attendono con l'annesso finale dei malcelati ritardi di Giulia e Suv.
Mi pare che lo schema 75/90 fosse ormai decotto, tanto che la stessa Alfa stava progettando una berlina Tp con cambio in blocco.
 
Maxetto883 ha scritto:
albertof24 ha scritto:
Sarebbe bello, ora, avere un'Alfa come la Giulia, non più odiata dagli Alfisti e che torni a correre e vincere.
E' una parola. ;)

Ecco, ora che siamo tornati pienamente in argomento, Vi pregherei di restarci, grazie comunque dei contributi extra che in fondo hanno qualcosa in comune con la discussione sul nuovo prodotto di Fca e quindi sono stati mantenuti.

Manca circa 1 mese al salone di Ginevra, dove la Giulia dovrebbe essere presente anche nelle altre versioni, ancora mai viste in pubblico.
 
pilota54 ha scritto:
Maxetto883 ha scritto:
albertof24 ha scritto:
Sarebbe bello, ora, avere un'Alfa come la Giulia, non più odiata dagli Alfisti e che torni a correre e vincere.
E' una parola. ;)

Ecco, ora che siamo tornati pienamente in argomento, Vi pregherei di restarci, grazie comunque dei contributi extra che in fondo hanno qualcosa in comune con la discussione sul nuovo prodotto di Fca e quindi sono stati mantenuti.

Manca circa 1 mese al salone di Ginevra, dove la Giulia dovrebbe essere presente anche nelle altre versioni, ancora mai viste in pubblico.
Rimanendo in tema Giulia non pensi che bisognerebbe davvero trasformare completamente le concessionarie e officine Alfa Romeo?
Parlo sia dell'ambiente di vendita, sia dell'aspetto esteriore delle concessionarie (a volte fatiscente) che della cortesia/capacità delle officine.
 
Maxetto883 ha scritto:
key-one ha scritto:
Certamente è e rimane grave che Fiat , pur favorita nelle acquisizioni - non abbia gestito un po' meglio i gioielli di Torino e di Milano che le erano stati affidati - Ferrari è un discorso a parte , visto che qui i risultati ci sono stati sia in temini di prodotto che di resa finanziaria - E le ragioni e i fatti sono quelli che tutti più o meno andiamo esponendo da anni qui sulla room Alfa Romeo : dall'abbandono della TP , alla fine prematura di modelli ancora ampliamente evolvibili , sull'esempio degli analoghi serie 3 e 5 ; Klasse C ed E o A4 e A6 , come la 75 e la 90 ; l'utilizzo di piattaforme pur buone , ma inadatte all'immagine e alla sportività del Biscione , l'impoverimento della gamma e delle spinte commerciali ecc. ecc. Sino alla sempre promessa riscossa , che ancora gli appasionati del marchio attendono con l'annesso finale dei malcelati ritardi di Giulia e Suv.
Mi pare che lo schema 75/90 fosse ormai decotto, tanto che la stessa Alfa stava progettando una berlina Tp con cambio in blocco.

Non più che il coetaneo schema serie 3 di Monaco , solo per dirne uno , il quale invece è stato ripreso , tirato , allungato , allargato ripianalizzato , aggiornato con pignoleria schiettamente teutonica sino ad arrivare , con successo di critica e di pubblico , ma soprattutto di vendite , sino ai nostri giorni . E in fondo anche la Giulia 2015/16 che cos'è se non un ripensamento tardivo di qualcosa che si aveva in casa , De Dion e cambio dietro a parte , ma che si è dovuto recuperare ?
 
Da ciò che leggo comprendo che nessun colore della Giulia vi piace. :shock:

In foto avvistata una Giulia specifiche USA, dovrebbe essere il 2.0 benzina.

Attached files /attachments/2067168=49740-Giulia_USA.jpg
 
Maxetto883 ha scritto:
Mi pare che lo schema 75/90 fosse ormai decotto, tanto che la stessa Alfa stava progettando una berlina Tp con cambio in blocco.
Caspita, se lo schema transaxle era decotto allora cosa ne pensi del fatto che per la Giulia prossima ventura hanno riesumato lo schema della Giulia 105? Cioè quella con il cambio in blocco con il motore?
Più che decotto diciamo che era troppo raffinato e soprattutto molto costoso da produrre per una berlina di segmento medio.
Infatti tale schema viene utilizzato non a caso da Ferrari.....quindi è decotto pure il Cavallino?
 
key-one ha scritto:
Maxetto883 ha scritto:
key-one ha scritto:
Certamente è e rimane grave che Fiat , pur favorita nelle acquisizioni - non abbia gestito un po' meglio i gioielli di Torino e di Milano che le erano stati affidati - Ferrari è un discorso a parte , visto che qui i risultati ci sono stati sia in temini di prodotto che di resa finanziaria - E le ragioni e i fatti sono quelli che tutti più o meno andiamo esponendo da anni qui sulla room Alfa Romeo : dall'abbandono della TP , alla fine prematura di modelli ancora ampliamente evolvibili , sull'esempio degli analoghi serie 3 e 5 ; Klasse C ed E o A4 e A6 , come la 75 e la 90 ; l'utilizzo di piattaforme pur buone , ma inadatte all'immagine e alla sportività del Biscione , l'impoverimento della gamma e delle spinte commerciali ecc. ecc. Sino alla sempre promessa riscossa , che ancora gli appasionati del marchio attendono con l'annesso finale dei malcelati ritardi di Giulia e Suv.
Mi pare che lo schema 75/90 fosse ormai decotto, tanto che la stessa Alfa stava progettando una berlina Tp con cambio in blocco.

Non più che il coetaneo schema serie 3 di Monaco , solo per dirne uno , il quale invece è stato ripreso , tirato , allungato , allargato ripianalizzato , aggiornato con pignoleria schiettamente teutonica sino ad arrivare , con successo di critica e di pubblico , ma soprattutto di vendite , sino ai nostri giorni . E in fondo anche la Giulia 2015/16 che cos'è se non un ripensamento tardivo di qualcosa che si aveva in casa , De Dion e cambio dietro a parte , ma che si è dovuto recuperare ?
Non ti seguo. Se togli il De Dion e il cambio dietro cosa resta dello schema Alfetta?
Diciamo che lo schema col cambio in blocco è l'unico adatto ad una moderna berlina a tre volumi.
Il transaxle lasciamolo alle sportive. Anche MB lo utilizza, ma non per le berline.
 
franco58pv ha scritto:
key-one ha scritto:
PierUgoMaria1 ha scritto:
  • Jambana ha scritto:
    Senza neanche entrare nel merito della macchina, se penso ad auto come la 155, e ad altre della produzione Fiat coeva mi viene solamente da fare una riflessione ed andare alla radice di tutto: auto pensate e prodotte quasi esclusivamente per il mercato interno, che ancora sosteneva la produzione nazionale in modo robusto, senza caratteristiche, gamma, rete commerciale e marketing minimamente concepite per la vendita sui mercati mondiali (ancora non si diceva globali).
    Se ci pensiamo bene, secondo me proprio questo provincialismo e assenza di visione "lontana" e anticipatrice ha condannato Alfa Romeo e gli altri storici marchi italiani, che non hanno saputo cogliere la grande trasformazione di modello industriale nell'automotive, verso un mercato globale e prodotti di standard internazionale, operata invece da tedeschi e giapponesi negli anni '70.
    Ovvio, pensare di produrre auto per il mercato globale richiede investimenti e impegno molto più ingenti. Basti guardare le difficoltà di oggi con la Giulia. Inoltre anche un certo protezionismo (per esempio il contingentamento sulle auto giapponesi, la politica che ha avversato i transplant sempre giapponesi in Italia) ha permesso di vivacchiare per un po' di anni, ma poi il conto (assenza di concorrenza, prodotti non adeguati) si è regolarmente presentato. Eppure Fiat nei decenni passati è anche stata anticipatrice e innovatrice dal punto di vista "geopolitico", basti guardare ai modelli e agli stabilimenti che producevano Fiat su licenza nei paesi ex socialisti, che hanno motorizzato mezza Europa dell'Est.

    Analisi non sbagliata, che pero' non spiega completamente la causa del problema, chè queste che elenchi sono ancora tutte "conseguenze". Per arrivare alla causa, oltre a sottolineare l'inadeguatezza storica della proprietà, bisogna risalire a monte ancora almeno di un passaggio storico.

    Alfa e Lancia sono state donate agli ovini aggratis ( soprattutto Alfa, che aveva diversi pretendenti denaro muniti ) in quanto la politica asservita aveva deciso che Fiat dovesse essere il monopolista italiano, cui il monopolio interno fu poi diligentemente protetto con contingentamento import, iva pesante sulle grosse cilindrate ( tutte import ) superbollo sui diesel ( tutti import ).

    La causa quindi è che Fiat, in questo contesto di capitalismo di relazione, di corruzione politica clientelare, è stata aiutata con carte false a costituire un monopolio, Alfa e Lancia le sono state regalate per toglierle dai piedi due concorrenti, che in mano ad altri potevano rimanere tali e disturbare l'avvocato.

    Tutto cio' che elenchi, giustamente, discende da questo postulato iniziale, che è stato un atto voluto e imposto, una pagina poco edificante nella storia della Repubblica. Senza la quale oggi potremmo avere un'industria automobilistica ad almeno tre teste, 4 se vogliamo aggiungerci Ferrari, che oggi svolge la funzione di bancomat della famigliola.

    Abbiamo invece i resti di un ex monopolista che pensava di essere garantito in quanto tale, e quindi è rimasto distratto quando gli altri andavano a conquistare il mondo libero con prodotti seri.

    Ed oggi si mette in ridicolo lamentando il crollo del mercato cinese come scusa per i propri ritardi d'investimento. Quamdo in Cina non ha mai venduto una spilla.


  • Finalmente un'analisi seria della questione Alfa Romeo , inserita nella storia del capitalismo italiano e dei suoi ritardi storici e pure cronici !

    La questione Alfa Romeo si situa però - e qui occorre andare ancora più a fondo rispetto ad una tesi esclusivamente " antiagnelli " - nello spartiacque fra la fase del capitalismo di stato che caratterizzò l'economia italiana sin dagli anni'30 e non solo - visto che pure Gb e France e Deutschland avevano e continuano ad avere una forte industria statale - e la fase "neoliberista" o delle liberalizzazioni .

    Alfa Romeo , che per anni è stata sostenuta dalla repubblica italiana tramite l'Iri , il quale ripianava soprattutto le perdite conseguenti ad una produzione d'eccellenza , ma più " fiore all'occhiello" che business ,doveva per l'appunto -come tutti sanno e come altre eccellenze dello stato , tipo Motta , Alemagna e Cirio per intendersi - essere ceduta ai privati , in nome di un preciso diktat , promulgato in tutti i modi , anche i più pittoreschi , dalle teste d'uovo del capitalismo mondiale , non ancora , ma quasi come oggi fa la Ue .

    Ora , la creazione di un monopolio italiano in mano agli Agnelli , oltre alle buone relazioni e allo charme dell'Avvocato , fu dovuta ad un suo ragionamento , fatto proprio dalla politica dell'epoca , credo soprattutto da Prodi - lo stesso che liquidò per un "pugno di dollari" le altre eccellenze dell'Iri , comprese le autostrade , passate agli amici , forse meno noti , ma non così meno potenti dei "Lambs"- .

    Secondo questo ragionamento - non del tutto peregrino - l'internazionalizzazione dell'economia , processo nel quale l'Italia era molto indietro , irretita , come era e parzialmente ancora è , sino al collo " in questo contesto -come dici giustamente Pierugo- di capitalismo di relazione, di corruzione politica clientelare, è stata aiutata con carte false " vedeva la nostra nazione e con essa la sua prima industria in difficoltà rispetto ad altri gruppi ed altre aree geopolitiche , non meno monopolistici , anzi molto di più , che avrebbero pappato in un boccone gli "Ovini" , come tu li chiami e con loro tutti gli sforzi dello stato italiano per avere una forte industria automobilistica .

    In questo contesto , di ritardo e clientelismo cronico italiano , con i derivati di parassitismo e abnorme corruzione per mantenere uno straccio di consenso - allora ancora importante- si può parlare di cessione dell'Alfa Romeo e prima ancora di Lancia alla Fiat .

    Con i se e con i ma non si fa la storia e quindi non è dato sapere come sarebbe andata con Ford o Gm : Gli esempi di Jaguar , Land Rover e soprattutto dell'intera British Leyland non configurano un esito molto migliore soprattutto nell'immediato , almeno sino alla soluzione finale di Mini e Rolls alla BMW , Bentley alla Vw ; Jag , Land e Range a mr.Tata -ma quanti marchi anche gloriosi sono spariti !

    Certamente è e rimane grave che Fiat , pur favorita nelle acquisizioni - non abbia gestito un po' meglio i gioielli di Torino e di Milano che le erano stati affidati - Ferrari è un discorso a parte , visto che qui i risultati ci sono stati sia in temini di prodotto che di resa finanziaria - E le ragioni e i fatti sono quelli che tutti più o meno andiamo esponendo da anni qui sulla room Alfa Romeo : dall'abbandono della TP , alla fine prematura di modelli ancora ampliamente evolvibili , sull'esempio degli analoghi serie 3 e 5 ; Klasse C ed E o A4 e A6 , come la 75 e la 90 ; l'utilizzo di piattaforme pur buone , ma inadatte all'immagine e alla sportività del Biscione , l'impoverimento della gamma e delle spinte commerciali ecc. ecc. Sino alla sempre promessa riscossa , che ancora gli appasionati del marchio attendono con l'annesso finale dei malcelati ritardi di Giulia e Suv.

  • tutto giusto , credo però che si debba dire tutta la verità riguardo al gruppo fiat : cioè difetti, malvezzi (tanti) , paraculaggini , occasioni mancante etc, ma se si vuole essere onesti fino in fondo si deve confrontare il panorama in cui è maturato questo disastro e confrontarlo con quello dove si muovevano i concorrenti
    Ci poniamo qualche domanda scomoda ? in quanti paesi industrializzati esiste da sempre una mentalità anti capitale ed anti modernista come in italia ? in quanti paesi chi comanda davvero (la chiesa) ha sempre considerato il denaro sterco del diavolo ? in quanti paesi sinistra centro o destra che fossero hanno sempre privilegiato la mano dello stato nell'economia ? in quanti paesi c'è stato un terrorismo così sviluppato ? in quanti paesi sparavano ai guardiani delle fabbriche ? in quanti paesi era vietato licenziare chi sabotava in fabbrica, o cazzeggiava o si assentava indebitamente ? in quanti paesi si pensava che si poteva fare debito pubblico e che il salario fosse una variabile indipendente dalla produttività ? potrei andare avanti a scrivere righe e righe di domande scomode , invito tutti a riflettere su quali difficoltà ha dovuto affrontare la fiat nell'epoca della follia generale.
    Vi chiedo se pensate che gli altri concorrenti avrebbero fatto meglio di fiat in quei momenti, per me sarebbero finiti a gambe all'aria , per cui è giusto non fare sconti al gruppo torinese ma riconoscere anche che con il suo resistere al terrorismo, con la sua marcia dei 40.000 ha di fatto ridato coraggio all'imprenditoria nazionale , evitando probabilmente il crollo dell'industria italiana
    Mi scuso per l'ot , io sono sempre durissimo con fiat ma è giusto riconoscere che è appesantita da difficoltà che nessun altro concorrente straniero deve affrontare , difficoltà tutto autoctone e tutte indipendenti dalla sua volontà
  • ...Finalmente la vera persona Franco, grande grande davvero Rispetto! Nessuna parola a vampera e non lo dico per tifoseria :thumbup: :thumbup:
 
transaxle73 ha scritto:
Maxetto883 ha scritto:
Mi pare che lo schema 75/90 fosse ormai decotto, tanto che la stessa Alfa stava progettando una berlina Tp con cambio in blocco.
Caspita, se lo schema transaxle era decotto allora cosa ne pensi del fatto che per la Giulia prossima ventura hanno riesumato lo schema della Giulia 105? Cioè quella con il cambio in blocco con il motore?
Più che decotto diciamo che era troppo raffinato e soprattutto molto costoso da produrre per una berlina di segmento medio.
Infatti tale schema viene utilizzato non a caso da Ferrari.....quindi è decotto pure il Cavallino?
Come dicevo a key era decotto per una berlina 3 volumi.
Inoltre le moderne sportive transaxle montano cambi elettroattuati che superano i vecchi problemi di manovrabilità che avevano le Alfa.
 
Maxetto883 ha scritto:
alexmed ha scritto:
Da ciò che leggo comprendo che nessun colore della Giulia vi piace. :shock:

In foto avvistata una Giulia specifiche USA, dovrebbe essere il 2.0 benzina.
Quella col Tig........., meglio non nominarlo. :lol:

Qualcuno ha lasciato scappare questi dati:

Giulia 2.0 250Cv, automatica
Accelerazione 0-100 km/h: 5,9 secondi
Vel massima: 252 km/h

Vedrem... fra poco.
 
Maxetto883 ha scritto:
transaxle73 ha scritto:
Maxetto883 ha scritto:
Mi pare che lo schema 75/90 fosse ormai decotto, tanto che la stessa Alfa stava progettando una berlina Tp con cambio in blocco.
Caspita, se lo schema transaxle era decotto allora cosa ne pensi del fatto che per la Giulia prossima ventura hanno riesumato lo schema della Giulia 105? Cioè quella con il cambio in blocco con il motore?
Più che decotto diciamo che era troppo raffinato e soprattutto molto costoso da produrre per una berlina di segmento medio.
Infatti tale schema viene utilizzato non a caso da Ferrari.....quindi è decotto pure il Cavallino?
Come dicevo a key era decotto per una berlina 3 volumi.
Inoltre le moderne sportive transaxle montano cambi elettroattuati che superano i vecchi problemi di manovrabilità che avevano le Alfa.
Qualcuno lo aveva reso molto manovrabile anche prima dell'avvento dei cambi elettroattuati, cioè Porsche con la 924.
Ritornando in topic: ma quando si potrà vedere in concessionaria la Giulia dei comuni mortali?
 
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