<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Aikido - una metafora contro la Crisi | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

Aikido - una metafora contro la Crisi

eafkuor ha scritto:
jaccos ha scritto:
Ogni arte ha i suoi punti deboli: il karate ha delle aperture molto ampie e soffre moltissimo le leve così come il kick boxing, il judo sulla distanza le prende, il kung fu è preparato su tutto ma non eccelle in niente, il jujitsu idem, il taekwondo è buono solo sulla distanza... si potrebbe andare avanti all'infinito, sta di fatto che la differenza più che l'arte marziale la fa il praticante col sudore della fronte...
IL Kung Fu?

Comunque sarei curioso di vedere un aikidoka difendersi dagli attacchi di un praticante di Muay Thai (ma anche thai boxe), da un praticante di Wing Chun (fatto bene) o da un pugile esperto... Potresti linkarmi qualche video che non sia aikido vs aikido?

Comunque sono d'accordissimo sul fatto che il praticante sia la cosa più importante,
Però l'Aikido, con la sua difesa del tipo "se il tizio mi fa questo io faccio quest'altro", non è il massimo da applicare per strada per difendersi.
Per non parlare poi del krav maga, che magari lo fai per 3 mesi, ti senti dio, poi incontri uno che ti minaccia con un coltello e invece di scappare reagisci e ti becchi una coltellata nello stomaco (ma questa è un'altra storia).
Quando facevo aikido io,una ragazza (cintura nera 1°dan ) venne aggredita da due tizi che volevano violentarla.Ebbene si ritrovarono all'ospedale tutti e due.Se tu vedevi la ragazza in questione,beh niente di palestrata o muscolosa.... :rolleyes: :) E posso garantirti che nell'aikido ho trovato atleti che effettivamente se volessero potrebbero anche ucciderti ma al contrario sono la pace in persona. IL vero spirito delle arti marziali non e' quello del " arrivo io e spacco tutto ".... :rolleyes: :)
 
non ci sono "stili di combattimento" superiori agli altri, è una questione di "uomini"....in una ipotetica sfida prevale il migliore....praticante...
così nella vita....saluti
 
mattiapascal ha scritto:
non ci sono "stili di combattimento" superiori agli altri, è una questione di "uomini"....in una ipotetica sfida prevale il migliore....praticante...
così nella vita....saluti

...e cioè?
 
elancia75 ha scritto:
così nella vita....

Niente... è che mi piacerebbe approfondire questa frase. ;)
adesso forse ho capito;
intendevo dire che certi insegnamenti filosofici o spirituali( così come la preparazione fisica, l'acquisizione di capacità di resistenza , tenacia, volontà etc etc) tipici della arti marziali, praticate con il giusto approfondimento e serietà, possono rappresentre..
un insegnamento che permette di affrontare la vita quotidiana...
serenamente....e con il giusto atteggiamento;

in questa non" vincerà" necessariamente il più spregiudicato o il mio ricco o anche il personaggio più potente.....vincerà il più "forte"....
colui che avrà saputo discernere cosa è veramente importante.....
ciò che conta non è la meta, è il cammino;
saluti
 
mattiapascal ha scritto:
non ci sono "stili di combattimento" superiori agli altri, è una questione di "uomini"....in una ipotetica sfida prevale il migliore....praticante...
così nella vita....saluti

Ti ho trovato qui....
Cambio discorso.....avevi dimenticato " contumace " :thumbup:
Ciao
 
mattiapascal ha scritto:
elancia75 ha scritto:
così nella vita....

Niente... è che mi piacerebbe approfondire questa frase. ;)
adesso forse ho capito;
intendevo dire che certi insegnamenti filosofici o spirituali( così come la preparazione fisica, l'acquisizione di capacità di resistenza , tenacia, volontà etc etc) tipici della arti marziali, praticate con il giusto approfondimento e serietà, possono rappresentre..
un insegnamento che permette di affrontare la vita quotidiana...
serenamente....e con il giusto atteggiamento;

in questa non" vincerà" necessariamente il più spregiudicato o il mio ricco o anche il personaggio più potente.....vincerà il più "forte"....
colui che avrà saputo discernere cosa è veramente importante.....
ciò che conta non è la meta, è il cammino;
saluti

Anche, certo.

Il parallelo che volevo rendere oggetto di discussione era riferito ad una possibile analogia tra la tecnica dell'aikido e l'approccio alla vita che dovremmo avere in molti casi.
Nello specifico, noto che non ha nessun senso ostinarsi a pretendere un determinato tipo di carriera se non c'è lavoro, desiderare che i tuoi genitori vivano se ti ritrovi orfano a causa di un male incurabile, cercare conforto e comprensione negli amici se essi stessi ne cercano e non possono aiutarti.
Prendere tutto con filosofia, sfruttando e valorizzando quanto di buono si è fatto e si ha assorbito per farne la tua forza quotidiana, per andare avanti, a volte non è così scontato come sembra.
 
jaccos ha scritto:
Pratico aikido e ovviamente sono di parte, ma il principio di fondo è semplice quanto efficace. Quando sei sotto attacco il contrasto si risolve per forza di cose con la vittoria del più forte-grosso. Questo è il concetto classico del combattimento: il colpo lo paro e ne assorbo in toto l'energia, al massimo lo devio per colpire a mia volta utilizzando molta energia.
L'aikido invece il pugno non lo para ma lo fa proseguire utilizzando la sua energia per creare il disequilibrio nel quale intervenire e, con una minima immissione di energia, neutralizzare l'attacco.
E' una filosofia che nella vita quando rieso ad applicarla da grosse soddisfazioni e molti meno pensieri... ;)

Dice un vecchio detto: "La filosofia ha la prospettiva invertita: piu' viene da lontano, piu' sembra grande."

Quella che tu affermi e' una convinzione diffusa ma assolutamente errata.
Giusto per fare un esempio, la quasi totalita' delle tecniche di scherma medievale e rinascimentale con arma militare (le cui caratteristiche fondamentali restano piu' o meno invariate anche dopo l'introduzione delle armi borghesi) prevede di sfruttare la violenza del colpo dell'avversario a proprio vantaggio per portarlo a squilibrarsi, esporsi, portare la sua arma fuori dalla posizione di minaccia e/o fuori "tempo" in modo da dare il modo di ribattere indisturbati. Ci sono scuole e filosofie che basavano la loro intera tecnica sulla "risposta" piuttosto che sull'attaccare per primi...
Questo solo per dire che il non resistere "ottusamente" all'aggressione nemica ma aggirarne la violenza e sfruttarla a proprio vantaggio e' un concetto diffuso nella maggioranza delle tecniche di combattimento, sia individuali che a livello di tattica e strategia (che, come avrebbe detto Musashi, sono poi la stessa cosa).
L'Aikido si limita a farne il centro del proprio concetto e a portarlo a livelli assai raffinati.
 
jaccos ha scritto:
poi quando ho saputo delle gesta del fondatore (schivava i proiettili :shock: ) mi ha molto incuriosito.

Sinceramente quella dei proiettili non l'ho mai sentita! :shock:
[/quote]

Schivare un proiettile e' materialmente impossibile, dato che il tempo che passa tra la vampa di sparo (ammesso che escludiamo il suono, che e' perfettamente inutile) e il momento in cui il proiettile colpisce, a una distanza dichiamo di 10 m, passa un tempo inferiore a quello necessario per l'impulso nervoso per percorrere i nervi e azionare i muscoli.
Tuttavia, e' possibile PREVEDERE lo sparo (o lo scoccare di una freccia) e reagire PRIMA che l'avversario spari spostandosi. In questo senso, si schiva il proiettile.
Non e' una tecnica che metterei mai alla prova :D
 
jaccos ha scritto:
mattiapascal ha scritto:
le tecniche, la filosofia, l'utilità delle cosiddette arti marziali, vengono messe regolarmente in dubbio dai soliti personaggi che non hanno la minima idea di cose si tratta...
un poco come la volpe e l'uva...
non riesco a prenderla, non è buona

Purtroppo vero... e aggiungo, troppo spesso si vedono praticanti di arti marziali (spesso e volentieri gente che è o all'inizio o a metà "percorso") che criticano aspramente le altre arti.
Personalmente mi sono messo in prima persona e ne ho provate alcune, quando posso vado a stage di altre arti e cerco di prendere quanto più possibile. Come dice un simpaticissimo maestro di jujitsu umbro (mi ricordo che si chiama Livio ma non ricordo il cognome): io vi faccio vedere qualcosa, prendete quello che vi piace, buttate via il resto.

Bisogna, ritengo, distinguere le critiche mosse da chi parla per i soliti luoghi comuni e chi invece muove critiche con cognizione di causa alle affermazioni troppo spesso fuori misura di praticanti piu' entusiasti che esperti.
E purtroppo, devo dire che hai tristemente molto ragione sul "questo che critica quello"... Purtroppo in Italia e' un atteggiamento molto diffuso (e non solo in questo settore, tristemente).
Cosi' come l'atteggiamento che molti hanno del "segreto"... :rolleyes:
Nell'ambito anglosassone c'e' piu' disponibilita' a scambiare esperienze e conoscenze, prendendo tutto cio' che c'e' di buono, come che venga.
Cosa che trovo molto piu' costruttiva.
Francamente i discorsi stile "Il Kung Fu e' meglio del Karate" mi riportano in mente le disquisizioni dei ragazzini che litigavano sul chi fosse piu' forte: Hulk o la Cosa... :D

Posso chiederti, per curiosita', quali arti marziali hai praticato, e in che ottica?
 
eafkuor ha scritto:
jaccos ha scritto:
Ogni arte ha i suoi punti deboli: il karate ha delle aperture molto ampie e soffre moltissimo le leve così come il kick boxing, il judo sulla distanza le prende, il kung fu è preparato su tutto ma non eccelle in niente, il jujitsu idem, il taekwondo è buono solo sulla distanza... si potrebbe andare avanti all'infinito, sta di fatto che la differenza più che l'arte marziale la fa il praticante col sudore della fronte...
IL Kung Fu?

Comunque sarei curioso di vedere un aikidoka difendersi dagli attacchi di un praticante di Muay Thai (ma anche thai boxe), da un praticante di Wing Chun (fatto bene) o da un pugile esperto... Potresti linkarmi qualche video che non sia aikido vs aikido?

Comunque sono d'accordissimo sul fatto che il praticante sia la cosa più importante,
Però l'Aikido, con la sua difesa del tipo "se il tizio mi fa questo io faccio quest'altro", non è il massimo da applicare per strada per difendersi.
Per non parlare poi del krav maga, che magari lo fai per 3 mesi, ti senti dio, poi incontri uno che ti minaccia con un coltello e invece di scappare reagisci e ti becchi una coltellata nello stomaco (ma questa è un'altra storia).

Purtroppo molti confondono quello che sa fare un maestro con quarant'anni di esperienza alle spalle, e che magari ha vissuto decine di scontri "reali", dove in palio non c'era una coppa, ma la pelle, con quello che sa fare un praticante sportivo.
L'aggressore in un contesto reale ha tipicamente il vantaggio della sorpresa e dell'essere uso alla violenza (quella vera, gli scontri in palestra non contano), oltre a una pronta disponibilita' a farne un'uso generoso e spregiudicato.
Vengono in mente le riflessioni di Jeff Cooper, uno dei massimi esperti di combattimento con la pistola, raccolte nel libro "Bullseyes don't Shoot Back" (i bersagli non rispondono al fuoco) in merito alla differenza tra l'allenamento in poligono e uno scontro a fuoco reale, che e' stato tanto utile a migliorare l'addestramento di numerosi corpi di polizia statunitensi.
O le considerazioni sul combattimento col coltello di Fairbairn (che di scontri per le vie buie di Shangai ne ha visto qualcuno).
Alla fine, come dicevo in tono semi-scherzoso sopra, in un'ottica di reale esigenza di combattimento, le arti marziali che val la pena praticare principalmente sono due: la pistola o il fucile (secondo l'uso, civile o militare), mentre il resto e' sostanzialmente integrativo.
 
speed64 ha scritto:
eafkuor ha scritto:
jaccos ha scritto:
Ogni arte ha i suoi punti deboli: il karate ha delle aperture molto ampie e soffre moltissimo le leve così come il kick boxing, il judo sulla distanza le prende, il kung fu è preparato su tutto ma non eccelle in niente, il jujitsu idem, il taekwondo è buono solo sulla distanza... si potrebbe andare avanti all'infinito, sta di fatto che la differenza più che l'arte marziale la fa il praticante col sudore della fronte...
IL Kung Fu?

Comunque sarei curioso di vedere un aikidoka difendersi dagli attacchi di un praticante di Muay Thai (ma anche thai boxe), da un praticante di Wing Chun (fatto bene) o da un pugile esperto... Potresti linkarmi qualche video che non sia aikido vs aikido?

Comunque sono d'accordissimo sul fatto che il praticante sia la cosa più importante,
Però l'Aikido, con la sua difesa del tipo "se il tizio mi fa questo io faccio quest'altro", non è il massimo da applicare per strada per difendersi.
Per non parlare poi del krav maga, che magari lo fai per 3 mesi, ti senti dio, poi incontri uno che ti minaccia con un coltello e invece di scappare reagisci e ti becchi una coltellata nello stomaco (ma questa è un'altra storia).
Quando facevo aikido io,una ragazza (cintura nera 1°dan ) venne aggredita da due tizi che volevano violentarla.Ebbene si ritrovarono all'ospedale tutti e due.Se tu vedevi la ragazza in questione,beh niente di palestrata o muscolosa.... :rolleyes: :) E posso garantirti che nell'aikido ho trovato atleti che effettivamente se volessero potrebbero anche ucciderti ma al contrario sono la pace in persona. IL vero spirito delle arti marziali non e' quello del " arrivo io e spacco tutto ".... :rolleyes: :)

Paole sante.
Ai tempi dell'universita' un nostro amico era cintura nera di Karate, non so quale dan, francamente. Allenamenti intensivi e continui.
La persona piu' pacata e calma che abbia mai incontrato.
In cinque anni che l'ho conosciuto, l'ho visto perdere le staffe una sola volta, per una frazione di secondo, quando torno' da un esame in cui era stato inchiappettato in maniera veramente vigliacca con argomenti di puro pretesto. Si sedette pesantemente al tavolo picchiandoci un pugno. Un banco di truciolato spesso 2 cm rinforzato sotto con due longheroni di scatolato d'acciaio. Spaccanto in due...
Ci siam guardati, e siamo andati via alla chetichella... :D :D :D

Sulle ragazze da non sottovalutare, posso dirti che anni fa provai un incontro (con armi relativamente inoffensive, ovvio) con una ragazzina di 16 anni che pratica da anni combattimento col coltello. Il suo maestro e' suo parente, una persona che pratica da decenni e che porta ancora addosso le sue cicatrici, giusto per chiarire che quello che ha appreso non e' teoria, ne' uno scherzo.
Io me la cavo decentemente (nel senso che conosco le tecniche e posso mettere davvero paura a qualcuno che non ne sa una cippa... il che non e' granche') :lol:
Lei mi girava attorno piu' veloce di quanto potessi girare su me stesso (e vabbhe', considerando che io all'epoca avevo 35 anni x 100 kg e lei 16 x 50kg, potresti dire che non ci vuol molto, ma ti assicuro che la tecnica c'era tutta) ma la cosa che mi ha fatto capire il livello erano gli occhi. Quando ci siam messi ha "provare", ha cambiato sguardo. Ti assicuro che se qualcuno si fa l'idea sbagliata e prova ad aggredirla, fa una brutta, brutta fine... ;)
Da quel che ne so, gira a tutt'oggi con un cutter in tasca. Non le serve altro. ;)
 
mattiapascal ha scritto:
elancia75 ha scritto:
così nella vita....

Niente... è che mi piacerebbe approfondire questa frase. ;)
adesso forse ho capito;
intendevo dire che certi insegnamenti filosofici o spirituali( così come la preparazione fisica, l'acquisizione di capacità di resistenza , tenacia, volontà etc etc) tipici della arti marziali, praticate con il giusto approfondimento e serietà, possono rappresentre..
un insegnamento che permette di affrontare la vita quotidiana...
serenamente....e con il giusto atteggiamento;

in questa non" vincerà" necessariamente il più spregiudicato o il mio ricco o anche il personaggio più potente.....vincerà il più "forte"....
colui che avrà saputo discernere cosa è veramente importante.....
ciò che conta non è la meta, è il cammino;
saluti

E' vero.
Ma purtroppo se vogliamo tutto cio' prevede un certo codice morale.
E spesso si affronta gente che non ne ha.

Piove sul giusto e sull'ingiusto
Ma il giusto si bagna di piu'
Perche' l'ingiusto gli ha rubato l'ombrello.
;)

Poi, naturalmente, ci sono diverse accezioni del termine "vincere", e in quel senso non posso che concordare con te.
 
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