<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Afghanistan: altri 4 soldati italiani morti... | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

Afghanistan: altri 4 soldati italiani morti...

migliazziblu ha scritto:
iCastm ha scritto:
migliazziblu ha scritto:
Non lo tiro fuori io.
Non si puo' chiamare diversamente per il semplice fatto dela Costituzione.....ecc
Ciao
p.s.noi comunque si parlava relativamente alle morti sul lavoro ( che sono un migliaio all' anno tanto per puntualizzare )

Quello della Costituzione non è un semplice fatto.

&lt&lt;L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa...&gt;&gt

Una missione di pace è uno strumento di offesa?

Infatti e' una definizione ipocrita, visto che non si puo' chiamare
" misssione di guerra "
Ciao

E la pace a chi non la vuole (o non la voleva come in bosnia) come la porti, con l'e-mail e le marce della pace?O magari facciamo distribuire petali di rose ai nostri soldati?
Azz tutti a scrivere dietro una tastiera senza aver minimamente provato che significa una di quelle missioni, francamente visto che la pensate così sarebbe proprio bello fare come dite voi, tutti a casa e CHISSENEFREGA dell'onu, della NATO, degli impegni internazionali, della reputazione etc, tutti a casa testa sotto la sabbia e a cambiare il canale del telegiornale quando qualcosa non ci piace per poi lamentarci della brutalità del mondo e del fatto che l'italia è vista ancora come il paese dei blabla che cambia bandiera a seconda del vento........
 
LADINS ha scritto:
Visto che il mod ha bloccato l'altro 3d invitando a proseguire su questo riporto quanto precedentemente scritto:

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La settimana scorsa ero alla Caserma Salsa di Belluno, dov'erano di stanza gli Alpini morti ( 7^ Reggimento Alpini della Brigata Alpina Julia ).

Ho parlato con il Generale comandante della Brigata; ho parlato con il Colonello comandante del Btg Alpini Feltre; e ho parlato con molti di quei ragazzi che indossano la divisa con orgoglio.

Voi ci avete mai parlato con loro ? Avete mai parlato con loro delle motivazioni che li spingono a vestire la divisa dell'esercito ?

Io l'ho fatto; non uno dico uno che mi abbia detto che lo fa per i soldi... e non parlavo con loro in qualche momento "ufficiale" ma al loro spaccio o per i cortili della loro caserma... non sono un militare per cui parlavano in piena libertà.

Parlavano di "amor di patria", parlavano di "onore" parlavano di responsabilità nel vestire la divisa, parlavano della voglia che avevano di fare del bene alla popolazione civile Afgana.

Di questo parlavano... non parlavano che andavano in Afganistan o che vestivano la divisa per i soldi.

Degni eredi di coloro che li hanno preceduti indossando il Cappello Alpino.

Metà del Reggimento è ora in Afghanistan; l'altra metà partirà tra poco con la stessa destinazione .... quelli con cui ho parlato tra pochi giorni saranno li in Afghanistan sapendo che rischiano la vita ma non per i soldi ma per qualcosa che tropi non conoscono e non vogliono conoscere.

A tutti quelli che dicono che lo fanno per i soldi dico solo una cosa; dovreste vergognarvi ed abbassare il capo in silenzio di fronte a loro.

Un ( ex ) Ufficiale degli Alpini

ps:
l'ex l'ho messo tra parentesi perchè, per chi non lo sapesse, noi Alpini non ci consideriamo mai ex ... restiamo Alpini fino alla nostra morte

Parole al vento amico mio, per alcuni qua dentro i militari sono semplici "lavoratori statali" (se non mercenari) il cui lavoro è paragonabile agli altri, e la cui morte è un "incidente" sul lavoro che era già stata messa in preventivo......
 
alfaspeed ha scritto:
- spese militari + spese per le categorie meno fortunate in italia.

pensionati e disabili attendono

Certo, poi quando arrivano le calamità naturali (In Italia anche) e le varie emergenze dove i primi ad intervenire sono sempre i militari precedendo la protezione civile chi chiami gli acchiappafantasmi?
Altra perla dopo quella di inviare gli ariete nelle stradine di montagna afgane :rolleyes: :rolleyes:
 
iCastm ha scritto:
matteomatte1 ha scritto:
iCastm ha scritto:
matteomatte1 ha scritto:
iCastm ha scritto:
Una missione di pace è uno strumento di offesa?

e di grazia quale sarebbe la missione di pace?

La mia non era una domanda retorica.

neppure la mia, purtroppo...

Allora rispondi alla mia.

che sarebbe meglio evitare di continuare ad esportare "libertà e democrazia", tutto IMHO naturalmente...
 
iCastm ha scritto:

ti riporto un articolo di Massimo Fini del 2007, per me illuminante oltre che attuale...

Lasciare l'Afghanistan perchè è morto un nostro soldato sarebbe grottesco, in una guerra dove i nostri alleati americani hanno già perso più di mille uomini, mentre quasi ogni giorno decine di guerriglieri talebani vengono uccisi e i civili muoiono come mosche. Ma una riflessione su che cosa ci stanno a fare le truppe occidentali in quel Paese va pur fatta. Non si può decentemente sostenere che stiamo facendo la guerra al terrorismo. Secondo il Senlis Council, un 'think tank' europeo, i talebani controllano il 54% del territorio, il che non può avvenire senza l'appoggio della popolazione. Si tratta quindi di una guerra di indipendenza, come quella che gli afgani combatterono contro i sovietici, la cui sostanza non cambia per il fatto che da qualche tempo anche i talebani fanno uso di mezzi di tipo terroristico.Nell'attacco kamikaze al ponte di Pangham la stampa occidentale ha dato molto risalto al fatto che sono morti sei bambini. Ma quando gli americani, bombardando i villaggi afgani alla ricerca di guerriglieri, uccidono bambini, donne, vecchi in misura ben più rilevante, chiamandoli 'effetti collaterali', da noi queste notizie vengono relegate nelle pagine interne. Un ponte costruito da militari e protetto, ad armi spianate, da militari è un obiettivo militare e quindi legittimo della guerriglia, anche se poi ha avuto 'effetti collaterali' tragici.Ci sarebbe semmai da chiedersi come mai gli afgani, che non sono arabi, si siano indotti a utilizzare questi mezzi che sono estranei alla loro cultura guerriera. Nei dieci anni di conflitto contro i sovietici non avevano compiuto un solo atto terroristico, tantomeno kamikaze. Ma i russi stavano sul terreno, combattevano con truppe di terra e quindi i guerriglieri potevano combatterli, sia pur ad armi impari. La Nato usa bombardieri, missili, aerei fantasma, senza equipaggio, comandati dal Nevada. Di fronte al "nemico che non c'è", che armi restano alla guerriglia? Eppure nonostante ciò, a lungo il mullah Omar, sia per motivi religiosi (non si dimentichi che nella guerra Iraq-Iran Khomeini proibì ai suoi, in nome del Corano, l'uso di armi chimiche che furono invece il pezzo forte del nostro alleato, Saddam), sia per la concezione della guerra che hanno gli afgani, sia perchè è ovvio che la guerriglia non ha alcun interesse a inimicarsi i civili dal cui sostegno dipende, si è opposto ad attacchi di tipo terroristico. Ma alla fine ha dovuto arrendersi all'evidenza, pur limitandoli a obiettivi comunque militari. Neppure i talebani possono permettersi di perdere centinaia di uomini alla volta, combattendo in campo aperto, sotto i bombardieri senza alcuna possibilità di risposta.E allora che cosa ci facciamo in Afghanistan? Siamo lì, si dice, "per ricostruire quel martoriato Paese". Ma quel Paese lo hanno martoriato e distrutto le tonnellate di bombe all'uranio impoverito dei nostri alleati americani. Siamo lì, si dice ancora, per riportare l'ordine e la sicurezza. Ma con i talebani l'ordine e la sicurezza c'erano, sia pur sotto il pugno di ferro di una dura legge, la saharia, che a noi non piace ma che gli afgani avevano accettato. Chiunque sia stato in Afghanistan durante il regime talebano può confermare che vi si poteva viaggiare trenquillamente anche di notte. Purchè si rispettasse la legge.Ho l'impressione che gli afgani, o una buona parte di loro, non vogliano i nostri ponti, le nostre scuole, le nostre chiese (perchè proprio noi italiani abbiamo avuto l'impudenza di costruirvi anche delle chiese) la nostra carità pelosa, il nostro diritto, i nostri costumi. Vogliono continuare a vivere come hanno sempre vissuto, e con grande dignità, secondo le loro tradizioni, prima che le aggressioni dei due Occidenti trasformassero quella terra, felice a modo suo, nel teatro di una tragedia di cui noi soli siamo i responsabili.
 
matteomatte1 ha scritto:
iCastm ha scritto:

ti riporto un articolo di Massimo Fini del 2007, per me illuminante oltre che attuale...

Lasciare l'Afghanistan perchè è morto un nostro soldato sarebbe grottesco, in una guerra dove i nostri alleati americani hanno già perso più di mille uomini, mentre quasi ogni giorno decine di guerriglieri talebani vengono uccisi e i civili muoiono come mosche. Ma una riflessione su che cosa ci stanno a fare le truppe occidentali in quel Paese va pur fatta. Non si può decentemente sostenere che stiamo facendo la guerra al terrorismo. Secondo il Senlis Council, un 'think tank' europeo, i talebani controllano il 54% del territorio, il che non può avvenire senza l'appoggio della popolazione. Si tratta quindi di una guerra di indipendenza, come quella che gli afgani combatterono contro i sovietici, la cui sostanza non cambia per il fatto che da qualche tempo anche i talebani fanno uso di mezzi di tipo terroristico.Nell'attacco kamikaze al ponte di Pangham la stampa occidentale ha dato molto risalto al fatto che sono morti sei bambini. Ma quando gli americani, bombardando i villaggi afgani alla ricerca di guerriglieri, uccidono bambini, donne, vecchi in misura ben più rilevante, chiamandoli 'effetti collaterali', da noi queste notizie vengono relegate nelle pagine interne. Un ponte costruito da militari e protetto, ad armi spianate, da militari è un obiettivo militare e quindi legittimo della guerriglia, anche se poi ha avuto 'effetti collaterali' tragici.Ci sarebbe semmai da chiedersi come mai gli afgani, che non sono arabi, si siano indotti a utilizzare questi mezzi che sono estranei alla loro cultura guerriera. Nei dieci anni di conflitto contro i sovietici non avevano compiuto un solo atto terroristico, tantomeno kamikaze. Ma i russi stavano sul terreno, combattevano con truppe di terra e quindi i guerriglieri potevano combatterli, sia pur ad armi impari. La Nato usa bombardieri, missili, aerei fantasma, senza equipaggio, comandati dal Nevada. Di fronte al "nemico che non c'è", che armi restano alla guerriglia? Eppure nonostante ciò, a lungo il mullah Omar, sia per motivi religiosi (non si dimentichi che nella guerra Iraq-Iran Khomeini proibì ai suoi, in nome del Corano, l'uso di armi chimiche che furono invece il pezzo forte del nostro alleato, Saddam), sia per la concezione della guerra che hanno gli afgani, sia perchè è ovvio che la guerriglia non ha alcun interesse a inimicarsi i civili dal cui sostegno dipende, si è opposto ad attacchi di tipo terroristico. Ma alla fine ha dovuto arrendersi all'evidenza, pur limitandoli a obiettivi comunque militari. Neppure i talebani possono permettersi di perdere centinaia di uomini alla volta, combattendo in campo aperto, sotto i bombardieri senza alcuna possibilità di risposta.E allora che cosa ci facciamo in Afghanistan? Siamo lì, si dice, "per ricostruire quel martoriato Paese". Ma quel Paese lo hanno martoriato e distrutto le tonnellate di bombe all'uranio impoverito dei nostri alleati americani. Siamo lì, si dice ancora, per riportare l'ordine e la sicurezza. Ma con i talebani l'ordine e la sicurezza c'erano, sia pur sotto il pugno di ferro di una dura legge, la saharia, che a noi non piace ma che gli afgani avevano accettato. Chiunque sia stato in Afghanistan durante il regime talebano può confermare che vi si poteva viaggiare trenquillamente anche di notte. Purchè si rispettasse la legge.Ho l'impressione che gli afgani, o una buona parte di loro, non vogliano i nostri ponti, le nostre scuole, le nostre chiese (perchè proprio noi italiani abbiamo avuto l'impudenza di costruirvi anche delle chiese) la nostra carità pelosa, il nostro diritto, i nostri costumi. Vogliono continuare a vivere come hanno sempre vissuto, e con grande dignità, secondo le loro tradizioni, prima che le aggressioni dei due Occidenti trasformassero quella terra, felice a modo suo, nel teatro di una tragedia di cui noi soli siamo i responsabili.

Non è che "esportiamo democrazia" perchè non abbiamo nulla di meglio da fare.

Si può e si deve discutere su ciò che si deve fare in Afghanistan, ma la conclusione dell'articolo non è minimamente condivisibile. Sembra che gli occidentali siano andati lì a dare soluzioni a problemi che la popolazione non si poneva. Può anche darsi, ma vogliamo dimenticare dove è stato architettato l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001?

Un conto è non volere la democrazia degli occidentali, un altro è minare la democrazia degli infedeli occidentali.

Ora vogliamo far passare i talebani per verginelli?
 
iCastm ha scritto:
Si può e si deve discutere su ciò che si deve fare in Afghanistan, ma la conclusione dell'articolo non è minimamente condivisibile. Sembra che gli occidentali siano andati lì a dare soluzioni a problemi che la popolazione non si poneva. Può anche darsi, ma vogliamo dimenticare dove è stato architettato l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001?

sai che nazionalità avevano gli attentatori dell'11/9?
 
matteomatte1 ha scritto:
iCastm ha scritto:
Si può e si deve discutere su ciò che si deve fare in Afghanistan, ma la conclusione dell'articolo non è minimamente condivisibile. Sembra che gli occidentali siano andati lì a dare soluzioni a problemi che la popolazione non si poneva. Può anche darsi, ma vogliamo dimenticare dove è stato architettato l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001?

sai che nazionalità avevano gli attentatori dell'11/9?

Ha importanza in questo caso?
 
iCastm ha scritto:
matteomatte1 ha scritto:
iCastm ha scritto:
Si può e si deve discutere su ciò che si deve fare in Afghanistan, ma la conclusione dell'articolo non è minimamente condivisibile. Sembra che gli occidentali siano andati lì a dare soluzioni a problemi che la popolazione non si poneva. Può anche darsi, ma vogliamo dimenticare dove è stato architettato l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001?

sai che nazionalità avevano gli attentatori dell'11/9?

Ha importanza in questo caso?

direi proprio di si, non erano certo dei pezzenti come i talebani...
 
matteomatte1 ha scritto:
iCastm ha scritto:
matteomatte1 ha scritto:
iCastm ha scritto:
Si può e si deve discutere su ciò che si deve fare in Afghanistan, ma la conclusione dell'articolo non è minimamente condivisibile. Sembra che gli occidentali siano andati lì a dare soluzioni a problemi che la popolazione non si poneva. Può anche darsi, ma vogliamo dimenticare dove è stato architettato l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001?

sai che nazionalità avevano gli attentatori dell'11/9?

Ha importanza in questo caso?

direi proprio di si, non erano certo dei pezzenti come i talebani...

In questo caso non ha importanza la nazionalità degli attentatori, ma la nazione dove vengono ospitati volentieri per preparare gli attentati.

Bin Laden sarà arabo quanto ti pare, ma se i talebani lo nascondo in Afghanistan...
 
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