@agricolo : Secondo te, anche se non si fosse trovato nelle peste come hai raccontato, se l'avessero intervistato chiedendogli che ne pensa dell'auto elettrica, cos'avrebbe risposto?
@StelleStrisce : Beh, questo è la prova provata che non sono auto serie, per gente che deve lavorare intendo.
Come ben sapete fin dal mio primo esordio qui diversi mesi fa ho sempre dichiarato, e lo scrivo in neretto, che l'auto elettrica non è per tutti. E non mi riferisco solo a problematiche finanziarie, logistiche di ricovero con energia elettrica propria, o di attività lavorative dove il chilometraggio giornaliero è cospiquo anche pur disponendo di una batteria monstre tipo Lucid Air da 113 kwh impone a fasi alterne da uno a due 2 soste di ricarica. Ma soprattutto per mentalità cosa che qui su questo sito, e penso di non offendere nessuno, c'è una discreta rappresentanza. Come io non ho mai voluto un diesel manco regalato, sbaglio si sbaglio no, molti non vorrebbero una elettrica manco regalata.
Mi chiedi se secondo me, anche se non si fosse trovato nelle peste come ho raccontato, se l'avessero intervistato chiedendogli che ne pensa dell'auto elettrica, cos'avrebbe risposto? Semplice, una letamata per dirla soft. Ma perchè "conosco" il tipo da che è come il padre, tutto brum brum "auto assettate" e piede a tavoletta anche perchè per loro è facile dato che non pagano il carburante avendo in mano auto aziendali.
Ma ripeto in tutte le storie positive o negative è "l'uomo" l'ago della bilancia. E' la stessa cosa di quando sfortunatamente vai da un professionista per un consulto medico, nello stesso ospedale stesso reparto come puoi trovare quello superficiale che non ti risolve nulla come puoi trovare quello pignolo che ti risolve il problema.
In questa storia il tutto è partito dalla superficialità e un pò di menefreghismo della concessionaria. Primo se vuoi dare come auto sostitutiva una elettrica devi sincerarti di dare tutte le informazioni del caso come : il consumo e l'autonomia dell'auto, le modalità di una eventuale ricarica, differenza tra colonnine DC e AC e i cavi necessari con le loro caratteristiche. Secondo dare gli strumenti necessari ovvero una tessera RFID generalmente della casa madre o una apposita intestata alla concessionaria che funziona ovunque e su qualsiasi colonnina per una eventuale necessità di ricarica.
Con queste basi abbinate al fatto di aver impostato un giro clienti in "zona" appunto per un eventuale ritiro dell'auto tagliandata anche tra un cliente e l'altro, erano gli ingredienti giusti per rendere quanto meno positiva e/o meno traumatica conoscendo il soggetto l'esperienza con una auto elettrica. Anche perchè un rappresentante gestisce il tempo a suo piacimento non deve timbrare il cartellino quindi trovare un posto per pranzo con relativa colonnina di ricarica in Brianza, ovvero qualsiasi centro commerciale e non solo, non è così proibitivo anzi...
@StelleStrisce : Beh, questo è la prova provata che non sono auto serie, per gente che deve lavorare intendo.
Come ben sapete fin dal mio primo esordio qui diversi mesi fa ho sempre dichiarato, e lo scrivo in neretto, che l'auto elettrica non è per tutti. E non mi riferisco solo a problematiche finanziarie, logistiche di ricovero con energia elettrica propria, o di attività lavorative dove il chilometraggio giornaliero è cospiquo anche pur disponendo di una batteria monstre tipo Lucid Air da 113 kwh impone a fasi alterne da uno a due 2 soste di ricarica. Ma soprattutto per mentalità cosa che qui su questo sito, e penso di non offendere nessuno, c'è una discreta rappresentanza. Come io non ho mai voluto un diesel manco regalato, sbaglio si sbaglio no, molti non vorrebbero una elettrica manco regalata.
Mi chiedi se secondo me, anche se non si fosse trovato nelle peste come ho raccontato, se l'avessero intervistato chiedendogli che ne pensa dell'auto elettrica, cos'avrebbe risposto? Semplice, una letamata per dirla soft. Ma perchè "conosco" il tipo da che è come il padre, tutto brum brum "auto assettate" e piede a tavoletta anche perchè per loro è facile dato che non pagano il carburante avendo in mano auto aziendali.
Ma ripeto in tutte le storie positive o negative è "l'uomo" l'ago della bilancia. E' la stessa cosa di quando sfortunatamente vai da un professionista per un consulto medico, nello stesso ospedale stesso reparto come puoi trovare quello superficiale che non ti risolve nulla come puoi trovare quello pignolo che ti risolve il problema.
In questa storia il tutto è partito dalla superficialità e un pò di menefreghismo della concessionaria. Primo se vuoi dare come auto sostitutiva una elettrica devi sincerarti di dare tutte le informazioni del caso come : il consumo e l'autonomia dell'auto, le modalità di una eventuale ricarica, differenza tra colonnine DC e AC e i cavi necessari con le loro caratteristiche. Secondo dare gli strumenti necessari ovvero una tessera RFID generalmente della casa madre o una apposita intestata alla concessionaria che funziona ovunque e su qualsiasi colonnina per una eventuale necessità di ricarica.
Con queste basi abbinate al fatto di aver impostato un giro clienti in "zona" appunto per un eventuale ritiro dell'auto tagliandata anche tra un cliente e l'altro, erano gli ingredienti giusti per rendere quanto meno positiva e/o meno traumatica conoscendo il soggetto l'esperienza con una auto elettrica. Anche perchè un rappresentante gestisce il tempo a suo piacimento non deve timbrare il cartellino quindi trovare un posto per pranzo con relativa colonnina di ricarica in Brianza, ovvero qualsiasi centro commerciale e non solo, non è così proibitivo anzi...
Ultima modifica: