Botto88 ha scritto:
99octane ha scritto:
"Fede" e' una brutta parola, che nel nostro contesto culturale implica lo spegnimento del cervello e l'accettazione di evidenti e plateali contraddizioni anche quando la logica e il raziocinio dimostrino il contrario, confidando nelle affermazioni autocontraddittorie e incongruenti di una casta dominante alla ricerca evidente di potere temporale, come storicamente sempre dimostrato.
Preferisco dunque usare la parola "fiducia", come ho gia' avuto modo di dire.
Che significa accettare la limitatezza e l'imperfezione delle nostre capacita' cognitive e ragionative. Che non vuol dire affatto "rinunciare quindi a usarle", bensi' cercare di spingerle sempre oltre i loro confini attuali, e di migliorare sempre di piu' la comprensione razionale dell'universo in cui esistiamo, ma anche accettare che c'e' un limite oltre al quale in un dato momento della nostra storia culturale non possiamo spingerci, e avere fiducia che oltre quel limite imperscrutabile vi sia un senso al tutto, un "disegno", un fine e non il solo caso.
Mano a mano che espandiamo l'orizzonte, alcune cose che accettavamo per fiducia verranno comprese, e dunque l'orizzonte si spostera' un po' piu' in la'.
E chissa', un giorno forse arriveremo a capire il tutto. Chi puo' dirlo?
Se Dio non avesse voluto che ragionassimo con la nostra testa dubitando e mettendo alla prova cio' che crediamo, non ci avrebbe dato un cervello cosi' efficace.
Ci avrebbe creati stupidi e mansueti come pecore.
99octane ha scritto:
Senza offesa, ma questa non e' altro che superstizione nobilitata solo perche' diffusa numericamente.
Che non vuol dire che non si debba riconoscere i propri limiti e credere in qualcosa di piu', ne' che il rendersi conto dei limiti della razionalita' umana e il tentare di usarla sempre meglio siano irriconciliabili.
La fede è la base della teologia, senza la fede la parola di Dio è carta straccia, prova a parlare con un teologo. Certo che sei libero di dubitare, ma il dubbio è solo un momento in cui viene messa alla prova la tua fede. Il credente è un uomo e come uomo si interroga, si chiede il perché delle cose, ha dei dubbi e trova la risposta nella parola di Dio nella quale crede per atto di fede.
Mi dispiace Octane, ma non c'è via d'uscita da questa cosa, il credere è un atto di fede.
La teologia ha un senso esclusivamente come storia della religione, ed esclusivamente quando si tratti di filosofia dell'approccio all'inconoscibile (ma li' si chiama, appunto, filosofia).
Quando pretende di discutere in maniera fattuale di una particolare forma di credenza diviene priva di senso, basando le proprie affermazioni sui propri assunti, e dunque risultando vuota da un punto di vista razionale e dialettico, se non come mero esercizio di disputatio (divertente, ma assolutamente fine a se stesso).
Il senso che tu dai alla parola "Fede" ha significato solo nel contesto culturale in cui tu lo intendi. Pretendere che sia assoluto perche' lo e' nel tuo contesto culturale e', di nuovo (anche se in modo piu' sottile) circulum in probando.
Siccome nel contesto culturale comune e generale la parola "Fede" ha assunto una certa connotazione (non certo per mia scelta), preferisco utilizzare un altro termine, piu' "neutro", per distinguere cio' che intendo. Che infatti ha un'accezione COMPLETAMENTE diversa da come la Chiesa intende la "Fede" nel senso cattolico.
Per essere completamente chiari, io ritengo che la Parola di Dio
sia non dico carta straccia, ma la manipolazione e artefazione di una classe di uomini dedita alla ricerca del potere (e tra i piu' abili ad ottenerlo e mantenerlo nella storia umana, bisogna ammettere).
Lungi da me dire che il contenuto dei Vangeli sia "carta straccia". Sono convintissimo che Gesu' di Nazareth sia vissuto realmente, che fosse una brava persona, e che vivremmo tutti meglio se cercassimo tutti di seguire un po' di piu' i suoi precetti. Come quelli del Buddha, o dello Shinto, o dell'Islam, per quel che vale.
Tutte le religioni in fondo hanno alla base una ricerca di un miglioramento etico e spirituale dell'uomo, e meritano attenzione.
Ma non ritengo che nulla di quanto vi e' in ciascuna "scrittura" che conosciamo sia "parola di Dio" piu' di quanto non lo sia qualsiasi altra cosa scritta.
Per quanto mi riguarda, Dio e' "tutto", o quanto meno "tutto" ne e' manifestazione, e dunque in realta' qualsiasi religione che pretenda di dare la SUA spiegazione, non puo' che essere falsa e fallata a priori.
