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&#34; ama il prossimo tuo come te stesso &#34;

jaccos ha scritto:
Idem per me.
Ma purtroppo non altrettanto per altri miei coetanei. Se messi alle strette col ragionamento, ammettono la loro situazione. Non concepiscono la possibilità che dio non esista, che la chiesa non faccia parte della loro vita ecc. eppure se messi all'angolo ammettono l'incongruenza tra ciò che vorrebbero essere liberi di pensare e ciò che invece fanno. Sono come l'uccellino in gabbia,
sogna di uscire ma non riesce ad aprire la porticina...
Attenzione: non si è fedeli ne' si crede per ragionamento; altrimenti non sarebbe fede, ma un teorema; --&gt ipotesi--&gt dimostrazione --&gt tesi.
Scientificamente la fede è un'incongruenza; appunto, sfugge alla ragione.
E cmq penso che al giorno d'oggi nessuno venga costretto a credere; non so x chi si possa dire che non è libero di pensare... mica parliamo della Monaca di MOnza!
Forse quello che intendi tu è bisogno di fede, ma il discorso è molto diverso dalla costrizione.
 
jaccos ha scritto:
stefano_68 ha scritto:
jaccos ha scritto:
inculcando la religione ai bambini con catechismi forzati non si fa altro che rendere prigioniera la libera scelta dell'individuo.
Il catechismo si faccia da adulti e consenzienti, non forzando gli individui nel periodo in cui sono maggiormente influenzabili. Per l'appunto, ti piace vincere facile?
Riportavo il mio caso e di quanto sia stato difficile trovare la mia identità, intrappolata nella gabbia di questo lavaggio del cervello.
Temo che finiamo per ripeterci... ai ns figli indichiamo molte vie da percorrere - e la religione è una di queste. Inevitabilmente li condizioniamo, x l'appunto chiamasi educazione.
Punto.
Noi genitori gli trasmettiamo del "nostro", al limite saranno loro a valutare se proseguire su qlla strada o cambiare, qnd ne avranno l'opportunità.
Se continui a chiamarlo "lavaggio del cervello" significa che a te l'hanno impartito come tale, e me ne dispiacccio.
Nel mio caso - ad esempio - non è stato così.
Ai ns figli stiamo cercando di indicare una via, senza forzarla; però faremo vivere loro una realtà sicuramente + vicina a qnto avviene in parrocchia che a qnto avviene nella moschea, perchè la ns educazione è di matrice cattolica.
Così come se devo fare uno spuntino, è + probabile che mangi un pezzo di toma +ttosto che un piatto di cuscus. E' + nelle mie corde, ecco tutto.
C'è solo un problema di fondo. Si da per scontato che una via spirituale sia necessaria e vada instradata. Poi si da per scontato che sia cattolica. Così si chiude il cerchio.
Perchè non posso avere un'istruzione laica, senza influenze confessionali? Perchè si da per scontato che il bambino abbia bisogno della religione?
Lasciamo ai singoli individui decidere in cosa credere, non forziamoli da piccoli... ne otterremo individui più liberi e consapevoli, che abbracciano la loro fede sinceramente e senza forzature, non per abitudine, questo ovviamente se scopriranno di essere credenti... altrimenti vivranno la loro vita liberi da rimorsi di coscienza inculcatigli da piccoli. Qualcuno dirà che brucieranno all'inferno, io dico che vivranno da uomini liberi...

Dunque, nel timore di condizionarli con concetti che un domani dovessero rifiutare, bisognerebbe anche rinunciare ad inculcare ai propri figli un' educazione, o qualsiasi forma di insegnamento, in modo che siano loro a trovare la propria strada, liberamente, in età adulta?

Andrebbero lasciati alla stregua di un foglio bianco fino alla maggiore età, in attesa che siano in grado di autoeducarsi?
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Dunque, nel timore di condizionarli con concetti che un domani dovessero rifiutare, bisognerebbe anche rinunciare ad inculcare ai propri figli un' educazione, o qualsiasi forma di insegnamento, in modo che siano loro a trovare la propria strada, liberamente, in età adulta?

Andrebbero lasciati alla stregua di un foglio bianco fino alla maggiore età, in attesa che siano in grado di autoeducarsi?
Appunto, è quello che sto ripetendo da mo' ... lti post, però non mi è stata data una risposta.
Provaci tu. Nel frattempo beccati 'ste five stars. ;)
 
migliazziblu ha scritto:
Per quello che mi riguarda possiamo colloquiare anche solo tu ed io, pare che l'argomento non freghi a nessuno

Non credo che non freghi a nessuno solo che...vivere la quotidianità in un ambiente fortemente infarcito di cristianesimo avendo anche a che fare con molti credenti e poi leggere questo comandamento beh....fa dubitare molto che il cristianesimo abbia realmente attecchito nella nostra società...non credo proprio...si vede che a me a suo tempo hanno insegnato una religione molto differente per essendo anch'essa cristiana cattolica apostolica e romena.
 
stefano_68 ha scritto:
...trovo molto naturale che ognuno voglia trasmettere alla prole i propri valori e la religione è uno di questi ... Non si tratta di lavaggio del cervello...
Credo dipenda da che cosa esattamente si "trasmette" e da come lo si trasmette.
Un conto è trasmettere alla prole i principi basilari della religione che, come dicevamo, sono di norma abbastanza lontani dagli aspetti formal-burocratici. Cosa ben diversa è inculcare ai figli miriadi di regole e regolette capillari su tutti gli aspetti della vita (quando e come pregare, mangiare, vestire, interagire con il prossimo...) attribuendo la paternità di tali regole ad un essere supremo pronto a castigare in maniera più o meno spaventosa chi non le rispetta.

...decideranno loro, sulla base delle convinzioni maturate crescendo...
Ciò è possibile soltanto se l'educazione è stata impartita avendo questo obiettivo fin dall'inizio. Che ci piaccia o meno ammetterlo, tutti noi siamo drasticamente influenzati dalle esperienze vissute nell'infanzia, che ci restano indelebilmente nel cervello per tutti gli anni a seguire. Tanto più pesanti sono i condizionamenti (più o meno intenzionali) subiti in quel periodo, tanto più difficile diventa in seguito "maturare" delle convinzioni serene e genuine.

Non a caso nei centri commerciali ci sono i mini-carrelli per bambini...

Io ricordo molto chiaramente che intorno agli otto anni andavo regolarmente a messa ogni primo mercoledì del mese perché, dando per scontata la veridicità degli "insegnamenti" del catechismo, ero convinto che così facendo per nove mesi di seguito (senza interruzioni, altrimenti il conteggio doveva ripartire da zero) avrei fatto abbonare un mese di purgatorio ad un parente defunto.
Non so se mi spiego.
Fortunatamente i miei genitori, come mi è stato confermato molti anni più tardi, accettavano ma non condividevano quel tipo di insegnamenti e quindi non vi prendevano parte attivamente.
 
stefano_68 ha scritto:
jaccos ha scritto:
Idem per me.
Ma purtroppo non altrettanto per altri miei coetanei. Se messi alle strette col ragionamento, ammettono la loro situazione. Non concepiscono la possibilità che dio non esista, che la chiesa non faccia parte della loro vita ecc. eppure se messi all'angolo ammettono l'incongruenza tra ciò che vorrebbero essere liberi di pensare e ciò che invece fanno. Sono come l'uccellino in gabbia,
sogna di uscire ma non riesce ad aprire la porticina...
Attenzione: non si è fedeli ne' si crede per ragionamento; altrimenti non sarebbe fede, ma un teorema; --&gt ipotesi--&gt dimostrazione --&gt tesi.
Scientificamente la fede è un'incongruenza; appunto, sfugge alla ragione.
E cmq penso che al giorno d'oggi nessuno venga costretto a credere; non so x chi si possa dire che non è libero di pensare... mica parliamo della Monaca di MOnza!
Forse quello che intendi tu è bisogno di fede, ma il discorso è molto diverso dalla costrizione.
Intendo l'esatto contrario. Parlo di persone, per le mie conoscenze dei giovani, che vorrebbero essere liberi dai condizionamenti subiti nell'infanzia ma ancora talmente forti e schiaccianti da non farcela. Lo ammettono candidamente quando li si fa parlare liberamente. Per l'appunto, l'uccellino che non riesce ad aprire la gabbia e spiccare il volo...
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Dunque, nel timore di condizionarli con concetti che un domani dovessero rifiutare, bisognerebbe anche rinunciare ad inculcare ai propri figli un' educazione, o qualsiasi forma di insegnamento, in modo che siano loro a trovare la propria strada, liberamente, in età adulta?

Andrebbero lasciati alla stregua di un foglio bianco fino alla maggiore età, in attesa che siano in grado di autoeducarsi?
Mai detto, anzi. E chi ha parlato di età adulta?
Un genitore deve essere presente e sopperire alla curiosità del figlio nel momento stesso in cui sorgono le domande. Deve altresì infondere le conoscenze che sono necessarie. E la religione non è necessaria per tutti. Se il bambino dimostra questo bisogno, lo si aiuti a trovare la sua libera espressione spirituale. Ma dato che i bambini, come dicevo qualche post indietro, non nascono credendo in dio (ed aggiungo che spesso lo usano e ci credono solo per spiegare ciò che non capiscono), non vedo perchè obbligarli a credere. Credere o meno è una cosa strettamente personale e nessuno, nemmeno i genitori, hanno il diritto di forzare alcunchè...
 
marimasse ha scritto:
Io ricordo molto chiaramente che intorno agli otto anni andavo regolarmente a messa ogni primo mercoledì del mese perché, dando per scontata la veridicità degli "insegnamenti" del catechismo, ero convinto che così facendo per nove mesi di seguito (senza interruzioni, altrimenti il conteggio doveva ripartire da zero) avrei fatto abbonare un mese di purgatorio ad un parente defunto.

Questo è proprio quello che intendevo dire. Comportamenti simili li avevo anch'io e molti miei compagni pure.
Fare il lavaggio del cervello ai bambini con il catechismo è una cosa da vigliacchi. Lo facciano a degli adulti istruiti e moderni che non abbiano mai subito questo genere di trattamento e poi vediamo su quanti attecchisce. Per le conoscenze del genere che ho io (cioè chi ha avuto la fortuna di avere genitori che hanno lasciato i figli DAVVERO liberi di ragionare con la propria testa), assolutamente nessuno.
 
jaccos ha scritto:
Fare il lavaggio del cervello ai bambini con il catechismo è una cosa da vigliacchi.
Tanto torniamo sempre a dire le stesse cose.
Desumo da qnto dice jaccos che non abbia figli; altrimenti si renderebbe conto di quanto inevitabilmente si condizionano i propri figli, nelle banalità così come nelle cose essenziali. Il non farlo significa fregarsene, fondamentalmente; un bimbo di pochi anni lasciato "allo stato brado", cioè senza input di alcun tipo, non crescerà nella maniera corretta, perchè i bambini hanno bisogno di una guida; a partire dal mangiare, proseguendo per il tempo libero, e passando anche attraverso le "cose spirituali".
Ed è naturale che un genitore dia la guida a lui + affine; se i genitori adorano la montagna, è difficile ipotizzare che porteranno il figlio a fare sub. Ma quello non è lavaggio del cervello, è trasmettergli i propri valori. In futuro potrà essere il figlio a interessarsi di una disciplina diversa, in età + adulta; l'importante è a quel punto che nessuno gielo impedisca, altrimenti lì scatta la violenza psicologica. Ma solo lì, non prima.
 
stefano_68 ha scritto:
jaccos ha scritto:
Fare il lavaggio del cervello ai bambini con il catechismo è una cosa da vigliacchi.
Tanto torniamo sempre a dire le stesse cose.
Desumo da qnto dice jaccos che non abbia figli; altrimenti si renderebbe conto di quanto inevitabilmente si condizionano i propri figli, nelle banalità così come nelle cose essenziali. Il non farlo significa fregarsene, fondamentalmente; un bimbo di pochi anni lasciato "allo stato brado", cioè senza input di alcun tipo, non crescerà nella maniera corretta, perchè i bambini hanno bisogno di una guida; a partire dal mangiare, proseguendo per il tempo libero, e passando anche attraverso le "cose spirituali".
Ed è naturale che un genitore dia la guida a lui + affine; se i genitori adorano la montagna, è difficile ipotizzare che porteranno il figlio a fare sub. Ma quello non è lavaggio del cervello, è trasmettergli i propri valori. In futuro potrà essere il figlio a interessarsi di una disciplina diversa, in età + adulta; l'importante è a quel punto che nessuno gielo impedisca, altrimenti lì scatta la violenza psicologica. Ma solo lì, non prima.
Mi chiedo se i miei interventi li leggi oltre la prima riga... capisco che spesso sono lunghi, ma caspita...
Non ho MAI detto che i figli vadano lasciati senza guida. Ripeto, MAI.
Il fatto che per un bambino le "cose spirituali" siano necessarie e obbligatorie lo dici tu. Molti miei amici sono cresciuti benissimo senza. Per questo motivo sta al bambino stesso decidere invece di imporgli queste cose quando non le può capire e influenzandolo per il resto della sua vita, magari facendolo soffrire da adulto per liberarsi da questo, lo ripeto, lavaggio del cervello. E' ciò che è successo a me e per questo mi sta a cuore, perchè so cosa significa.
Finora ho parlato solo di spiritualità e di null'altro. Se tu deduci altro, sono pensieri tuoi e non miei... ;)
 
jaccos ha scritto:
Il fatto che per un bambino le "cose spirituali" siano necessarie e obbligatorie lo dici tu.
Scusa jaccos, ma anche la conclusione che le cose spirituali NON siano necessare ad un bambino, è una tua opinione, ancorchè legittima, che trova sostegno nel tuo personalme ateismo. Col che torniamo al punto di partenza.

Tu sei ateo, e decidi che per un bambino un certo insegnamento non serve, o è dannoso. Solo che non capisco come tu faccia a trarne una legge valida per tutti, con annessi giudizi su una presunta vigliaccheria di presunti "lavaggi del cervello".

Molti miei amici sono cresciuti benissimo senza. Per questo motivo sta al bambino stesso decidere invece di imporgli queste cose quando non le può capire e influenzandolo per il resto della sua vita, magari facendolo soffrire da adulto per liberarsi da questo, lo ripeto, lavaggio del cervello. E' ciò che è successo a me e per questo mi sta a cuore, perchè so cosa significa.
Finora ho parlato solo di spiritualità e di null'altro. Se tu deduci altro, sono pensieri tuoi e non miei... ;)

Il fatto che tu abbia subìto un qualche trauma, non può diventare una legge per tutti. In questa vita può capitare di essere bambini ed avere genitori o parenti ignoranti ( e non mi riferisco certo a te ) o stupidi, piuttosto che insegnanti o un parroco idioti, che ti insegnano cose sbagliate o storpiate, che dovrai poi rivedere, o addirittura rimuovere, in età adulta, per diventare l'uomo che vuoi essere.

Ma con ciò non è che si può vietare per legge che i genitori insegnino ai figli ciò che ritengono giusto.

Io per inciso sono uno molto dubbioso, non so se ho la fede, e non ho nemmeno urgenza di darmi risposte.

Ma ciò che la mia prole impara leggendo le scritture, per la mia visione etica, è giusto a prescindere. E' un insegnamento che apprezzo profondamente e trovo universalmente valido, anche se poi il Dio cattolico dovesse risultare inesistente, o magari al suo posto esserci Budda. E' per questo che incoraggio i miei figli. Gesù Cristo era un grand'uomo, anche se fosse del tutto inventato. Esattamente come Babbo Natale. E questa considerazione è particolarmente utile se consideri che la fede in un qualsiasi dio non si insegna col catechismo. O ce l'hai, o non ce l'hai, non importa per quanti anni ti abbiano catechizzato. E se aveva dubbi e tormenti madre Teresa di Calcutta, puoi crederci.

Quello che conta è l'insegnamento morale, che un genitore valuta come giusto o sbagliato.
 
BelliCapelli3 ha scritto:
jaccos ha scritto:
Il fatto che per un bambino le "cose spirituali" siano necessarie e obbligatorie lo dici tu.
Scusa jaccos, ma anche la conclusione che le cose spirituali NON siano necessare ad un bambino, è una tua opinione, ancorchè legittima, che trova sostegno nel tuo personalme ateismo. Col che torniamo al punto di partenza.

Tu sei ateo, e decidi che per un bambino un certo insegnamento non serve, o è dannoso. Solo che non capisco come tu faccia a trarne una legge valida per tutti, con annessi giudizi su una presunta vigliaccheria di presunti "lavaggi del cervello".

Molti miei amici sono cresciuti benissimo senza. Per questo motivo sta al bambino stesso decidere invece di imporgli queste cose quando non le può capire e influenzandolo per il resto della sua vita, magari facendolo soffrire da adulto per liberarsi da questo, lo ripeto, lavaggio del cervello. E' ciò che è successo a me e per questo mi sta a cuore, perchè so cosa significa.
Finora ho parlato solo di spiritualità e di null'altro. Se tu deduci altro, sono pensieri tuoi e non miei... ;)

Il fatto che tu abbia subìto un qualche trauma, non può diventare una legge per tutti. In questa vita può capitare di essere bambini ed avere genitori o parenti ignoranti ( e non mi riferisco certo a te ) o stupidi, piuttosto che insegnanti o un parroco idioti, che ti insegnano cose sbagliate o storpiate, che dovrai poi rivedere, o addirittura rimuovere, in età adulta, per diventare l'uomo che vuoi essere.

Ma con ciò non è che si può vietare per legge che i genitori insegnino ai figli ciò che ritengono giusto.

Io per inciso sono uno molto dubbioso, non so se ho la fede, e non ho nemmeno urgenza di darmi risposte.

Ma ciò che la mia prole impara leggendo le scritture, per la mia visione etica, è giusto a prescindere. E' un insegnamento che apprezzo profondamente e trovo universalmente valido, anche se poi il Dio cattolico dovesse risultare inesistente, o magari al suo posto esserci Budda. E' per questo che incoraggio i miei figli. Gesù Cristo era un grand'uomo, anche se fosse del tutto inventato. Esattamente come Babbo Natale. E questa considerazione è particolarmente utile se consideri che la fede in un qualsiasi dio non si insegna col catechismo. O ce l'hai, o non ce l'hai, non importa per quanti anni ti abbiano catechizzato. E se aveva dubbi e tormenti madre Teresa di Calcutta, puoi crederci.

Quello che conta è l'insegnamento morale, che un genitore valuta come giusto o sbagliato.

Dunque, il fatto che un bambino non abbia necessario bisogno dell'insegnamento spirituale è una questione meramente logica.
Se esiste anche solo una persona che non ne ha bisogno, cade l'universalità di questa regola e quindi l'obbligo di insegnarlo.
Se il bambino ne avrà bisogno lo manifesterà ed il genitore lo aiuterà nella sua ricerca spirituale. Questo spero sia chiaro, sono molti post che lo ripeto ma nessuno sembra averlo ancora inteso. Non ho mai detto che è un'insegnamento dannoso, lo ritengo semplicemente non necessario e che vada calibrato di volta in volta a quei bambini che dimostrino sensibilità a riguardo.
Non chiedo nessuna legge, figurarsi! Dico solo come la penso.
Non ho subito nessun trauma, perlomeno non nel significato medico del termine. Ho semplicemente subito il consueto "trattamento" catechistico e forzato che tutti imiei coetanei hanno subito. Non ho mai avuto la fede. Eppure mi ha profondamente influenzato ed è stato un lungo persorso quello di liberazione da questo, perdonami il temine, giogo.
La cosa fondamentale è che i valori e la religione sono cose distinte. I valori non sono prerogativa della religione e possono essere trasmessi anche senza. Non metto in discussione quelli ma la religione in se.
Come dicevo sopra, per chi crede, per chi è stato catechizzato, per l'uccellino che non sa cosa voglia dire volare liberamente, è difficile immaginare cosa significhi il mio discorso...
 
jaccos ha scritto:
Dunque, il fatto che un bambino non abbia necessario bisogno dell'insegnamento spirituale è una questione meramente logica.
Se esiste anche solo una persona che non ne ha bisogno, cade l'universalità di questa regola e quindi l'obbligo di insegnarlo.
Se il bambino ne avrà bisogno lo manifesterà ed il genitore lo aiuterà nella sua ricerca spirituale. Questo spero sia chiaro, sono molti post che lo ripeto ma nessuno sembra averlo ancora inteso.
Non è che non lo abbia inteso ( parlo per me ), è solo che lo trovo un punto di vista oggettivamente errato. La "questione meramente logica" con cui argomenti il tuo discorso a mio avviso fa acqua da tutti i buchi, e non sono pochi. Per analogia con quanto dici circa il bisogno di spiritualità, un bambino non chiede di essere mandato a scuola per nove mesi l'anno, di raddrizzargli i congiuntivi quando ne canna uno, che tu gli insegni a mangiare in maniera ordinata, di lavarsi una volta al giorno, di essere mandato a fare attività fisica, di insegnargli ad esprimersi educatamente, o di prendere lezioni di pianoforte o di inglese. Se tu chiedi ad un bambino se desidera tutte queste cose, ti sputerà simpaticamente in un occhio, nella maggior parte dei casi.

Allora che facciamo, aspettiamo la maggiore età per tutto quanto sopra?

Non ho mai detto che è un'insegnamento dannoso, lo ritengo semplicemente non necessario e che vada calibrato di volta in volta a quei bambini che dimostrino sensibilità a riguardo.
Non chiedo nessuna legge, figurarsi! Dico solo come la penso.
Non ho subito nessun trauma, perlomeno non nel significato medico del termine. Ho semplicemente subito il consueto "trattamento" catechistico e forzato che tutti imiei coetanei hanno subito. Non ho mai avuto la fede. Eppure mi ha profondamente influenzato ed è stato un lungo persorso quello di liberazione da questo, perdonami il temine, giogo.
La cosa fondamentale è che i valori e la religione sono cose distinte. I valori non sono prerogativa della religione e possono essere trasmessi anche senza. Non metto in discussione quelli ma la religione in se.
Come dicevo sopra, per chi crede, per chi è stato catechizzato, per l'uccellino che non sa cosa voglia dire volare liberamente, è difficile immaginare cosa significhi il mio discorso...

Non intendevo "legge" come legge dello stato, nè "trauma" come trauma clinico. C'è qualcosa nella tua educazione cattolica che ti ha dato fastidio, e di cui ti sei voluto liberare, e fin qui ci siamo. Cosa significhi il tuo discorso io lo capisco benissimo. Sono stato blandamente catechizzato ( a forza ) anche io, con tutto il fastidio infantile che ne deriva. Mi sono quindi autoproclamato ateo anche io, quando ero più giovane. Ma poi mi sono riletto alcune cose, che prima non capivo, e che ora invece leggo sotto un'altra luce, e che mi pongono interrogativi abissali. E francamente, su certi argomenti, preferisco avere dei dubbi, e vivere ponendomi domande, piuttosto interessanti, piuttosto che dare giudizi. E soprattutto, nel dubbio, volentieri insegno ai miei bambini una cosa bellissima.

Rimanendo su termini oggettivi e logici, che mi pare ti piacciano, ti informo che, per definizione, l'assenza di una qualsiasi spiritualità, o ricerca di essa, spesso degenera nel più abbietto materialismo e/o nel trionfo dell'autosufficienza ed autodeterminazione. Che non è una condizione per forza desiderabile.

Quello che voglio farti capire è che la tua è solo un'opinione, legittima come un'altra. E che giudicare gli altri come "stupratori di cervelli", o come una manica di uccellini fessi soggiogati, non è il massimo della libertà di pensiero.
 
BelliCapelli3 ha scritto:
Quello che voglio farti capire è che la tua è solo un'opinione, legittima come un'altra. E che giudicare gli altri come "stupratori di cervelli", o come una manica di uccellini fessi soggiogati, non è il massimo della libertà di pensiero.
A tal proposito a 'sto punto mi chiedo se sia jaccos non leggere i miei post (come mi ha "accusato" lui); sto dicendo che chi mostra la strada della fede ai figli (sulla base della propria) non fa altro che trasmetter loro un proprio valore, così come tanti altri vengono trasmessi dai genitori ai figli. Altro che stupro.
Anche Insegnare l'educazione allora è privare un bimbo della libertà di urlare qndo gli pare, di interrompere la gente qndo parla; insgnargli che si mangia il primo, poi il secondo con il contorno e dopo la frutta e il dolce, anche qllo è a suo modo una (lieve) violenza?
No, si chiama educazione e/o trasmissione dei propri usi, costumi, delle proprie abitudini e delle cose in cui crede.
Poi, jaccos, sarà che tu conosci una manica di persone insoddisfatte e provate dall'educazione ricevuta; io al max conosco gente che si è allontanata dalla religione (o avvicinata) ma con serenità, senza risentimenti o altro.
x la cronaca Io ho 42 anni, tu di che fascia d'età parli?
Forse qlche 80enne sarà incazzato per aver ricevuto insegnamenti religiosi a bacchettate, ma è da tempo che non succede +, ormai!
 
Cerco di rispondere ad entrambi in quanto entrambi gli interventi sono strettamente correlati.
Punto primo: stupratori di cervelli non l'ho mai detto. Ho detto che spesso viene compiuto un lavaggio del cervello a dei bambini. Non parlo dei genitori ma del catechismo. Un 'istituzione che inculca a forza una cosa che dovrebbe essere di pura scelta personale ad una mente vulnerabile, non critica, non formata, non in grado di "digerire" alcuni concetti, di controbattere, e troppo facile. E' totalmente scorretto, si prendono le persone nel momento di massima vulnerabilità, nella fase in cui la loro personalità si sta formando. Ripeto, provino a fare la stessa cosa con un adulto intellettualmente correttamente sviluppato e che non sia mai stato catechizzato e vediamo se la percentuale di successo è la stessa...
Punto secondo: tutto ciò che bellicapelli ha citato (pianoforte escluso a mio parere) sono insegnamenti necessari per stare al mondo nella nostra società. Buona educazione, istruzione, igiene, attività fisica ecc. La religione non è tra questi, non è necessaria per stare al mondo. La differenza è sottile ma sostanziale e l'avevo già esposta diverse volte. Aggiungo, non ho mai parlato di maggior età.
Punto terzo: non mi da fastidio l'educazione cattolica quando liberamente scelta. Mi da fastidio quando imposta. In particolare quando imposta e delle menti in formazione.
Punto quarto: non ho mai detto che TUTTI i credenti sono soggiogati, questa è una vostra deduzione. Come già detto ho il massimo rispetto per chi liberamente e senza nessun tipo di condizionamento sceglie una religione.
Punto quinto: ripeto, i valori non sono imprescndibili dalla religione. Un genitore ateo può allevare benissimo un figlio ed ottenerne una brava persona con valori sani. La religione è un di più. Ed essendo possibile ciò, non vedo la necessità di imporla invece che lasciare libero l'individuo di esprimersi.
Punto sesto: quanto a me, di dubbi e domande me ne pongo in continuazione e non do mai niente per certo. Non ho dogmi o certezze. L'unico giudizio che esprimo è sul catechismo, ma è un giudizio personalissimo. Per il resto mi limito a scrivere opinioni.
Punto settimo: sul mio "campione di riferimento", va dai 3 anni di mio nipote ai 90 anni di mia nonna... conosco credenti a mio parere soggiogati, credenti per libera scelta, atei, agnostici... di tutto.
 
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