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-15% in 10 anni

Io ho l'impressione che ci sia una grande contraddizione di fondo, implicitamente accettata dai più, che regola le dinamiche di carriera (e stipendio) nelle grandi aziende private: da un lato si chiede al dipendente (oggi 'collaboratore') di essere affidabile e di possedere competenze specifiche e approfondite in un determinato ambito; dall' altro, dall'altro, si da per scontato che chi non cambia posto ogni tre anni è uno sfigato che non saprà mai uscire dalla sua confort zone, e quindi non va preso sul serio quando chiede un aumento. Vince chi riesce a surfare meglio su queste due correnti opposte
 
Nel privato funziona così. Se chiedi l'aumento non è mai il momento migliore e se arriva è poco, a meno di cambio posizione. Invece quando presenti le dimissioni se ti vogliono tenere ti fanno un controfferta che mai avresti avuto senza il gesto
 
Io ho l'impressione che ci sia una grande contraddizione di fondo, implicitamente accettata dai più, che regola le dinamiche di carriera (e stipendio) nelle grandi aziende private: da un lato si chiede al dipendente (oggi 'collaboratore') di essere affidabile e di possedere competenze specifiche e approfondite in un determinato ambito; dall' altro, dall'altro, si da per scontato che chi non cambia posto ogni tre anni è uno sfigato che non saprà mai uscire dalla sua confort zone, e quindi non va preso sul serio quando chiede un aumento. Vince chi riesce a surfare meglio su queste due correnti opposte
Per la mia esperienza di ¼ di secolo abbondante, le aziende, pubbliche o private apprezzano la capacità di essere flesdibili quando devono assumere, diventano rigide quando devono lasciarti andare. Ti invogliano a fare extra per poi estendere l'impegno e ridurre il corrispettivo regolarmente.
 
Conosco almeno una azienda, questa grande e radicata a livello internazionale (troppo riconoscibile per accennare anche minimamente di che cosa si occupa), che per fare in questo modo negli ultimi anni ha avuto moltissime defezioni dall'organico che era già a mio parere fortemente deficitario.

Adesso sta facendo una feroce campagna acquisti, ma si sta riempendo di giovani che se pur bravi, prima che raggiungeranno un livello accettabile di esperienza ...

... tra l'altro non sono rimasti neanche in tanti quelli in grado di addestrarli sul campo
 
Conosco almeno una azienda, questa grande e radicata a livello internazionale (troppo riconoscibile per accennare anche minimamente di che cosa si occupa), che per fare in questo modo negli ultimi anni ha avuto moltissime defezioni dall'organico che era già a mio parere fortemente deficitario.

Adesso sta facendo una feroce campagna acquisti, ma si sta riempendo di giovani che se pur bravi, prima che raggiungeranno un livello accettabile di esperienza ...

... tra l'altro non sono rimasti neanche in tanti quelli in grado di addestrarli sul campo

ST?
 
Dai giovani devi aspettarti innovazione, non continuità.

Ho sottomano 2 giovani promettenti (entrambi dipendenti, non liberi professionisti come me, per loro fortuna), anzi uno ha già spiccato il volo e spero che continui la strada intrapresa.

Sono il primo a stimolarli ad essere innovativi, ma non si può innovare senza conoscere la tradizione. Quest'ultima si impara solo garantendo continuità nel passaggio di competenze/conoscenze/responsabilità tra il vecchio ed il nuovo.

Se questo processo non avviene in modo corretto, i vecchi (tra cui mi metto anche io anche se anagraficamente ancora non lo sarei) restano ingabbiati in ruoli che con il passare del tempo rischiano di diventare noiosi e pesanti da ricoprire, ed i giovani rischiano di saltare nel buio non sapendo se l'atterraggio sarà morbido o traumatico
 
Sono il primo a stimolarli ad essere innovativi, ma non si può innovare senza conoscere la tradizione.
Non so il tuo ambito, non nel mio. Non serve saper gestire un apparecchio anni 2000 o addirittura antecedente, quando devi gestiree sfruttareval massimo un nuovo acceleratore o risonanza obpet da 3 milioni con l'AI. È come se prendessi la patente con una Ford T e poi dovessi guidare una Tesla.
 
La mia retribuzione di docente di scuola secondaria di secondo grado in termini reali.
L'altro giorno ho rivisto mie buste paga del 2014, dieci anni fa. Prendevo 1850 €.
Per conservare il potere di acquisto, secondo il rivalutatore ISTAT, dovrei prendere 2200.
Considerando che ho avuto due scatti, nel frattempo, dovrei essere almeno a 2400.
Invece non arrivo a 2100. Perso quasi il 15% in 10 anni, in termini reali.
A voi come è andata?

Il mio stipendio nel 2003 era di circa 1300 euro netti, impiegato nel settore alberghiero, diplomato, parlo quattro lingue e spesso devo spostarmi all'estero per lavorare..
Non credo che i salari in Italia siano aumentati dal 2003...??
Al momento ho due lavori per vivere decentemente...
 
La mia retribuzione di docente di scuola secondaria di secondo grado in termini reali.
... Perso quasi il 15% in 10 anni, in termini reali.

non mi limiterei alla differenza di retribuzione in termini reali, considerando cioè solo l'inflazione

meglio discutere di potere di acquisto

i prezzi, nei vari settori merceologici, hanno avuto dinamiche ben diverse

se si guarda ai prezzi effettivi delle automobili (non solo listini, ma minori sconti, indisponibilità di km zero ecc...), direi che la perdita di potere di acquisto è generalizzata.

In altri ambiti e, soprattutto, con la disponibilità ad accettare cambiamenti, il tenore di vita non mi sembra peggiorato;

esempio: alberghi che 10 anni or sono costavano 100 euro a notte (stanza per due persone e prima colazione), adesso espongono prezzi di 300 e più;

cambiando destinazione, si può azzerare l'aumento con pari qualità non solo di servizi, ma anche a livello di paesaggio;

idem per i ristoranti;

a livello di vettovaglie, utenze ecc... si spende molto più di 10 anni or sono ma, in proporzione al reddito, decisamente meno che negli anni '70-80
 
Ma che titolare è? Non sa come funziona? Il dipendente gli ha assicurato a voce che sarebbe rimasto...Esistono contratti che ti blindano. Esiste il patto di non concorrenza. Mi sembra abbastanza sprovveduto. Esiste solo un modo per tenersi i dipendenti. Guardare sempre il mercato e fare in modo che ciò che si offre (non solo lo stipendio, ma tutto a contorno) rimanga concorrenziale.
Se gli altri offrono stesso compenso, ma si lavora solo 40 ore a settimana mentre da te 50 non sei concorrenziale. Se gli altri offrono smart working e tu non lo fai non sei concorrenziale. Se gli altri offrono retribuzione più alta non sei concorrenziale. Se tu autorizzi le ferie solo ad agosto e natale mentre altrove è più libero non sei concorrenziale. Se tu nin offri bonus e welfare mentre gli altri si non sei concorrenziale. Ecc ecc ecc
oltre ai patti di non concorrenza esistono anche i patti di stabilità con i quali se te ne vai prima del periodo stabilito devi restituire all'azienda l'aumento ricevuto. Non escludo che in caso di formazione pagata (tipo master) si debba rendere il valore sostenuto dall'azienda.

Concordo poi anche su tutto il resto, basta guardare al mercato americano, molto più dinamico del nostro, dove le aziende competono tra di loro per offrire le condizioni utili ad attrarre i migliori
 
Ho rapporti ultraventennali con delle aziende (medio/piccole), mai da dipendente ma sempre da libero professionista. In molti casi ho occupato ruoli in organigramma abbastanza rilevanti.
Non sono mai stati rapporti statici, ma che si sono adeguati sia come prestazioni che come responsabilità e corrispettivi, alle esigenze contingenti ed ai periodi di magra o di superlavoro

Gli unici contratti che abbiamo stipulato sono stati stipulati in casi particolari, come ad esempio l'accesso a cantieri pubblici dove si richiedeva di più del tesserino aziendale.

Mai ho sentito il bisogno di essere rassicurato da contratti blindati e mai nessun committente a sentito la necessità di essere rassicurato dalla firma di un contratto.
senza contratto si rimane in balia degli eventi più imponderabili.
Metti che per qualche ragione non c'è più la persona con cui hai preso parola.. tipo il responsabile HR che ti doveva dare l'aumento cambia azienda o va in pensione, come spieghi a quello dopo gli accordi in essere?
 
Nel privato funziona così. Se chiedi l'aumento non è mai il momento migliore e se arriva è poco, a meno di cambio posizione. Invece quando presenti le dimissioni se ti vogliono tenere ti fanno un controfferta che mai avresti avuto senza il gesto
purtroppo questa è la realtà ma penso sia una visione miope delle aziende perchè non fidelizza il lavoratore.
 
non mi limiterei alla differenza di retribuzione in termini reali, considerando cioè solo l'inflazione

meglio discutere di potere di acquisto

i prezzi, nei vari settori merceologici, hanno avuto dinamiche ben diverse

se si guarda ai prezzi effettivi delle automobili (non solo listini, ma minori sconti, indisponibilità di km zero ecc...), direi che la perdita di potere di acquisto è generalizzata.

In altri ambiti e, soprattutto, con la disponibilità ad accettare cambiamenti, il tenore di vita non mi sembra peggiorato;

esempio: alberghi che 10 anni or sono costavano 100 euro a notte (stanza per due persone e prima colazione), adesso espongono prezzi di 300 e più;

cambiando destinazione, si può azzerare l'aumento con pari qualità non solo di servizi, ma anche a livello di paesaggio;

idem per i ristoranti;

a livello di vettovaglie, utenze ecc... si spende molto più di 10 anni or sono ma, in proporzione al reddito, decisamente meno che negli anni '70-80

L'inflazione ISTAT dovrebbe essere la media di tutto, in teoria.
 
Io ho un contratto forfait dove mi chiedono 9 ore al giorno e un sabato mattina alternato con l'altro collega. Percepisco 2000 euro e spicci al mese più 13esima. Ogni tanto "pasturo" un po' gli annunci lavoro, un po' per gioco, un po' per sondare il mercato. Prima di Agosto ero arrivato quasi alla firma del contratto da un'altra parte , stessi soldi ma senza i due sabati mattina. Alla fine non ho accettato perché preferisco come settore dove sono ora. Però mi sono fatto l'idea che per avere aumenti bisogna andare dal titolare con già una controproposta in mano, ma essendo consapevoli che se non vogliono aumentarti lo stipendio a quel punto bisogna fare le valige e andare verso il nuovo lido.
 
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