Io ho l'impressione che ci sia una grande contraddizione di fondo, implicitamente accettata dai più, che regola le dinamiche di carriera (e stipendio) nelle grandi aziende private: da un lato si chiede al dipendente (oggi 'collaboratore') di essere affidabile e di possedere competenze specifiche e approfondite in un determinato ambito; dall' altro, dall'altro, si da per scontato che chi non cambia posto ogni tre anni è uno sfigato che non saprà mai uscire dalla sua confort zone, e quindi non va preso sul serio quando chiede un aumento. Vince chi riesce a surfare meglio su queste due correnti opposte