Dunque, mettetevi comodi che il racconto è un po' lunghetto.
15 agosto 2000, primo Ferragosto del nuovo millennio. Sono in viaggio in Norvegia tornando da Capo Nord. Per me un giorno indimenticabile per il numero di imprevisti ed episodi buffi che mi accaddero tutti in quel giorno: ben cinque, il primo appena sveglio e l'ultimo la sera quando mi ero già addormentato. Tant'è vero che l'ho raccontato diverse volte ad amici e parenti (così tengo viva la memoria).
Tutto vero, niente fiction
1) Risveglio in pubblico
Premessa: la sera prima giungo piuttosto stanco in un hotel in mezzo al nulla, dopo centinaia di chilometri nelle tortuose strade norvegesi, nel tentativo di trovare un posto dove dormire. Non prenotavo mai nei miei viaggi, per essere più libero possibile nella tabella di marcia (o meglio, nella marcia senza tabella).
Alla reception mi dicono che non c'è più posto, ma se mi adatto (visto che sono un ragazzo) posso dormire su un materasso per terra in una grande sala, a un prezzo irrisorio (colazione compresa). Visto che sono davvero stanco e non mi va di cercare un altro hotel nel nulla, accetto la proposta. Mi dicono qualcosa sulla colazione, ma non capisco molto e penso che mi abbiano semplicemente informato sull'orario.
In verità mi hanno informato sì sull'orario della colazione, ma per avvertirmi che devo "sbaraccare" di lì prima che arrivi la gente a mangiare!
Così il mattino del 15 agosto 2000 vengo svegliato da alcuni rumori: mi rendo conto solo ora che sono nella sala adibita alla colazione, ed è già piena di gente che mangia! All'inizio non so che fare: resto a letto finché non finiscono tutti e se ne vanno? Ma no, che imbarazzo stare lì a letto mentre gli altri mangiano...
Così decido di alzarmi come se nulla fosse, e sono praticamente in mutande... sotto lo sguardo di diverse signore eleganti che continuano a mangiare con aplomb da nobildonna, facendo finta che tutto ciò sia normale!
Imbarazzo massimo, come quando uno sogna di essere nudo per strada in mezzo alla gente. Unica consolazione: non mi conosce nessuno.
2) Il tappo birichino
Dopo essermi ripreso dall'imbarazzo, lavato e fatto colazione, riprendo il mio viaggio verso sud, in direzione Bergen, dove conto di arrivare entro sera (finalmente una città, basta hytte e hotel nel nulla!). I chilometri sono tanti e la strada è tortuosa, ma ce la posso benissimo fare.
Durante il percorso mi fermo abbastanza spesso a scattare foto nei punti più belli: è uno degli scopi del mio viaggio.
In una delle soste fotografiche, prendo la mia reflex Nikon e scopro con orrore che non c'è più il tappo dell'obiettivo! Che fare? Continuare il viaggio senza tappo? Escludo la possibilità di cercare un negozio di fotografia, essendo in mezzo al nulla e non avendo internet. Decido di tornare indietro fino al punto in cui mi sono fermato per scattare le ultime foto, nella speranza di trovare il tappo per terra e aiutandomi con l'atlante per individuare il punto esatto. Così torno indietro di 50-60 km, che su quelle strade richiedono almeno un'ora di viaggio. Insomma, almeno due ore buttate via per un tappo, ma penso che me lo posso permettere (quanto voglio bene a questo tappo!)
Ritrovo il punto esatto, ma nessuna traccia del tappo, pur cercando bene anche in mezzo all'erba. Mi rassegno e torno in auto sconsolato; poi mi viene in dubbio: e se...?
Morale: il tappo è finito - non so come - sotto il sedile anteriore destro. È stato tutto il tempo con me, in auto, e io ho buttato via oltre due ore e 100-120 km per ritrovarlo!
3) Le pecore assatanate
Proseguo il mio fatale andare verso Bergen, e verso l'ora di pranzo decido di salire su una montagna consigliata dalla guida (cartacea, non umana) che ho con me. In fondo, nonostante la piccola disavventura del tappo, il tempo ce l'ho. E ho con me il necessario per mangiare qualcosa.
Mi fermo su un altopiano con vista magnifica e ne approfitto per mangiare e scattare qualche foto. Poco più in là c'è un gruppo di pecore che brucano, e mi sembrano davvero fotogeniche: pecore norvegesi belle grosse e pasciute. Cerco di non avvicinarmi troppo a loro per non spaventarle, ma inaspettatamente sono loro che si avvicinano a me, forse incuriosite. Siccome gli animali in genere mi piacciono, offro loro delle Pringles che ho con me.
Non lo avessi mai fatto!
Appena assaggiate le Pringles, sembrano impazzite: mi saltano addosso pretendendone altre, e io cerco di accontentarle, ma loro sono almeno tre o quattro, e pure molto voraci!
Le Pringles presto finiscono, e non so più cosa offrire loro che sia di loro gusto. E allora una di loro, senza alcun ritegno, mi si infila in auto sul sedile posteriore (avevo lasciato la portiera aperta) buttandosi sul mio sacchetto delle cibarie! La tiro fuori a fatica tirandola per le zampe (è bella grossa), ma subito dopo un'altra si infila in auto con lo stesso impeto della sorella! Dopo un po' di lotta, riesco a tirare fuori anche la seconda pecora e a chiudere la portiera.
Mi infilo in auto per andarmene via di lì, ma succede l'incredibile: una di quelle pecorone salta sul cofano della mia Vectra! Insomma, non è tanto piacevole trovarsi una pecora assatanata proprio davanti al parabrezza...
Con una manovra riesco a farla cadere giù e vado via.
Morale della favola: non date mai da mangiare le Pringles alle pecore!
4) Resto fuori dall'auto
Finalmente in serata, sul presto, arrivo a Bergen. Già noto che è molto carina, con tutte le sue casette colorate, e spero di trovare un buon posto dove riposare.
In centro trovo un grande ufficio per il turismo, pieno di gente. Prendo il numeretto e aspetto il mio turno. Mi dicono che non è rimasto molto posto negli hotel (Bergen è molto visitata dai turisti), però c'è una possibilità: una scuola. Sì, perché in Norvegia d'estate a volte le scuole vengono convertite in posti di accoglienza per i turisti, gestiti dagli studenti stessi (che così si fanno un po' di soldini con un lavoretto estivo), sfruttando le camere destinate agli studenti fuori sede (e parlo di normali scuole superiori!)
Mi va benissimo, anche perché per me sarebbe un'esperienza nuova. Così prenoto una camera nella scuola, e mi forniscono gentilmente tutte le informazioni per arrivarci (è poco fuori città).
Torno alla mia Vectra, che era rimasta parcheggiata poco distante, aziono il telecomando e... nulla, nessuna risposta! Non si apre per niente, neanche usando direttamente la chiave. Sono rimasto fuori dall'auto in una città norvegese, la sera di Ferragosto! Con tutti i bagagli dentro!
Saranno state le pecore a sabotarmi l'auto?
Che faccio? L'unica possibilità che vedo è tornare all'ufficio per il turismo, riprendere il numeretto e riaspettare il mio turno, spiegando il mio problema e chiedendo se mi possono aiutare, magari chiamando il soccorso stradale. L'addetta, gentilissima, non si scompone alla mia richiesta e mi fa arrivare dopo al massimo una mezz'oretta il soccorso stradale. Grande professionalità.
Il tizio riesce ad aprire la Vectra (non ho capito come ha fatto), apre il cofano e usa un tester per controllare lo stato di salute della batteria. Responso: "Battery is dead" (ricordo ancora che usò queste precise parole). Mi dice che a quell'ora tutte le officine e i negozi di ricambi sono chiusi, ma mi può avviare il motore per arrivare almeno fino all'hotel (anzi, a scuola). Mi lascia pure il suo numero, così il mattino dopo, se il motore non si dovesse avviare (e così sarà), lo potrei chiamare per farlo venire ad avviare il motore e permettermi così di raggiungere un'officima per mettere una batteria nuova. Veramente gentile, tanto che per il suo intervento del mattino dopo non si fa pagare.
Così, con il continuo timore di far spegnere il motore, più tardi riesco a raggiungere la tanto sospirata scuola/hotel...
5) Intrusione in camera
Ottima risorsa quella delle scuole/hotel in Norvegia! Peccato che mi è capitato solo a Bergen...
Struttura molto moderna e accogliente, pulitissima: niente da invidiare a un vero hotel. E fa piacere che a occuparsene siano gli studenti stessi: alla reception e a servire la colazione ci sono solo ragazze (forse i maschietti si occupano delle pulizie...)
Dunque, finalmente ho la mia camera e, stanco morto (soprattutto mentalmente, vista la disavventura della batteria), mi infilo a letto e in breve tempo mi addormentato. Questa giornata un po' pazzerella è finita!
Ma non è finita manco per niente...
Poco dopo vengo svegliato di soprassalto da un tizio che mi entra in camera e accende la luce. Shock! All'inizio mi sembrava di sognare, poi mi rendo conto che la giornata pazzerella, l'indimenticabile per me 15 agosto 2000, non è ancora finita.
Le ragazze della reception si sono sbagliate e hanno dato al tizio la mia stessa camera e così, complice il fatto che le porte delle camere non hanno le serrature, ho subito una vera e popria intrusione in camera (poi chiarita) quando già dormivo.
Comunque... il resto del mio viaggio a Capo Nord è andato tutto bene, senza imprevisti né episodi buffi.
Tutte le cose strane si sono concentrate a Ferragosto!