Si ma solo in quegli anni, sino alla metà del 2015....poi Troyotizzazione.....
Hai perfettamente ragione quando parli di una
"Toyotizzazione", anche se io credo che i primi segnali di cedimento siano arrivati anche un pò prima del 2015.
Tutto è iniziato quando Toyota Italia impose ai dealer storici di Lexus costosi restyling degli showroom: un’operazione piuttosto discutibile, che prevedeva l'acquisto di poltrone dal design discutibile, pareti in cartongesso e luci stile IKEA. Il tutto a fronte di investimenti pesantissimi. Molti concessionari con esperienza, clientela fidelizzata e una struttura solida, si trovarono davanti a un bivio: adeguarsi o chiudere. E in molti, purtroppo, hanno chiuso. Il sospetto è che l’intento fosse proprio quello: traghettare il marchio Lexus all’interno delle grandi strutture Toyota già esistenti, dove con un piccolo sforzo si potevano “allestire” anche i corner Lexus.
Ma è qui che si è consumato il vero errore. Perché sia i tecnici, sia il tipo di accoglienza delle concessionarie Toyota non avevano nulla a che vedere con l’esperienza Lexus. È da lì che il customer care ha cominciato a perdere smalto, ed è da lì che ha iniziato a sgretolarsi quell’identità “premium” (o “luxury”, come amano ripetere ancora oggi, forse con un po’ di nostalgia per i bei tempi andati).
Il punto è questo: nel momento in cui Lexus è stata completamente inglobata nella logica Toyota, ha perso i suoi valori fondativi. È diventata uno dei tanti marchi generalisti, inserita in un contesto molto più ampio ma anche molto più impersonale. Né più né meno.
E tagliare i fondi al customer care – che era l’anima silenziosa ma concreta dell’esperienza Lexus – è stato un errore strategico enorme. Sarebbe bastato mantenerlo efficiente e di alto livello per continuare a offrire
quell'esperienza Lexus, anche a fronte di una gamma via via sempre più distante dalla filosofia originale.
Un esempio? Quando vennero cancellate la IS prima, e poi la RC. Ricordo perfettamente quei mesi. Mi contattarono più volte perché cercavo un’alternativa alla mia IS che volevo aggiornare visto che in USA e Giappone era stta presentata. la nuovissima (e bellissima! Quella si era un vera Lexus!) versione e speravo uscisse anche da noi.
Ma non c’era nulla.
Nella gamma attuale non esisteva più una berlina premium compatta, a meno di non prendere in considerazione la ES, che – permettimi – era poco più di una Camry ben vestita.
Un venditore Lexus, con candida convinzione, mi disse:
“Il mercato vuole SUV compatti ben vestiti, e noi dobbiamo vendere quelli. Se vuoi una berlina, dovrai adattarti a quel che c'è”.
Notare le parole :
"a quel che c'è". Un modello. Un modello talmente lontano dalla IS per meccanica, design, impostazione, assetto, ecc. che non riempiva in alcun modo l'esigenza del segmento della IS.
Ma per loro era lo stesso. Capisci l punto? I commerciali vendevano senza conoscere i prodotti.
Ora, dal punto di vista del business probabilmente ha ragione da vendere. Ma dal punto di vista della fedeltà, dell’identità e del rispetto verso una clientela affezionata e competente... beh, è un suicidio.
Quando uscì la nuova IS250 che sostituiva la IS200, non solo venimmo invitati a una presentazione in concessionaria – insieme a tutti i possessori della IS200 – ma ci fecero provare le auto, vedere le versioni, ci spiegarono le differenze meccaniche, di assetto, e ci guidarono nella lettura delle nuove brochure, evidenziando i punti salienti direttamente sulla vettura dimostrativa: sapevano cosa stavano vendendo e quella sera o acquistai la mia IS250, senza neppure pensarci due volte, perché sapevo cosa stavo acquistando: concretezza, rispetto, supporto, spirito di gruppo e qualità unica, pre e post acquisto.
Questo è un esempio emblematico del tipo di dialogo che oggi Toyota – e a questo punto sarebbe quasi corretto chiamarla solo così come dici tu– non applica più: dal commerciale al customer care, dal prodotto alla comunicazione. Il risultato? Lexus viene progressivamente annientata.
Oggi, un cliente Lexus acquista davvero “premium”? Acquista “lusso”?
No.
Senza un adeguato customer care e senza una filosofia di supporto al cliente che lo accompagni prima, durante e dopo l’acquisto, le parole
premium e
luxury non significano assolutamente nulla.