<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Lexus: da marchio di lusso a dilemmi strategici (e qualitativi) | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

Lexus: da marchio di lusso a dilemmi strategici (e qualitativi)

Potrebbe avere inciso anche la marginalità (è corretto?) del mercato italiano per Lexus?
E' molto interessante quello che hai scritto @Omotenashi in questa discussione e lo trovo condivisibile.
Io non sono partito con particolari aspettative, sono andato sul "sicuro" sulla LBX perché aveva tutte le caratteristiche che cercavo in un'auto (se fosse stata una berlina, ancora meglio), e mi sono innamorato degli interni, e non mi riferisco al "lusso" percepibile, che sicuramente ha avuto la sua parte "dopo", ma alla disposizione dei vari elementi nell'abitacolo che corrispondeva esattamente alla mia idea di auto ideale.
Provandola poi me ne sono "innamorato" subito, apprezzando la comodità di guida e il comfort reale percepibile.
Non avevo un'idea del passato di Lexus, quindi non mi aspettavo un trattamento diverso da quello delle altre concessionarie, ed effettivamente così è stato. Hai detto bene: la percezione è stata quella di "normalità" nel loro approccio nei miei confronti.
Vedrò se con il tagliando qualcosa cambierà.
Spero almeno che il marchio non tradisca in termini di affidabilità e qualità, che poi è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad acquistare.
Ho sempre visto Lexus con ammirazione, ho sempre apprezzato i suoi modelli, i suoi interni (per me tra i migliori da sempre), ma i prezzi rimanevano oltre quanto ero disposto a spendere (50k in su). Con la LBX c'è stata la possibilità di arrivare ai miei limiti massimi (30k circa) non tanto di disponibilità, quanto di valore massimo che io voglio dare ad un'auto... e così è stato.

PS.
Sulla LBX siete un po' troppo severi secondo me. Non capisco poi perché il prezzo dovrebbe variare in base alla dimensione dell'auto. La differenza di prezzo tra Yaris Cross e Lexus LBX è secondo me assolutamente giustificata. Poi se vogliamo sono troppo care entrambe... così come sono troppo cari altri modelli Lexus, intendiamoci... 60k euro per un'auto per me sono insensati a prescindere dal lusso.
Comunque le aspettative di vendita per il 2024 della LBX di Lexus per l'Europa sono state superate, nemmeno loro si aspettavano di vendere di più, quindi dal loro punto di vista è stata una scelta ben ponderata.
Ti ringrazio per il tuo intervento, davvero. È anche grazie a scambi come questi che si riesce ad andare oltre il semplice “parere” e ad avvicinarsi a una riflessione più profonda, che riguarda non solo i prodotti ma anche la cultura che li genera.

Personalmente, non credo che le scelte che oggi osserviamo in Lexus dipendano realmente dalla marginalità. Dare formazione, rispondere con empatia, curare l’interazione col cliente – che sia al telefono, via email o tramite i form del sito – non richiede investimenti imponenti, ma una visione chiara del marchio. E Lexus, in passato, questa visione l’aveva molto nitida: accogliere, ascoltare, assistere. Non era una “voce di costo”, era un asset.

Ho provato la LBX con curiosità, volendo capire se fosse una possibile sostituta della CT200h che ho in famiglia. La risposta, per me, è stata no.

Al di là di un infotainment finalmente aggiornato, ho trovato un ambiente interno che per la mia esperienza nella casa è povero nei materiali, con scricchiolii percepibili e una qualità complessiva ben lontana da quella che conoscevo.

Il punto però non è la LBX, che sicuramente è più che valida nel suo segmento. Il punto è ciò che accade dopo. Perché il vero “lusso”, alla fine, non è il caffè offerto in concessionaria, ma sapere che, in caso di problema, troverai qualcuno dall’altra parte capace di ascoltarti, capirti e darti soluzioni. Questo era Lexus.

Sul tema del prezzo: tutto è relativo, certo.

Dipende da redditi, scelte personali, priorità. Ma ci sono auto il cui valore è talmente evidente da giustificare ogni euro. La LC500h, ad esempio: 122.000 euro al momento del lancio, e li valeva fino all’ultima vite. Ho avuto il privilegio di provarla in un evento esclusivo, quando Lexus era ancora quella Lexus, e fu proprio quell’esperienza a spingermi verso la mia RC300h.

Erano auto che ti facevano sognare non solo per ciò che erano, ma per ciò che promettevano di essere nel tempo, per come ti avrebbero accompagnato, loro e la casa madre.

.È questo che oggi sembra mancare: una promessa mantenuta nel tempo.

Ti auguro comunque di goderti la tua LBX, davvero. È una ottima auto.
Ma se un giorno avrai bisogno di contattare l’assistenza per qualcosa che esula dal semplice tagliando, forse capirai meglio ciò che intendo.

Perché “premium”, alla fine, non è una parola da brochure. È un’esperienza continua, fatta di rispetto e fiducia.
 
Il passato che descrivi di Lexus, mi sembra però un approccio molto orientale (giapponese in particolare) e poco occidentale, credo che sia anche qui la difficoltà da parte di Lexus di formare personale in Europa in grado di aderire pienamente a questa impostazione di dedizione quasi assoluta al cliente.
Io mi accontenterei anche soltanto di ricevere una risposta ad un'email (concessionaria), o evitare l'uso di risposte automatiche a richieste di informazioni (Lexus Italia).
Del resto se non credi o capisci realmente quello che fai, poi rischi di far passare un messaggio genuino di "amore" e rispetto verso il cliente, per ipocrita piaggeria markettara 2.0.
Può anche essere che la "spinta" iniziale e le buone intenzioni si siano esaurite.
Nel mio caso però sospendo il giudizio perché non ho ancora avuto modo di testare realmente questo tipo di rapporto.
 
Il passato che descrivi di Lexus, mi sembra però un approccio molto orientale (giapponese in particolare) e poco occidentale, credo che sia anche qui la difficoltà da parte di Lexus di formare personale in Europa in grado di aderire pienamente a questa impostazione di dedizione quasi assoluta al cliente.
Io mi accontenterei anche soltanto di ricevere una risposta ad un'email (concessionaria), o evitare l'uso di risposte automatiche a richieste di informazioni (Lexus Italia).
Del resto se non credi o capisci realmente quello che fai, poi rischi di far passare un messaggio genuino di "amore" e rispetto verso il cliente, per ipocrita piaggeria markettara 2.0.
Può anche essere che la "spinta" iniziale e le buone intenzioni si siano esaurite.
Nel mio caso però sospendo il giudizio perché non ho ancora avuto modo di testare realmente questo tipo di rapporto.
Hai centrato perfettamente un punto fondamentale: ciò che un tempo rappresentava la vera cifra distintiva di Lexus – l’attenzione meticolosa, il rispetto autentico per il cliente – nasceva da una cultura profondamente giapponese, non solo aziendale ma antropologica. Portare quella visione in Europa, senza snaturarla, richiedeva un passaggio culturale delicato ma possibile. All’inizio c’era, funzionava. Poi, a un certo punto, si è scelto di abbandonarlo.

Il sistema attuale – fatto di interfacce impersonali, risposte automatiche, moduli obbligatori che sembrano ostacoli più che strumenti – smentisce nei fatti la volontà di preservare quella filosofia. Quando la promessa di qualità percepita non è più sostenuta dalla qualità relazionale, si scivola inevitabilmente in un marketing senz’anima. E usare termini come “premium” o “lusso”, in questo contesto, rischia di suonare come una forzatura. Una facciata, più che una sostanza.

Hai colto nel segno anche su un altro aspetto: quando non si crede fino in fondo in ciò che si fa, l’empatia suona finta, e il rispetto si trasforma in semplice formalismo.

Io, dopo molti anni e molte Lexus, non parlo da nostalgico, ma da testimone di un cambiamento e credo che sa giusto, per chi si avvicina al marchio, conoscere cosa è stato e cosa oggi è.

Detto questo, capisco il tuo desiderio di sospendere il giudizio. Ed è giusto così: sono i fatti, non le etichette, a definire un rapporto tra cliente e brand.
 
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