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-15% in 10 anni

Fonte: Sole 24h
"Calcoli alla mano, dunque, una margherita di bassa qualità costa mediamente al ristoratore 0,64€ (pallina di impasto 0,14, pomodoro 0,05, mozzarella 0,45), una pizza “media” 0,85€ (pallina di impasto 0,25, pomodoro 0,08, mozzarella 0,52), mentre una pizza realizzata con ingredienti più ricercati costa 1,13 euro (pallina di impasto 0,27, pomodoro 0,13, mozzarella 0,73). Il prezzo medio di vendita al cliente? Per la prima è di 3,8 €, per la seconda di 4,8 €, per la terza di 6,9."
 
Se sono miniere d'oro aprite tutti una pizzeria...
Poi a voler fare i pignoli per calcolare l'utile bisognerebbe aggiungere alle materie prime iva, legna, energia elettrica, acqua, affitto del locale, la paga dei dipendenti (anche nelle pizzerie che fanno solo asporto normalmente ci sono minimo 3 4 persone che lavorano), il cartone, tutto quello che è inerente l'emissione dello scontrino, il commercialista, se prevista le spese relative alla consegna a domicilio...
Per me nelle serate storte gli rimane meno di quanto ho ipotizzato io.
 
Se sono miniere d'oro aprite tutti una pizzeria...
Poi a voler fare i pignoni per calcolare l'utile bisognerebbe aggiungere alle materie prime iva, legna, energia elettrica, acqua, affitto del locale, la paga dei dipendenti (anche nelle pizzerie che fanno solo asporto normale ne ci sono minimo 3 4 persone che lavorano), il cartone, tutto quello che è inerente l'emissione dello scontrino, il commercialista, se prevista le spese relative alla consegna a domicilio...
Per me nelle serate storte gli rimane meno di quanto ho ipotizzato io.
Infatti le pizzerie per asporto sono tantissime. Il problema sta negli orari di lavoro che oggi non piacciono più. Tutta la ristorazione ha questo problema. Nelle serate storte ci perde, ma in quelle giuste ci stra guadagna. Si deve guardare la media
 
Inutile andare a vedere quanto sarebbe giusto aumentare, se in percentuale rispetto ai costi o mantenendo il margine o altro.
I prezzi non sono fatti dai costi, anche se, ovviamente, li condizionano.
I costi sono fatti in funzione di massimizzare l'utile dell'attività, quindi influenzati da altre n variabili.
 
Non sarà anche che stare davanti al forno soprattutto d'estate non è il massimo della vita?
Sarei curioso di sapere secondo voi su una pizza qual è il guadagno netto visto che ritenete la mia stima fuori dal mondo.
Io di pizzaioli che girano col porsche non ne conosco molti eppure se fanno qualche centinaio di pizze al giorno e su ognuna ci guadagnano il 50% o più dovrebbero essere ricchi.
 
Non sarà anche che stare davanti al forno soprattutto d'estate non è il massimo della vita?
Sarei curioso di sapere secondo voi su una pizza qual è il guadagno netto visto che ritenete la mia stima fuori dal mondo.
Io di pizzaioli che girano col porsche non ne conosco molti eppure se fanno qualche centinaio di pizze al giorno e su ognuna ci guadagnano il 50% o più dovrebbero essere ricchi.
Secondo te quanto guadagna mediamente un pizzaiolo titolare di pizzeria per asporto all'anno?
 
Non capisco perché conservano il potere d'acquisto se guadagnano (che è diverso da quanto fatturano) quanto prima ma subiscono l'inflazione come o peggio dei dipendenti.
L'esempio del pizzaiolo che ho fatto prima credo sia calzante.
Se quando vendeva la Margherita a 4 euro a lui farina, acqua, pomodoro, mozzarella, legna etc etc costavano 3,50 euro mentre oggi che la vende a 5,50 gli ingredienti e tutto il resto gli costano 5 in che modo conserva il potere d'acquisto?
È messo esattamente come il dipendente perché guadagna quanto guadagnava prima ma quando va a fare la spesa si scontra con dei prezzi molto più elevati.
Che poi qualcuno abbia approfittato dell'aumento dei prezzi è fuori discussione ma credo che siano stati maggiormente le aziende grandi che hanno un potere contrattuale molto più forte e riescono a strappare i prezzi che vogliono loro da fornitori e trasportatori.
Il lavoratore autonomo, a differenza del dipendente, può modulare le proprie entrate in modo da "tamponare" l'aumento dei costi e dei prezzi. Un idraulico può chiedere 75 euro per riparare un tubo laddove prima ne chiedeva 50. Un insegnante di scuola non può aumentarsi lo stipendio. E soprattutto una volta cessata la spirale inflazionistica difficilmente il medesimo idraulico torna a prendere i vecchi 50 euro. Fuor di metafora, se nel 2022 il pizzaiolo ha aumentato i prezzi perché la fattura elettrica era più cara, nel 2024 la pizza non diventa più economica per il solo fatto che la corrente costa meno. Ripeto, da parte mia non c'è alcuno stigma verso questi processi, i prezzi li fa il mercato, si tratta solo di ribadire un principio macroeconomico per cui, in casi di forte inflazione, i soggetti a reddito fisso subiscono un calo del potere d'acquisto
 
Non so dirlo dipende da tanti fattori.
Uno a caso se ha un locale di proprietà o paga l'affitto.
Sono convinto che la mia stima dei margini sulla pizza Margherita sia piuttosto realistica.
Secondo me il problema è sempre lo stesso.
Chi sta dall'altra parte del bancone guarda il prezzo sullo scontrino e pensa che chi sta dietro al bancone guadagni quella cifra.
Oggi mi è capitato con un cliente che aveva bisogno di un servizio che all'azienda per cui lavoro costa esattamente 48,80 euro di fargli un preventivo e di vederlo sgranare gli occhi come se gli avessi chiesto di far espiantare un rene a uno dei suoi figli.
Se a noi costa 48,80 euro qual è la cifra giusta da ricaricare allora?
Considerando che da quella cifra poi va tolto il 22% di Iva.
Per inciso la cifra che gli ho sparato era 70 euro.
Cioè al netto dell'Iva 57, 37 euro.
A casa mia significa che anche se al cliente 70 euro sembrano tanti all'azienda per cui lavoro ne rimangono meno di 10.
E non sono netti.
Dovevo chiedergli di meno?
 
NON CAMBIARE le carte in tavola
Rileggiti il post 78 e le tue risposte successive dall' 81 in poi

Semplificando:
" Perche' gli Italiani lavorano il 25% in piu' e producono il 20% in meno* "
e
" Che oltre pagarli di meno, nessuno fa niente per invertire questa tendenza.

??

Anticipato questo, sempre semplificando....
La produttivita' e' quanti pezzi produce il singolo operaio in un dato tempo....
Questo e' il dato base.
Poi si deve considerare il processo per cui questa si puo' aumentare.
L' esempio clou e' dato dall' invenzione della catena di montaggio....
Oggi, i computer, i robot....

* la conclusione non puo' essere altro che sia male " organizzato ",
in tutti i sensi, il loro lavoro.
( Altro che le battutine generiche sugli Italiani che lavoricchiano )
Che era poi il mio discorso iniziale che diceva,
( mentre tu parlavi di cause, come NON costruire in Italia PC & simili ),
riguardo i vari motivi:

--------------Dirigenti, Proprieta', e al limite responsabili di reparto-----------

Confermato negli anni dal fatto che tutti, pur con tanti bla bla bla....
....Ne parlano....MA NESSUNO DA DECENNI, ha mutato l' andazzo
Quello che voglio dire è che l'economia dei Paesi avanzati è basata per lo più sul settore terziario, non su quello secondario. Quando parlo di pc e smartphone alludo al fatto che le economie forti, penso agli Usa, si concentrano sulla progettazione del prodotto, che ha un grande valore aggiunto, nonché su quella di vendita, mentre la fase meramente produttiva, quella in cui uno smartphone viene fisicamente assemblato da un operaio, viene demandata a realtà dove il costo del lavoro è più basso. Esattamente il principio per cui Stellantis produce alcune auto in Polonia, Serbia e Turchia anziché a Mirafiori.
In tema di produttività, ribadisco: quando dico che la produttività in Italia è bassa (ma non lo dico io, lo dicono i dati macroeconomici) intendo dire che alcuni processi sono poco "efficienti" perché talvolta non ci sono infrastrutture adeguate e si sfruttano poco le tecnologie che consentono di ottimizzare le fasi produttive. Non c'entra la voglia di lavorare dell'operaio, men che meno il numero di ore passate sul posto di lavoro
 
Il lavoratore autonomo, a differenza del dipendente, può modulare le proprie entrate in modo da "tamponare" l'aumento dei costi e dei prezzi. Un idraulico può chiedere 75 euro per riparare un tubo laddove prima ne chiedeva 50. Un insegnante di scuola non può aumentarsi lo stipendio. E soprattutto una volta cessata la spirale inflazionistica difficilmente il medesimo idraulico torna a prendere i vecchi 50 euro. Fuor di metafora, se nel 2022 il pizzaiolo ha aumentato i prezzi perché la fattura elettrica era più cara, nel 2024 la pizza non diventa più economica per il solo fatto che la corrente costa meno. Ripeto, da parte mia non c'è alcuno stigma verso questi processi, i prezzi li fa il mercato, si tratta solo di ribadire un principio macroeconomico per cui, in casi di forte inflazione, i soggetti a reddito fisso subiscono un calo del potere d'acquisto
Infattamente.
 
Il lavoratore autonomo, a differenza del dipendente, può modulare le proprie entrate in modo da "tamponare" l'aumento dei costi e dei prezzi. Un idraulico può chiedere 75 euro per riparare un tubo laddove prima ne chiedeva 50. Un insegnante di scuola non può aumentarsi lo stipendio. E soprattutto una volta cessata la spirale inflazionistica difficilmente il medesimo idraulico torna a prendere i vecchi 50 euro. Fuor di metafora, se nel 2022 il pizzaiolo ha aumentato i prezzi perché la fattura elettrica era più cara, nel 2024 la pizza non diventa più economica per il solo fatto che la corrente costa meno. Ripeto, da parte mia non c'è alcuno stigma verso questi processi, i prezzi li fa il mercato, si tratta solo di ribadire un principio macroeconomico per cui, in casi di forte inflazione, i soggetti a reddito fisso subiscono un calo del potere d'acquisto

Hai detto bene tamponare.
I rincari non sono mai liberi c'è una soglia oltre la quale la clientela diminuisce facendo guadagnare meno nel complesso.
Il pizzaiolo oggi ha bollette più leggere rispetto al 2022 ma materie prime molto più care, se non torna ai prezzi vecchi non significa che guadagni di più.
L'insegnante di scuola poi non subisce rincari sia nella sua vita lavorativa che in quella privata.
Se viaggia per andare a lavorare e i carburanti aumentano ovviamente è penalizzato.
Ma se aumenta il costo del riscaldamento della scuola o della carta su cui stampa le verifiche per gli studenti non è un problema suo.
Gli autonomi subiscono i rincari sia nella vita professionale che in quella privata.
L'aumento dei prezzi per me penalizza molto di più chi ha entrate ma anche uscite variabili nel propri lavoro.
Chi ha entrate fisse non rischia di guadagnare di meno, come tutti quando va a fare la spesa si accorge che quello che guadagna riempie di meno il carrello ma vale anche per gli autonomi.
 
Non c'entra la voglia di lavorare dell'operaio, men che meno il numero di ore passate sul posto di lavoro
Concordo. Vedo in H, vuoi fare più prestazioni? Prendi macchinari più moderni. Con uno obsoleto ci metti 1/2h a fare quello he fa uno nuovo in 10 minuti. Il privato si aggiorna, il pubblico si adegua quando il suo machinario è obsolesente o irriparabile, con anche fermi macchina prolungati.
 
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